Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 4 - ottobre 2000

Approfondimenti

Titolo

testo e tavole di Daniele Occhiato

        Il gruppo delle cosiddette averle "maggiori", a distribuzione essenzialmente Oloartica, comprende 4 specie (5 secondo alcuni autori), molto simili per struttura, piumaggio ed abitudini: l’Averla maggiore (Lanius excubitor), l’Averla maggiore meridionale (L. meridionalis), l’Averla maggiore americana (L. ludovicianus) e l’Averla maggiore cinese (L. sphenocercus), più un altro taxon dalla sistematica ancora incerta, pallidirostris (Averla maggiore beccopallido), che tuttavia viene generalmente considerato conspecifico con meridionalis (L. meridionalis pallidirostris). Queste specie sono senza dubbio strettamente correlate fra loro e, in effetti, formano chiaramente una superspecies.

        Tuttavia, la sistematica del gruppo è ancora ben lungi dall’essere definitivamente chiarita e, a dimostrazione di ciò, ancora fino a pochi anni fa le due averle maggiori europee erano considerate conspecifiche sotto il nome di L. excubitor. Oggi, invece, la separazione in due distinte specie è generalmente accettata da tutti gli ornitologi e dai comitati ornitologici e sono sempre più numerosi i libri e le riviste specializzate che riportano questa separazione.

        Per quanto riguarda il nostro paese, la distinzione in due diverse specie riguarda l’Averla maggiore (L. excubitor) e l’Averla maggiore beccopallido (L. pallidirostris), discostandosi così dalla veduta generale europea, che fa rientrare pallidirostris in meridionalis.

        Ad ogni modo, e ben lontano dal voler dare un altro contributo alla discussione sulla sistematica del gruppo, d’ora in avanti considererò i taxa meridionalis come Averla maggiore meridionale (L. meridionalis) e pallidirostris come probabile ssp. della meridionalis: L. (m) pallidirostris, dando per scontato il taxon L. excubitor come Averla maggiore.

        Quest’articolo, quindi, si propone soltanto di dare un aiuto all’identificazione sul campo delle averle "maggiori" che interessano l’Italia:

  • Averla maggiore - Lanius excubitor
  • Averla maggiore "orientale" - Lanius e. homeyeri (nota diverse volte per l’Italia)
  • Averla maggiore meridionale - Lanius meridionalis
  • Averla maggiore beccopallido - Lanius (m.) pallidirostris (Osservata con dubbio una volta in Italia, ma in forte aumento nel numero delle osservazioni in Europa occidentale)

        Per brevità non verranno trattate, invece, la ssp. siberiana della maggiore L. e. leucopterus (Averla maggiore di Przewalski), e la ssp. nordafricana L. m. algeriensis della meridionale, entrambe osservate una sola volta in Italia, ma dotate di scarsa o nulla attitudine migratoria.

 FENOLOGIA

        In Italia compaiono sia l’Averla maggiore, sia l’Averla maggiore meridionale. La prima, distribuita come nidificante nei paesi continentali del centro-nord Europa, è migratrice e svernante regolare in Italia, specialmente nelle regioni settentrionali a nord del fiume Po; più scarsa ed irregolare nel centro e ancora di più nel meridione e nelle Isole. Notizie di una sua probabile nidificazione sulla catena alpina non hanno mai trovato conferma. La ssp. homeyeri, propria dei Balcani orientali fin verso gli Urali e la Siberia centro-occidentale, è comparsa in Italia circa due dozzine di volte.

        L’Averla maggiore meridionale, propria della penisola Iberica e dell’estremo sud francese, è molto più rara ed irregolare della precedente, sia in inverno sia durante le migrazioni, mentre l’Averla maggiore beccopallido, delle steppe centroasiatiche, è stata segnalata con dubbio una sola volta in Sicilia nel 1968.

        L’ambiente frequentato è generalmente composto di un mosaico di zone aperte (coltivazioni non intensive, incolti) con buona presenza d’arbusti e cespuglieti, alternati a boschetti e/o filari d’alberi, di solito in pianura o bassa collina, raramente più in alto se l’ambiente è idoneo.

 STRUTTURA

        In natura, entrambe le specie appaiono come uccelli delle dimensioni di poco inferiori a quelle di un Merlo, ma più slanciati ed esili, meno "panciuti", per la coda relativamente più lunga ed il corpo più breve ed esile; la testa, al contrario, appare generalmente più larga e "senza collo".

