Le
nuove regole per gli impianti domestici a gas
a
cura di Mario Volongo
SNAM - responsabile normative e sicurezza residenziale
La nuova norma UNI-CIG 7129/92, sostitutiva della 7129/72, ha
introdotto i nuovi criteri di installazione degli impianti a
gas combustibile per uso domestico e riguardante tutti gli impianti
realizzati successivamente l'entrata in vigore della legge n°
46/90. Per gli impianti preesistenti alla data di entrata in
vigore della suddetta legge, é stata varata la norma UNI-CIG
10738 che richiama i requisiti essenziali che gli stessi impianti
devono avere e le procedure di controllo ed adeguamento.
Il nove luglio scorso è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale
n. 158, il decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio
1998 n. 218. Il decreto ha come titolo "Regolamento recante
disposizioni in materia di sicurezza degli impianti a gas combustibile
per uso domestico".
Tale
regolamento stabilisce i requisiti di sicurezza che devono possedere
gli impianti domestici a gas realizzati precedentemente al 13
marzo 1990, data di entrata in vigore della legge 5 marzo 1990
n. 46.
Questa
legge prescrive che gli impianti che non sono conformi alle
norme vigenti UNI e CEI devono essere adeguati alle stesse;
con il presente decreto si stabilisce invece che gli impianti
a gas, ante 1990, possono non disporre di tutti i requisiti
previsti dalla norma di installazione vigente, UNI-CIG 7129,
purchè dispongano dei requisiti essenziali di sicurezza individuati
dallo stesso DPR 218.
Di
fatto il DPR riconosce che negli edifici esistenti vi possono
essere delle difficoltà ad adeguare gli impianti, secondo la
norma di installazione (UNI-CIG 7129) concepita prevalentemente
per i nuovi impianti, quindi concede alcune deroghe senza però
transigere sugli aspetti fondamentali della sicurezza.
Invece gli impianti a gas realizzati dopo il 13 marzo 1990,
devono necessariamente essere conformi a tutti i requisiti previsti
dalla norma UNI-CIG 7129 e disporre della dichiarazione di
conformità rilasciata dall'installatore che ha realizzato
l'impianto stesso.
In
particolare il DPR 218/98 stabilisce all'art. 2 Requisiti di
sicurezza 1. L'adeguamento, secondo il criterio di compatibilità
con le caratteristiche e le strutture degli edifici esistenti,
dovrà assicurare, indipendentemente dall'evoluzione dello stato
dell'arte e della buona tecnica successive al 1990, i seguenti
requisiti essenziali affinchè gli obbiettivi della legge 6 dicembre
1971, n. 1083, sulla sicurezza di impiego del gas combustibile,
risultino garantiti in conformità della normativa UNI-CIG:
a)
l'idoneità della ventilazione, adeguata alla potenza termica
degli apparecchi installati, in relazione alla tipologia degli
apparecchi stessi;
b) l'idoneità della aerazione, negli ambienti dove sono installati
gli apparecchi per i quali necessitano tali sistemi;
c) l'efficienza dei sistemi di smaltimento e delle aperture
di scarico dei prodotti della combustione, adeguati alla potenza
degli apparecchi installati;
d) la tenuta degli impianti interni di distribuzione del gas
combustibile;
e) la funzionalità e l'esistenza dei dispositivi di controllo
fiamma, ove previsti.
Relativamente alle modalità di applicazione del DPR, l'UNI ha
recentemente emanato la norma UNI-CIG 10738 nella quale vengono
riportati in dettaglio i requisiti essenziali e le procedure
di controllo ed adeguamento degli stessi.
Con riferimento ai punti sopra elencati, la norma UNI-CIG 10738
può essere così riassunta:
a)
per ventilazione si intendono le predisposizioni che
consentono l'afflusso dell'aria necessaria alla combustione,
cioè le aperture o fori verso l'esterno.
Tutti
gli apparecchi a gas che prelevano l'aria dall'ambiente in cui
sono installati, necessitano delle aperture di ventilazione.
Le norme tecniche classificano questi apparecchi come: Tipo
A, Tipo B e apparecchi di cottura.
