Quaderni di birdwatching Anno III - vol. 5 - aprile 2001

Articolo originale
Titolo
di Andrea Corso

        IL GABBIANO DI PALLAS Larus ichthyaetus nidifica in Europa nell’area del Mar Nero, nei bacini lacustri di Kahovka in Ucraina e nei laghi e zone umide del nord del Caucaso. Ad est di quest’area nidifica in delta fluviali, laghi e zone umide in genere delle zone steppiche del Kazakhstan sino alla Mongolia e la Cina nordoccidentale (Ecsedi, 1996).

        In Italia era considerato sino ai primi anni ‘90 un rarissimo accidentale con solo due dati storici per la Sardegna (Brichetti & Massa, 1993). Più di recente gli stessi autori lo danno come (M reg? W par) (Brichetti & Massa, 1998). In questa nota voglio aggiornare il quadro delle segnalazioni ad oggi conosciute. Vengono forniti altresì dei brevi cenni sull’identificazione della specie in piumaggio di adulto, primo inverno e secondo inverno allo scopo di rendere più noto questo splendido laride ai birdwatchers italiani, sperando così che altri Gabbiani di Pallas vengano segnalati in Italia.

 Segnalazioni

        Sono state raccolte 18 segnalazioni relative a 29-33 individui (Tab. 1 - 2). Di questi 18-22 erano adulti (62%), 6 erano individui al 1° inverno (20.6%), 3 al 2° inverno e 1 al 3° inverno. Degli adulti, 3 sono stati osservati/catturati in abito estivo e 15-19 (51.7% sul tot.) in abito invernale.

        Stagionalmente le segnalazioni si concentrano nei mesi invernali (31%, n=9) con 6 (20.6%) in dicembre e 3 in gennaio. Anche il numero di individui osservati è maggiore nei mesi invernali (19-23), in particolare a dicembre (10-13: c.35.7%); un secondo picco si nota però a fine febbraio-marzo (17.2%, n=5) probabilmente in corrispondenza di un flusso migratorio. Gli anni col maggior numero di segnalazioni sono il ‘96 e il 2000 (n=4), il ‘97 (n=3); come numero di individui osservati l’anno record è il 2000 con 12-14 ind. (c. 39.2%) seguito dal ‘97 con 4-5 e dal ‘96 con 4 individui.

        La regione d’Italia con più segnalazioni è la Sicilia con 13 segnalazioni (72.2%) seguita da Sardegna con 3 e Toscana con 2. Non ci sono segnalazioni attualmente per le altre regioni italiane.


  1. 1 maschio e 1 femmina ad., 2.3.1901. Golfo di Palmas, Isola della Vacca (CA), Sardegna.
  2. 1 maschio ad. est., 6.5.1906. Golfo di Palmas, Isola della Vacca (CA), Sardegna.
  3. 1 adulto, gennaio-marzo 1993. Porto e Biviere di Gela, Caltanissetta.
  4. 1 adulto in pieno abito estivo, 5.3.1994-. Capo Murro di Porco, Siracusa.
  5. 1 adulto invernale, 26.1.1995. Biviere di Gela.
  6. 1 ind 3° inv., 31.3. 1996. Lago di Lentini, Siracusa.
  7. 1 ind 1° inv., 28. 11. 1996. Marina di Modica, Ragusa.
  8. 1 ind 1° inv. 24.9.1996, saline di Quartu Sant’Elena, Cagliari (Grussu, 1998).
  9. 1 adulto inv., svernante osservato da fine dicembre 1996 a fine febbraio 1997. Lago di Lentini (Corso et al. in Grussu, 1998).
  10. 1 adulto est., 26.7.1997. Porto di Livorno (Haas in Arcamone & Brichetti, 2000). Stessa segnalazione di quella dell’Isola di Capraia in Grussu (1998).
  11. 1 adulto inv., 28.12.1997. Vendicari, Siracusa (Corso in Grussu, 1998).
  12. 2/3 adulti inv. svernanti osservati da fine dicembre ‘97 a metà gennaio 1998. Lago di Lentini (Corso in Grussu, 1998).
  13. 2/3 adulti inv. svernanti osservati dal 27.12.1998 ai primi di gennaio 1999; 1 individuo poi osservato sino ad aprile 1999. Lago di Lentini (Corso, Ciaccio et al. ined.).
  14. 1 ind 1° inv., 11.9.1999. Bocca di Serchio, Pisa (Occhiato in Arcamone & Brichetti, 2000)
  15. 7/8 ind - (2-3 ad. inv., 2 ind. 1° inv., 3 ind. 2° inv.), 6.1.2000 e 5 ancora fino ai primi di marzo Lago di Lentini (Corso, Ciaccio, Cappello et al. ined.)
  16. 1 ind 1° inv., 28.2.2000, Saline di Siracusa.
  17. 3/4 adulti inv. da dicembre 2000 a marzo 2001. Lago di Lentini (Corso, Ciaccio, Cappello, Janni et al. ined.).
  18. 1 adulto inv., 31.12.2000. Vendicari (Corso et al. ined.).
ANNO N° IND.
1901 2
1906 1
1993 1
1994 1
1995 1
1996 4
1997 4-5
1998 2-3
1999 1
2000 11-13
TOT. 28-32


