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Forno a "Manica"

    In seguito, indistintamente tutte le altre dinastie che si sono succedute  alla guida della Calabria : Svevi, Aragonesi, Spagnoli, Austriaci, Francesi, Borbone, meno che gli ultimi, i Savoia, trovarono utile e vantaggioso  sfruttare le risorse minerarie della Vallata dello Stilaro, lasciando di conseguenza sul territorio i "segni" di queste loro intense attività "industriali"   ( miniere, fonderie, ferriere, fabbriche d'armi, villaggi, laverie, ecc..). Il polo siderurgico Calabrese, ha attirato nei sec. XVI- XVII- XIX, nella vallata dello Stilaro, una nutrita schiera di maestranze e tecnici specializzati ed impresari, provenienti da distretti minerari europei (sassoni, francesi, belgi, austriaci, spagnoli) ed Italiani ( Bergamasco, Bresciano, Toscana, ecc..), i quali trovavano nel polo industriale Calabrese, di che vivere .

Aia carbonile

  Oggi, i resti industriali più interessanti presenti ancora sul territorio della vallata dello Stilaro, sono riconducibili al periodo della dominazione Spagnola, con i resti delle ferriere appartenute a Cesare Fieramosca, e alla dominazione  Borbonica, durante la quale, il governo, si attivò per dotare il Regno di uno stabile apparato industriale, gestito direttamente dallo Stato. E' del 1742 la prima fabbrica d'armi costruita in Calabria a Pazzano, seguita nel 1746 da quella costruita sul fiume Assi. E' nelle ferriere dell'Assi, ed in quelle "Vecchie di Stilo" che si realizzano, su progetto del Vanvitelli, i tubi per l'acquedotto "Carolino" della Regia di Caserta . E' dalla fabbrica d'Armi di Mongiana e dalle fonderie di Ferdinandea e Mongiana, tra le più imponenti d'Italia, che l'esercito Borbonico riceveva gran parte del proprio armamento. E' in questo polo industriale che trovavano lavoro circa 2.500 persone, le quali, in seguito, alle scelte politiche attuate dal governo unitario, persero il proprio lavoro destinati a diventare " o briganti o emigranti".

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