        Molto simile è, invece, la struttura fra le due specie: generalmente le uniche differenze si possono riscontrare nella minor lunghezza dell’ala nella meridionale (carattere apprezzabile solo in mano), nella forma del becco, in media un po’ più grosso e lungo nella meridionale rispetto a quello della maggiore (fig. 1 e 2) (carattere, questo, piuttosto variabile; tuttavia nella meridionalis il becco non è mai così piccolo come in certe excubitor), e nella forma della coda, leggermente più squadrata nella maggiore rispetto a quella più a "ventaglio" della meridionale.

        Simile alle precedenti è la struttura della ssp. homeyeri dell’Averla maggiore, con ali e coda però leggermente più lunghe (carattere non apprezzabile in natura, se non in mano); becco di dimensioni variabili, in media leggermente più grosso che nella forma nominale (fig. 4).

        La ssp. pallidirostris dell’Averla maggiore meridionale possiede, al contrario, una struttura piuttosto differente, con becco di solito nettamente più tozzo, con uncino meno pronunciato (fig. 5), proiezione delle primarie nettamente più lunga, simile a quella dell’Averla cenerina (fig. 14, 23 e 29) e coda in proporzione più corta. Infine, la fronte più sporgente rende la forma della testa un po’ più tondeggiante.

 TESTA
adulti

        Nell’Averla maggiore meridionale (fig. 1), la testa appare nettamente più scura e contrastata rispetto all’Averla maggiore. Il colore di fronte, vertice e nuca (come del resto di tutte le parti superiori: mantello e dorso) è, infatti, di un grigio plumbeo più scuro, con tonalità degradante andando dalla fronte alla nuca.

        Nella maggiore (fig. 2 e fig. 3), il colore di fronte, vertice e nuca è nettamente più chiaro che nella meridionale; tuttavia è presente una certa variazione clinale della tonalità del grigio nella popolazione europea, con individui più scuri nei paesi centro-occidentali (Francia, Germania) e più chiari nei paesi scandinavi.

        La mascherina nera, nella meridionale, è di solito più ampia ed estesa, aumentando di dimensioni man mano che si procede dalle redini verso le copritrici auricolari (dando l’impressione di piegare verso il basso). Nella maggiore, invece, la mascherina nera non cambia spessore andando dalle redini verso le copritrici auricolari, assumendo così l’aspetto di una stria nera dai bordi paralleli che attraversa la faccia.

        In entrambe le specie è presente un sopracciglio bianco che separa la mascherina nera dal vertice grigio. Nella maggiore, questo è generalmente poco accennato, se non del tutto assente, sopra alle redini, facendosi più evidente da dietro l’occhio fino quasi tutto il margine superiore della mascherina nera. I due sopraccigli, così, non si uniscono alla fronte, anche se è spesso presente una piccola chiazza bianca alla base superiore del becco. Nella meridionale, invece, il sopracciglio bianco è sottile ma molto più evidente che nella maggiore, a causa della colorazione più scura del vertice; inoltre, esso parte dalla fronte unendosi al controlaterale, e finisce subito dietro l’occhio.

        La gola è bianca in entrambe le specie; tuttavia, a causa della colorazione grigio-rosa delle parti inferiori della meridionale, in quest’ultima specie la gola chiara contrasta nettamente con il resto del piumaggio più scuro.

fig. 1 fig. 2 fig. 3 fig. 4
fig. 5 fig. 6 fig. 7 fig. 8
fig. 1 Averla maggiore meridionale (Lanius meridionalis): adulto.
fig. 2 Averla maggiore (Lanius excubitor): adulto dal becco tipico.
fig. 3 Averla maggiore (Lanius excubitor): adulto con base chiara della mascella (periodo non riproduttivo).
fig. 4 Averla maggiore "orientale" (Lanius e. homeyeri): adulto.
fig. 5 Averla maggiore beccopallido (Lanius m. pallidirostris): adulto della forma più comune, con redini e becco chiari.
fig. 6 Averla maggiore beccopallido (Lanius m. pallidirostris): adulto con becco nero e redini parzialmente scure.
fig. 7 Averla cenerina (Lanius minor): maschio adulto.
fig. 8 Averla cenerina (Lanius minor): immaturo primo inverno.