Tab. 1 a sx: Segnalazioni conosciute in Italia di Larus ichthyaetus

Tab. 2 sopra: n° ind. per anno di Larus ichthyaetus osservati in Italia (1901-2000)

Gabbiano di Pallas - con Gabbiani del Caspio Lago di Lentini (SR) - foto M. Preziosi

 Status in Italia

        Alla luce delle 18 segnalazioni riportate e del loro trend negli ultimi nove anni (93-01), la specie si può ormai considerare regolare come svernante, e in minor misura di passo, in Sicilia. Le 5 segnalazioni per il medio Mar Tirreno fanno però pensare che una piccola percentuale di individui possa arrivare anche in Italia centro-meridionale, sebbene meno di frequente e in numero più limitato. Allo stato attuale di conoscenze il Gabbiano di Pallas può definirsi (M reg e W reg o W par), più comune come svernante che di passo. In particolare, in Sicilia appare più frequente durante il ripasso primaverile mentre nel resto d’Italia sembra esserlo maggiormente durante il passo autunnale. In effetti, nei luoghi ove la specie (così come moltissime altre) è regolare questo tipo di fenologia è ricorrente. Invece, là dove risulta irregolare o accidentale, in sintonia con quasi tutte le specie con simile status, è maggiore il numero di segnalazioni autunnali riferite a individui giovani dispersi o in erratismo post-giovanile di espansione.

        L’incremento e la regolarizzazione delle segnalazioni italiane è imputabile, a mio vedere, all’incremento delle coppie nidificanti in Ucraina, nel Mar Nero e nel Mar Caspio nonchè alla conseguente espansione delle aree di svernamento e degli effettivi svernanti in Medio Oriente, ad es. in Israele (Ecsedi, 1996), Cipro e Turchia (M. Ozen, com. pers.). A questa espansione è conseguito un aumento delle osservazioni anche in Nord Africa, ad esempio in Egitto (M. Olsen, com. pers.) e in Tunisia (Azafzaf com. pers.). In particolare, l’aumento delle osservazioni in Tunisia è visibilmente correlato a quello per la Sicilia, avendo stesso trend e cospicuità numerica.

        Allo stato attuale, uno dei siti europei di maggiore importanza per la specie risulta essere il Lago di Lentini (Siracusa, Sicilia Orientale): dal 1996 è regolare la sua presenza e in generale incremento; i 7-8 individui del gennaio 2000 costituiscono sin’ora il record europeo di Gabbiani di Pallas osservati assieme in un solo sito in Europa (a ovest degli areali di nidificazione e svernamento ucraini e del Mar Nero). Da sottolineare però come nell’inverno 00-01 si è notata una leggera inflessione nel numero di individui svernanti in Sicilia (4-5 ind.) rispetto all’inverno 99-00 (7-8 ind.). Tale decremento è stato altresì notato in altre zone di svernamento di recente colonizzazione: ad esempio in Turchia, nell’inverno 99-00 era stato individuato in 81 zone con un totale di 324 individui osservati, nell’inverno 00-01, si è registrato un decremento del 50-70% (M. Ozen, com. pers.).

