Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 4 - ottobre 2000

Hotspots

Titolo

di Roberto Garavaglia

        Il Golfo di Gabes, in Tunisia, non è propriamente un hotspot, ma un tratto di costa marina vastissimo, che si stende per quasi 250 chilometri, racchiuso a nord dalle isole Kerkennah, al largo della città di Sfax e a sud dall’isola di Jerba. Tutta l’area andrebbe esplorata nella sua vastità. Comunque, al suo interno vi sono alcuni siti ben precisi che sono particolarmente favorevoli per il birdwatching.

        Questa è l’unica area del Mediterraneo che presenta una escursione di marea di un certo rilievo, che può raggiungere anche i 2,5 metri. Le acque basse del golfo ospitano quella che viene considerata la più estesa prateria marina dell’intero pianeta, composta principalmente da Posidonia oceanica e Cymodoocea nodosa, che copre più di 1.500 km2 tra il Golfo di Gabes e il Golfo della Sirte in Libia. Le praterie di Posidonia costituiscono il più caratteristico e importante ecosistema del Mediterraneo. L’area è importante per la fauna e la vegetazione marine, con presenze importanti come le tartarughe marine Caretta caretta e Chelonya mydas, e riveste un ruolo fondamentale come luogo di sosta e svernamento per gli uccelli acquatici migratori: il Golfo di Gabes è l’area più importante del Mediterraneo per lo svernamento dei limicoli, con molte centinaia di migliaia di individui.

        L’integrità dei fondali è minacciata dall’estrazione petrolifera e dallo scarico in mare di enormi quantità di gesso proveniente dalla produzione di fosfati (industria mineraria di capitale interesse economico per il Paese). Anche se attualmente questo tipo di inquinamento è quasi del tutto cessato, i residui del passato ricoprono vaste aree e vengono trasportati dalle correnti, mettendo a rischio altre aree ancora intatte.

        A causa delle maree e della densità di alghe marine, tutta la linea di costa si trasforma in palude di fango e alghe. Una volta, una sola, ci sono entrato (con gli stivali) e mi è bastato: assolutamente sconsigliabile per il turismo balneare, ma irresistibile per i limicoli e per il birdwatcher. Durante l’inverno, aironi, Fenicotteri, limicoli, gabbiani e sterne si possono trovare in qualunque punto della lunghissima linea di costa, sparpagliati in modo uniforme sui bassi fondali scoperti dalla marea. Io ho avuto il primo incontro con il Golfo di Gabes nel 1992, percorrendo la strada che porta da Sfax al villaggio di Sidi Mansour: ovunque, ripeto ovunque, uccelli in pastura nella fascia tra la spiaggia e i primi 200 metri di "mare". Il mio pensiero immediato è stato che, se quella era la densità media, moltiplicata per tutti i 250 chilometri di costa, il totale degli uccelli svernanti doveva essere strabiliante.

Pettegola e Cavaliere d'Italia - foto V. Cappello

        Ho visitato l’area (per tre volte) solo in inverno, ma posso solo immaginare la ricchezza che possono offrire la primavera e l’autunno, quando anche i passeriformi vi sostano durante le migrazioni.

        Le specie osservabili sono più o meno le stesse in tutta la vasta area, perché l’ambiente è molto uniforme. Primi tra tutti i limicoli, con Beccaccia di mare, Corriere grosso e piccolo, Fratino, Pivieressa, Voltapietre, Chiurlo, Pittima reale, Pettegola, Totano moro, Pantana, Albastrello, Combattente, Gambecchio, Piovanello pancianera, Piovanello, Cavaliere d’Italia e Avocetta regolari e sicuri. Per quanto riguarda i Laridi, oltre al Gabbiano reale mediterraneo e al Gabbiano comune, si trovano regolarmente il Gabbiano roseo e il corallino, lo Zafferano, la Sterna maggiore il Beccapesci; meno comuni il Gabbianello e la Sterna zampenere. Spatole, Cormorani e innumerevoli Fenicotteri non mancano mai. Questo è il cast principale ma, tra i tanti, sono certo che si nasconderanno anche altre specie meno comuni, e ne cito una per tutte: il Golfo di Gabes è considerato uno dei siti chiave dove potrebbe ancora sostare o svernare il rarissimo Chiurlottello.

        Per motivi che il più delle volte appaiono imperscrutabili, in molti luoghi della Tunisia è vietato fotografare: basta che nelle vicinanze ci sia un impianto radar, o un’installazione petrolifera; persino le saline sono considerate obiettivo strategico, e nelle antiche saline di Thyna non è concesso fotografare in quanto zona archeologica….. vai a capire. Comunque sia, più volte mi sono trovato impegnato a spiegare a una pattuglia di zelanti militari che stavo solo facendo birdwatching e non ero una spia internazionale al soldo di qualche potenza straniera. In questi casi, la conoscenza del francese è di grande utilità, ma è sempre garantita una grossa perdita di tempo.

        Come ho detto, quasi qualunque tratto di costa offre buone osservazioni, ma esistono comunque dei veri e propri hotspot, alcuni dei quali si possono facilmente trovare a visitare, altri che sono raggiungibili solo con una dettagliata conoscenza dei luoghi. Li elencherò in ordine da nord verso sud.

