Cos’è e perché “dif”?
Si affaccia sul già affollato panorama editoriale una piccola
casa editrice dal nome misterioso, ma che – a ripeterlo – fa
venire in mente un luogo leggendario: il castello-prigione d’if,
da cui evade il Conte di Montecristo, il personaggio più famoso
di Alexandre Dumas e forse di tutta la narrativa popolare.
Uscire dal castello-prigione, scavare alla ricerca della luce
e della libertà, scambiare segni, sogni e fisionomia, inventare
giochi a rimpiattino con parole e testi – come a volte sanno
fare bambini, ragazzi,ma anche alcuni adulti – sono
metafore che rappresentano gli intenti programmatici
delle Edizioni d’if.
Ma la d’if non vuole essere solo questo; altre collane stanno
nascendo per lettori diversi, con la dichiarata preferenza per la
poesia, l’arte e la letteratura. E ancora: si vuole sperimentare il
connubio – per ora problematico e audace – tra editoria di
carta ed editoria elettronica.


Una intrapresa temeraria?
Si possono produrre oggi libri con metodi e cura artigianali,
realizzando un “oggetto” di qualità integrata (testo, illustrazioni,
grafica, formato, editing, ecc.) a prezzi contenuti, se non
competitivi?
Può una piccola Casa Editrice – pensata, diretta e finanziata
da chi ha fatto dei libri i suoi compagni di avventura – reggere le
sfide di un’editoria sempre più orientata verso la concentrazione
delle sigle e l’occupazione monopolistica del mercato? E per di
più in un paese dove si legge poco?
Ci si può appassionare alla realizzazione dell’”oggetto libro”,
fruibile attraverso una percezione multisensoriale, capace cioè
di produrre sinestesie insospettabili (per adulti, ragazzi e
bambini)?
Si può puntare sul web con la presenza di e-book – che siano
dei veri e propri libri – per allargare la sfera di fruizione della
lettura a costi bassissimi o nulli?

Su queste scommesse e su queste sfide sono nate nel 2001 le
Edizioni d’if.

Il racconto, le parole, il ritmo, il verso
Il racconto, le vicende, i personaggi, i paesaggi, gli ambienti, le
immagini, i suoni, i colori, i ritmi… sono terreni di coltura del
nostro immaginario: nessuno ignora (o dovrebbe ignorare)
quale influenza abbiano sulla qualità della nostra vita,
permettendoci di non chiudere in passivo i conti con la fantasia.
Per bambini e ragazzi si tratta di operazioni mentali e di
esplosioni affettive per lo più naturali e creative, a patto che
non intervengano strutture e/o messaggi di segno opposto.
Va da sé che ciò non significa affermare che bastino i libri – di
carta o di luce – per salvare il mondo. Forse non bastano,ma i
buoni libri aiutano, e molto.
Il mondo dei bambini è fatto di parole, racconti, ritmi vitali e
vocali; di suoni, immagini ed emozioni. E ciò da tempo
immemorabile, come attesta la perduranza antropologica e
culturale della fiaba. Il valore (formativo e fantastico) della
parola, anzi delle parole, è un patrimonio che nessun nuovo
medium sarà mai in grado d’insidiare, e forse nemmeno di
amplificare.
Le Edizioni d’if puntano selettivamente sulla centralità della
parola, curata e scelta con grande attenzione al valore espressivo
e formale, oltre che a quello ludico. Per questi motivi,ma
anche per la godibilità, la leggerezza, la leggibilità dei testi,
nella collana i coccogrilli sono privilegiate filastrocche e
racconti in versi. Per gli adolescenti che amano gli intrecci a
sorpresa ci sono i pipistrilli, romanzi da leggere tutti d’un
fiato. Gli armadilli blu, invece, sono una vera e propria sfida
al mercato: sono poesia per giovani – di quella che non si
legge a scuola e neppure all’università – scritta da poeti.

Le illustrazioni e la grafica
( La stessa cura formale ed espressiva è posta nella scelta delle
illustrazioni e delle soluzioni grafiche, che sono intimamente
collegate ai testi e alle scelte editoriali, soprattutto per le collane
rivolte ai ragazzi. Autore e illustratore lavorano in sinergia e,
nel circuito produttivo, il grafico assume il ruolo di fattore
connettivo e di responsabile dell’eleganza funzionale (anche
in termini economici) dell’ oggetto libro. Invece per gli e-book
è quasi sempre responsabile soltanto l’editrice.
A proposito dell’opzione tra b/n e colore vale il criterio di
funzionalità delle illustrazioni rispetto al testo, con una
preferenza dichiarata per il b/n.
A questo proposito, e stante l’invasività dei colori mediatici e
pubblicitari, forse è utile riflettere su uno spunto pedagogico,
di un grande filosofo tedesco, che fu il primo e più geniale
studioso delle implicazioni per l’opera d’arte nella società di
massa:

«L'immagine colorata induce la fantasia del bambino ad
immergersi in se stesso. La silografia in bianco e nero, la sobria
illustrazione prosaica lo trae fuori di sé.
Queste immagini introducono il bambino nel mondo del
linguaggio e della scrittura più di tutte le altre. Nel regno delle
immagini acromatiche il bambino si sveglia, mentre in quello
delle immagini colorate si abbandona ai suoi sogni».

Walter Benjamin

le collane

i coccogrilli


i pipistrilli


i pipistrilli elettronici


gli armadilli blu


i miosotìs


strumenti


digitalia


fuori collana




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