        Questo quadro è differente rispetto all’andamento generale degli ultimi 10 anni in Europa e Medio Oriente.


 Status in Europa

        Non ci sono dati precisi e dettagliati sull’entità della popolazione nidificante in Europa; in Ucraina, nel 1954 erano nidificanti 145 coppie, incrementate sino a 360 nel 1985 e almeno 400 verso i primi anni ‘90 (Ecsedi, 1996). Nel 1997 le coppie sono ulteriormente cresciute sino a c.1.500 (Malling Olsen, com. pers.).Le stime per la popolazione della ex-URSS sono molto vaghe e parlano di 20-25,000 coppie (Ecsedi, 1996). Come svernante si trova in gran numero nel Mar Nero settentrionale e nel Mar d’Azov, in numero crescente (Ecsedi, 1996).

        Al di fuori delle zone di nidificazione e svernamento del Mar Nero settentrionale la specie era un accidentale estremamente raro sino agli anni ‘80. Da allora il numero delle segnalazioni è andato crescendo sensibilmente di anno in anno sino a diventare oggi regolare in alcune nazioni come l’Ungheria, la Polonia e l’Italia. In Ungheria risulta essere un estivante in piccolo numero sin dal 1992 e in Polonia dal 1995 (Ecsedi, 1996). Molti individui sono chiaramente gli stessi che ritornano di anno in anno ma nuovi individui, soprattutto immaturi, vengono segnalati ogni estate. Alcune segnalazioni si hanno anche per la Romania e la Bulgaria, sebbene in numero più limitato di quanto ci si aspetti, questo in virtù della scarsità di birdwatchers presenti in dette nazioni.

        In tutto, sino al 1995 erano conosciuti 112 individui osservati nell’area in esame (Ecsedi, 1996) divenuti c. 150+ sino al 2000 (Corso, varie fonti com. pers.). Contrariamente alla situazione italiana, è interessante notare come gran parte delle segnalazioni europee è riferita al periodo di maggio-settembre con un vistoso picco a maggio come arrivi in migrazione primaverile, poi in giugno per l’estivazione e per finire un picco in settembre durante la migrazione autunnale.

        Se in Sicilia quindi la specie arriva principalmente per svernare, gli individui che vengono osservati in Europa nord-occidentale sono in overshooting in primavera dal Mar Nero, fermandosi poi per l’estivazione nelle zone raggiunte. Questi individui, è verosimile arrivino in Ungheria e Polonia non essendosi fermati nel Mar Nero settentrionale e nei laghi interni dell’Ucraina, seguendo il corso del fiume Vistula sino al Mar Baltico. Più difficile interpretare, invece, in un ottica del genere, l’elevato numero di osservazioni in periodo autunnale che comporterebbe un movimento verso le aree di svernamento. Bisogna sottolineare comunque, che il picco registrato in settembre è principalmete relativo a individui immaturi (max. giovani al 1° inverno) in dispersione, soprattutto in Germania, Austria, Slovenia e Danimarca.

 Cenni di identificazione

        Il Gabbiano di Pallas è uno dei gabbiani più grossi e massicci del Paleartico Occidentale; è grande all’incirca come un Mugnaiaccio. Corpo massiccio e pesante da posato, mantiene in acqua una singolare postura tipo oca o cigno. Appare, infatti, rigonfio dietro, con terziarie tenute gonfie e alte che formano uno "scalino" più accentuato che negli altri grossi gabbiani, la proiezione delle primarie appare corta e triangolare meno sporgente oltre la coda rispetto a un Larus michahellis e soprattutto al Larus cachinnans (molto simile invece per molti altri aspetti). Linea di galleggiamento mentre nuota più alta degli altri grossi laridi. Il collo viene spesso tenuto incassato e non ben eretto e questo contribuisce a dare l’aspetto gobbuto e goffo. La testa appare grossa e massiccia. Il petto ben rigonfio e sporgente.

Gabbiano di Pallas - Lago di Lentini (SR)
foto M. Preziosi
 
Gabbiano di Pallas - Lago di Lentini (SR), 30/12/2000 - foto D. Aliffi
 

        La forma della testa è molto caratteristica e si nota anche in volo; la fronte e schiacciata e sfuggente, in corrispondenza circa dell’occhio fa uno spigolo e si arrotonda per poi fare un’altro spigolo alto sull’inizio della nuca che è piatta e verticale. Tutta la testa ha la forma di un gesso rettangolo che sul davanti si allunga col becco, grosso, lungo ma massiccio.