Gli
apparecchi di Tipo A sono le piccole stufe di potenza
fino a 4,2 kW, i piccoli scaldabagni istantanei di potenza fino
a 11 kW e gli scaldabagni ad accumulo di potenza fino a 4,65
kW con capacità non maggiore di 50 litri. Questi apparecchi
sono previsti per scaricare i fumi nell'ambiente in cui sono
installati.
Gli
apparecchi di Tipo B comprendono caldaie, scaldabagni
istantanei e ad accumulo, stufe, generatori di aria calda e
radiatori a gas. Questi apparecchi sono previsti per scaricare
i fumi in camini, canne fumarie collettive o direttamente all'esterno.
Gli
apparecchi di cottura sono i forni a gas e i fornelli
(piani di cottura). La norma UNI 10738 prevede la possibilità
di realizzare le aperture di ventilazione nelle pareti perimetrali
esterne, nelle finestre, porte verso l'esterno, cassonetti di
serrande avvolgibili o simili, purchè la superficie netta dell'apertura
sia misurabile e che sia garantito il passaggio dell'aria.
La
sezione netta delle aperture deve essere calcolata in relazione
alla potenza complessiva degli apparecchi installati nel locale,
secondo la seguente relazione: 5,16 cm2 per ogni kW (nel
caso l'apertura sia ubicata nella parta bassa del locale), con
un minimo di 100 cm2; oppure, 7,74 cm2 per ogni kW (nel
caso l'apertura sia ubicata in alto), con un minimo di 150 cm2.
A
titolo esemplificativo e per potenze complessive degli apparecchi
fino a 35 kW, è possibile utilizzare la seguente tabella indicativa
con la sezione delle aperture in funzione dell'ubicazione.
Per potenze complessive maggiori si utilizzano le relazioni
sopra riportate.
La
ventilazione non è richiesta invece per gli apparecchi comunemente
chiamati STAGNI o TURBO, i quali dispongono del
circuito di combustione isolato rispetto all'ambiente di installazione,
questi prelevano l'aria comburente e scaricano i fumi direttamente
all'esterno per mezzo di due condotti concentrici o separati
tra loro.
Le
norme tecniche classificano questi apparecchi come Tipo C,
fanno parte di questa categoria caldaie, scaldabagni, stufe,
generatori di aria calda e radiatori a gas.
La norma UNI 10738 prevede anche che se nel locale in cui è
installato l'apparecchio di cottura non vi sono installati apparecchi
di tipo A o B è possibile evitare la realizzazione delle aperture
di ventilazione. Però questa possibilità è consentita solo se
esistono le seguenti prerogative:
-
l'apparecchio abbia una potenza inferiore a 11,6 kW, (in genere
i comuni apparecchi di cottura non superano tale potenza);
- il
locale di installazione abbia un volume maggiore di 20 metri
cubi;
- il
piano di cottura disponga del sistema di controllo fiamma
(termocoppia);
- il
locale disponga del sistema di scarico dei fumi, cappa(1)
o elettro ventilatore (aspiratore) o un foro da 100 centimetri
quadrati ubicato nella parte alta del locale, (vedi capitolo
b dell'aerazione);
- il
locale disponga di finestre o portefinestre.
b) Per aerazione si intende il ricambio dell'aria necessaria
sia per lo smaltimento dei prodotti della combustione, sia per
evitare l'accumulo di gas non combusto.
I
locali che necessitano dell'aerazione sono quelli in cui sono
installati gli apparecchi di Tipo A, oppure gli apparecchi di
cottura se non è presente la cappa per lo scarico dei vapori.
Per evacuare i fumi degli apparecchi di Tipo A, è necessario
realizzare una apertura di aerazione verso l'esterno di almeno
100 cm2 ubicata nella parte alta del locale (oltre all'apertura
di ventilazione descritta al precedente punto a).
L'aerazione dei locali in cui sono installati gli apparecchi
di cottura privi di cappa, si può realizzare per mezzo di una
apertura con le stesse caratteristiche previste per gli apparecchi
di Tipo A, oppure installando un elettro ventilatore (estrattore)
sulla finestra o sulla parete esterna; in questo ultimo caso
la norma prevede alcuni accorgimenti in quanto il locale potrebbe
essere messo in depressione.
c)
Per efficienza dei sistemi di smaltimento dei prodotti della
combustione, si intende il corretto funzionamento delle
predisposizioni che consentono l'evacuazione all'esterno dei
fumi degli apparecchi di Tipo B e di Tipo C (entrambi sia a
tiraggio naturale, che a tiraggio forzato cioè dotati di ventilatore
nel circuito dei fumi).
