L’invidia
Come vincere l’invidia in noi stessi e smettere di soffrire (e anche di desiderare di far soffrire gli altri)
Prendiamo ad esempio Bill Gates: è l’uomo più ricco del mondo ed è anche felice (lo dice lui stesso ma gli si legge anche in faccia) . Non è scontato che un uomo ricco di soldi sia anche felice. Lui dice saggiamente di essere felice perché “fa una vita che gli piace” e questo è l’importante. Ha molti soldi , ma che forse gli ha rubati a me ? No. Ha forse violato le leggi ? No. Forse che lui è felice perché ha rubato la sua felicità a me ? No. Ha forse arrecato qualche danno alla società ? No : anzi ha diffuso e migliorato una cosa utilissima come il PC e perfezionato cose bellissime come Dos, Windows, Word, Messenger, etc. . Addirittura alcune di queste cose possono essere ottenute anche gratis ! Quindi dovrebbe essere un benemerito, oggetto della ammirazione e della gratitudine di tutti ( e cosa è in fondo il denaro se non un segno simbolico di gratitudine ? ) .
Eppure è invidiato: molta gente soffre
sapendo che qualcuno è ricco, ma soprattutto felice, mentre lei non riesce ad
esserlo . L’invidia porta certuni non tanto a desiderare di accrescere la
propria felicità ( perché purtroppo dispera di poterlo fare ) ,quanto a
desiderare di diminuire o distruggere la felicità altrui, addirittura fino ad
arrivare alla calunnia ( vedi Iago dell’ Otello ) o all’omicidio ( vedi Caino
ed Abele ).
Cosa si può fare ?
Prima di tutto credo che un po’ di invidia sia sana
e naturale , basta per lo meno non arrivare mai a desiderare di danneggiare gli
altri più furbi o più fortunati di noi.
Si dovrebbe piuttosto cercare di imitarli o ammirarli o chiedere proprio
a loro stessi come hanno fatto ad essere felici: qual è il loro segreto.
Inoltre ci si può
autoconvincere con le domande filosofiche che ho riportato più sopra che non
hanno rubato nulla a noi , così come non c’è ragione di invidiare l’elefante
della savana se è felice o l’isolano di qualche remota ed incontaminata isola
del Pacifico che si fa solo i fatti suoi e se la passa benissimo.
Certo, se uno soffre, è normale
desiderare di essere felice come vede altri esserlo , ma ciò non dovrebbe
portarlo a soffrire ancora di più : dovrebbe piuttosto sforzarsi di accrescere
deliberatamente la propria felicità, e sapere che ciò è possibile è molto
importante ! [A ciò sono rivolti i miei studi ] Cosa ce ne frega se gli altri sono felici ? L’importante è
esserlo noi. Il pericolo invece è quando sono infelici e potrebbero avere
l’idea anche loro di venire a rompere le scatole a noi, invece di chiedere più
semplicemente il nostro aiuto. Dato che
la prevenzione è la migliore cura, cercare di rendere felici gli altri è la
cosa migliore che si possa fare anche per assicurare la nostra felicità.
In definitiva, credo si possa essere
ottimisti. E’ possibile sconfiggere in noi stessi la sofferenza che una
naturale invidia ci può portare e tramutare l’invidia in ammirazione , spirito
di emulazione o richiesta gentile di aiuto .
E’ possibile la felicità individuale. E’ possibile
migliorare i rapporti interpersonali in una direzione di amore reciproco,
solidarietà, ammirazione, gratitudine, fiducia, rispetto, libertà, lealtà
.
Credo che
tutto ciò sia tecnicamente fattibile : bisogna studiare i dettagli tecnici ed applicarsi concretamente a
risolvere il problema.
AUGURI A TUTTI NOI !!