LA CONTRACCEZIONE
Procedimento questo assai vantaggioso per capire l'effettiva applicabilità dei metodi sui singoli individui, pur se con un'avvertenza: le indicazioni che qui verranno fornite non possono necessariamente essere soddisfacenti per l'intero universo femminile. Vi saranno cioè molte donne o coppie che non riusciranno a rientrare esattamente nelle categorie qui usate e che abbisogneranno di un consulto specialistico più articolato, che approfondisca ulteriori dettagli clinici personali.
Tuttavia, pur tenendo conto di tale limite, del resto ineluttabile quando si parla di medicina "a distanza", ritengo che l'approccio clinico-pratico alla medicina sia nettamente più proficuo rispetto a quello elencativo sistematico.
METODI CONTRACCETTIVI
In generale, i metodi contraccettivi più efficaci, facilmente utilizzabili e indipendenti dai rapporti sessuali (pillola, IUD) sono quelli che con maggior frequenza si accompagnano ad effetti collaterali e complicanze. Al contrario i metodi che garantiscono un minor impatto in termini di effetti indesiderati sono quelli gravati da tassi di fallimento più elevati e richiedono più attenzione, costanza e meticolosità nell'uso (condom, metodi naturali). Discorso a parte naturalmente per i metodi di sterilizzazione, i quali, se è vero che sono altamente efficaci e privi di effetti collaterali, tuttavia sono anche metodi irreversibili e quindi non rientrano fra i metodi contraccettivi in senso stretto.
Il meccanismo d'azione dei preparati ormonali è senz'altro molteplice e può delinearsi in maniera di volta in volta imprevedibile attraverso:
a) blocco dell'ovulazione;
b) alterazione della motilità tubarica;
c) modificazione del muco cervicale, nel senso di una maggiore impenetrabilità agli spermatozoi;
d) alterazione dell'ambiente uterino ai fini dell'impianto dell'embrione,
con la possibilità che anche due o più di questi meccanismi agiscano allo stesso tempo.
Tenendo conto di questi meccanismi, quelli b) e d) si presentano come potenzialmente abortivi qualora agissero da soli; tuttavia i meccanismi prevalenti sembrano essere fondamentalmente l'a) e secondariamente il c), escludendo così nella stragrande maggioranza dei casi l'abortività del metodo, seppur questa rimanga teoricamente sempre possibile.
Diverso si presenta il discorso per i preparati ormonali impiegabili quale "pillola del giorno dopo", entro 72 ore da un rapporto sessuale non protetto. In tal caso, il preparato ormonale va considerato con valenza prevalentemente abortiva, in quanto risulta nettamente più probabile che esso agisca solo a seguito della fecondazione e quindi a seguito della formazione dell'embrione in una tuba.
Effetti collaterali e complicanze (cioè condizioni che non preesistono all'uso della pillola, ma che possono comparire durante l'uso stesso):
- Cefalea o emicrania.
- Lieve aumento di peso corporeo da ritenzione di liquidi.
- Senso di tensione mammaria.
- Irregolarità mestruali (metrorragie, amenorrea), soprattutto con l'uso di 2 o con l'uso di preparazioni 1 più recenti, a basso dosaggio estrogenico.
- Complicanze vascolari, soprattutto se preesiste qualcuna delle controindicazioni relative viste sopra (fumo, ipertensione, diabete, obesità, iperlipidemia).
La contraccezione ormonale ha alquanto ridotto il peso di certe controindicazioni, effetti collaterali e complicanze, da quando sono state introdotte le moderne pillole a basso dosaggio estrogenico e contenenti progestinici a ridotto effetto androgenico.
La pillola contraccettiva riserva inoltre anche dei vantaggi:
- allevia la dismenorrea, cioè il dolore mestruale, nelle donne che ne soffrono;
- riduce il rischio di tumori ovarici e dell'endometrio uterino, mentre al contrario vi è ancora incertezza riguardo la possibile insorgenza di un tumore della mammella dopo l'uso della pillola per più di un decennio.
Nel caso particolare dello IUD al levonorgestrel è pensabile, in associazione ad un meccanismo meramente irritativo, anche un'azione farmacologica potenzialmente in grado di modificare l'ambiente mucoso utero-tubarico o la composizione del muco cervicale. Per questo tipo di IUD può essere pertanto ammesso un teorico meccanismo contraccettivo non esclusivamente abortivo.
