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Linee guida per il miglioramento della sicurezza nelle gallerie ferroviarie

Il documento qui riportato nasce a seguito dell'istituzione di un gruppo di lavoro misto, costituito da funzionari tecnici della Società Ferrovie dello Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, alfine di predisporre uno strumento in grado di fornire oggettivi criteri di riferimento nella gestione delle problematiche relative alla realizzazione ed all'adeguamento delle gallerie ferroviarie ai criteri generali di sicurezza e prevenzione incendi, in mancanza di una specifica norma di riferimento.
Il documento frutto di 18 mesi di lavoro condotti congiuntamente dai vari incaricati, è in corso di divulgazione presso le sedi periferiche dei Vigili del Fuoco e delle Ferrovie nonché delle Prefetture. Tale documento non può essere considerato un trattato esaustivo delle problematiche della sicurezza ferroviaria; pur tuttavia può costituire un utile riferimento per gli addetti al lavori.

PREMESSA
Il presente documento contiene le linee guida per l'individuazione di idonee misure di sicurezza, da osservarsi in fase progettuale e gestionale, preliminari alla costruzione di nuove infrastrutture e per l'adeguamento di quelle esistenti, dirette a salvaguardare l'incolumità delle persone dai rischi di incidenti all'interno di gallerie ferroviarie ed in particolare dagli incendi.
Poiché la realtà delle gallerie ferroviarie nazionali è quanto mai eterogenea, per tipologia, anno di realizzazione, anno di progettazione ed anche in relazione ai diversi problemi di gestione (alta velocità, rete ordinaria), si è ritenuto opportuno suddividere il presente elaborato in tre differenti capitoli.
Nell'ambito del I° capitolo sono trattate le gallerie già realizzate ed in esercizio, nel II° le gallerie in corso di realizzazione, ma non ancora in esercizio, nel III° i criteri da adottarsi per le gallerie di futura realizzazione.
Nei primi due capitoli del presente documento sono state esaminate con particolare attenzione le gallerie ferroviarie di lunghezza superiore ai 5000 m della rete nazionale.
L'esame comparato con analoghi lavori ed iniziative di altri Paesi e l'obiettiva analisi del rischio associato alle gallerie ferroviarie, hanno indotto il gruppo di lavoro, già dalla sua prima composizione, ad escludere dallo studio le infrastrutture aventi lunghezza inferiore ai 5 km.
Per le gallerie di lunghezza superiore a 20 km è opinione dei componenti del gruppo che vadano effettuati appositi studi specifici per ciascuna infrastruttura relativamente alle misure di prevenzione e protezione dai rischi, in particolare dagli incendi, poiché la particolarità e singolarità dell'opera, la difficile descrizione dei fenomeni fisici connessi alla sviluppo di un incendio, i tempi, le modalità del possibile sviluppo dei fenomeni stessi, le caratteristiche comportamentali della folla, le condizioni al contorno assai variabili, la carenza di obiettivi elementi storici di confronto, sconsigliano di adottare linee standard per tali casi.
Si ritiene più opportuno quindi individuare e definire il campo di validità di queste linee guida in un ambito che sia compreso tra gallerie di lunghezza maggiore di 5000 m e gallerie aventi lunghezza inferiore a 20000 m.
Il presente documento non tratta delle stazioni ferroviarie sotterranee, né entra nel merito del materiale rotabile.
Attesa la necessità di dare una soluzione, la migliore possibile, al problema, il gruppo di lavoro misto C.N.VV.F./F.S. appositamente costituito, ha ritenuto di analizzare prioritariamente la situazione delle gallerie esistenti, per definire quali possano essere i criteri da utilizzarsi, tenuti in debito conto i fattori e gli elementi di natura costruttiva e funzionale strettamente ad esse correlati ed aventi caratteristiche di invariabilità.
Le sezioni trattate in questo documento riguardano i seguenti aspetti per quanto attiene le gallerie esistenti e quelle in corso di realizzazione:

Sezioni trattate:
1. Accessibilità esterna
2. Accessibilità interna
3. Piani di emergenza e gestione dell'emergenza;

mentre per le nuove gallerie è stato introdotto un ulteriore punto nel quale sono stati definiti anche alcuni parametri progettuali. Tenuto conto dell'incarico assegnato al gruppo di lavoro, per la massima parte incentrato nella ricerca di soluzioni compatibili con situazioni esistenti di difficile approccio in ordine a motivi tecnici ed economici, le modalità di procedere nello studio sulla sicurezza delle gallerie esistenti si sono necessariamente sviluppate sui sistemi di protezione e sulla pianificazione d'emergenza.
Infine avuto riferimento ai contenuti della legislazione vigente, si ritiene opportuno sottolineare che gli aspetti della prevenzione primaria connessi alla progettazione e all'esercizio delle infrastrutture restano di competenza dell'Ente proprietario o gestore.