Va
premesso che nei sistemi di scarico degli apparecchi di cottura,
è vietato convogliare i fumi di qualsiasi altro apparecchio.
Relativamente
agli apparecchi di Tipo B a tiraggio forzato e agli apparecchi
di Tipo C, la norma UNI 10738 prescrive alcuni semplici accorgimenti
quali ad esempio il corretto posizionamento dei terminali di
scarico esterni, nel caso di scarico a parete, che devono rispettare
alcune distanze, previste dalla norma 10738, da finestre o aperture
di ventilazione/aerazione; inoltre i canali che convogliano
i fumi (canali da fumo) dall'apparecchio al terminale esterno
o al camino non devono essere corrosi o deteriorati ed essere
ben fissati tra loro e all'apparecchio stesso.
Per
gli apparecchi di Tipo B a tiraggio naturale (i più comuni nelle
nostre abitazioni) la norma, relativamente all'efficienza dei
sistemi di scarico dei fumi, prevede una serie di prescrizioni
piuttosto articolate; di seguito viene riportata una sintesi
che non comprende tutte le disposizioni della norma, ma evidenzia
soltanto alcuni aspetti. In particolare: i canali da fumo non
devono essere deteriorati o corrosi, devono essere ben fissati
e con andamento ascensionale nel senso del percorso dei fumi,
non devono avere serrande o dispositivi che possono ostruire
il passaggio dei fumi, devono avere per tutta la lunghezza una
sezione non minore di quella dell'attacco dell'apparecchio,
ecc.
Nel caso di scarico diretto all'esterno (scarico a parete) anche
per questi apparecchi, come accennato per quelli di Tipo C e
B a tiraggio forzato, i terminali di scarico esterni devono
rispettare le distanze previste dalla norma. Inoltre per gli
apparecchi di Tipo B a tiraggio naturale, la norma prevede alcune
prove per verificare la funzionalità dei sistemi di scarico
dei fumi, anche in questo caso viene di seguito riportata una
sintesi non esaustiva della metodologia prevista dalla norma,
alla quale bisogna comunque attenersi in ogni sua parte.
La
verifica della corretta funzionalità prevede il controllo del
tiraggio e della mancanza del riflusso in ambiente dei fumi;
per fare questa prova è necessario chiudere porte e finestre,
azionare eventuali elettro ventilatori o cappe aspiranti, accendere
l'apparecchio oggetto della prova e gli eventuali altri apparecchi
a gas (esclusi quelli di Tipo C). Trascorsi 10 minuti con tutte
le apparecchiature accese, si verifica con appositi strumenti
che in prossimità dell'interruttore di tiraggio non vi sia riflusso
dei fumi. La prova completa prevede anche la verifica della
depressione (tiraggio) all'intemo del canale da fumo per mezzo
di un deprimometro.
d)
La tenuta degli impianti, cioè la mancanza di fughe di gas dalle
tubazioni e dai loro accessori, è un fattore molto importante
ai fini della sicurezza; per questo motivo la norma 10738 riporta
una serie di verifiche e controlli molto articolati.
Anche
in questo caso, di seguito si riporta una sintesi non esaustiva
delle prescrizioni della norma alla quale è necessario attenersi
integralmente. Il controllo della tenuta prevede una fase preliminare
che consiste nel verificare la correttezza della posa delle
tubazioni, le quali devono essere in buono stato di conservazione,
non devono attraversare camini, canne fumarie, vani degli ascensori
o che contengono altri servizi, inoltre devono disporre di un
rubinetto di intercettazione a monte di ogni apparecchio.