- Storia personale di menorragia o menometrorragie (mestruazioni abbondanti e/o perdite ematiche intermestruali), tranne che con lo IUD al levonorgestrel.
- Gravidanza extrauterina tubarica nel passato.
- Ipoplasia uterina (utero piccolo costituzionalmente).
Effetti collaterali e complicanze (cioè condizioni che non preesistono all'uso dello IUD, ma che possono comparire durante l'uso stesso):
- Inserimento non corretto del dispositivo, con possibilità di espulsione spontanea, mancata efficacia contraccettiva, perforazione dell'utero (rara).
- Menorragie o menometrorragie (abbastanza frequenti tranne che con lo IUD al levonorgestrel): lo IUD, comportandosi da corpo estraneo, determina "irritazione" dell'endometrio con mestruazioni più abbondanti o perdite atipiche.
- Malattia infiammatoria pelvica, quella che dagli anglosassoni è definita comunemente PID (Pelvic Inflammatory Disease), costituita da un interessamento infiammatorio-infettivo delle tube che può evolvere con esiti cicatriziali ed occlusione tubarica (infertilità): il dispositivo ed il suo meccanismo irritativo rappresentano in questo caso un tramite facilitante l'attecchimento e la risalita nelle tube dei germi patogeni responsabili.
- Aumentata incidenza di gravidanza extrauterina tubarica, verosimilmente in conseguenza di un'alterazione dell'ambiente utero-tubarico favorente l'arresto intratubarico dell'embrione nel corso della sua fisiologica discesa che culmina con l'annidamento nella mucosa uterina.
Lo IUD può peraltro considerarsi vantaggioso quando si tratti dello IUD al levonorgestrel impiegato in una donna con menometrorragie, anche importanti, come ad esempio quelle che accadono in premenopausa: in tal caso il progestinico di cui è caricato il dispositivo (appunto il levonorgestrel) può consentire di ottenere, oltre all'azione contraccettiva, anche un efficace effetto curativo, del tutto simile o anche migliore di quello che più tradizionalmente si ottiene grazie all'uso ciclico di un progestinico per via orale.
Inoltre bisogna ricordare che i metodi di barriera sono gli unici metodi che affiancano alla contraccezione una buona protezione nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili.
E molto variabile, comunque medio/bassa (10-30% di fallimenti). L'efficacia non alta è dipendente dalla variabilità interindividuale e intraindividuale del ciclo sessuale femminile e dei sintomi e segni che lo accompagnano, nonché dalla costanza, dalla bravura e dall'esperienza della donna nell'autoesaminarsi. Vi è da riconoscere peraltro che coppie molto motivate verso questo tipo di contraccezione, in particolar modo dove non vi sia una marcata irregolarità dei cicli mestruali, possono raggiungere percentuali di fallimento molto basse.
INDICAZIONI ALLA SCELTA DEL METODO CONTRACCETTIVO
E' a questo proposito che si applicano i limiti di cui si è già parlato all'inizio della pagina: cioè che le indicazioni che qui vengono fornite non possono necessariamente essere soddisfacenti per l'intero universo femminile. Vi saranno cioè molte donne che non riusciranno a rientrare esattamente nelle categorie qui usate e che abbisogneranno di un consulto specialistico più articolato, che approfondisca ulteriori dettagli clinici personali.
DONNA GIOVANE (<35-40 ANNI) SENZA FIGLI, NON INSERITA IN UNA COPPIA STABILE
La donna non inserita in una coppia stabile trova delle differenze, dal punto di vista contraccettivo, rispetto alla donna inserita in una coppia stabile soltanto in due tipologie situazionali: 1) quando questa condizione si traduca in rapporti sessuali solo saltuari; 2) quando questa condizione si traduca in promiscuità sessuale (partner numerosi e/o poco conosciuti).
In entrambe le situazioni, vuoi per motivi di frequenza dei rapporti, vuoi per necessità di una maggior protezione verso le malattie sessualmente trasmissibili, si applica molto bene l'uso del condom (profilattico), esaminato al punto 4 della sezione precedente. L'unica difficoltà nell'uso di questo metodo può essere l'imbattersi in un'eventuale resistenza all'uso del condom da parte del partner maschile. L'unico rimedio in tale evenienza sembra essere rappresentato da una decisa e ferma richiesta, dal momento che qui in Italia non è molto in voga l'uso del diaframma, il metodo di barriera utilizzabile dalla donna.
