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La Storia
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I primi documenti relativi all'origine della tessitura risalgono
all'anno 2000 a.C. circa e sono rappresentati da dipinti
murari di tombe egiziane che raffigurano le operazioni di filatura
e tessitura.
Per incontrare i primi pezzi che possono essere realmente considerati
arazzi occorre risalire ai secoli XI (Panno di S. Gereone, prima nell'omonima
chiesa di Colonia, ora smembrato in varie collezioni europee) e XII
(Panno di Baldishol, Oslo, Kunstindustrimuseet).
A partire dal XIII secolo, la manifattura degli arazzi si
diffuse in tutta Europa, con connotazioni particolari nelle varie
nazioni, seguendo lo sviluppo delle arti figurative e del gusto specifico
delle corti, dei nobili e delle famiglie dell'alta borghesia.
Francia, Belgio e Olanda
E' dal XIII secolo che il termine arazzo assume un senso
proprio, quando in Francia l'attività arazziera è testimoniata dagli
statuti delle corporazioni.
L'arazzo si diffonde largamente in Francia e nelle Fiandre
nel XIV secolo anche grazie alla committenza della casa reale
di Francia e della corte di Borgogna, che ebbe il compito di
tessere per la cattedrale di Angers la serie di arazzi con l'Apocalisse.
Dagli inizi del XV secolo il più importante centro di produzione
è Arras (da cui trae origine il nome italiano: arazzo), ed in
seguito quello di Tournai, celebre per i suoi capolavori di
eleganza.
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Bernard van Orley
"Il mese di settembre": settimo pezzo della battuta
di caccia di Massimiliano
Bruxelles, 1528 circa
(Museo
del Louvre)
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Simon Vouet
"Mosé salvato dalle acque": terzo pezzo della
serie dell'Antico Testamento
Parigi, 1630 circa
(Museo
del Louvre)
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Le raffigurazioni in questo periodo sono tratte da soggetti
sacri e profani.
Nella seconda metà del XV secolo sorgono altre manifatture
a Bruges, Oudenaarde, Anversa e Bruxelles, famosa per i suoi
tapis d'or, che nel XVI secolo, contribuì a diffondere nelle
Fiandre il gusto del rinascimento italiano.
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Notevole anche la produzione di soggetti allegorici, come
la famosa collezione di arazzi della "Signora con l'Unicorno"
prodotta a Bruxelles da Willem de Pennemaker nel 1512, che illustra
i cinque sensi (la figura rappresenta "il gusto"), ora custodita
nel museo di Cluny.
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Nel 1531 sorge la manifattura di Fontainebleau, voluta da Francesco
I e ispirata ai motivi del manierismo italiano (scene classiche, mitologiche
e allegoriche, scene di guerra e di caccia, ritratti di nobili).
Alla fine del XVII secolo i centri di produzione francesi, come Aubusson,
Beauvais, acquisiscono il primato europeo, superando i produttori
fiamminghi, che in passato avevano dominato la scena anche grazie
all'opera e alla scuola di Rubens, che aveva impresso all'arazzo un'impronta
significativamente pittorica e monumentale.
Paesaggio dai cartoni di
Francois Boucher
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Nel 1662, a Parigi, Colbert crea, sotto la direzione di
Charles Le Brun, la manifattura reale dei Gobelins che imporrà
per tutto il XVIII secolo il gusto francese.
La manifattura Gobelin, che trae il nome dalla famiglia
Gobelins, trasferitasi a Parigi da Reims verso la fine del
'400, diventa famosa grazie alla direzione del pittore Charles
Le Brun. La produzione dei tessuti per tappezzeria arazzeria
conosce in Francia il massimo splendore nei secoli XIV e XV,
che vedono fiorire le celebri manifatture di Parigi, Valenciennes,
Lilla e Arras. E' questo il periodo del trionfo dei motivi
bucolici, pastorali e campestri, tipici del manierismo tardo
Barocco e Rococò, rappresentati da famosi cartonisti come
Francois Boucher (1703-1770) e J. H. Fragonard (1723-1806).
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Verso la fine del Settecento, molte manifatture furono costrette
a chiudere a causa della crisi economica succeduta alla Rivoluzione
francese. Forte fu lo sforzo di Napoleone per incoraggiarne la riapertura
e, nel corso dell'Ottocento, numerosi furono i tentativi di tenere
in vita quest'arte, che riacquistò una propria fisionomia solo con
l'Art Nouveau.
Nella tecnica si ha un importante rinnovamento nel laboratorio
di Marie Cuttoli (1925-30) che eseguì cartoni, preparati per la traduzione
tessile, di Picasso, Lurçat, Braque, Rouault.
Italia
I primi esemplari di arazzi sono eseguiti in Italia per opera di
specialisti fiamminghi. Presto si diffondono importanti manifatture,
come quelle fiorentine, fondate da Cosimo I nel 1546, l'arazzeria
Barberini di Roma, creata dal cardinale Barberini nel 1627, e anche
centri di produzione minori come Mantova, Milano, Vigevano.
Durante il medio evo e il rinascimento, gli arazzi costituiscono una
parte non trascurabile del patrimonio delle famiglie nobili, come
è testimoniato da numerosi documenti storici. Giuseppe Giacosa, nella
sua opera "La vita privata nei castelli" del 1892, scrive: "Alle pareti
arazzi istoriati o vaghe stoffe sottili a ghirlande di fiori… compito
della castellana e delle figliuole è la cura delle tappezzerie e degli
arazzi che si tengono piegati su appositi scaffali nella stanza chiamata
per l'appunto la guardaroba dei tappeti… Le fanti vi passano intere
giornate a spiegare, battere, rammendare e ripiegare i preziosi paramenti,
ma tale è il loro valore ed in tal pregio sono tenuti, che per lo
più vi attende direttamente la padrona".
Pietro Momenti, nell'opera "L'arte Veneziana del Rinascimento",
scrive: "Nel 1521 il principe di San Severino fu festeggiato in casa
patrizia dai Compagni della Calza. L'atrio, le stanze, il portico
del palazzo tappezzati di quadri e d'arazzi; un prezioso panno d'oro
era steso nel luogo dove il principe sedeva…".
La tradizione artigiana continua e si sviluppa anche in altre regioni
d'Italia, come Toscana e Veneto.
Con l'avvento della tessitura Jacquard, inizia una produzione di qualità
meccanizzata anche in altri territori, come la Brianza e il Lecchese.
Spagna
Nel 1720 in Spagna viene fondata da Filippo V la manifattura di
S. Barbara di Madrid, diretta poi da Mengs, che produsse la serie
dei famosi arazzi su cartoni di Goya (1776-91).
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