MEDICINA PREVENTIVA DELLA DONNA

- Un nuovo modo di intendere la ginecologia -

LA GINECOLOGIA COME "MEDICINA DELLA DONNA", PER LA “QUALITA' DI VITA DELLA DONNA”

IL GINECOLOGO COME "MEDICO DELLA DONNA"

 

Purtroppo l'odierna ginecologia ambulatoriale ha secondo me un grosso limite, rispetto a come potrebbe potenzialmente funzionare: la comune esperienza mostra che il ginecologo lavora allo stesso modo di altri specialisti molto settorializzati, come ad esempio il dermatologo o l'otorino: consulti fin troppo brevi che non guardano al di là del suo apparato di competenza, cioè dell'apparato genitale femminile.

Questo dipende da come un ginecologo viene formato oggi in Italia, nell'Università e negli Ospedali: perde di vista le problematiche cliniche al di fuori dell’apparato genitale femminile, delle quali dovrebbe invece interessarsi perlomeno a livello preventivo (spiegherò tra poco il perché).

 

Le prestazioni cliniche che di solito offro nei miei consulti intendono quindi ispirarsi ad una nuova figura di ginecologo, che non si limiti ad esercitare solamente come medico specialista dell’apparato genitale, ma che possa diventare il medico di riferimento della donna, per una più ampia salvaguardia della sua salute, agendo su diverse problematiche cliniche, perlomeno in chiave preventiva.

 

Pertanto, oltre alle consuete prestazioni specialistiche, come la visita ginecologica e l'ecografia pelvica, o nell'ambito di dette prestazioni, ritengo sia corretto non trascurare un contesto medico più generale che comprenda, ad esempio, la valutazione del rischio cardiovascolare, del rischio oncologico (e non solo dei tumori genitali), dell'osteoporosi, dell’assetto endocrino e delle problematiche della menopausa e della senilità.

Pertanto, aggiungere, all'ecografia ostetrica e ginecologica, anche l'ecografia della mammella, dell'addome completo e della tiroide, è una scelta professionale che ho desiderato fare per garantire validamente una tutela più ampia della salute femminile.

 

Secondo me è sicuramente più vantaggioso per una paziente avere un consulente medico che eserciti ambulatorialmente la ginecologia con quest'ottica più ampia.

Ma allora quali sono i motivi strategici sui quali una moderna ginecologia ambulatoriale secondo me dovrebbe muoversi?

Molto semplice e lineare da descrivere in questa catena logica:

  1. Il ginecologo è già lo specialista dell'apparato genitale, che dà di per sé molti disturbi alle donne e che quindi necessita di controlli periodici preventivi

L'apparato genitale causa alla donna una larga fetta dei suoi disturbi nella vita (anche malattie gravi come i tumori), tant’è vero che la donna ben informata sa che periodicamente è giusto riferirsi ad un ginecologo perché la ginecologia va vista come medicina preventiva e non solo come medicina curativa. Cioè se dal dermatologo si può andare anche solo quando compare una lesione della pelle, mentre in assenza di lesioni della pelle il dermatologo non ha da lavorare, la donna ben informata sa che deve recarsi dal ginecologo periodicamente anche se non presenta sintomi sospetti perché il ginecologo può utilmente lavorare con valore preventivo nei confronti di malattie pericolose a carico dell’utero e delle ovaie.

  1.  Il ginecologo è pertanto l'unico specialista al quale la donna viene consigliata di riferirsi periodicamente

Pensiamo alla posizione di grande vantaggio strategico che il ginecologo ricopre per la donna: è l’unico medico che con il pretesto di un apparato (come quello genitale) che dà molti disturbi, è chiamato a visitare la donna periodicamente. Solo il dentista potrebbe ricoprire lo stesso vantaggio strategico, senonché, a mano a mano che passa il tempo, il dentista è sempre meno un laureato in Medicina ed è sempre più spesso un laureato in Odontoiatria.

  1. Il ginecologo dovrebbe quindi responsabilmente sfruttare di più in senso preventivo generale questo tipo di posizione dominante

Proprio perché il ginecologo ha l'opportunità di visitare periodicamente tutte le donne, dovrebbe sentirsi investito della responsabilità di allargare i suoi orizzonti clinici al di là del solo apparato genitale al fine di garantire maggiormente la salute della donna in senso più ampio.

