Dall'edizione italiana di:
John A. Keel, Creature dall'ignoto - Manuale di zoologia misteriosa, Roma, Fanucci 1978

 

PRESENTAZIONE

L'importanza ed il significato dell'opera di John Keel non sono comprensibili senza fare riferimento allo sviluppo dell'ufologia (e specialmente di quella americana) degli anni precedenti, dalla quale essa trae la ragion d'essere. La grande svolta innovatrice portata da Keel nel pensiero ufologico sul volgere degli Anni Settanta ha infatti le sue radici in tutta una linea di pensiero maturata nel decennio precedente e della quale egli non è stato che il naturale sbocco. Per questo è opportuno rifarsi all'ufologia e ad una parte della sua storia.

Dopo i primi anni (grosso modo dal 1947 al 1957) che si possono considerate l'epoca d'oro, il "periodo classico" per gli UFO, sopravvenne un lungo intermezzo di crisi, un vero e proprio "medioevo ufologico", o "epoca buia" (Dark Age), come è stata definita dagli specialisti, che si protrasse fino a tutto il 1963. Le ragioni di ciò furono molteplici: dalla "saturazione" della stampa al diminuito interesse del pubblico (volto dopo il '57 piuttosto alla gara spaziale russo-americana), dall'inattività della commissione ufologica dell'Aeronautica (il Project Blue Book) ad un'effettiva diminuzione dei rapporti d'avvistamenti sugli USA.

Mentre la passione per gli "oggetti volanti non identificati" (e congiuntamente ad essa anche le "ondate" d'avvistamenti) si spostavano sull'Europa e sul Sud America, il mondo ufologico statunitense entrò in piena "crisi di valori". Dieci anni di avvistamenti e di ricerche non avevano portato a conclusioni precise e sicure circa la natura e l'origine dei "dischi volanti". I più li consideravano astronavi extraterrestri, ma nessuno riusciva a capacitarsi del perché essi, amici o nemici che fossero, ancora non si erano manifestati apertamente come tali. Si era inoltre diffusa una certa delusione per il disinteresse degli ambienti scientifici verso l'argomento, disinteresse causato anche dalle attività di sedicenti ambasciatori ed emissari dei "fratelli dello spazio", i cosiddetti "contattisti", nell'arco degli Anni Cinquanta.

La mancanza di risultati concreti causò quindi la defezione di molti elementi sfiduciati, il che indebolì notevolmente i ranghi degli ufologi. Per cercare di resistere ai tempi duri che si preannunciavano, questi tentarono un coordinamento fra di loro, e dalle due tendenze dominanti si formarono due compatti schieramenti, nettamente contrapposti fra loro: il NICAP (National Investgation Committee on Aerial Phenomena) e 1'AFSCA (Amalgamated Flying Saucer Clubs of America). L'uno raccoglieva gli ufologi "scientifici", intransigenti verso i contattisti ed addirittura verso tutti i rapporti contemplanti la presenza di creature umanoidi (intransigenza mantenuta fino all'atterraggio di Socorro), stretti attorno al campione dell'extraterrestriaìismo, l'ex maggiore dei Marines Donald Keyhoe. L'altro "amalgamava" i contattisti ed i loro seguaci, alla cui guida si pose Gabriel Green, in seguito candidato alla Casa Bianca su mandato degli "extra".

