Quaderni di birdwatching Anno III - vol. 5 - aprile 2001

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di Mauro Bailo




     
Delle 292 specie di rapaci diurni, 183 effettuano movimenti migratori, che vanno dagli spostamenti ad ampio raggio, a volte transcontinentali, alle semplici dispersioni post-riproduttive. Se la concentrazione di centinaia, a volte di migliaia, di rapaci in particolari corridoi aerei di migrazione permette, da una parte, di monitorarne facilmente le popolazioni, dall'altra aumenta il rischio della loro vulnerabilità ai danni causati dall'uomo (si pensi che in alcune aree migra l'intera popolazione di alcune specie di rapaci).

     Questo volume, risultato di un decennio di ricerche sul campo da parte di 800 collaboratori disseminati in tutto il mondo, elenca 388 aree importanti per la migrazione dei rapaci, sparse in 89 paesi di sei continenti (tutti ad eccezione dell'Antartide).

     L'enorme messe di dati raccolti traccia, attraverso lo studio delle aree e dei flussi migratori, un quadro preciso della situazione dei rapaci diurni e conferma i problemi sempre più gravi a cui i Falconiformi andranno incontro qualora non si adottino per tempo opportune misure protettive (attualmente il 67% di tutte le specie migratrici sono minacciate da riduzione dell'habitat riproduttivo, contaminazioni ambientali e caccia).

     Quest'opera, oltre a illustrare lo stato dell'arte nella migrazione dei rapaci, vuole essere un'occasione per identificare nuove ed efficaci opportunità di conservazione. E, infatti, "Raptor Migration as conservation opportunity" è il primo, interessantissimo, capitolo del volume, a cui fanno seguito "Global analysis" e un'introduzione per ogni continente, che si dipana attraverso tre paragrafi: biogeografia dei rapaci, migrazione dei rapaci, minacce e conservazione.

     Segue la parte analitica con il dettaglio di tutti gli "hot-spots" identificati per ogni nazione, elencate queste per continente, in ordine alfabetico. Per ogni sito vengono trattati i seguenti paragrafi: localizzazione, altitudine, provincia biogeografica, descrizione, proprietà, protezione, monitoraggio, periodi migratori, specie di rapaci, altra fauna, ricerche e conservazione, referenti e contatti.

     Due parole per l'Italia, che fa la sua gran bella figura: con i suoi otto "watchsites" è la terza d'Europa, dietro soltanto a Bulgaria (14 siti) e Francia (11 siti). Oltre al celeberrimo Stretto di Messina, i numerosi collaboratori italiani (listati all'inizio del volume e per ogni sito), hanno segnalato anche i meno noti: Monte Covello (Calabria), Monte Conero (Marche), Capo d'Otranto (Puglie), Val Lerone (Liguria), Monte Ciarm (Piemonte), Valle Vermegnana (Piemonte), Isola di Marettimo (Sicilia).

     In conclusione: un'opera dal formato sobrio, piena di elenchi, dati e numeri, e per di più senza le eccezionali tavole a colori a cui le ultime uscite dell'editoria ornitologica ci hanno abituati (oltre a torte, istogrammi e cartine monocrome, il volume ospita poche foto in bianco e nero di qualcuno dei siti descritti), ma l'oggetto di questa ricerca e il valore, intrinseco e in prospettiva, della stessa ne raccomandano la lettura oltre che a ornitologi e conservazionisti, anche ai birdwatcher che, oltretutto, troveranno in questo libro numerosi spunti per le loro vacanze con binocolo.


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