Quaderni di birdwatching Anno II - vol. 4 - ottobre 2000

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testo e foto di Bruno Dentesani

        La Giordania è un piccolo paese del Medio Oriente con una superficie di poco meno di 100.000 chilometri quadrati. Il suo territorio è profondamente inciso dalla Great Rift Valley che la divide da Israele e che in questa zona ha prodotto la più grande depressione del mondo (400 m sotto il livello del mare); l'immensa faglia comprende la valle del Giordano, il mar Morto e il Wadi Arabah continuando poi a sud di Aqaba nelle profondità del mar Rosso. Lungo questa fossa strapiombano i rilievi del tavolato orientale profondamente inciso da canyons pazzeschi con dislivelli di migliaia di metri, luoghi unici per gli amanti del trekking e di avventure.

        A est troviamo la zona prettamente desertica, interrotta solamente da qualche massiccio isolato ed interessante per alcune piccole oasi e per l'importante oasi di Azraq. La zona montagnosa a sud del paese, forse la più suggestiva dal punto di vista paesaggistico, comprende il territorio di Petra e il Wadi Rum.

        Situata, come Israele, lungo una importantissima rotta migratoria del Paleartico occidentale (e non solo) La Giordania è sicuramente un paese da visitare durante il periodo dei passi, soprattutto in primavera (da metà marzo a metà maggio) quando maggiori sono le concentrazioni di migratori di ogni specie, origine e destinazione.

Bulbul capinero (Pycnonotus xanthopygos)

        Avendo partecipato ad un tour classico della Giordania dal 20 al 27 aprile 2000, ho riportato l'impressione che non esista (ancora) in quel paese una diffusa sensibilità verso i problemi di tipo naturalistico. Le indicazioni degli abitanti dei luoghi da me visitati sono state pressoché nulle, non conoscendo essi quasi niente della loro avifauna, pur ostentando grande gentilezza e disponibilità per altre cose. Tale atteggiamento ha però un lato positivo, costituito dal fatto che gli uccelli, appunto "ignorati", sono spesso molto confidenti e avvicinabili. Tale impressione si ha subito quando si scende dall'aereo con l'incontro ravvicinato del Bulbul capinero (Pycnonotus xanthopygos) o con la Tortora del Senegal (Streptopelia senegalensis), presenti dovunque ci sia un piccolo giardino o agglomerato di case.

        Fra i luoghi più importanti è da ricordare la Shawmari Wildlife Riserve, controllata dalla Royal Jordanian Society for the Conservation of Nature, situata a sud di Azraq in pieno deserto. L'oasi occupa il fondo impermeabile di una depressione priva di sbocchi verso il mare che raccoglie le acque di un vasto territorio dove durante l'inverno si creano paludi e stagni. In primavera inoltrata tali zone umide si prosciugano creando pascoli utilizzati da greggi e cammelli. Le guide indicano che tra novembre e marzo vi sono state censite 280 specie diverse tra svernanti e di passo. Nella stagione invernale molte sono anche le specie di anatidi che qui trovano un ambiente adatto mentre durante le migrazioni orde di passeriformi provenienti dall'Africa e dall'Asia meridionale si abbattono stanche e affamate su queste isole verdi del deserto. Durante il mio giro ho solamente sfiorato i margini questi luoghi e posso testimoniare che ogni cespuglio, anche isolato nel deserto, ospitava diverse specie di passeriformi, quali Luì di varie specie, Capinere (Sylvia atricapilla), Bigiarelle (Sylvia curruca) chissà di quali sottospecie, Usignoli (Luscinia sp) e pure un magnifico Pettirosso golabianca (Irania gutturalis) che mi guardava da un ramo basso senza riuscire a capire il mio interesse per lui.

        Anche la città di Aqaba svolge la stessa funzione per gli uccelli migratori: brutta città, accozzaglia di costruzioni nuove e pretenziose, ha però grandi viali di palme e una spiaggia contornata da giardini cespugliosi che pullulano di uccelli durante i periodi dei passi. Al pari di Eilat, in Israele, città contigua al di là del confine, Aqaba è la prima oasi verde per i migratori primaverili dopo la traversata del deserto del Sahara o dell'Arabia Saudita. Il 27 aprile di quest'anno si potevano vedere Capinere dovunque: nei cespugli, sulle palme, sulle sedie in spiaggia, sui lampioni del lungomare, sui davanzali delle finestre. Mai viste tante! Inoltre ancora Bigiarelle, Canapini, Pigliamosche, Luì, ecc., in qualsiasi angolo della città si poteva sbinocolare con sicuri risultati. Presenti anche la Cornacchia grigia indiana (Corvus splendens), confidente e invadente ed importata, pare, in epoca storica dall'India per eliminare i cadaveri degli schiavi, lo Storno di Tristam (Onychognathus tristamii), frequente sulle palme dei viali, il Parrocchetto dal collare (Psittacula krameri). In questo luogo la migrazione dei rapaci pare essere fra le più spettacolari al mondo con l'Aquila delle steppe (Aquila nepalensis), la Poiana delle steppe (Buteo buteo volpinus), il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), lo Sparviere levantino (Accipiter brevipes) e il Nibbio bruno (Milvus migrans) in cima alla classifica e con contorno di Cicogne e Pellicani.