Al di fuori di queste due strutture chiuse ed in aperto conflitto tra loro si stava pero formando tutta una nuova leva di studiosi specializzati. La scarsa attività degli UFO consentì anzi a molti ricercatori di riesaminare e rivedere le proprie posizioni analizzando criticamente l'ufologia degli Anni Cinquanta, considerandone gli errori nel tentativo di trovare una via per uscire dall'impasse. Questa positiva tendenza all'autocritica stava portando lentamente ad una maturazione di nuove metodologie e nuove posizioni nei confronti della problematica, ma quando nell'aprile 1964 il clamoroso atterraggio di Socorro smosse l'opinione pubblica dell'Unione gettando i presupposti per un lungo revival protrattosi quasi ininterrottamente per cinque anni, queste considerazioni vennero accantonate, ci si rimboccò le maniche gettandosi a capofitto nel lavoro, enorme, di indagine e così questo positivo processo di miglioramento della compagine ufologica venne strozzato sul nascere, o quantomeno ritardato e rimandato fino alla successiva crisi, creata dopo il 1968 dal cosiddetto Rapporto Condon il cui "no" ufficiale agli UFO rigettò l'argomento nel ghetto fino alla successiva, imponente ondata del 1973. Non a caso infatti videro la luce proprio nel 1969, contemporaneamente ma del tutto indipendentemente, i testi base di quella che venne poi chiamata "ufologia nuova": Passport to Magonia dell'astronomo franco-americano Jacques Vallée ed i due volumi di Keel, Strange Creatures from Time and Space e Operation Trojan Horse.

Nel frattempo, tutto ciò che la più recente leva di ufologi (poi significativamente confluita in massa nelle correnti della new ufology) poté fare fu creare una specie di movimento terzaforzista, chi oggi si tende ad identificare nel gruppo di ricercatori (1) orbitanti attorno alla rivista Saucer News (la quale non a caso venne pubblicata dal 1955 al 1972), e dai quali Keel partì per la sua ricerca.

* * *

L'interesse di John Keel per l'insolito ed il mistero risale al lontano 1945, quando sul New York Times apparve un suo articolo su misteriose luci avvistate nei cieli della Renania dai piloti alleati, che li avevano battezzati foo-fighters (caccia di fuoco). Keel era un giornalista di professione, e cominciò a interessarsi subito ai "piatti volanti" (flying saucers), sui quali produsse nel 1952 un programma radiofonico intitolato Things in the Sky (Cose in cielo).

Nel 1953 si recò in Egitto per visitarne i monumenti e si fece rinchiudere per una notte nella Grande Piramide, dall'interno della quale trasmise in diretta negli USA un programma radio. Affascinato dall'Egitto e più in generale dall'archeologia, vi tornò l'anno seguente e durante una gita alla diga di Assuan ebbe modo di osservare un disco metallico librarsi in cielo. Soffermatosi in Medio Oriente, per tre anni girovagò nei musei e nelle biblioteche dal Nilo al Gange, alla ricerca del passato dell'uomo. Ebbe modo di visitare il Tibet, dove diede la caccia ad uno yeti (come lui stesso racconta in un capitolo di questo libro), e fu uno dei pochi europei ad avere l'occasione di farlo prima dell'occupazione cinese. Tornato in America, scrisse sui suoi viaggi un libro, Jadoo.

Nei primi Anni '60 si accostò all'ufologia, entrando nell'APRO, la più antica organizzazione statunitense, e rimase colpito dalle massicce "ondate" di avvistamenti che si abbatterono sugli Stati Uniti nel biennio 1964-65, al punto di decidere di dedicarsi agli UFO a tempo pieno, con l'intenzione di dimostrarne una volta per tutte la natura extraterrestre. Per tre anni, dodici mesi all'anno, sette giorni alla settimana, Keel inseguì dovunque il fenomeno, cercando di sviscerarne la natura. E più andava avanti e più si trovava immerso in un mondo fantastico e terribile di eventi curiosi e straordinari che si svolgevano sotto i suoi occhi. A poco a poco si rendeva conto che le "astronavi extraterrestri" da cui era partito non bastavano a rendere conto della complessa gamma di fenomeni legati agli UFO ed ai testimoni (che egli visitò ed intervistò a centinaia). Poco per volta la natura composita ed incredibilmente complessa degli UFO e di ciò che stava, o meglio si nascondeva, dietro ad essi divenne evidente ai suoi occhi. Poltergeist, fenomeni ESP, misteriose creature, enigmatici personaggi concorrevano a formare un incomprensibile mosaico la cui portata non si manifestava che in minima parte.