        Nell'homeyeri (fig. 4), la colorazione del vertice è simile o poco più chiara che nella ssp. nominale, con mascherina nera di solito un po’ più ampia alle copritrici auricolari ma meno definita alle redini; il sopracciglio è invece nettamente più pronunciato rispetto alla maggiore e si unisce caratteristicamente al controlaterale alla fronte (mai nell’excubitor). Potrebbe, quindi, confondersi con la meridionale se non fosse per il colore grigio molto chiaro del vertice e per le parti inferiori bianche senza nessun contrasto con la gola pure bianca.

        La colorazione della testa della pallidirostris (fig. 5) è del tutto differente rispetto agli altri taxa sopra descritti: i due caratteri che risaltano di più sono senz’altro le redini non più nere, ma chiare, di un colore grigio-brunastro estremamente pallido, a volte quasi biancastro, ed il becco anch’esso molto chiaro, dal colore corneo con punta appena più scura, nerastra. Le copritrici auricolari sono bruno molto scure (non nere), così come l’occhio ed una piccola zona di piume subito davanti a questo. Fronte, vertice e nuca sono di un colore grigio-sabbia molto chiaro, a volte con una zona biancastra a mò di sopracciglio a separare le redini dal vertice. Gola biancastra. In questo modo, l’unica zona scura, in tutta la testa, è formata dal complesso occhio/copritrici auricolari, a netto contrasto con la colorazione pallida generale del capo. Tuttavia, circa in un 30-40% d’individui adulti, il disegno della testa è più simile alle altre averle "maggiori" (fig. 6), con redini nerastre (anche se il nero è comunque meno esteso rispetto alle altre specie, a formare quasi una striscia parallela e contigua al becco, da questo fino all’occhio) e becco quasi completamente nero (tranne alla base, ancora piuttosto chiara; molto raramente tutto nero, probabilmente solo in periodo riproduttivo).

giovani - immaturi

        Nel giovane dell’Averla maggiore meridionale (fig. 10) il disegno generale della testa è simile a quello dell’adulto, ma il colore grigio plumbeo è sostituito da un grigio-sabbia più chiaro, con fronte e parte del vertice sfumate di bruno, la mascherina è bruno-scura e non nera, le redini hanno il bordo superiore meno netto, più frastagliato e, infine, il sopracciglio bianco, pur presente, è molto meno evidente.

        Anche nel giovane dell’Averla maggiore (fig. 12) il disegno della testa è una versione più pallida e, spesso, fulviccia, di quella dell’adulto, con l’importante e diagnostica presenza di una sottile e debole barratura brunastra sulla nuca e, più evidente, ai lati della gola. Nel piumaggio del primo inverno le barre scure alla gola sono meno pronunciate e, al secondo anno, sono del tutto assenti.

        Nell’Averla maggiore ssp. homeyeri il disegno della testa è una versione più pallida di quella dell’adulto e, a differenza del giovane della maggiore, non ha le barrature brunastre alla nuca e gola.

        Infine, nell’Averla maggiore beccopallido (fig. 14), la testa del giovane e del primo inverno è simile a quella dell’adulto, ma con redini sempre chiare e senza zona di piume scure davanti all’occhio; le copritrici auricolari scure sono meno estese e di un bruno più chiaro che nell’adulto, ed è presente una piccola "virgola" perioculare di piume bianche dietro l’occhio (a volte presente anche nell’adulto, forse come segno d’immaturità). Inoltre, la fronte ed il vertice sono di solito distintamente più brunastre rispetto alla nuca.

 PARTI SUPERIORI: mantello, dorso, scapolari e groppone
adulti

        Come per la testa, nell’Averla maggiore meridionale (fig. 9) la colorazione delle parti superiori è nettamente più scura che nell’Averla maggiore, specialmente su mantello e dorso; il groppone, invece, di solito è simile a quello della maggiore o un po’ più chiaro. Si può così affermare che, nella meridionale, la tonalità del grigio nelle parti superiori decresce andando dalla fronte al groppone, mentre nella maggiore non si apprezzano variazioni di rilievo. Le scapolari bianche, d’uguali dimensioni e forma di quelle della maggiore, sono però molto più evidenti, anche da lontano, per il maggior contrasto con il colore scuro del dorso e delle ali.