Al di fuori delle suddette situazioni, la contraccezione della donna giovane senza figli, non inserita in una coppia stabile, può avvalersi utilmente della contraccezione ormonale (pillola) come nel caso di una donna inserita in una coppia stabile.
DONNA GIOVANE (<35-40 ANNI) SENZA FIGLI, INSERITA IN UNA COPPIA STABILE
Occorre differenziare se la contraccezione voglia essere rigorosa (alta efficacia E), pur con la possibilità di qualche effetto collaterale, oppure se basti una contraccezione meno rigorosa.
Nel primo caso ci si orienterà verso la contraccezione ormonale con estrogeno e progestinico combinati (punto 1 della sezione precedente), purché non vi siano controindicazioni tra quelle elencate.
Nel secondo caso, servirà la giusta motivazione da parte di entrambi i partner per usare un metodo di barriera, tipo condom (punto 4), oppure la giusta motivazione, la corretta informazione e la buona costanza per usare il metodo naturale sintotermico (punto 5).
DONNA >40 ANNI SENZA FIGLI, NON INSERITA IN UNA COPPIA STABILE
Valgono le stesse considerazioni viste sopra, nel caso della stessa condizione sociale di una donna <35-40 anni.
Inoltre l'età superiore ai 40 anni fa aumentare in tutte le donne i rischi connessi con l'uso della contraccezione ormonale: la pillola contraccettiva combinata (punto 1) potrà essere utilizzata, anche dopo i 40 anni, soltanto da quelle donne che non possiedano nessuna delle altre controindicazioni elencate nella sezione precedente di questa pagina.
Pertanto, nell'ambito di questa tipologia femminile, dovrebbe prevalere l'impiego dei metodi di barriera (punto 4).
Nelle condizioni che richiedano l'uso di una contraccezione più costante senza la necessità di una barriera (rapporti numerosi, un solo partner) potrà essere utilizzata la pillola con solo progestinico (punto 2), tenendo comunque conto del suo effetto collaterale prevalente, cioè delle imprevedibili perdite ematiche intermestruali.
DONNA >40 ANNI SENZA FIGLI, INSERITA IN UNA COPPIA STABILE
Valgono le stesse considerazioni viste sopra, nel caso della stessa condizione sociale di una donna <35-40 anni con la seguente differenza: che l'età superiore ai 40 anni fa aumentare in tutte le donne i rischi connessi con l'uso della contraccezione ormonale.
La pillola contraccettiva combinata (punto 1) potrà essere utilizzata, anche dopo i 40 anni, soltanto da quelle donne che non possiedano nessuna delle altre controindicazioni elencate nella sezione precedente di questa pagina. In sua sostituzione, per continuare ad usare una contraccezione ormonale, potrà essere utilizzata la pillola con solo progestinico (punto 2), tenendo comunque conto del suo effetto collaterale prevalente, cioè delle imprevedibili perdite ematiche intermestruali.
Sempre applicabili, quando vi siano le condizioni permittenti (motivazione, informazione, costanza), il metodo naturale sintotermico (punto 5), o i metodi di barriera tipo condom (punto 4).
Soprattutto dopo i 45 anni è possibile ricorrere alla scelta drastica della sterilizzazione volontaria (punto 6), nel caso di coppie adeguatamente stabili che possano accettare l'irreversibilità del metodo.
DONNA CON FIGLI
Per una donna con figli valgono senz'altro tutte le considerazioni fatte nei quattro paragrafi precedenti, a seconda dell'età e della condizione di coppia.
In aggiunta ai metodi descritti nei paragrafi precedenti, la donna con figli può fruire a qualunque età di un ulteriore metodo ad elevata efficacia (ma con controindicazioni ed effetti collaterali di cui tener conto) che è il dispositivo contraccettivo intrauterino, o IUD, o "spirale" (punto 3 della sezione precedente).
Per la verità alcuni specialisti consigliano, o meglio non controindicano, l'uso dello IUD anche ad alcune donne senza figli: occorre tener conto che in questi casi il rischio degli effetti collaterali e delle complicanze legati all'uso dello IUD aumenta rispetto a quando lo IUD venga usato in una donna che abbia già partorito.
Contatta il Dr. Roberto Rovida