Parte dei risultati delle sue ricerche Keel li espose in vari articoli apparsi sulle pubblicazioni ufologiche e su molte riviste a grande tiratura, che si contendevano i suoi scritti sul "mistero del secolo". Dopo tre anni decise di dare una forma precisa ai suoi studi, alle sue esperienze, alle sue scoperte, che aveva metodicamente appuntate in un diario ormai divenuto simile, come dice lui stesso, "ad un romanzo di Poe o di Lovecraft". Si accinse quindi alla preparazione di un libro. Terminatone il manoscritto, questo si rivelò impubblicabile perché mostruosamente lungo. Con un lento e paziente lavoro di revisione, Keel lo sfrondò, tagliò, ricucì, scompose e ricompose più volte, ed il rimanente lo spezzò in due volumi, che apparvero a breve distanza l'uno dall'altro nel 1969, segnando appunto quella svolta che ha portato ad una nuova concezione non solo del "fenomeno UFO" ma di. tutta la realtà dell'insolito.

Il primo, Strange Creatures from Time and Space, qui tradotto, costituiva un minuzioso dossier sui "misteriosi abitanti e visitatori del nostro mondo", dai vari gnomi folletti ed elfi del folklore ai mostri ospitati nel laghi e nei mari del globo, dagli "extraterrestri" e le altre entità animate associate alla presenza di UFO ai casi d'infestazione da parte di diafane creature spettrali, dallo yeti e le sue varie versioni asiatiche, americane ed europee al mostruoso "uomo falena", e forniva una base documentaria ad un'idea appena visibile nel libro, e sviscerata poi nel secondo volume, Operation Trojan Horse (2) nel quale, partendo dagli UFO, Keel portava gradatamente il lettore alla consapevolezza d'un legame con tutta una vasta gamma di fenomeni misteriosi apparentemente non correlati fra loro ma, ad una più attenta analisi, in ogni caso tessere d'uno stesso mosaico ricostruibile, pur con tutta la buona volontà, solo a grandi linee.

Ufologia, spiritismo, demonologia, religione, culti esoterici non sono che diversi aspetti, diversi "sistemi di riferimento" d'una realtà ignota che si muove al di là di tutte queste fenomenologie e si manifesta a noi in maniera volutamente parziale e camuffata per scopi al momento non chiaramente definibili. Gli UFO e gli altri fenomeni non costituirebbero che un paravento, il "cavallo di Troia" appunto, di questa realtà che si adatterebbe di proposito al nostro contesto culturale in modo da mimetizzarsi, da rendersi il più possibile accettabile alla nostra mentalità e concezione dell'universo.

Molti hanno cercato di interpretare la Bibbia in termini ufologici; altri tuttora interpretano gli UFO secondo termini biblici. L'err6re è vedere con gli occhi del ventesimo secolo manifestazioni d'un passato lontanissimo e viceversa. Se oggi vediamo "macchine extraterrestri" dalle quali discendono biondi venusiani animati da buone intenzioni o piccoli umanoidi aggressivi, è perché viviamo nell'era spaziale, nella quale queste cose sono quanto meno pensabili. Gli angeli ed i demoni avevano un senso nel tempo in cui "operavano"; oggi farebbero ridere. Queste creature ci si manifestano in termini a noi comprensibili. Come al solito pecchiamo di presunzione sottovalutando gli antichi e ritenendo che essi abbiano male interpretato come "carri degli déi" i nostri "dischi volanti". Chissà cosa penseranno dei nostri "dischi volanti" gli uomini del XXIII secolo. In realtà, ogni tempo ha un suo sistema di riferimento Questa, in sintesi, la teoria di Keel.

