Mappa di Leonardo da Vinci

LA VALDICHIANA

La Valdichiana in un disegno di Leonardo da Vinci
Bonifica in Valdichiana

A. Guastaldi - L. Mazzetti
"La Real Fattoria di Bettolle" in Quaderni Sinalunghesi, Anno XII nº 1 Giugno 2001

Nel 1525, quando Bettolle era poco più di un piccolo villaggio di confine della Repubblica di Siena, la vicina comunità di Foiano (in territorio fiorentino), deliberò di cedere la parte dei propri terreni impaludati ad Ippolito dei Medici a patto che questi provvedesse, a proprie spese, ai lavori di bonifica.
Il Medici accettò la proposta e, in tempi rapidissimi, la cessione fu regolarizzata con un contratto. In un certo senso si può dire che fu con questo atto che si crearono i presupposti per la nascita della Fattoria di Bettolle.
L’iniziativa della comunità di Foiano non è facilmente comprensibile, se non dopo un’attenta lettura delle note del contratto. Perché una comunità non ricca decise di regalare una parte dei propri terreni, e perché proprio a chi non ne aveva un gran bisogno? Innanzi tutto occorre precisare che tali terreni erano considerati della comunità per il solo fatto che non erano di nessuno, o per meglio dire – ed è questo il punto – i terreni erano della comunità perché si era persa la memoria di chi fosse stata la proprietà. Questo lascia capire lo stato di abbandono e la qualità dei possessi. Affidandosi poi alla magnanimità di un principe voleva dire, da una parte, poter affrontare il futuro con una protezione adeguata, e dall’altra ottenere, in tempi brevi, alcuni dei vantaggi derivanti dal contratto. Per esempio era previsto che la comunità ricevesse ogni anno uno staio di grano per ogni staioro di terreno prosciugato; che per i lavori di bonifica e di coltivazione fossero utilizzati gli uomini di Foiano; che fosse consentito il pascolo nei periodi liberi da colture, ed altri piccoli vantaggi che avrebbero permesso alla gente di vivere un po’ meglio, senza però, nel contempo, dare troppo fastidio alla nuova proprietà.
L’esempio di Foiano fu seguito nel decennio successivo, con gli stessi intenti e speranze, da Castiglion Fiorentino, che cedette i suoi terreni paludosi a papa Clemente vii, al secolo Giulio dei Medici (e zio di Ippolito), e successivamente da Cortona, Montepulciano, Chiusi e da quasi tutte le altre comunità della valle. In breve, la famiglia Medici, divenne proprietaria di tutti i terreni immediatamente a ridosso del Chiana, tra Arezzo e Chiusi.
I lavori di bonifica ebbero inizio e continuarono in modo più organico e deciso che in passato, soprattutto dopo la fine della “Guerra di Siena”, ma le cose non andarono esattamente come avrebbero voluto i donatori. I Medici non rispettarono in alcun modo le clausole dei contratti di donazione: non pagarono mai quanto previsto dalle carte, si appropriarono di svariati ettari di terreno delle comunità e spesso richiesero contributi per le opere di bonifica. Se a questi particolari si aggiunge la drastica diminuzione delle zone lacustri, con la conseguente riduzione dei proventi delle attività connesse, come la pesca, la raccolta delle canne, ed il traghettamento, quello che emerge è un quadro a dir poco disastroso, tanto da far apparire l’idea della donazione dei terreni come la peggiore che la gente della Valdichiana avesse mai avuto. Tuttavia occorre dire che senza quegli atti di donazione la valle sarebbe rimasta paludosa, probabilmente, per molto tempo ancora. È difficile infatti ipotizzare un’impresa, per realizzare la quale furono coinvolte le più grandi menti del tempo, molte delle quali convintissime dell’impossibilità di bonificare la valle, se non ci fossero stati gli interessi diretti della famiglia al potere.
A proposito dei lavori, Vittorio Fossombroni, ritenuto l’artefice massimo della bonifica, spiega nelle sue Memorie idraulico-storiche..., che il metodo più ovvio per liberare un terreno dall’acqua stagnante è quello di creare un’apertura per farla uscire; poi aggiunge che un altro metodo, ugualmente valido e naturale, consiste nell’immettere nei territori allagati altre acque contenenti fango e detriti e di lasciarle decantare in modo da alzare il livello del terreno6.
Questo secondo metodo era detto “delle colmate” e fu quello più largamente usato in Valdichiana, in particolar modo a partire dalla metà del xviii secolo. In fondo la storia della bonifica è tutta qui, almeno concettualmente. Questa sintesi però non deve trarre in inganno, perché i lavori non furono affatto semplici.

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mappa Etruria
Particolare dalla pianta dell’Etruria in Vaticano