        Nella maggiore (fig. 11), come appena detto, il colore delle parti superiori è nettamente più chiaro che nella meridionale, con nessun gradiente di tonalità andando dalla fronte al groppone; tuttavia, in alcuni individui, specialmente della popolazione scandinava, le piume più distali del groppone possono essere biancastre o bianche. Scapolari bianche evidenti ma in modo nettamente inferiore rispetto alla meridionale.

        La ssp. homeyeri dell’Averla maggiore (fig. 13) presenta una colorazione delle parti superiori distintamente più chiara della forma nominale, ed il groppone è interamente e caratteristicamente bianco (fig. 27). Scapolari come nella forma nominale.

        Infine, nell’Averla maggiore beccopallido (fig. 14) la tonalità delle parti superiori, dalla fronte al groppone, è la più chiara del gruppo, presentando inoltre una distinta sfumatura color sabbia; generalmente non è presente alcun gradiente di colorazione dalla testa al dorso, mentre il groppone presenta una certa variabilità, con individui dal groppone concolore al mantello e dorso ed altri con groppone quasi bianco. Le scapolari bianche hanno dimensioni maggiori rispetto alle altre averle qui descritte, ma contrastano meno con il resto delle parti superiori chiare, pur rimanendo molto evidenti.

giovani - immaturi

        Nella meridionale (fig. 10), il colore delle parti superiori è di un grigio più chiaro rispetto a quello dell’adulto, con una tinta fulviccia evidente specialmente sul basso mantello e sul dorso; il groppone è più pallido e presenta anch’esso analoga tinta fulviccia. Scapolari biancastre e poco evidenti.

        Anche nella maggiore (fig. 12) le parti superiori sono distintamente più chiare rispetto all’adulto, con una sfumatura color sabbia e, di solito, con un accenno di barratura sul basso dorso, sul groppone e sul sopraccoda. Le scapolari sono biancastre e poco evidenti. Molto raramente i bordi delle piume del basso mantello e delle scapolari presentano un’indistinta barratura.

        Anche nell'homeyeri e nella pallidirostris le parti superiori sono più chiare rispetto ai relativi adulti; in particolare nella pallidirostris (fig. 14) è ancora più evidente, rispetto all’adulto, la tonalità sabbia, specialmente sul groppone (in alcuni individui quest’ultimo può addirittura avere una sfumatura rosata o giallastra).

        Scapolari meno evidenti che nei rispettivi adulti anche se, nella pallidirostris, le loro dimensioni rimangono ancora cospicue.

fig. 9
Averla maggiore meridionale
(Lanius meridionalis)
adulto dal becco tipico


fig. 10
Averla maggiore meridionale
(Lanius meridionalis)
giovane, dal becco massiccio

fig. 11
Averla maggiore
(Lanius excubitor)
maschio adulto, individuo tipico della popolazione occidentale


fig. 12
Averla maggiore
(Lanius excubitor)
giovane, individuo con debole bordatura su mantello e dorso

fig. 13
Averla maggiore "orientale"
(Lanius e. homeyeri)
adulto


fig. 14
Averla maggiore beccopallido
(Lanius m. pallidirostris)
immaturo primo inverno


 PARTI INFERIORI
adulti

        Il colore delle parti inferiori è un utile carattere per differenziare gli adulti delle due specie, almeno nelle loro forme nominali.

        Nell’Averla maggiore meridionale (fig. 9) le parti inferiori sono caratteristicamente molto più scure rispetto agli altri taxa; il loro colore è di un rosa-salmone più o meno intenso con un’ampia ed evidente sfumatura grigia sull’alto petto e lungo i fianchi, il tutto a netto contrasto con la gola ed il sottocoda candidi. Non vi sono variazioni di tonalità nei due sessi; raramente, però, le femmine presentano una barratura brunastra molto pallida sui lati del petto, visibile solo da molto vicino.

        Nell’Averla maggiore (fig. 11), solitamente le parti inferiori sono bianche o biancastre, spesso con una pallida sfumatura grigia più evidente sul petto e lungo i fianchi, ma che può interessare anche il sottocoda. Subito dopo la muta, tuttavia, ambedue i sessi, ma specialmente le femmine, possono presentare una debole sfumatura rosata lungo i fianchi, comunque di breve durata per effetto dell’abrasione. Nelle femmine delle popolazioni più settentrionali spesso è presente una debole barratura brunastra sul petto e lungo i fianchi, mentre nei maschi ciò accade molto raramente.

