Quaderni di birdwatching Anno I - n° 2 - ottobre 1999


basic birdwatching
Ma che  Tringa è quella?
di Igor Festari

        Salute a voi appassionati "birdwatchers" e benvenuti all’ormai consueto ‘angolo del principiante’. Come già vi ho spiegato nello scorso articolo, questo spazio rappresenta un’importante occasione di ripasso per chiunque voglia mettere alla prova le proprie capacità di riconoscimento, anche di fronte alle specie più comuni e diffuse (le cosiddette ‘specie base’, che tutti dovrebbero conoscere). Dopo aver trattato, nell’ultimo numero della rivista, il riconoscimento dei Piro piro più facili da osservare nel nostro paese, quest’oggi parleremo di Pantane, Totani mori e Pettegole. Ma cosa avete capito?!? Non ho alcuna intenzione di intrattenervi farneticando di pozzanghere fangose, calamari abbronzati o di vecchie suocere. Questi nomi altisonanti appartengono, infatti, alle specie più diffuse e conosciute del genere ‘Tringa’, che raggruppa numerosi limicoli di medie o piccole dimensioni, ampiamente diffusi in tutto il mondo (nidificanti nell’emisfero boreale e svernanti a medie latitudini o a sud dell’equatore).

Il genere  Tringa

        Comprende in Italia 7 specie di limicoli (tra le quali 2 Piro piro) caratterizzati dalla classica struttura: corpo "a pera", collo, becco e zampe lunghi e sottili; possiedono inoltre ali appuntite ed affusolate, ed un volo estremamente rapido ed energico. Facilmente distinguibili dai Gambecchi e dai Piovanelli del genere ‘Calidris’ (generalmente piccoli, bassi e tarchiati, con zampe ridicolmente corte e spesso con lunghi becchi ricurvi), possono essere, invece, confusi con le Pittime (più grandi e con becco assai più lungo e dritto o leggermente girato all’insù) o con il Combattente, in piumaggio giovanile o invernale (più robusto, con becco piuttosto corto e spesso, e caratterizzato da una colorazione ocra-rossastra ‘calda’ ed uniforme).

Pantana (Tringa nebularia)
(foto E. Vigo)

        Tra le varie specie di congeneri regolarmente presenti in Italia ed in Europa, la Pantana (Tringa nebularia), la Pettegola (Tringa totanus) ed il Totano moro (Tringa erythropus) sono sicuramente quelle più comuni e facili da avvistare (a parte il Piro piro culbianco ed il Piro piro boschereccio, ben più piccoli e tozzi, con piumaggio assai contrastato, scurissimo sopra e bianco nelle parti inferiori). In questo ambito territoriale è però possibile incontrare anche il raro Albastrello (Tringa stagnatilis, migratore regolare in Italia, più scarso al Nord, e svernante al Sud e nelle isole) che può rappresentare, per quanto riguarda l’identificazione, un’ulteriore difficoltà. Si tratta, infatti, di un limicolo con la struttura snella ed elegante di un Totano moro ma con le dimensioni e la colorazione intermedie tra quelle di una Pantana e di un Piro piro boschereccio. Possiede però delle caratteristiche diagnostiche: il becco sottilissimo e dritto, come uno spillone, e le zampe, anch’esse lunghe e d’aspetto ‘rachitico’, di un pallido colore grigio-verdastro (più giallastre in periodo riproduttivo). L’Albastrello ricorda molto, per l’aspetto generale, un giovane di Cavaliere d’Italia.

Dove e quando

        Per quanto riguarda la distribuzione in periodo riproduttivo, ciascuna specie del genere "Tringa" occupa una differente fascia climatica con caratteristiche ecologiche uniche e peculiari: il Totano moro, per esempio, abita le più nordiche latitudini dell’Eurasia dove frequenta la tundra alberata e zone marginali della taiga. Al contrario, la Pantana nidifica più a sud, attraverso una vastissima fascia che dalla Scandinavia arriva alle coste del Pacifico, utilizzando ambienti meno estremi, più alberati, di taiga o brughiera arbustiva. Per finire, la Pettegola, che è il membro a più ampia distribuzione del gruppo, raggiunge a Sud le coste mediterranee. Questa specie è solita frequentare lagune costiere salmastre e, più raramente, aree paludose dell’interno, prati umidi o marcite; non a caso le poche coppie nidificanti in Italia sono localizzate principalmente nel complesso delle Valli di Comacchio, nelle Saline di Margherita di Savoia (in Puglia) e nelle zone lagunari della Sardegna occidentale e meridionale.

