Quaderni di birdwatching Anno III - vol. 6 - novembre 2001

Parliamo di ...
Titolo
di Roberto Garavaglia

        VISTO CHE, ancora una volta, abbiamo a che fare con un termine della lingua inglese, per prima cosa ricordiamo che:

  • "roost" è un sostantivo e sta ad indicare il sito, il luogo o la sua disposizione;
  • "roosting", invece, è una forma verbale e indica l’atto di trasferirsi verso il roost, di formarne uno o di passarvi il tempo.

        Ma di preciso che cosa è un roost? Nel significato più diffuso, si definisce roost il radunarsi di un gruppo di uccelli, allo scopo di riposare, al termine del loro periodo normale di attività. Tutte le specie di uccelli presentano un intervallo di inattività, simile al sonno degli esseri umani.

        In italiano roost si potrebbe tradurre con "dormitorio". Si potrebbe, ma dormitorio è un termine restrittivo rispetto alle molteplici funzioni del roost. Al roost gli uccelli ci vanno sì per dormire, e questa resta di certo la sua funzione principale, ma il roost (almeno quello comunitario di un gran numero di individui) svolge anche molte altre funzioni importanti:

  • protezione dai predatori: i segnali di allarme degli individui più vigili possono funzionare da avvertimento per tutto il branco; inoltre, la pura e semplice forza del numero diminuisce la probabilità che il singolo finisca vittima di un predatore. Gli individui competono per le posizioni centrali all’interno del roost, le più sicure.
  • protezione dalle intemperie: il luogo scelto per il roost è in genere protetto dal vento, più asciutto, più caldo dei dintorni; anche il semplice ammassarsi di tanti corpi può fornire protezione dal freddo.
  • funzione sociale: offre agli individui la possibilità di socializzare con gli altri membri della specie, di trovare un partner, di perfezionare le loro capacità di comunicazione.
  • scambio di informazioni: alcuni uccelli sono più efficienti nel reperire il cibo, gli individui giovani o meno esperti hanno l’opportunità di seguire i loro compagni più abili ed apprendere dove si trovano le migliori aree di alimentazione.

        Tutti questi vantaggi fanno sì che anche molte specie solitamente territoriali, al di fuori della stagione riproduttiva formino roost comunitari mentre sono poche le specie che fanno roost singolarmente.

        Gli uccelli si portano al roost quando non hanno nessun’altra attività più importante da compiere, ad esempio trovare il cibo o difendere un territorio, oppure quando le condizioni ambientali (cattivo tempo o alta marea) impediscono le loro normali attività. Ne consegue che la maggior parte delle specie diurne formi il roost la sera, per passarvi la notte.

        E tutto questo ha in qualche modo interesse per il birdwatcher? Certamente. Un roost rappresenta spesso un’occasione meravigliosa per ottime osservazioni. Prima di tutto perché è prevedibile, e quindi ci possiamo trovare al posto giusto al momento giusto.

        Un roost di Storni in una piazza cittadina è di sicuro spettacolare per i voli acrobatici di migliaia di esemplari anche se, per il birdwatcher medio, può non essere entusiasmante. Ma se si ha la ventura di averne uno vicino a casa perché non dedicare un po’ di tempo a cercare, in mezzo al gruppo, quelli che Storni comuni non sono? Magari in qualche città del centro-sud salta fuori lo Storno nero! O qualche Storno roseo, magari un immaturo non immediatamente distinguibile.

        Durante la migrazione, le Rondini sono note per formare grandi roost nei canneti; e in genere si portano dietro anche Balestrucci e Topini. Di questo approfittano gli inanellatori che, piazzando qualche rete, ne catturano anche centinaia la sera, quando ha già fatto buio.

        I gabbiani "roostano" (orribile espressione ibrida italinglese, ma viene usata spesso) su scogli, piccole isole, spiagge, o anche edifici e strutture portuali. Ben lo sanno gli appassionati del genere, che vi trovano in mezzo pane per i loro denti: non solo tutte le diverse età e i possibili piumaggi di ogni specie, ma, soprattutto, le rarità.

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Dormitorio di nibbi - foto di G. Conca
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Roost di limicoli - foto di R. Garavaglia
        Anche i rapaci formano roost: i nibbi (bruni e reali) si radunano, nei siti di svernamento, per dormire sulla cima di gruppi di piante, fornendo al birdwatcher un ghiotto spettacolo. Le albanelle, invece, preferiscono ritirarsi nei canneti, purtroppo fuori della vista ma, tra i miei ricordi più belli, conservo quello dei voli di avvicinamento al roost in una palude della Toscana quando, nel giro di un’ora al tramonto, ne ho contati più di 150, tra Falchi di palude e Albanelle reali.

        I più affascinanti, secondo me, sono i roost dei limicoli: con l’alta marea, le aree di fango sulle quali essi si cibano scompaiono sott’acqua e sono costretti ad ammassarsi sulle poche zone emerse, nell’attesa che la marea scenda di nuovo. Questo tipo di roost si forma due volte al giorno, sincronizzato con la marea e indipendente dal giorno e dalla notte. Nel nostro Mediterraneo, l’escursione di marea è minima e non possiamo approfittare di questo fenomeno; ma nel nord Europa le maree sono ben più marcate e, sapendo dove si trova il roost (anzi, in inglese "high-tide roost") e recandovisi un paio d’ore prima dell’alta marea, si possono avere spettacoli indimenticabili, quando tutti i limicoli dell’estuario, a volte decine e decine di migliaia, vi sostano davanti, in un’unica massa fremente che raggruppa otto, dieci specie diverse, con i piccoli Piovanelli pancianera che sfruttano le specie più grosse come "frangivento". Oppure potrà trattarsi anche di una sola specie, ma avrete di fronte un ettaro di Beccacce di mare, tutte orientate con il becco al vento.

        I Gufi comuni, essendo una specie notturna, fanno roost di giorno, all’interno della chioma degli alberi, ben mimetizzati e difficili da vedere. Si mostrano molto fedeli al sito scelto e il roost si riforma sulle stesse piante ogni inverno. In una strada di Milano, in una zona residenziale tranquilla, ma non lontana dal caos cittadino, da anni se ne trova uno, che è arrivato a ospitare fino a 70 individui, intenti a passare la giornata dormicchiando, indifferenti agli umani che si muovono al piano di sotto, a soli pochi metri da loro.

        Ma la grande confidenza non è per niente un tratto caratteristico degli uccelli che compongono un roost. Anzi, il roost è una situazione molto delicata e ogni disturbo vi deve venire assolutamente evitato: è chiaro che gli uccelli ne hanno scelto il sito per una sua qualche caratteristica particolare e non deve essere certo facile, per loro, localizzarne un altro altrettanto adatto; e poi il momento in cui il roost si forma, al tramonto, fa sì che, se disturbati, gli uccelli abbiano ben poco tempo di luce residuo per trasferirsi altrove.

        Per cui, compiamo sempre le nostre osservazioni da una buona distanza di sicurezza.


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