        E’ il gabbiano col becco in proporzione più lungo e massiccio che si possa osservare in Italia.

        Nel Gabbiano reale del Caspio Larus cachinnans, la forma della testa è simile ma è più snella e slanciata, meno grossa e massiccia, il becco ha pure una forma simile ma appare più stretto e leggero.

        In volo le ali sono strette e molto lunghe, ben appuntite; la silhouette frontale appare simile a quella di un ardeide, sembra una grossa garzetta per via del "braccio" tenuto rialzato e la "mano" leggermente abbassata, con angolo a spigolo alla giuntura carpale (tipo Falco pescatore) e dell’aspetto molto candido. L’effetto airone è enfatizzato dai battiti alari lenti e ponderati, poco profondi. Tutta la silhouette potrebbe anche ricordare, osservandolo dal basso, in piccolo, un albatros per via della testa e del collo allungati ben oltre il profilo alare, le ali strette e lunghe e la coda corta. La coda, contrariamente a quella dei grossi gabbiani, appare leggermente intaccata al centro, come appena forcuta, caratteristica più simile ai gabbiani di piccole dimensioni (tipo G. corallino o tridattilo). Mentre vola, soprattutto in perlustrazione, il becco viene spesso tenuto inclinato verso il basso. Il becco è giallo con disegno nero e rosso (vedi oltre) e le zampe gialle sono strette e lunghe, con tarso ma anche tibia lunga (tipo L. cachinnans). L’iride è sempre nera, più scura anche del Gabbiano reale del Caspio, e l’occhio appare grosso e ovale, non piccolo e rotondo come in quest’ultimo. Mostra sempre due "crescent" bianchi ben contrastanti e vistosi attorno al circolo perioftalmico (come due palpebre bianche).

 Adulto estate

        Inconfondibile. Un enorme gabbiano con cappuccio nero pece tipo Gabbiano corallino. Il cappuccio, quasi del tutto completo già da metà/fine marzo sino ad agosto-settembre, si nota a svariate centinaia di metri (sino a 1,5 km e più). Parti inferiori bianco latte immacolate. Parti superiori grigio-argento chiare, più chiare di L. michahellis, simili a L. argentatus o cachinnans. Ovviamente a secondo della luce possono apparire più scure, più grigio fredde o più chiare, più argentee e rilucenti. Sul soprala, il grigio sfuma gradualmente verso le primarie esterne bianche. Spesso in natura però la sfumatura non si nota e allora appare un nettissimo contrasto tra il grigio e le primarie esterne a triangolo verticale, con un effetto simile a quanto si nota in Gabbiano comune. Tale effetto lo si osserva, e rende identificabile la specie in ogni caso, a distanze anche molto elevate. Il bordo inferiore dell’ala è bianco lungo tutta la lunghezza delle primarie interne e delle secondarie; anche il bordo superiore dell’ala è bianco sino all’attacco col corpo ma è un ristretto margine essendo un bordino più limitato. L’alula e le copritrici primarie esterne sono pure bianche. Sull’apice delle 5/6 primarie esterne c’è del nero in estensione variabile, di norma limitato ed esteso in maniera decrescente dalla primaria più esterna (P10) all’ultima interna interessata (P4-5). Tale nero forma una virgola nera che contrasta vistosamente col bianco della punta dell’ala (il mirrow) e col triangolo bianco delle primarie esterne sopra descritto.

        Il collo è tutto bianco così come la coda, le copritrici caudali e il groppone.

        Il becco è giallo scuro con apice giallo chiaro, banda subterminale nera seguita subito da una banda irregolare di estensione variabile di color rosso carminio. Tale banda appare come una larga slavatura. In alcuni individui è così cospicua ed estesa da fare apparire quasi tutto il becco rosso, tranne l’estrema base gialla.

