MEDICINA PREVENTIVA NELLA DONNA ADULTA
Ricordiamo
cosa si deve intendere per medicina preventiva.
Medicina preventiva significa effettuare un’opera di consiglio, di diagnosi e di terapia per prevenire "qualcosa".
Che cosa si deve prevenire, in primo luogo, per la salute di una persona?
Si devono prevenire o diagnosticare precocemente le principali cause di morte, agendo sui loro fattori di rischio per prevenirle o riconoscendone i sintomi e i segni precoci per diagnosticarle precocemente.
Quali sono allora le principali cause di morte?
Malattie cardiovascolari su base
aterosclerotica (infarto cardiaco, ictus), tumori maligni in diversi organi
corporei, malattie infettive (o malattie infettive in senso stretto o malattie
infettive che
siano complicanze di altre malattie), malattie degenerative.
A
Prima causa di morte: malattie cardiovascolari
(soprattutto infarto cardiaco e ictus cerebrale), legate in principal modo all’aterosclerosi.
Facciamo quindi una panoramica di quel
che si può fare come medicina preventiva per la donna:
B
Passiamo
ora al secondo ordine di malattie che rappresentano delle cause di morte e
che sono i tumori.
A questo
proposito, la correzione dell’obesità, delle abitudini al fumo e all’alcool
e il tenere delle abitudini alimentari appropriate sono già dei provvedimenti
che, oltre ad aiutare contro i rischi cardiovascolari, aiutano anche nella
prevenzione di molti tumori. Ciò aumenta ancor di più l’importanza del
lavoro del medico nel volersi prender cura di questi fattori di rischio.
a) In particolare, nell'ambito dei tumori femminili, abbiamo già nominato in altre pagine il PAP-test che è in grado di diagnosticare precocemente i tumori del collo dell’utero e consentire in tal modo una guarigione completa. Il PAP-test va eseguito con periodicità, ma tale periodicità va stabilita di volta in volta a seconda dei fattori di rischio di ciascuna paziente.
Ogni tipo
di valutazione, di esame diagnostico e di terapia, vanno sempre
individualizzati, personalizzati, rispetto alla paziente che si ha di fronte: la
standardizzazione può avere dei grossi limiti. C’è chi un PAP-test lo deve
fare ogni anno (la maggioranza delle donne), ma ci sono poi delle donne a più
basso rischio nelle quali è sufficiente farlo ogni due anni, e c’è poi anche
chi lo deve fare ogni sei mesi, in base ai referti precedenti, in combinazione
magari con una colposcopia. C’è tutta l’intera gamma di possibilità.
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