Quaderni di birdwatching Anno I - n° 2 - ottobre 1999


Editoriale
Il birdwatcher italiano: questo sconosciuto
di Luciano Ruggieri

        E' ormai luogo comune, stereotipo di una certa immagine di una Italia "pizza, mafia e mandolini", che il birdwatcher italiano non esista.

        Questa convinzione va a braccetto con la frase con cui si ironizza sull’impatto distruttivo del cacciatore italiano medio che recita: "in Italia volano solo i passeri".

        Risulta pertanto strano agli occhi dello straniero, soprattutto se anglosassone, che in Italia ci sia qualcuno che si interessi ad osservare gli uccelli.

        Sappiamo che il nostro paese non ha mai avuto un passato di questo tipo, né una scuola di birdwatching, e che il primo seme di una nuova cultura in questo campo fu l’istituzione della Lega contro la Distruzione degli Uccelli, ora LIPU. E’ indubbio che gli obiettivi primari in materia di avifauna 30 anni fa fossero rivolti più ad un ambito protezionistico e anticaccia piuttosto che alla semplice osservazione degli uccelli, ma se possiamo parlare ora, di un movimento di birdwatching, lo dobbiamo certamente all’oscuro lavoro di molti volontari e attivisti che hanno spianato la strada all’avvento di una cultura ambientalista.

        Ma chi è il birdwatcher italiano? Di lui poco si conosce. Come entità nuova, è ancora grezzo e poco delineato. Si sa che ha dei trascorsi protezionistici, in media è di età inferiore ai 35 anni e vive al Centro-Nord. Non ha una grande coscienza di sé, anzi cerca in tutti i modi di mimetizzarsi, talvolta riconoscendosi nella figura dell’ornitologo, talvolta sentendosi inutile e perseguitato perché accusato di atteggiamenti edonistici fini a se stessi o peggio di mettere a repentaglio la sorte di chissà quali specie rare. Fa birdwatching quasi a tempo perso perché spesso di professione fa il forestale, la guardia venatoria, il consulente faunistico, il biologo, il naturalista.

        Quanti sono i birdwatchers italiani? Nessuno lo sa. Si dice ottimisticamente 4000, ma secondo alcune proiezioni personali, potrebbero essere solo 1916, la metà. Comunque sia, non un esercito.

        Di certo il movimento di birdwatching soffre della mancanza di un modello culturale, che in Italia non è mai esistito e che viene mutuato da quei paesi che si dicono più evoluti, dove il birdwatching è uno tra i tanti hobby di massa come l’Olanda o l’Inghilterra.

        Se il birdwatcher italiano non conosce pertanto l’inglese, è quasi un isolato, uno che consulta ancora il Bruun&Singer del 1975 o il Peterson della Muzzio del 1983, perché da allora, nessuna guida è più apparsa tradotta in lingua italiana.

        Nonostante tutto, però, e grazie alle incredibili possibilità naturalistiche del nostro paese, incontrare qualcuno con il binocolo al collo è sempre più frequente in Italia, anche perché l’osservazione degli uccelli è un’attività che si accompagna benissimo ad una escursione in montagna, una passeggiata nel bosco o ad un pic-nic in campagna o sulla spiaggia. Certo però è che tutto questo ha un limite se le proprie osservazioni rimangono appunti nel diario quotidiano, perché diciamocelo pure, fare birdwatching è come andare in bici, riesce meglio se lo si fa almeno in due. E si sa, il birdwatching in Italia è sempre stato fino ad ora un sistema di compartimenti stagni, parcellizzato in tante realtà regionali o locali.

        Speriamo che tutto questo cambi. La regionalizzazione delle idee non ha mai favorito il progresso culturale e lo scambio di informazioni.

        Quaderni di birdwatching è nato per favorire non solo una maggiore presa di coscienza delle proprie capacità e dei propri mezzi da parte del birdwatcher italiano, ma anche per proporre al neofita dei nuovi spunti di approfondimento e di analisi. Il primo numero, nato quasi per gioco, ha avuto un lusinghiero successo, con 120 copie distribuite su CD-ROM e oltre 1300 lettori sul sito web.

        Possiamo migliorare?

        Dopo la fortuna di avere presentato nel primo numero una nuova specie per l'Italia che ha avuto oggi conferma dal C.O.I., siamo in grado di proporre la documentazione di un'altra prima italiana a poche settimane dalla sua osservazione: il Canapino asiatico, annunciato quasi in diretta su EuroBirdNet Italia!!!

        Esaltante, ma quello che a noi preme dimostrare, al di là dei semplici numeri, è che il birdwatcher italiano esiste, è vivo e ha una sua precipua identità!




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