        Nell'homeyeri le parti inferiori normalmente sono candide, senza alcun accenno di grigio (fig. 13).

        Infine, nella pallidirostris la maggior parte degli individui presentano fianchi di un grigio molto pallido e petto/ventre di una tonalità fulvo-rosata anch’essa molto pallida (e che, in alcuni individui, si estende ai fianchi ed ai lati del groppone).

giovani - immaturi

        Nella meridionale (fig. 10), le parti inferiori normalmente sono grigiastre, spesso con solo un accenno di sfumatura rosata o fulviccia e senza le tipiche barrature del giovane della maggiore; tuttavia, in una piccola percentuale d’individui ve n’è una debole traccia lungo i fianchi (e che, in rari casi, può rimanere accennata anche nella femmina adulta).

        Nel giovane dell’Averla maggiore (fig. 12), le parti inferiori sono biancastre con un’evidente sfumatura grigio-bruna sul petto e sui fianchi, e sono ampiamente cosparse di piccole semilune scure (lati della gola, petto e fianchi) che determinano un aspetto caratteristicamente barrato. Questa barratura, sempre presente nel giovane, spesso permane anche nel piumaggio del primo inverno/secondo anno, localizzata però solo su petto e alti fianchi e più debole nella tonalità. Nelle popolazioni settentrionali, tuttavia, spesso le femmine conservano un accenno di questa barratura sul petto anche da adulte.

        Nell'homeyeri, le parti inferiori sono simili a quelle della forma nominale, ma su sfondo più chiaro e con barrature più pallide e praticamente assenti sulla gola.

        Nel giovane e nel primo inverno dell’Averla maggiore beccopallido (fig. 14), le parti inferiori sono poco più scure rispetto all’adulto, e di una tonalità crema assente in quest’ultimo. Questa colorazione, inoltre, si estende dal sottocoda alla parte centrale della gola, fino a raggiungere la base del becco, lasciando quindi i lati della gola come uniche zone bianche in tutte le parti inferiori.

 ALI
adulti

        Le ali, se osservate bene, costituiscono un’ottima chiave d’identificazione.

        La struttura generale è simile nelle due forme nominali e nell'homeyeri, con proiezione alare piuttosto breve, composta da (3) 4 primarie visibili oltre le terziarie (fig. 12, 15, 19, e 21). Nella pallidirostris, invece, la proiezione alare è maggiore e più simile a quella dell’Averla cenerina, composta cioè da 5-6 primarie esposte, anche se la lunghezza totale dell’ala non si discosta molto da quella delle altre averle "maggiori" (fig. 14, 23 e 29).

        Tutti i taxa qui considerati presentano colorazione bianca e nera delle ali, con disposizione ad ala chiusa delle parti bianche a prima vista piuttosto simile fra le varie specie: base delle remiganti primarie bianca (tranne la più esterna, completamente nera), bordi terminali bianchi delle secondarie e delle terziarie (spesso poco evidenti nelle penne abrase) e sottile bordo terminale biancastro delle primarie. Infine, un sottile bordo chiaro alle copritrici maggiori è presente subito dopo la muta, quando le penne sono ancora nuove (anche nelle copritrici minori e mediane appena mutate si può avere analogo bordo chiaro, ma è molto meno evidente e di breve durata). Tuttavia, vi sono delle differenze che, se conosciute, aiutano notevolmente nella determinazione specifica.

        Nell’Averla maggiore (fig. 12), la base bianca delle primarie, ad ala chiusa, è leggermente più grande rispetto alla meridionale; tuttavia, nelle popolazioni nordiche questa ha spesso dimensioni paragonabili a quelle della meridionale. Nella maggiore, inoltre, è presente una seconda barra bianca alla base delle secondarie, che può essere più o meno estesa ma è sempre visibile. Anche in questo caso, però, nelle popolazioni nordiche questa seconda barra molto spesso non è visibile ad ala chiusa perché di minori dimensioni e quindi coperta dalle copritrici maggiori (fig. 19). Infine, nelle popolazioni meridionali della maggiore i maschi quasi sempre presentano una maggior quantità di bianco sulle ali rispetto alle femmine.

        Nell’Averla maggiore meridionale la base bianca delle primarie ha sempre dimensioni piuttosto contenute (fig. 15).