Fu soprattutto Operation Trojan Horse a causare un vero e proprio terremoto nel mondo ufologico, e se da una parte vi fu il rigetto totale ed aprioristico di tutto quanto Keel asseriva, dall'altra vi fu un'entusiastica ed acritica adesione alle sue idee. anche dove esse peccavano di gravi lacune ed insufficienze. Il movimento di pensiero sorto sulla scia di Keel e di Vallée (il quale proponeva contemporaneamente un legame strettissimo fra UFO e folklore, individuando nella mitica terra di Magonia il luogo d'origine d'una realtà fenomenica, che a differenza di quella keeliana sarebbe da noi interpretata a seconda del nostro contesto culturale) divenne noto come "ufologia nuova" e consiste in linea generale nel considerare il legame fra le varie "branche" dell'insolito, accantonando l'ipotesi extraterrestre in favore di altre origini più vicine e al tempo stesso più lontane da noi.

Negli anni immediatamente successivi, Keel diresse una rivista, Anomaly, che portava avanti questo discorso sotto lo pseudonimo di Edward Challenger proprio in quanto "sfidava" (challenge significa sfida) il vecchio modo di fare ufologia. Nel 1971 venne pubblicato Our Haunted Planet, un collage di quelle parti del manoscritto originale eliminate per ragioni di spazio. Tema comune erano le varie credenze ed i vari culti dell'insolito, e pur senza avere una trama precisa il libro approfondiva alcuni aspetti dell'ipotesi generale e vi dava un tentativo di sistematizzazione in prospettiva "storica". Un'altra parte del diario è apparsa n& 1976 col titolo The Mothman Prophecies, e prendeva spunto dalla catena di misteriosi eventi che afflissero la Valle dell'Ohio e la West Virginia nel biennio 1966-67 e di cui Keel fu diretto testimone. Infine, nel 1977, è stato pubblicato The Eighth Tower, ampliamento e completamento della teoria generale: in esso Keel definisce più propriamente la natura elettromagnetica del "fenomeno UFO" e pone la realtà nascosta non in altre dimensioni o universi paralleli, ma in una regione dello spettro elettromagnetico non percepibile dai nostri sensi. Dal 1977 Keel dirige Pursuit, la rivista della Society for the Investigation of the Unexplained (SITU) fondata dal suo compianto amico Ivan Sanderson (3), che continua il lavoro di raccolta ed analisi dei dati "insoliti" iniziata ai primi del secolo dall'indimenticabile Charles Fort, di cui Keel è stato proprio per la sua visione sincretistica della realtà misteriosa il più proficuo allievo.

Non è facile comprendere pienamente l'importanza ed il merito di John Keel ed ancora più difficile è spiegarlo. L'ipotesi keeliana ha costituito nel mondo dell'insolito quello che la teoria del campo unificato costituisce per la fisica moderna. Come infatti questa collega i fenomeni fisici nel loro complesso superando la divisione esistente in passato fra le varie branche della fisica, così il parafisico keeliano fornisce un'unica matrice per tutti i fenomeni misteriosi considerati finora nettamente distinti e separati.

Tuttora si tende, da parte degli ufologi, a differenziarsi da spiritisti ed occultisti; e d'altra parte i parapsicologi guardano con distaccata superiorità gli UFO, forti del fatto che la parapsicologia è una scienza riconosciuta fin dal 1969. Eppure non è tanto straordinario che Keel asserisca che a suo parere gli UFO dovrebbero essere studiati dai parapsicologi piuttosto che dagli ufologi. Certo è una concezione totalmente nuova dell'ufologia come branca delle ricerche psichiche, ma Keel non è stato il primo a puntualizzare le correlazioni tra paranormale ed UFO. Spesso infatti i testimoni (specie di atterraggi) si rivelano ad una approfondita analisi dei soggetti "dotati" di capacità paranormali (per lo più precognitive e taumaturgiche), o le acquisiscono dopo l'esperienza ufologica. Molto spesso le loro case vengono "infestate" e talvolta si scopre che essi sono sempre stati al centro di strani eventi. Un'influenza diretta degli UFO sulla mente è stata descritta in molti casi e non solo dai contattisti. Quanto a costoro, i "messaggi" ricevuti sono straordinariamente simili a quelli delle sedute medianiche dettati da sedicenti spiriti disincarnati. Sempre più spesso in queste sedute parlano "extraterrestri", ed i contattisti per sola via telepatica sono in netto aumento. Anche la telecinesi gioca un certo ruolo in ufologia, e non dimentichiamo che alcuni soggetti psichici (come Uri Geller) hanno attribuito agli UFO i loro "poteri". Di tutto ciò da qualche tempo si stavano rendendo conto vari ricercatori, anche se non nell'ambito d'una visione così complessiva.