Petra

        Ricchi di specie particolari sono anche le montagne del Wadi Rum e l'incredibile città di Petra, scavata nella roccia: qui si possono osservare orge di Monachelle (Oenanthe deserti, Oenanthe isabellina, Oenanthe hispanica, Oenanthe pleschanka, Oenanthe finschii, Oenanthe lugens, Oenanthe moesta, Oenanthe monaca, Oenanthe leucopyga e forse di più), la Passera lagia (Petronia petronia), comune un po' dappertutto, la Rondine rupestre africana (Ptyonoprogne fuligula), il bellissimo Ciuffolotto del Sinai (Carpodacus Synoicus), colorato di rosa come le montagne che lo ospitano, la Nettarina della Palestina (Nectarina osea) che si nutre come un colibrì sui fiori dei cespugli e degli alberi, la Sassicola codanera (Cercomela melanura) strano uccelletto grigio con la coda nera che muove le ali a scatti in modo caratteristico; dai buchi delle rocce poi escono Upupe (Upupa epops) e Colombi selvatici (Columba livia) mentre in alto volteggiano i grossi Corvi dalla coda a ventaglio (Corvus rhipidurus), simili a falchi giocolieri, le Poiane codabianca (Buteo rufinus) e varie altre specie di rapaci più grandi come le Aquile e gli Avvoltoi.

Wadi Rum

        Interessante è anche la zona degli altopiani fra Amman e Kerak, zona abbastanza fertile della Giordania situata a circa 1000 m s.l.m. e coltivata estensivamente a cereali. Queste terre restano generalmente fuori degli itinerari importanti e quindi sono poco conosciute, ritengo, dal punto di vista ornitologico. Da me visitate nei giorni 23 e 24 aprile 2000, erano percorse da centinaia di Rondini, presenti sempre e dovunque e presumibilmente in migrazione, qualche rondine rossiccia (Hirundo daurica), Calandre (Melanocorypha calandra), Cappellacce (Galerida cristata), Calandrelle (genere), ecc. Numerosissimi (molto più che nelle nostre zone rurali) i Passeri (Passer domesticus) con vocalizzazioni completamente diverse da quelli "nostrani". Osservati anche il Biancone (Circaetus gallicus), l'Averla mascherata (Lanius nubicus), l'Averla capirossa (Lanius senator), l'Averla piccola (Lanius collurio), il Trombettiere (Bucanetes githagineus), la Monachella (Oenanthe hispanica melanoleuca), la Monachella di Finsch (Oenanthe finschii) e una Sassicola codanera che mi offriva l'imbeccata! Attorno al castello di Kerak giravano 4 Rondoni maggiori (Apus melba); mi ha meravigliato l'assenza totale in tutto il viaggio di Rondoni comuni (Apus apus) e di Balestrucci (Delichon urbica). Misteriosi rimarranno per me alcuni piccoli Pivieri che correvano velocissimi fra le pietre di un campo sassoso (Corriere di Leschenault?) e gruppi di veloci volatori affusolati (Grandule di Lichtenstein?).

        Insomma in Giordania ci devo tornare per chiarire questi angoscianti interrogativi e per vedere quello che non ho potuto vedere come l'Aquila del Verreaux, l'Ubara, il Corrione biondo, il Garrulo d'Arabia, l'Allodola beccolungo e tante altre meraviglie.

        Dovendo rifare un viaggio in questi luoghi ritengo che una buona soluzione sia quella di volare ad Aqaba e di noleggiare là un pullmino (esistono alcune agenzie sul posto che organizzano escursioni) per un tour personalizzato. Le guide locali generalmente sconsigliano il campeggio libero, ma si può trovare ospitalità senza grandi spese in piccoli alberghi o anche presso i beduini. Grossi problemi logistici non ci sono, quasi tutti i giordani parlano l'inglese, molti anche l'italiano, si mangia abbastanza bene, mentre l'unico tormentone (come in tutti i paesi arabi) è la mancia. E' comunque sicuramente importante munirsi preventivamente di una guida del posto che funga da lasciapassare o da interfaccia nelle situazioni più ostiche.


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