        Ambedue le specie, nelle forme nominali, presentano ampi margini terminali bianchi di secondarie e terziarie, ben visibili ad ala chiusa. Infine, un sottile margine biancastro è presente alla punta delle primarie in entrambe le specie.

        Ad ala aperta le differenze nel disegno tra le due specie si fanno più evidenti: nell’Averla maggiore meridionale (fig. 16) è visibile una banda bianca localizzata alla base delle primarie, in modo analogo all’Averla cenerina, anche se ridotta in ampiezza. Nell’Averla maggiore (fig. 18), invece, questa banda è più ampia e si estende dalla seconda primaria più esterna fino alla base di tutte le secondarie; questa banda, inoltre, diventa via via più stretta passando dalle primarie più esterne alle secondarie più interne. Tuttavia, negli individui nordici della maggiore (fig. 20), la banda bianca alla base delle secondarie è molto ridotta e, spesso, non è visibile perché coperta dalle copritrici maggiori.

fig. 15 e fig. 16: Averla maggiore meridionale (Lanius meridionalis): adulto
fig. 17 e fig. 18: Averla maggiore (Lanius excubitor): adulto, individuo con evidente banda bianca alla base delle secondarie (popolazione dell'Europa occidentale)
fig. 19 e fig. 20: Averla maggiore (Lanius excubitor): adulto, individuo con notevole riduzione della base bianca delle secondarie (popolazione nord occidentale e scandinava)

        La ssp. homeyeri, fra tutti i taxa qui esaminati, è quello che presenta la maggior quantità di bianco sull’ala. Infatti, la base bianca delle primarie, ad ala chiusa (fig. 21), ha dimensioni nettamente superiori a quelle della forma nominale e della meridionale, e si estende di norma fino a superare la metà della lunghezza della terziaria più lunga. Inoltre, un’altra ampia banda chiara è formata dalla base bianca delle secondarie, le quali presentano anche una maggior quantità di bianco nella loro porzione terminale. Terziarie come nella forma nominale o con bianco più esteso e primarie con margine biancastro. Ad ala aperta (fig. 22) il disegno è molto simile a quello della forma nominale, ma la banda formata dalle basi bianche delle secondarie è di norma più ampia e ben visibile.

        Infine, nell’Averla maggiore beccopallido il disegno generale, ad ala chiusa (fig. 23), è molto simile a quello dell'homeyeri: banda bianca alla base delle primarie molto estesa e ampio margine distale bianco di terziarie e secondarie. A differenza dell'homeyeri, però, le secondarie nella pallidirostris non hanno base bianca mentre è bianco il vessillo esterno nella sua metà distale, oltre alla punta, cosicché sono sempre visibili due bande bianche ad ala chiusa (in modo simile alla forma nominale della maggiore e alla ssp. homeyeri, ma la loro posizione relativa è differente). Inoltre, spesso il margine del vessillo interno delle secondarie può essere bianco, ma è visibile solo ad ala aperta e da vicino. Ad ala aperta (fig. 24), la base bianca delle primarie forma un’ampia banda simile a quella dell’Averla cenerina.

fig. 21 e fig. 22: Averla maggiore "orientale" (Lanius e. homeyeri): adulto
fig. 23 e fig. 24: Averla maggiore beccopallido (Lanius m. pallidirostris): adulto

giovani - immaturi

        In tutti i taxa qui esaminati, nel piumaggio giovanile le ali sono bruno scure anziché nere, ed è sempre presente una maggior quantità di bianco rispetto all’adulto. In particolare, le copritrici maggiori e, seppure in minor misura, quelle minori e mediane, presentano sempre un evidente margine biancastro, più o meno ampio a seconda della sottospecie considerata e, spesso, un sottile bordo sub-terminale nero.

        Ancora una volta sono l'homeyeri e la pallidirostris ad avere la maggior quantità di bianco sull’ala, tanto che, spesso (e specialmente nell'homeyeri) prevale addirittura il colore chiaro su quello scuro nell’ala chiusa.

        Negli individui del primo inverno, il disegno generale è simile a quello del giovane, con i margini chiari delle copritrici maggiori ancora evidenti o, più spesso, molto ridotti per abrasione, ma con una o più terziarie già nere da adulto, essendo state sostituite durante la muta parziale post-giovanile, che si verifica tra luglio e novembre (periodo di inizio e di fine muta variabile a seconda della sottospecie considerata). Le copritrici minori e mediane, invece, sono state mutate e non presentano alcuna traccia di chiaro (a volte anche alcune copritrici maggiori più interne).

