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L'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, da qualche anno inizia  ad essere una realtà. Con un finanziamento della Regione Calabria, fondi F.E.S.R., e grazie ad un progetto di massima predisposto dall'ACAI, si sta intervenendo, da alcuni anni, nel  territorio comunale di Bivongi, per recuperare e  restaurare: Una antica bocca di miniera ;Una centrale  idroelettrica del 1913 ;Due mulini idraulici ;Una antica conceria, già ferriera Fieramosca ;Una  casa albergo, annessa ad uno stabilimento termale.  Altre iniziative : il "Museo di Archeologia industriale e della cultura materiale", il primo del genere nel Sud Italia, è già attivo in un  locale  sito nell'ex convento Basiliano  " San Giovanni Theresti" a Stilo, ed  in  collaborazione con l'Amministrazione Comunale di  Pazzano, la realizzazione di un museo della "Cultura mineraria".

"Mulinu do Furnu" e ferriera Fieramosca.  Testimonianze letterarie,  citano l'esistenza  del mulino, fin dal sec.XIII, e ci fanno sapere  che esso, veniva utilizzato per frantumare il minerale (galena) estratto dalla vicina miniera, ubicata nella località che ancora oggi viene denominata "argentera". Il minerale veniva poi fuso nell'annesso forno, da qui la denominazione "Mulinu do furnu".  La vicina ferriera, della quale esistono pochi resti, nel sec XVI, fu ceduta dal Carlo V, al proprio scudiero Cesare Fieramosca, e produceva granate  e cannoni per la Regia Corte. Nei primi anni del 1900 , alla ferriera è stata sovrapposta una conceria, i cui resti sono oggi ben visibili. Il mulino sarà adibito a centro informazione per la visita agli itinerari dell'Ecomuseo.

Gli interventi

La centrale idroelettrica "l'Avvenire", unica superstite delle prime centrali di Calabria, fu realizzata nel 1913, da cittadini di Bivongi che appositamente costituirono una       S.p.A.  I macchinari furono forniti dalla Soc. Moncalvi di Pavia e gli impianti elettrici dalla Ercole Marelli, di Milano. Le due turbine , ancora presenti in centrale, sono del tipo " Francis", e fino al 1952, data della sua dismissione,  fornirono elettricità ai paesi del circondario. La centrale diverrà centro di documentazione sull'utilizzo dell'energia idraulica nel corso dei tempi.

L'albergo, fu costruito nei primi del '900, nell'area nella quale era attivo uno stabilimento termale ( acque alcalino solforose, che sgorgano nella località denominata "Acque Sante") . Sia lo stabilimento termale, che l'annesso albergo furono attivi sino agli anni 50 del novecento. L'albergo, fungerà da centro assistenza turistica, fornendo tra l'altro trenta posti letto.

Il mulino "do Regnante", da poco restaurato, presenta la tipica condotta forzata,  e secondo gli indirizzi progettuali dovrà a scopo didattico essere messo in attività, per tramandare alle generazioni future, le tecniche molitorie utilizzate  in passato. Il mulino è un dei pochi superstiti dei molti (18) attivi nella vallata dello Stilaro, tutti del tipo "greco" o "Scandinavo", per la posizione della ruota palmata posta orizzontalmente alle macine. Alcuni di questi, ben 12, vengono citati in alcuni documenti bizantini, e indicano come a fianco di una industria mineraria e siderurgica, l'agricoltura, nella vallata dello Stilaro aveva anche il proprio peso.

La miniera "Garibaldi", sottoposta a restauro, non è percorribile, se non per una diecina di metri, in essa e nel piazzale antistante si esporranno pannelli esplicativi le varie attività estrattive. La  nascita del polo siderurgico  Calabrese, imperniato sulle ferriere e fonderie dello Stilaro e delle Serre Calabre, è dovuta, essenzialmente, alla presenza nei monti Stella, Mammicomito e Consolino, del più vasto giacimento minerario del Sud Italia. Da questo, nel quale furono aperte oltre 30 miniere, si estraeva la "limonite", che si avviava per la trasformazione alle numerose ferriere del circondario per ottenere il ferro e manufatti.

     Il museo, di Archeologia industriale e della cultura materiale, l'unico del genere i tutta la Calabria, costituisce un valido "mezzo" per far conoscere attraverso i supporti multimediali e audiovisivi, di cui è dotato, le varie realtà culturali e ambientali del territorio "dell'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria".Il museo civico  è a Stilo, ed è ospitato,  in alcuni locali dell'Ex complesso monastico San Giovanni Teresti, risalente al XVII sec. , ed ora sede comunale. Il museo può essere visitato in qualsiasi periodo dell'anno, facendone richiesta, direttamente all'ACAI.

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E-mail: danilofranco@tiscalinet.it