può essere molto compatto e rendere difficoltoso il radicamento. Capace di trattenere l’umidità anche in periodi più asciutti, questo tipo di terreno, quando è secco si screpola e si spacca in superficie; se ha un cattivo drenaggio si satura subito di acqua, impaludando la zona e provocando anche l’asfissia delle radici.
al contrario è molto asciutto, perché l’acqua percola facilmente tra le particelle; per questo motivo è in genere povero, poiché le sostanze nutritive vengono facilmente dilavate.
composti da pezzi di roccia e ghiaia.
questi si trovano principalmente nelle zone molto piovose con cattivo drenaggio. La torba è humus allo stato quasi puro; è un’ottima spugna ma non contiene alcun alimento e non ha attività microrganica.
questi terreni si trovano negli acquitrini che si sono prosciugati; hanno un aspetto sterile e sono sterili.
sono molto alcalini, ricchi di sostanze nutritive, ma raramente sono umidi.
Per determinare il tipo del vostro terreno prendere una manciata di terra in quattro o cinque punti diversi del giardino, mischiarla bene in un secchio, metterne una cucchiaiata in un barattolo di vetro pieno di acqua pulita, mescolare bene e lasciar riposare. Quando l’acqua sarà tornata limpida, osservando bene si vedrà allora che le particelle più grandi si sono depositate sul fondo del barattolo, quelle della misura successiva al di sopra e quelle più fini al di sopra ancora; infine ci sarà uno strato scuro composto principalmente da humus. Se si tratta di un buon tericcio dovrebbero risultare degli strati più o meno equivalenti; se si tratta di un terreno sabbioso vi saranno molti detriti leggeri sospesi nell’acqua. I migliori terreni per la coltivazione sono quelli di colore scuro, dovuto da una notevole ricchezza di humus; se tendono al rosso vi è presenza di ferro, mentre i suoli più chiari sono ricchi di calcio.
TERRENI SABBIOSI – Se le particelle del vostro terreno sono grandi, e avete della sabbia che non trattiene l’acqua, aggiungete tutto l’humus voluminoso di cui disponete ed incorporatelo a fondo nel terreno di superficie. Poi dove avete delle piante perenni, intervenite con delle pacciamature annuali e consistenti. Se il terreno sabbioso ha particelle di dimensioni molto piccole la soluzione migliore è di intervenire in superficie piuttosto che in profondità. In tutti i terreni sabbiosi è consigliabile usare concimi organici più voluminosi, specialmente quelli che contengono fibre vegetali in proporzioni notevoli. Evitate tutti i concimi liquidi e semiliquidi.
TERRENI ARGILLOSI – anche in questo caso i concimi organici sono i migliori fertilizzanti. Per rendere migliore il vostro terreno argilloso bisogna aggiungere della sabbia granulosa ai concimi voluminosi.
IL TERRICCIO – per migliorare la sua struttura basterà aggiungere un po’ di sabbia granulosa una volta l’anno, preferibilmente alla fine dell’estate o inizio inverno, per impedire al terreno di deteriorarsi.
TERRENI PIETROSI – più concime massiccio e composto vegetale aggiungete meglio è.
TERRENI TORBOSI – la prima cosa da risolvere è il drenaggio, preferibilmente con canali di scolo. Poi bisogna aggiungere concimi organici o composti vegetali in proporzioni uguali con sabbia granulosa, ed incorporarli in profondità una volta l’anno.
TERRENI LATERICI – Incorporare la maggior quantità di concime voluminoso possibile.
Il PH di un terreno riveste grande importanza per gli effetti che determina sulla vita della microflora e sull’assimilazione di alcune sostanze da parte delle piante. La maggior parte delle piante cresce su un terreno appena più acido di quello neutro, con valori fra il 6,5 e il 7. Il PH di un terreno è determinato dalla sua origine e composizione. Da rocce antiche come il granito e arenaria deriverà un terreno tendenzialmente acido; anche l’abbondanza di humus e di composti organici aumenta però l’acidità. Per contro, le rocce calcaree e argillose daranno origine a terreni alcalini.