        Con gli individui al secondo anno di età, i margini chiari alle copritrici si fanno sempre più sottili per abrasione, tanto che appaiono non più biancastri, bensì bruno chiari. Spesso, prima della loro muta, le copritrici hanno completamente perso ogni traccia di margine chiaro, facendo sì che questi uccelli possano essere confusi con gli adulti; tuttavia, il colore bruno delle remiganti ancora non mutate (come quasi tutte le stesse copritrici maggiori) ne rivela l’età.

 CODA
adulti

        La caratteristica coda bianca e nera, comune a tutte le specie/sottospecie qui considerate è, a prima vista, piuttosto simile nel disegno generale e presenta, inoltre, un certo grado di variabilità anche nell’ambito di una stessa popolazione. Sfortunatamente, non è facile sul campo studiarne i particolari.

        Di norma, in tutte le averle del gruppo le due timoniere centrali sono completamente nere, con un sottile bordo bianco alla punta, se non abrase; tutte le altre timoniere hanno un’ampia porzione terminale bianca, in quantità decrescente passando da quelle esterne a quelle interne.

        Nelle sottospecie homeyeri e pallidirostris è presente una maggiore quantità di bianco sulla coda rispetto alle forme nominali. Nella meridionale (fig. 25) e nella maggiore (fig. 26), il vessillo esterno delle T6 è interamente bianco, mentre quello interno è bianco solo nella sua metà distale (a volte, nella meridionale, la T6 è interamente bianca tranne che per una traccia di nero lungo il rachide, nella parte basale della penna); infine, tutte le timoniere, tranne le T6, presentano ridotta base bianca, non visibile perché coperta dalle piume grigie del sopraccoda.

        Nell'homeyeri (fig. 27), invece, di norma le due timoniere esterne (T5 e T6, ma a volte anche le T4) sono interamente bianche o con del nero lungo il rachide (in T5) e tutte le altre timoniere, tranne la coppia centrale, presentano ampia base bianca (in continuità con il groppone bianco). Il disegno che si ottiene, a coda spiegata, è del tutto caratteristico: una specie di cuneo nero, con la punta in alto, completamente circondato dal bianco.

        Nella pallidirostris (fig. 28) il disegno è simile, ma spesso nelle T5 c’è del nero lungo la parte centrale del rachide.

giovani - immaturi

        Il disegno è simile a quello dell’adulto, ma il colore delle parti scure è bruno anziché nero.

fig. 25 fig. 26 fig. 27 fig. 28
adulti, disegni tipici di coda e groppone
fig. 25 Averla maggiore meridionale (Lanius meridionalis)
fig. 26 Averla maggiore (Lanius excubitor)
fig. 27 Averla maggiore "orientale" (Lanius e. homeyeri):
fig. 28 Averla maggiore beccopallido (Lanius m. pallidirostris)

 PARTI NUDE: becco, zampe ed iride
adulti

        Tranne che nella pallidirostris, il becco di norma è nero lucido in tutti i taxa considerati.

        In particolare, nell’Averla maggiore meridionale esso è sempre nero in entrambi i sessi (fig. 1), mentre nella maggiore (fig. 2) e nella sua sottospecie homeyeri (fig. 4) è nero in periodo riproduttivo, ma assume una colorazione cornea alla base della mascella dalla fine di giugno fino ad ottobre nei maschi, e fino a gennaio nelle femmine (fig. 3).

        Il becco della pallidirostris (fig. 5) è, invece, del tutto caratteristico: il suo colore è molto pallido, corneo, spesso con sfumature rosate specialmente lungo i margini interni, con solo la punta della mandibola e della mascella più scura, nerastra. Tuttavia, in una piccola parte di individui, il becco può essere quasi interamente nero, con solo la base cornea o, ancora più raramente, del tutto nero (fig. 6) anche se, probabilmente, solo in periodo riproduttivo.