Totano moro (Tringa erythropus)
in abito invernale
(foto R. Garavaglia)

        Al di fuori del periodo riproduttivo le specie considerate abbandonano l’Europa settentrionale e la Siberia per andare a svernare più a Sud, dopo aver compiuto lunghe migrazioni (anche se le popolazioni più meridionali di Pettegola sembrano essere praticamente stanziali). Le tipiche aree di svernamento di Pettegola, Pantana e Totano moro, che in questo periodo divengono simpatrici (ossia con areali coincidenti), si trovano lungo le coste del Mediterraneo e dell’Asia meridionale, nell’Africa sub-sahariana e lungo le coste atlantiche dell’Europa occidentale (dove la consistenza numerica delle presenze è condizionata dalle temperature invernali).

        Le tre specie considerate possono essere osservate in Italia, con una certa facilità, durante le migrazioni (marzo-maggio e agosto-ottobre) e lo svernamento. Le maggiori concentrazioni di individui si rinvengono nelle aree lagunari costiere, lungo le principali aste fluviali e nelle zone umide interne (risaie, marcite e paludi) di una certa estensione.

        Durante il periodo invernale, però, questi uccelli mostrano una spiccata predilezione per gli ambienti salmastri, meno propensi al congelamento, e si distribuiscono più uniformemente lungo le coste del Mediterraneo.

Identificazione
Struttura e proporzioni

        La prima cosa da fare quando ci si trova a faccia a faccia con un uccello "misterioso" è quella di ‘notare ed annotare’ scrupolosamente ogni caratteristica strutturale, comprese le proporzioni di becco e zampe rispetto alle dimensioni corporee.

        Il Totano moro, per esempio, possiede una combinazione di caratteri che lo rendono, tra le specie considerate, inconfondibile: limicolo di medie dimensioni (lungo come un Tordela), ha il corpo piuttosto allungato con una tipica conformazione "a goccia" data dalla schiena curva ed il petto prominente, sul davanti, in contrapposizione con le ali e la coda sottili ed appuntite nel posteriore.

        Il lungo collo da "gazzella", la testa piccola ed arrotondata, il becco sottile e diritto come uno spillone e le zampe assai snelle contribuiscono a donare a questa specie un’aria piuttosto gracile ed aggraziata.

Pettegola (Tringa totanus)
in abito riproduttivo
(foto R. Garavaglia)

        La Pettegola, oltre ad essere un poco più piccola, appare assai più tozza del Totano moro per via del corpo arrotondato (con ali e coda meno assottigliate), del breve collo taurino e della testa più grande e squadrata; possiede inoltre un becco corto e piuttosto spesso alla base. Le zampe, infine, appaiono troppo corte e ‘rachitiche’ per un limicolo di queste dimensioni (ha una silhouette tarchiata, simile a quella di un grosso e grasso Piro piro boschereccio).

        La Pantana è la più grande e ‘vigorosa’ tra le specie trattate: il corpo è robusto ma piuttosto allungato, il collo è lungo ma appare nerboruto quanto basta a sorreggere una testa squadrata di medie dimensioni ed un lungo becco (leggermente arcuato verso l’alto), spesso alla base e dalla punta smussata. Possiede, inoltre, zampe molto lunghe (specialmente il tarso) e ben proporzionate, né troppo robuste, né eccessivamente sottili.

Comportamento

        La Pettegola è uno dei limicoli in assoluto più attivi. E’ sempre in movimento, è molto rumorosa ed è facile osservarla volare sugli argini delle lagune o sopra a specchi d’acqua poco estesi (come un Piro piro piccolo); spesso si aggira in gruppetti lassi, ma si raggruppa in stormi compatti durante il volo migratorio e nei siti di "roosting" (luoghi nei quali più individui si riuniscono per dormire o riposare). Quando mangia cammina rapidamente nell’acqua bassa o sulle rive fangose, fermandosi bruscamente per raccogliere le prede col becco.

