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L'Ecomuseo...
è  storia,
   è  cultura,
     è  natura,
       è  riflessione
          è sviluppo.

Per conservare la memoria di questo patrimonio culturale, l'ACAI, nel lontano 1982, ha elaborato, un progetto di massima denominato "ECOMUSEO DELLE FERRIERE E FONDERIE DI CALABRIA", con il quale si pensa di salvaguardare il così detto "sistema Fabbrica", cioè il sistema integrato di tutte quelle risorse, forestali e minerarie, idrogeologiche e infrastrutturali, paesistiche e monumentali, che hanno interessato in stretta relazione tra di loro e in  determinate  epoche , una ben definita area geografica.  Il territorio che sta vedendo nascere l'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, presenta un ambiente naturale che lo rende particolarmente interessante. Nell'ecosistema montano, predominano le formazioni granitiche dei monti Pecoraro, Campanaro, San Nicola, ricoperti da una lussureggiante vegetazione (faggi, lecci, abetaie, querce, castagni, ecc..), e le formazioni calcareo-dolomitiche del costone del monte Stella, e Mammicomito, che costituivano in passato il più grande ed importante bacino minerario del Meridione d'Italia.


Moltissime sono le grotte naturali e non, presenti nell'area. Tra le più note, quelle naturali insistenti nel massiccio calcare dei monti Stella: Grotta di santa Maria della Stella, antichissimo eremo Ortodosso, e, nel monte Consolino, le molte "Laure", antichissime cellule monastiche una delle quali "Grotta del S.Angelo, conserva ancora tracce di affreschi bizantini. Tra le "artificiali", scavate dall'uomo nell'arenaria, circa 90, interessanti quelle di località "Calamione", per il ritrovamento di materiale archeologico risalente al neolitico e all'età del bronzo.

L'idrografia è costituita essenzialmente, dal fiume  Stilaro e dai suoi affluenti: il Ruggero, il Melodare, il Pardalà, il Cellia, e dal fiume Allaro, con  la Fiumara delle ferriere, e la Fiumara di mulini. La fauna, da piccoli mammiferi (cinghiali, volpi, lepri, ecc..), poche decine di lupi, ghiri, cinghiali, gatti selvatici, anguille trote, ed una gran varietà d'uccelli.

Completano il quadro, i centri urbani, risalenti tutti al periodo Medioevale, che custodiscono nel proprio ambito, veri e propri "tesori" d'arte. Stilo: il Castello normanno, la Cattolica, il Duomo, ecc . Bivongi: il San Giovanni Theristi, la "Grangia" Certosina degli "Apostoli". Pazzano: l'eremo di Santa Maria della Stella. Monasterace: il Castello, gli scavi magno-greci di "Caulon".  L'ecomuseo, da considerarsi una "impresa culturale" al servizio dello sviluppo di un territorio, ha come scopo ultimo, la  rinascita sociale ed economica della zona interessata, mediante l'attivazione di un turismo-culturale di massa (alberghi, ristoranti, camping, guide, operatori turistici); grazie anche ad  un indotto economico preordinato e/o spontaneo di tutte quelle antiche attività: artigianali, agricole, ecc.. proprie del comprensorio.

L'ECOMUSEO, prevede uno sviluppo globale dell'intero territorio interessato alla sua istituzione, che si attuerà, rispettando le naturali "vocazioni" del territorio, attraverso l'individuazione di 5 "aree territoriali di interesse primario  di valorizzazione", le quali, operando in stretto collegamento tra esse, avranno il compito di innescare "azioni" economiche e culturali, utili alla rinascita sociale dell'intero comprensorio.

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Tel.: 0964 -  775442
Fax: 0964 - 731372
E-mail: danilofranco@tiscalinet.it