Il discorso è: già che una donna deve andare da un medico, come il ginecologo, una volta all’anno, non dovrebbe essere questo medico il primo ad informarsi e a spendere dei consigli sui fattori di rischio dell’infarto, dell’ictus, o dei tumori (anche di quelli che non colpiscono l’apparato genitale)?

Eppure questa figura di medico della donna che sia in grado di offrire prestazioni mediche, in chiave preventiva, guardando tutta la persona e non solo l’apparato genitale, non è facile da trovare, ma al tempo stesso non è una mia invenzione: ad esempio in America esiste.

Negli USA non vi è un servizio sanitario pubblico: ogni volta che si consulta un medico si paga il suo onorario così come si fa con qualunque altro professionista.

Allora ecco che cosa è accaduto negli Stati Uniti: le donne hanno incominciato a voler trarre il maggiore profitto possibile dalla periodica visita ginecologica; hanno cominciato a servirsi del ginecologo anche per parlare di cuore, pressione, colesterolo, artrosi ecc. Di conseguenza molti ginecologi americani sono normalmente impegnati a mantenere un aggiornamento professionale di tipo medico generale in modo da continuare ad essere i consulenti medici principali delle loro pazienti, anche per problematiche che escono dall'ambito dell'apparato genitale compresa la prevenzione che fin da giovani va fatta sulle malattie cardiovascolari e sui tumori.

La donna americana ha così imparato a risparmiare tempo e denaro, trovando nel ginecologo un unico medico che possa avere il filo conduttore della sua persona e della sua salute.

 

In molti Paesi esteri la ginecologia ambulatoriale non è un inutile "doppione" della ginecologia ospedaliera:

mentre in ospedale è giusto che un ginecologo si occupi in via esclusiva dell'apparato genitale femminile perché deve risolvere delle problematiche molto specialistiche, nella pratica ambulatoriale sarebbe invece più costruttivo che un ginecologo esercitasse una più generale medicina della donna anziché una ginecologia di stampo ospedaliero.

 

Tant'è vero che, più spesso all'estero che non in Italia, non solo il ginecologo, ma anche qualunque altro specialista ambulatoriale, non fanno anche gli ospedalieri. Questo si dimostra vantaggioso a due livelli:

a) Lo specialista puramente ospedaliero resta più concentrato e meno stanco per occuparsi validamente dei casi clinici (spesso molto impegnativi) che riempiono le corsie ospedaliere e le sale operatorie;

b) Lo specialista puramente ambulatoriale ha gli spazi, i tempi e la motivazione per ampliare sempre di più le sue capacità diagnostiche, dedicare più tempo a ciascun paziente, e quindi rivelarsi globalmente più utile per la salute generale della sua clientela.

 

Se volete, potete anche "saltare" questa digressione...:


In Italia purtroppo questo non accade. Il medico ospedaliero è pagato poco, al contrario di quel che avviene all'estero. Ha un ruolo definito ufficialmente "di Dirigenza" ma non è pagato come un dirigente viene usualmente inteso (un ingegnere, un bancario, un economista ecc.). Allora cosa succede? Giustamente il medico deve guadagnare fuori dall'ospedale (con un suo studio privato) ciò che meriterebbe di guadagnare già con la sola attività ospedaliera. Questo comporta che il suo lavoro settimanale possa addirittura arrivare a 60 ore (esclusi poi gli spostamenti !). La qualità della sua vita privata è così miseramente ridotta. E purtroppo risulta ridotta anche la qualità con cui il medico può lavorare sui pazienti perché la stanchezza si fa sentire e il tempo da dedicare a ciascun paziente è meno di quanto si vorrebbe avere.

I governi che via via in Italia si sono succeduti non hanno mai naturalmente ventilato la possibilità di dare agli ospedalieri degli stipendi "europei", probabilmente perché soldi per farlo non ce ne sono. Ma forse, se non ci sono soldi, è anche perché, per scelta demagogica (che consentisse di ottenere voti elettorali), hanno sempre perseverato su politiche pregne di un assistenzialismo talmente eccessivo da essere paradossale. Pensate ad esempio quanto costa un figlio, da quando nasce a quando ha la maggiore età: un figlio costa non solo decine, bensì centinaia di migliaia di euro. Allora nel mio campo, ostetrico-ginecologico, ditemi voi (sinceramente, però!) se ha senso che siano esenti da ticket le classiche tre ecografie della gravidanza. Ditemi voi quanto potrebbero incidere i ticket di tre ecografie rispetto a tutto l'esborso che comunque avere un figlio comporta. Senza contare che questo discorso ci fa deviare verso i contenuti dei miei editoriali (n° 7 e n° 8) ove si analizza come simili decisioni di politica sanitaria vadano anche a penalizzare eccessivamente, in forma di concorrenza sleale, tutta una categoria di lavoratori che è quella dei medici liberi professionisti.