 Adulto inverno
Gabbiano di Pallas (Larus ichthyaetus) ripreso al Lago di Lentini (SR) il 30/12/2000
filmato C. Nardini

        Manca il cappuccio completo; al posto del cappuccio rimangono in inverno delle zone nere/nerastre attorno all’occhio (in particolare dietro e sotto), sulle copritrici auricolari e a fascia sulla nuca. L’effetto è simile a quello presente nel Gabbiano corallino in piumaggio invernale e di juv. al 1° inverno. In effetti, tutto l’animale è molto simile ad un enorme Gabbiano corallino al 2° inverno sia per quanto riguarda il pattern alare, sia per i colori della testa, la forma del becco, il colore delle parti superiori (appena un po' più scure), la struttura del corpo in genere (fatte ovviamente le debite proporzioni).

         Il resto del piumaggio è come in piumaggio estivo.


 Primo inverno

        L’osservazione del piumaggio giovanile completo è poco verosimile in Italia; è molto più facile che si osservi in piumaggio già di 1° inverno. Contrariamente agli altri gabbiani bianchi di grosse dimensioni, acquisisce un mantello estensivamente grigio molto presto e in maniera più cospicua. Già a ottobre-novembre il mantello appare quasi tutto grigio, con gocciolature bruno bruno-nerastre sul collo, le spalle, i lati del collo e l’inizio delle scapolari e anche sparse sull’alto mantello (sull’alto dorso). A dicembre però le tracce scure vengono perse quasi del tutto (tranne che alla base del collo), similmente ai gabbiani bianchi di piccole dimensioni. Anche le copritrici mediane vengono mutate precocemente e diventano grigie uniformi. In volo quindi si nota un evidente contrasto chiaro-scuro tra mantello e ali, e spesso ali scure e una banda mediana chiara. Le piccole copritrici e le copritrici marginali dell’ala sono invece bruno-nocciola o bruno-nerastre, le grandi copritrici secondarie sono principalmente scure con apici bianchi e contrastano con le mediane, le copritrici primarie sono nerastre. Le secondarie sono nere/nerastre e anche le primarie. Le primarie interne sono chiare sul vessillo interno e formano una "finestra "chiara". Tale finestra fa risaltare ancor di più e a gran distanza il cuneo nero delle primarie esterne, con effetto simile al Gabbiano corallino al 1° inv. Tutto il pattern alare, l’aspetto, è simile a quello del Gabbiano corallino al 1° inverno. Un po' tutto il piumaggio lo è. Infatti, anche la testa ha simili caratteristiche con la stria nera dietro l’occhio che prosegue e si alza (curva dietro) sulla nuca, il nero attorno all’occhio in contrasto con le palpebre bianche.

        La cosa che colpisce l’occhio anche a grandi distanze è il disegno della coda, ancora una volta simile a quello dei gabbiani bianchi di piccole dimensioni piuttosto che a quelli di grandi dimensioni. Infatti, tutte le timoniere sono bianche immacolate tranne 1/3 apicale nero solido ed uniforme. Tale contrasto è molto visibile anche ad elevate distanze in volo. Le copritrici caudali e parte del groppone sono bianchi. Tutte le timoniere e le caudali appaiono di un bianco immacolato, privo di screziature più o meno estese come in tutti i gabbiani di grosse dimensioni.

        L’associazione del disegno della coda, del mantello a chiazza separata grigiastra e del cuneo nero delle primarie esterne seguite da finestra chiara e secondarie a bordo nero lungo l’ala lo rende facilmente riconoscibile in natura senza grossi problemi e anche a distanze elevate.

        Da posato contribuisce pure il disegno del becco e la forma delle zampe: il primo ha un disegno simile al Gabbiano glauco, avendo 1/3 (o meno) apicale nero in netto contrasto col resto rosa-carnicino chiaro; anche la punta estrema è rosata. Le zampe, rosa carnicine o giallastre/verdastre sono lunghe e strette, con tibia lunga e tarso lungo.

 Piumaggi seguenti

        I piumaggi seguenti d’estate sono man mano più chiari e con più piume grigie, di inverno man mano molto simili all’adulto già dal 2° inverno ma con segni scuri su terziarie, copritrici minori, alula e copritrici primarie. L’apice dell’ala presenta più nero, con virgola nera più a chiazza e mirrow meno visibile e contrastante, più limitato e ristretto sino al 3° inverno almeno. Il becco è simile al 1° inv. nel 2° inverno e le primarie non mostrano apici bianchi ad ala chiusa, apparendo tutte nere. Le zampe vanno man mano ingiallendosi. Al 3° inverno le parti nude sono come nell’adulto ma più sbiadite, meno cariche e vivaci, meno brillanti.