        1. Per cominciare, non bisogna mancare di percorrere i circa 12 km della strada litoranea che da Sfax giunge fino a Sidi Mansour; in qualunque punto della costa, anche in pieno centro abitato, si possono trovare i limicoli, con il solito contorno di aironi, sterne e gabbiani.

        2. Un'altra tappa produttiva sono le saline commerciali della Cotusal, nel pieno centro di Sfax. Per accedervi bisogna recarsi alla palazzina degli uffici e chiedere il permesso al direttore degli impianti; in genere si è bene accolti, ma è assolutamente proibito fotografare. Ammesso che lavori ancora per la Cotusal, si può chiedere se Habib Dlemsi è disponibile per accompagnare i visitatori. Habib conosce alla perfezione gli uccelli delle saline ed è sempre gentilissimo; parla solo il francese. Non tutte le vasche sono ugualmente popolate, bisogna sapere come raggiungere le migliori, che comunque non sono lontane dall’ingresso, sul lato verso il mare. Oltre alle solite specie, qui ho osservato, a partire dal 1992, quando era al suo primo inverno, e fino al 1996 una Garzetta gulare, o Airone schistaceo o Garzetta del reef, come più vi piace, comunque Egretta gularis del morfismo nero, che si è unita alla locale popolazione di Garzette.

        3. L’arcipelago delle Isole Kerkennah, circa 20 km al largo di Sfax, è composto da 2 isole maggiori e da 12 isolotti; molto basse sul livello del mare, sono dominate da una vegetazione di tipo steppico. Sono un importantissimo sito di svernamento per limicoli, Cormorani, Gabbiani reali mediterranei, Zafferani, Gabbiani rosei, Beccapesci, Sterne maggiori. Vi nidifica il Corrione biondo e, durante le migrazioni, vi sostano centinaia di migliaia di passeriformi. Sono di proprietà privata e riserva di caccia.

        4. Le antiche saline di Thyna si trovano circa 10 km a sud di Sfax, lungo la strada GP1. Sono possibili due punti di ingresso. Il primo svoltando a sinistra al km 9, oltrepassando le ultime case del villaggio e proseguendo su una sterrata che con qualche svolta raggiunge le prime vasche delle saline; da qui si può proseguire in macchina orientandosi a seconda di dove sostano gli uccelli. Il secondo ingresso è anche più facile da trovare: presso il km 10, quando la strada è costeggiata da un filare di piante, si gira a sinistra seguendo l’indicazione "Parc de Thyna — Site Archeologique" si segue poi la strada fino in fondo, tenendo come punto di riferimento il vecchio faro, dove si lascia la macchina e si deve proseguire a piedi. Qui, nella salicornia, si possono vedere molti silvidi, tra cui la Magnanina sarda e la Sterpazzola di Sardegna; una volta si è fatto vedere anche il Codirosso algerino. Si raggiungono poi gli argini delle antiche saline e si inizia ad esplorarle. L’Albastrello non è mai mancato all’appuntamento, e sulle barene si vedevano i resti dei nidi dei Fenicotteri. Conviene anche tenere un occhio aperto sui possibili rapaci: sono possibili sia il Lanario che il Pellegrino e la Poiana codabianca. In estate vi nidificano il Gabbiano roseo (quasi 1000 coppie), la Sterna comune, la Sterna zampenere e il Fraticello.

        5. Poco più a sud, presso il km 16, la strada sfiora una baia dove, specialmente con la bassa marea, ho trovato Gabbiani corallini (fino a oltre 500), Gabbiani rosei, Zafferani, Spatole e limicoli.

        6. La riserva naturale di Kneiss si trova circa 50 km a sud di Sfax; è una estesa zona umida, che comprende anche le zone di marea lungo la costa e alcune isole. E’ il sito più importante per lo svernamento degli uccelli acquatici in Tunisia, e forse dell’intero Mediterraneo: arriva ad ospitare fino a 330.000 limicoli. L’area è molto vasta (quasi 6000 ettari, per l’esattezza) e non è facile da esplorare.

        7. Lo Oued Akarit forma un estuario circa 45 km a nord di Gabes. Anche quest’area riveste una grande importanza per lo svernamento e la migrazione degli uccelli acquatici; in particolare Fenicottero, Gru, Mestolone, Canapiglia, gli onnipresenti limicoli e anche uccelli marini.

        8. Gourine è una vasta laguna costiera, circondata da paludi salmastre, che si trova tra Gabes e l’isola di Jerba. E’ un sito di svernamento e sosta per molti uccelli marini, in particolare Cormorano, Gabbiano reale mediterraneo, Gabbiano comune, Gabbiano roseo, Sterna maggiore.

        Per quanto riguarda la logistica, la Tunisia è il più "europeo" dei Paesi del nordafrica: non c’è problema nel trovare un albergo o un’auto a noleggio e i voli da Roma per Tunisi sono giornalieri. Ancora più convenienti rispetto al volo di linea possono essere i charter offerti dalle agenzie per il soggiorno a Jerba, sfruttatissima meta balneare. Alloggiare a Jerba, però, costringe ad un giro vizioso di circa 200 km per raggiungere il Golfo di Gabes, perché l’isola di Jerba è collegata alla terraferma solo sul lato sbagliato.


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