        Zampe nere ed iride bruno scura negli adulti di tutte le specie e sottospecie.

giovani - immaturi

        Nei giovani dell’Averla maggiore meridionale (fig. 10), della maggiore (fig. 12) e dell'homeyeri, il becco è chiaro, di colore ocra pallido o giallastro, nella sua metà prossimale, mentre è nerastro in quella distale. Negli uccelli al secondo anno di età, il becco è già nero nella meridionale, mentre nella maggiore e nell'homeyeri è ancora chiaro (giallastro pallido o giallo-rosa) alla base della mascella.

        Nella pallidirostris (fig. 14), il becco è ancora più pallido che nell’adulto, con una leggera sfumatura azzurrina.

        Zampe grigio-brune (abbastanza chiare e più massicce nella pallidirostris, fig. 14) ed iride bruno scura.

 FORMULA ALARE E STRATEGIE DI MUTA POST-GIOVANILE

        Nei taxa excubitor, homeyeri e meridionalis (fig. 18, 16 e 22), la formula alare è pressoché identica, con la seconda remigante primaria che cade tra la quinta e la settima (P2 = 5/7). Nella pallidirostris (fig. 24), invece, la P2 è lunga quanto la P5 o anche di poco più lunga, e ciò rende la forma dell’ala aperta di poco più appuntita. Tutti i taxa esaminati, inoltre, presentano smarginatura del vessillo esterno delle primarie P3, P4 e P5.

        Per quanto riguarda le strategie di muta, viene qua trattata solo quella post-giovanile, l’unica che può avere una certa importanza ai fini dell’identificazione in natura delle averle del gruppo.

        In tutti i taxa qui considerati, la prima muta cui è soggetto il giovane dell’anno (e che lo porta ad assumere il piumaggio del primo inverno) è parziale: essa riguarda quasi completamente le piume della testa e del corpo, le copritrici minori e mediane e una, due o tutte e tre le terziarie; a volte vengono mutate anche alcune copritrici maggiori interne ed alcune timoniere, più spesso la coppia centrale (T1). Nella meridionalis, a volte vengono mutate anche alcune primarie esterne, mentre nella pallidirostris questa muta spesso coinvolge anche alcune secondarie. Tutte queste penne nuove si presentano, così, nere a contrasto con le altre penne bruno scure.

        Il periodo in cui avviene questa muta post-giovanile varia a seconda della sottospecie considerata: nell’excubitor e nella meridionalis va da (fine giugno) luglio a novembre (inizio dicembre); nella pallidirostris da giugno a settembre.

 SEPARAZIONE DALL'AVERLA CENERINA

Averla cenerina
fig. 29
Averla cenerina
(Lanius minor)
immaturo primo inverno
        In genere l’identificazione dell’adulto di Averla cenerina (Lanius minor) non pone alcuna difficoltà; già la sola struttura corporea (fig. 29) è piuttosto caratteristica: becco più tozzo, corto e massiccio che nelle "maggiori" (fig. 7 e 8), proiezione alare più lunga per la presenza di 5-6 primarie visibili oltre le terziarie, coda nettamente più corta (carattere accentuato dalla maggior lunghezza delle ali), postura in genere più "dritta".

        Per quanto riguarda il piumaggio, la mascherina nera che si estende a tutta la fronte (fig. 7) è già di per sé carattere sufficiente per l’identificazione della specie (nella femmina è meno estesa, ma pur sempre molto evidente); comunque, altri caratteri tipici e diagnostici della cenerina sono l’assenza di sopracciglio bianco e l’assenza di scapolari bianche.

        Il giovane della cenerina è anch’esso caratteristico per la presenza di una cospicua barratura sulle parti superiori assente nei giovani delle averle maggiori.

        L’unico rischio di confusione, semmai, può venire dal piumaggio del primo inverno della cenerina (fig. 29): in questa fase è scomparsa ogni genere di barratura, inoltre la fronte è chiara, pertanto il disegno della mascherina è simile a quello delle averle maggiori. Tuttavia la forma del becco e la struttura corporea sono già un valido aiuto all’identificazione; inoltre sono sempre assenti il sopracciglio e le scapolari bianche, le redini sono scure ma il bordo superiore non è netto, bensì frastagliato, e le parti inferiori sono grigio chiare lavate di rosa molto pallido.

        Il disegno alare, in tutte le fasi di piumaggio, è simile a quello dei rispettivi piumaggi dell’Averla maggiore meridionale, ma con base bianca delle primarie più estesa.


Ringraziamenti

Un sentito grazie va all'amico Alessandro Sacchetti per la scansione delle tavole.

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