 Dove e come cercarlo

        I luoghi migliori per la ricerca del Gabbiano di Pallas sono senza dubbio i grandi bacini interni dove si concentrano grosse quantità di Larus sp. Sia laghi naturali che bacini artificiali vengono usati normalmente dalla specie come siti di passaggio e svernamento (nonchè per la nidificazione). Se il bacino presenta sponde naturali con vegetazione, il luogo sarà più favorevole alla sosta del Gabbiano di Pallas. Comunque anche laghi con sponde spoglie vengono usati per la sosta. Ad esempio, lo svernamento nel lago di Lentini (SR), uno dei siti europei più importanti, è iniziato nel 1996 quando nel lago erano presenti diverse centinaia di ettari di canneto e tifeto ma prosegue tutt’ora che il livello idrico è stato innalzato e le sponde appaiono del tutto nude e prive di vegetazione.

        I laghi migliori sono quelli interni ma comunque non molto lontani dalla costa. Anche le zone umide di delta fluviali (ad esempio Delta del Po) o le sue valli vanno bene. Esistono osservazioni anche per foci di fiumi (es. Bocca di Serchio), saline (ad es. Quartu Sant’Elena, Vendicari e Saline di Siracusa) e coste marine (Capo Murro di Porco).

        Zone molto indicate in Italia sono il complesso di zone umide adriatiche come le saline di Margherita di Savoia, la Daunia Risi e i laghi di Lesina e Varano in Puglia, le zone umide e le foci del Lazio e Toscana e quelle della Sardegna meridionale. Ovviamente, i posti migliori per trovare la specie restano tutti i siti idonei della Sicilia.

        Per individuarlo bisogna avere in mente i principali caratteri di identificazione e fare attenzione ai grossi gabbiani che si osservano. Nei laghi o alle foci fluviali bisogna scandagliare con attenzione col cannocchiale i gruppi di grossi laridi che sostano sulle spiagge o lungo le sponde dei bacini. E’ un gabbiano molto attivo, perlustra spesso le rive e le sponde per la ricerca del cibo e spesso si notano azioni di cleptoparassitismo; per questo motivo lo si osserva spessissimo in volo perlustrativo, avanti e indietro di frequente lungo le sponde. Controllare quindi bene tutti i grossi gabbiani che si notano in volo di spostamento e di perlustrazione.


Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti i birdwatchers che hanno negli anni osservato con me i Gabbiani di Pallas in Sicilia e in particolare: Andrea Ciaccio, Carmelo Iapichino, Carmela Cardelli, Daniele Aliffi, Renzo Ientile, Valerio Cappello, Giampaolo Terranova, Giuseppe Consoli, Roberto Gildi, Fabio Cilea, Ottavio Janni, Diego Rubolini, Violetta Longoni, Lars Jonsson, Roberto Garavaglia, Alessandro Iacopi, Ennio Critelli, Mauro Giorgini, Alessandro Divano e molti altri. Un grazie particolare per le foto e i filmati ad Angelo Nitti, Carlo Nardini, Daniele Aliffi, Marco Preziosi.

Bibliografia

  • Arcamone, E. & Brichetti, P. 2000 - Nuovi Avvistamenti. Avocetta 24: 59-65.
  • Brichetti, P. & Massa, M. 1993 - Check-list degli uccelli italiani aggiornata al 1992: 1. Non Passeriformi. Riv. Ital. Birdwatching 1 (2): 61-73.
  • Brichetti, P. & Massa, M. 1998 - Check-list degli uccelli italiani aggiornata al 1997. Riv. Ital. Orn. 68: 129-152.
  • Ecsedi, Z. 1996 - Great Black-headed Gulls in Europe. Birding World 9: 303-312.
  • Grussu, M.1998 - Gabbiano del Pallas Larus ichthyaetus nelle saline di Quartu Sant’Elena (Cagliari) nel 1996. Aves Ichnusae 1: 37-40.

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