Gli
apparecchi fissi o ad incasso devono essere collegati all'impianto
con raccordi rigidi o con tubi flessibili metallici. Gli altri
apparecchi (esempio quelli di cottura tradizionali) possono
essere collegati con tubi flessibili in gomma o elastomeri conformi
alla norma UNI-CIG 7140; questi devono riportare sul tubo stesso
la data di scadenza entro la quale devono essere sostituiti,
non devono presentare strozzature o essere appoggiati a spigoli
vivi o a superfici con temperature maggiori di 50 gradi.
La fase successiva del controllo della tenuta degli impianti,
prevede la verifica pratica dell'assenza di perdite. La norma
prevede la possibilità di effettuare tale verifica secondo più
modalità, in particolare per mezzo di apposite soluzioni liquide
o spray da applicare sulle giunzioni, oppure per mezzo di cercafughe
elettronici, oppure utilizzando il contatore del gas per verificare
se con gli apparecchi spenti non vi sia passaggio di gas.
Il sistema più sicuro dal punto di vista della certezza del
risultato, previsto anche dalla norma, soprattutto nel caso
di impianti con le tubazioni sottotraccia (incassate nelle pareti
o sotto il pavimento) è quello che prevede l'uso di manometri
tradizionali che rilevano l'eventuale perdita attraverso la
caduta di pressione nelle tubazioni opportunamente intercettate.
Questa
metodologia permette di quantificare l'entità della perdita
attraverso dei calcoli che tengono conto del volume interno
delle tubazioni e della differenza di pressione nell'unità di
tempo considerata. Un altro sistema consiste nell'utilizzare
un apposito strumento elettronico, collegato all'impianto, che
automaticamente indica l'esistenza di eventuali perdite e la
loro entità in litri/ora.
e)
I sistemi di sorveglianza di fiamma sono dispositivi in dotazione
agli apparecchi che bloccano l'afflusso del gas nel caso di
spegnimento accidentale delle fiamme dei bruciatori, evitando
quindi l'immissione di gas non combusto nell'ambiente.
Negli
apparecchi domestici questi sistemi sono costituiti essenzialmente
dalle "termocoppie" e dai dispositivi a "ionizzazione di fiamma"
(questi ultimi presenti sulle più recenti caldaiette e scaldabagni).
I costruttori hanno l'obbligo, da molti anni, di dotare tutti
gli apparecchi a gas dei sistemi di sorveglianza di fiamma,
ad eccezione dei piani di cottura sui quali è facoltativo, anche
se caldamente consigliato. La norma UNI 10738 prevede il controllo
dell'esistenza e della funzionalità di tali sistemi, tranne
per i piani di cottura come sopra accennato; tutti gli apparecchi
a gas presenti nelle nostre case devono essere dotati di tali
dispositivi, altrimenti dovranno essere sostituiti.
La
norma prevede anche le modalità per verificare la funzionalità
delle termocoppie e dei dispositivi a ionizzazione di fiamma,
ma essendo la procedura piuttosto complessa si rimanda alla
lettura del testo della norma.
Infine
la norma prevede la verifica della funzionalità degli eventuali
rivelatori di gas, che però il DPR 218 pur accennandone non
menziona nei requisiti di sicurezza. A questo proposito sia
la norma che il DPR evidenziano che l'eventuale presenza di
questi dispositivi non esonera dal rispetto dei requisiti di
sicurezza sopra menzionati, ma sono solo aggiuntivi e non sostitutivi.
Per
tale motivo non si ritiene opportuno, in questa sede, entrare
nel merito delle indicazioni riportate dalla norma. In chiusura
di questa trattazione, è importante rammentare che l'allegato
F della norma riporta il modulo che al termine dell'eventuale
adeguamento o del controllo, i tecnici abilitati ai sensi della
legge 5/3/1990 n. 46 o i liberi professionisti devono rilasciare
al committente.
Di fatto, se gli impianti realizzati precedentemente al marzo
1990 rispettano tutti i requisiti previsti dalla norma UNI-CIG
10738, tale modulo ha la stessa valenza della dichiarazione
di conformità prevista per gli impianti realizzati dopo l'entrata
in vigore della 46/90.
(1)
Non si considerano idonee, ai fini delle norme UNI-CIG, le cappe
filtranti che remmettono i vapori di cucina nell'ambiente stesso.
Si considerano invece idonee quelle che scaricano i vapori direttamente
all'esterno o in un camino/canna fumaria.
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