        Il Totano moro e la Pantana, al contrario, si muovono molto meno convulsamente, con una postura più impettita ed elegante; sono meno propensi a prendere il volo e, in genere, più silenziosi. Spesso si spingono in acque più alte (il Totano può occasionalmente nuotare, come un Falaropo) alla ricerca di insetti e larve.

Voce

RICHIAMI IN VOLO
Pantana
(Tringa nebularia)
Pettegola
(Tringa totanus)
Totano moro
(Tringa erythropus)
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        La Pettegola è la specie più rumorosa del gruppo e la sua ‘voce’ è alquanto altisonante; emette un eccitato grido d’allarme ("Pit-ù, pit-ù, pit-ù" ecc.) che accompagna il volo di fuga ed un melanconico, più sottomesso, richiamo di contatto ("Tiù" o "Pi-tiù" oppure "Tiù-du"), durante il volo migratorio e le soste di alimentazione.

        La Pantana è facilmente riconoscibile per il suo caratteristico e squillante verso d’allarme ("Ti-ù ti-ù ti-ù", con un tono decrescente sulla ‘u’ finale di ciascuna sillaba). Emette anche, se disturbata, un corto ed eccitato "Cip".

        Il Totano moro è, al contrario, piuttosto silenzioso ma può facilmente attrarre l’attenzione grazie al suo diagnostico "Ciu-ik" d’allarme, emesso durante il volo di fuga; altri versi (come un calmo "Ciu-ciu") sono occasionali durante la migrazione.


Da posati

Pettegola (Tringa totanus)
in abito riproduttivo
(foto G. Conca)

        La Pettegola appare sul campo come un limicolo di medie dimensioni, caratterizzato da un piumaggio piuttosto smorto ed uniforme ma con becco e zampe vivacemente colorati di rosso- arancio acceso. D’estate, le parti superiori e la testa sono bruno-grigiastre con tante piccole macchie e strie sottili, nerastre o bruno scure; le uniche parti colorate in maniera differente sono l’anello oculare biancastro (ben apprezzabile in contrasto con la colorazione scura della testa), la gola color crema pallido e le ali un poco più scure del dorso. Anche il ventre ed il sottocoda sono striati ed irregolarmente barrati di bruno scuro ma su sfondo biancastro.

        Durante l’inverno il piumaggio perde le tonalità bruno-olivastre ed assume una più uniforme livrea grigiastra, con rare strie, appena più scure, sottili e poco contrastanti, su collo, petto e fianchi. Contrariamente a ciò che accade al resto del piumaggio, il disegno facciale, solitamente piuttosto uniforme, risulta più evidente nel periodo invernale: il sopracciglio e la gola, assumendo una colorazione biancastra, contrastano maggiormente con le redini (area compresa tra la base del becco e l’occhio) nerastre ed il collo e la nuca grigi.

        Il giovane è simile all’adulto in piumaggio riproduttivo ma con sfondo più ocra-giallastro o castano (meno grigio ed olivastro), specialmente evidente su testa, collo e fianchi; le parti inferiori sono più regolarmente striate di grigio-bruno (con meno macchie e barre irregolari). Le parti nude, infine, meno vivacemente colorate (rosate, aranciate o addirittura grigiastre).