Neanche della concezione d'una realtà nascosta di cui non percepiamo che un volto, Keel è il primo assertore. Basti qui menzionare il filosofo tedesco Immanuel Kant. Intorno al XVIII secolo, le due correnti [filosofiche principali erano il razionalismo cartesiano e l'empirismo inglese. Cartesio aveva sostenuto la creazione del mondo secondo leggi matematiche ben precise, le stesse scoperte dalla scienza. Il problema conoscitivo si riduceva quindi polo nel riconoscere con la ragione queste leggi. Al contrario, gli empiristi (ed in particolare John Locke) notavano che tutte le informazioni ci giungono attraverso i sensi, che sono spesso vistosamente fallibili, e ci manca ogni possibilità di verifica al di fuori dei canali sensoriali, per cui la realtà percepita è la "nostra" realtà, che non corrisponde necessariamente a quella oggettiva. Le leggi scientifiche sarebbero quindi un costrutto astratto creato da noi per razionalizzare secondo il nostro metro di giudizio l'osservazione della realtà, e non esisterebbero di per se stesse.

Kant riuscì ad unificare queste due posizioni in apparenza inconciliabili constatando che se anche effettivamente noi siamo assai limitati dai nostri sensi e dai processi di categorizzazione intellettiva, in ogni caso quello che percepiamo è una parte della realtà, anche se non tutta la realtà. Come un pescatore riesce a catturare con una rete solo i pesci le cui dimensioni siano tali da non permettere loro di passare attraverso le maglie, e non prende quindi tutti i pesci, ma quelli che prende sono pesci, così i nostri sensi catturerebbero una parte della realtà ma pur sempre reale. Del noumeno (la realtà nascosta) noi percepiremmo soltanto il fenomeno (la parte sensibile ai nostri strumenti conoscitivi). Sì noti la somiglianza tra la concezione kantiana della realtà e quella liana (ed ancor più quella valleiana) degli UFO e dei fenomeni essi. Questo spiega anche il perché dell'uso insistito del termine "fenomeno" per gli UFO e gli altri eventi insoliti.

Oltre che fenomenica, la teoria keeliana è anche parafisica (nome col quale essa è genericamente indicata), in quanto individua negli UFO una realtà parallela, posta "accanto" (para) al nostro mondo, e non "al di sopra" o "al di là" (metafisica) di esso. Vale a dire che gli UFO non sarebbero essere angelici, o creature semidivine, o i nostri signori e dominatori, e cioè qualcosa di superiore a noi, ma un qualcosa di altro (di "alieno", se si vuole) che interferisce con la nostra realtà o la nostra parte di realtà. La concezione di base è che gli UFO siano anzi un fenomeno "ambientale", che è sempre stato con noi, che in un certo senso fa parte del nostro stesso mondo, anche se su un piano diverso (nella fattispecie una diversa frequenza elettromagnetica).

Come s'inserisce questo Strange Creatures from Time and Space nel contesto dell'opera di Keel? Come abbiamo detto, il libro costituì l'introduzione al nucleo dell'ipotesi vera e propria. condensata in Operation Trojan Horse, cui venne in pratica anteposta. Strange Creatures consiste essenzialmente in un'accurata disamina di molte creature "dannate" dalla scienza, per dirla con Fort, creature che ciò nondimeno esistono ed infestano il nostro pianeta.