Se userete molta torba lo renderete acido, se aggiungerete composto vegetale ricco di azoto potrete renderlo più alcalino. Per rendere un terreno neutro acido si aggiunge della calce; la migliore è il calcare in polvere (carbonato di calcio Ca-Co³.Sono sufficienti poche applicazioni che saranno efficaci per quattro cinque anni in un buon terriccio. A volte viene raccomandato l’uso dello zolfo in polvere o del solfato di alluminio per rendere neutro o acido un terreno alcalino. Fra i due è preferibile lo zolfo. Non bisogna in alcun caso usare il solfato di alluminio, esso, infatti, lascia nel suolo dei depositi di alluminio che vengono subito assorbiti dalle piante, e l’alluminio è un veleno per le piante come per l’uomo. Lo zolfo in polvere è meno fastidioso, purché lo si usi soltanto dove si coltivano piante ornamentali: infatti, anch’esso è tossico, quindi si farà bene a non servirsene mai in un orto.
Viene indicata la quantità di calce idrata (idrossido di calcio) Necessaria per portare l’esponente pH di vari terreni a un valore di 6,5. Le dosi sono calcolate per un’area di 90 metri quadrati.
I macroelementi
AZOTO N favorisce la formazione del fogliame e del legno:
in caso di carenza le foglie hanno un colore verde scialbo, tendono ad
ingiallire precocemente, lo sviluppo è lento e la pianta è gracile.
FOSFORO P sollecita lo sviluppo di tutto il vegetale specialmente dei frutti:
la sua carenza rende più difficile lo sviluppo della clorofilla.
POTASSIO K svolge un’azione energica sull’assimilazione degli elementi
indispensabili alla vita del vegetale e ne sollecita la maturazione: la sua
carenza rende il fogliame dapprima verde-azzurro, poi violaceo e rosso-bruno, con macchie gialle ai bordi.
No ai fertilizzanti artificiali
Il motivo per cui vanno evitati nella coltivazione del giardino è
che benché possano nutrire le piante in modo adeguato non fanno
assolutamente niente per la struttura del terreno. In agricoltura dove
si è ricorso massicciamente ai fertilizzanti artificiali per lunghissimi
periodi il terreno si è degradato a tal punto che la struttura è in sfacelo.
C’è un solo modo giusto per nutrire il terreno, ed è con i concimi organici
massicci, che dopotutto sono ciò di cui le piante si nutrivano prima che inventassero quelli artificiali.
Il compostaggio permette di riprodurre su piccola scala quanto in natura avviene nelle lettiere dei boschi o negli strati più superficiali dei terreni incolti, cioè la trasformazione dei residui organici in humus. Si tratta di racchiudere in un contenitore progettato con cura spazzature normali del giardino, della casa: erba tagliata, erbacce verdi o secche, fiori morti, la parte aerea di legumi e patata, le foglie ingiallite delle verdure, e poi ancora rifiuti di cucina come le bucce delle patate, i baccelli dei piselli e dei fagioli, le foglie di scarto dei cavoli e perfino gli avanzi come mezza scatoletta di fagioli in umido che vi eravate dimenticati di finire; i giornali vecchi ridotti a brandelli, le scatole di cartone strappate in pezzetti, il contenuto dei sacchetti dell’aspirapolvere, le ripuliture delle gabbie degli uccelli, dei conigli, dei criceti, potete perfino aggiungere i vostri capelli e i ritagli delle unghie. E' MEGLIO EVITARE i resti di animali e i residui vegetali legnosi anche se per questi ultimi oggi sono disponibili nei negozi di giardinaggio dei biotrituratori che sminuzzano finemente i resti delle potature rendendoli più facilmente e velocemente biodegradabili.
Il sovescio consiste nel coltivare piante destinate all’interramento per migliorare la fertilità e la struttura del terreno. Le piante più utilizzate sono le leguminose: lupino,trifoglio,veccia, melitolo,lupolina,lupinella,pisello da foraggio e favetta. Si possono effettuare sovesci annuali, prima delle colture principali. Per una perfetta riuscita della concimazione è bene effettuare l’interramento almeno 2-3 settimane prima della semina della coltura successiva e nel caso delle leguminose prima della loro fioriture per usufruire al massimo del contenuto di azoto di queste piante. Anche i contenitori per il compost si possono acquistare in kit da montaggio presso i negozi più forniti, ve ne sono di forme e dimensioni diverse.