Totano moro (Tringa erythropus)
in abito riproduttivo
(foto E. Vigo)

        Osservando il Totano moro si rimane colpiti dalla sua notevole eleganza nei movimenti, dalla linea slanciata e dalle estremità (becco e zampe) particolarmente sviluppate (circa 20% più lunghe della Pettegola). Per quanto riguarda il piumaggio, questa specie è caratterizzata da una marcata variabilità stagionale. Gli adulti in periodo riproduttivo acquisiscono la tipica colorazione nera uniforme (con piccole macchie biancastre sul dorso e sulle ali e qualche occasionale barratura chiara sul ventre, più abbondanti nelle femmine); solo le parti nude scarlatte, il sottoala candido e l’anello oculare biancastro (assai difficile da vedere sul campo) sono colorati diversamente. Questa livrea, nella sua completezza, è piuttosto rara in Italia, in quanto sia i migratori primaverili più tardivi (che giungono da noi nel mese di giugno), sia quelli autunnali più precoci (dalla fine di luglio) presentano ancora (o di già) segni evidenti della muta in corso. In questo caso le piume invernali, assai più chiare, contrastano con quelle nere estive dando un piumaggio variegato inconfondibile.

        L’abito invernale e quello giovanile sono molto diversi dal precedente: in entrambi i casi, infatti, le parti superiori presentano uno sfondo grigiastro (più soffuso di bruno nel giovane), piuttosto chiaro così come le parti inferiori, uniformemente bianche nell’adulto ed abbondantemente striate e barrate di marrone nerastro negli immaturi. In questi ultimi le ali appaiono più scure del resto del corpo, contrariamente al piumaggio invernale, sempre molto uniforme (grigio chiaro sopra e candido sotto). Al di fuori del periodo riproduttivo, il Totano moro possiede un disegno facciale caratteristico: una linea nera netta ed evidente che attraversa le redini, un sopracciglio ben marcato anteriormente ed un anello oculare, entrambi bianchi, creano un effetto cromatico piuttosto contrastante.

        Il becco, sottile e dritto, è bicolore (nero in punta ed alla base della mandibola superiore, scarlatto alla base della mandibola inferiore) mentre le zampe sono vivacemente colorate di rosso corallo.

Pantana (Tringa nebularia)
in primavera
(foto G. Conca)

        La Pantana è il rappresentante più grande del genere ‘Tringa’, ma non di certo il più attraente dal punto di vista della colorazione. Sia d’estate che d’inverno, infatti, appare uniformemente grigiastra sopra e bianca sotto (un po’ come il Totano moro in piumaggio invernale). In periodo riproduttivo le parti superiori si arricchiscono di macchiette e striature nere contrastanti con lo sfondo grigio cenere, mentre le ali appaiono leggermente più scure e brunastre. Durante la brutta stagione, invece, le variegature scompaiono ed il piumaggio acquista un’ancora maggiore uniformità. Il giovane assomiglia molto agli adulti in livrea riproduttiva; possiede però strie scure più marcate su collo, testa e fianchi ed una sfumatura brunastra, piuttosto marcata, sul dorso (che appare, quindi, meno grigio-olivastro).

        Il disegno facciale è molto meno marcato di quello del Totano moro in piumaggio extra- riproduttivo: il sopracciglio è biancastro ma sfumato e scarsamente contrastante col resto della testa; una macchia grigio scura (e non una netta stria nera) è presente tra la base del becco e la rima anteriore dell’occhio (redini). L’anello oculare biancastro, infine, è sottile e non molto evidente.

        Per quanto riguarda le ‘estremità’ la Pantana ha lunghe zampe grigio-verdastre (raramente con sfumature giallastre); la stessa colorazione è presente alla base del becco, mentre la punta è nera.

In volo

        La Pettegola, durante il volo, possiede un aspetto davvero inconfondibile: caratteristica è la presenza di barre bianche evidenti, sul bordo posteriore delle ali, delle primarie esterne nere (formanti una banda scura sul bordo anteriore della "mano") e del bianco sul groppone che si insinua verso l’alto, lungo la schiena, formando un ‘triangolo bianco’ (tipico di molti limicoli di medie dimensioni).

        Il Totano moro, invece, mette in mostra le ali molto scure (nerastre) nettamente contrastanti col sottoala candido ed il ‘triangolo bianco’ sul dorso (poco appuntito, più ovale, che in altre specie simili).

        La Pantana possiede una coda bianca pesantemente barrata di nero, il ‘triangolo bianco’ sul dorso molto esteso ed appuntito e le ali bruno scuro che, in combinazione con la testa chiara, quasi biancastra, contribuiscono a rendere il suo aspetto, in volo, diagnostico.


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