Con ammirevole disinvoltura Keel passa in rassegna col suo scorrevolissimo stile giornalistico animali misteriosi, mostri, fantasmi, "extraterrestri" ed esseri leggendari e mitici, ironizzando sulla presunzione accademica degli "scienziati di Tipo B" che ne rifiutano l'esistenza, ed affronta senza troppi artifici scenici un mondo magico ed al tempo stesso terribile di esseri che troppo spesso vengono a turbare la nostra routine quotidiana.

Può sembrare azzardato e del tutto arbitrario raccogliere insieme tradizioni folkloristiche (come gnomi, elfi, folletti), resoconti di esperienze dì matrice vagamente spiritica ed infestatoria da parte di diafane ed evanescenti entità, documenti e tracce dell'esistenza di animali ancora sconosciuti, speculazioni sulla natura di certe "forze" che agiscono attorno a noi, e rapporti su UFO e relativi occupanti.

Il denominatore comune di "abitanti e visitatori del nostro mondo" è infatti almeno inizialmente pretestuoso: sintetizzare in un unico saggio i vari esseri che in comune hanno il non essere accettati dalla scienza accademica può portare a pericolose confusioni. Al contrario lo scopo è proprio eliminare questa confusione, e gradatamente s'intravede che al di là delle creature animali terrestri esiste una fauna che solo in parte si può dire materiale (in quanto interagisce col nostro ambiente), ma per il resto più simile a creature del mito e della favola che a qualcosa di tangibile e documentabile. Ciononostante la documentazione in proposito esiste, è sovrabbondante, e Keel la sciorina con disinibita sicurezza e precisione, così che essa emerge prepotentemente dal contesto e balza agli occhi dello studioso di cose insolite con nitida consapevolezza. E soprattutto diviene evidente il nesso che lega queste varie creature, queste altre realtà che si scoprono essere d'una medesima matrice.

Le conclusioni cui Keel perviene, in preparazione appunto al suo secondo libro, sono che esistono due categorie ben distinte questi esseri: quelli che fanno parte della fauna strettamente animale o al massimo subumana del nostro pianeta; e quelli che sono invece espressione di un'altra realtà che interferisce solo temporaneamente con la nostra, regalandoci creature grottesche e straordinariamente elusive. Ed è proprio su queste ultime creature che egli appunterà la sua indagine, dopo aver operato un necessario "distinguo" onde evitare appunto quella confusione di cui si diceva, facendo di proposito piazza pulita di quegli esseri che di paranormale non hanno nulla.

Per questo, anche preso a sé e indipendentemente dal successivo e complementare Operation Trojan Horse, il volume ha un significato e costituisce una pietra miliare dello studio dell'insolito, e segna la svolta della moderna ricerca in tale campo. Era quindi giustamente il momento che esso venisse pubblicato anche Italia, dove l'indirizzo d'avanguardia di cui il libro è stato l'iniziatore è finora mancato quasi del tutto. Ed è proprio in funzione d'un auspicabile rinnovamento di questa ricerca nel nostro Paese che ci auguriamo che, anche col modesto contributo di chi da anni si batte in Italia per questo scopo, l'opera di John Keel serva a stimolare i ricercatori nostrani in una direzione che dia risultati più promettenti dell'attuale stagnazione.

GIANNI SETTIMO
ROBERTO D'AMICO
EDOARDO RUSSO
del Gruppo Clypeus

 

 

Note

(1) Vale a dire Gray Barker, James Moseley, Timothy Green Beckley, Brad Steiger, Jerome Clark, Gene Duplantier, Allen Greenfield, per citarne solo alcuni del più noti.

(2) Tr. it.: UFO: Operazione Cavallo di Troia, MEB, Torino 1976.

(3) Il primo libro di Sanderson, Uninvited Visjtors, che Keel e Sanderson avrebbero dovuto scrivere in collaborazione, è apparso in Italia coi titolo UFO: visitatori dal cosmo, Edizioni Mediterranee, Roma 1975.