Rientrando nel nostro discorso, i medici ospedalieri, oltre ad avere il dispendio energetico di una loro attività privata esterna, hanno pure il dispendio energetico di fare gli ambulatori dell'ospedale. Dico io: se l'ospedaliero deve rappresentare l'eccellenza della specialità (perché deve risolvere i casi più difficili del suo apparato di competenza), perché mai deve sprecare le sue energie su di un'attività ambulatoriale di base che potrebbe più utilmente essere svolta fuori dell'ospedale da parte di altri specialisti? In ospedale ci dovrebbero essere solo ambulatori di secondo livello e il medico ospedaliero dovrebbe essere appunto interpellato solo per casi di secondo livello, cioè casi più difficili o casi dubbi, e dovrebbe essere ben pagato per fare solo quello!

Poi c'è la figura del medico di medicina generale: non costa nulla andarci quindi è automatico che ci si vada per parlare: ... della tiroide che funziona male, dell'artrosi, dell'osteoporosi, dell'emicrania, del colesterolo ecc. Purtroppo anche il medico di famiglia, anche quando voglia seriamente impegnarsi, è un medico oberato di lavoro, abbiamo delle code da fare, non ci può dedicare molto tempo, è soverchiato da carte e burocrazia.

Ma allora, a questo punto, chi realmente può fare valida prevenzione per la salute della donna? Forse qualcuno non sarà d'accordo, ma io non vedo come figure adeguate a far questo né il ginecologo ospedaliero né il medico di medicina generale.

Della donna in senso preventivo, il più ampio possibile, dovrebbe validamente occuparsi uno specialista in ginecologia extraospedaliero che, approfittando di non aver bisogno di mantenere un know-how ospedaliero (di sala operatoria o di sala parto), sia in grado di approfondire quegli argomenti di medicina interna, di ecografia internistica ecc. che possano andare a tutto vantaggio delle pazienti che a lui si rivolgono.


...e continuare a leggere qui:

Sono convinto quindi che per la donna funzionerebbe molto meglio un ginecologo che allargasse le sue competenze al di là delle problematiche dell'apparato genitale, sul modello di quello che hanno fatto i ginecologi americani.

Non sarebbe più vantaggioso per una donna che il ginecologo sapesse dare un parere anche sulla mammella (e a questo proposito sapesse magari eseguire un’ecografia della mammella, per la quale occorre avere in studio anche la sonda ecografica adatta, che è diversa da quella che serve per fare le ecografie della gravidanza)?; un ginecologo che sapesse dare un parere sulla tiroide (e anche in questo caso sapesse eseguire un’ecografia della tiroide che necessita della sonda ecografica adatta)?; un ginecologo che fosse attento alla prevenzione dell’osteoporosi, oppure che sapesse prescrivere un giusto trattamento per i dolori artrosici, o per l’emicrania?. Ma anche e soprattutto: non sarebbe molto vantaggioso un consulente medico per la donna che, dalla sua posizione privilegiata di effettuare una visita periodica, sapesse via via, lungo gli anni, tenere sotto controllo i fattori di rischio per malattia cardiovascolare o per tumori di quella donna? E questo lo deve fare anche in una donna giovane perché i fattori di rischio iniziano a lavorare negativamente fin da giovani: bisogna provare la pressione anche ad un adolescente, non parliamone poi se quest’adolescente è in sovrappeso! Bisogna indagare l’abitudine al fumo e all’alcool; bisogna testare il colesterolo se questo non sia già noto. Ci si deve informare sull’esercizio fisico piuttosto che sulla vita sedentaria, sull’eventuale esposizione lavorativa a fattori di rischio…

Fatta così, la ginecologia riesce ad essere vera e propria medicina della donna.

Di medicina della donna vista come medicina preventiva parlerò nelle prossime pagine di questo capitolo.

A seconda dell’età della donna, parlerò delle diverse esigenze preventive, diagnostiche e terapeutiche. Vedi l'indice sottostante per orientarti.

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