IL RISCHIO NELLE GALLERIE FERROVIARIE
Nel definire il rischio connesso con il traffico ferroviario ed al fine di comprendere quale sia stata l'impostazione che ha accompagnato i lavori del gruppo, si rende necessario riportare alcuni dati.
In mancanza di approfonditi ed esaustivi studi di settore a livello nazionale ci si è riferiti a quanto pubblicato e studiato negli altri paesi europei ed extra europei.
Ad esempio da studi statistici condotti nell'ambito del progetto "EUREKA EU 499 Firetun" ed in accordo con le statistiche elaborate nel progetto "PROGNOS 1987" dall'ente ferroviario tedesco si ha, in generale, per la ferrovia, un caso d'incendio in galleria ogni 10 x 109 km di galleria percorsi, circa 25 volte inferiore a quella per una galleria stradale. Le valutazioni condotte hanno chiaramente tenuto in debito conto tale dato nella valutazione del rischio associato a questa attività (R = M x F).
Si segnala per inciso che a tale valutazione di carattere generale andranno poi ricondotte, in sede di estensione dei piani di emergenza, le valutazioni inerenti le singole realtà e sulle quali si ritornerà nel capitolo dedicato al piano di emergenza.
Va precisato inoltre come per le gallerie in esercizio risulti di fatto impraticabile l'ipotesi di realizzare interventi strutturali "pesanti", sia per problemi legati alla smaltimento del traffico nazionale durante il periodo dei lavori, con la galleria che divenendo un vero e proprio cantiere dovrebbe essere chiusa, sia per la difficoltà di sanare delle situazioni strutturali ed infrastrutturali nate con criteri di progettazione che dovevano fare fronte a necessità diverse da quelle attuali.
Pertanto, in relazione alle più o meno gravi limitazioni imposte dalle situazioni esistenti per una significativa azione di ristrutturazione delle gallerie in esercizio, si è ritenuto più opportuno individuare gli elementi funzionali alla salvaguardia delle persone ed al soccorso (prevenzione e protezione) associati a tali infrastrutture, evidenziando quali aspetti degli stessi potessero essere migliorati.
Non è infine da trascurare l'utilità di una corretta informazione degli utenti.

LO SCENARIO DI RIFERIMENTO
In ordine al problema generale della sicurezza nelle gallerie ferroviarie, riveste un carattere d'importanza primaria la definizione dello scenario incidentale cui riferirsi non solo ai fini dell'estensione del piano di emergenza, ma anche e soprattutto nella valutazione delle misure di carattere protettivo e preventivo da mettere in atto che con tale piano devono essere congrue.
Si fa presente che sono stati esclusi, in quanto non strettamente connessi all'attività ferroviaria, gli scenari di rischio, di diversa natura, associabili a cause legate a fenomeni naturali e/o ad atti terroristici e di sabotaggio.
A tale fine sono stati individuati i seguenti eventi incidentali che si potrebbero verificare all'interno di una galleria ferroviaria:

a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

Lo scenario di tipo a) salvo che per particolari esigenze sarà gestito direttamente dalle F.S. in quanto non sono associabili a tale ipotesi incidentale particolari rischi per le persone coinvolte. Dall'analisi storica e dallo studio degli eventi incidentali possibili, le probabilità di accadimento di un evento del tipo g) risultano di ordine molto inferiore rispetto a quelle di uno qualsivoglia degli altri scenari anche se si configura come quello che nel gergo dell'analisi di rischio viene definito come il "Top event", vale a dire il massimo evento negativo ipotizzabile. Tale incidente pur tenuto in debito conto nel corso dei lavori del gruppo, rappresenta di fatto un evento che associato ad una frequenza di accadimento molto bassa, non si ritiene debba essere assunto quale parametro incidentale di riferimento, sia in considerazione del fatto che si avrebbero comunque limitate possibilità concrete di positiva gestione dell'intervento di soccorso in relazione al tipo di evento, alle caratteristiche costruttive delle gallerie in esame e all'organizzazione di soccorso a disposizione, sia perchè lo stesso tenore e le entità degli interventi strutturali di adeguamento dell'infrastruttura sarebbero incompatibili sotto il profilo economico e della concreta fattibilità.
L'ulteriore abbattimento del rischio in termini di magnitudo delle conseguenze, potrebbe infatti essere ottenuto solamente attraverso una drastica ed improbabile ristrutturazione delle infrastrutture in esame.
Il rischio che si verifichi un incidente come indicato al punto g), comunque trova mitigazione, per quanto attiene le linee esistenti, assumendo i provvedimenti tarati sugli altri tipi di rischio ed al contempo adottando delle misure di tipo gestionale sulla composizione dei convogli adibiti al trasporto delle merci pericolose, nonché agendo sulla formazione e sull'informazione che dovrà essere garantita a tutto il personale interessato alle eventuali fasi di emergenza.

LINEE GUIDA
L'obbiettivo è quello di fornire un quadro complessivo di criteri atti a ridurre, in caso d'incidente, le conseguenze del rischio sugli utenti, mettendo a disposizione uno strumento flessibile utilizzabile in tutte le situazioni di cui in premessa.

I° CAPITOLO
"GALLERIE ESISTENTI"

1.1 Accessibilità esterna
L'obbiettivo è quello di realizzare le condizioni che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere con tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle attrezzature.
Nell'ipotesi di un incidente di qualsivoglia natura, il successo è legato essenzialmente a due fattori: il tempo d'intervento e l'efficacia del soccorso nella sua accezione più generale.
Da un esame condotto congiuntamente dal personale delle F.S. e del C.N.VV.F., è stato riscontrato che per un consistente numero di infrastrutture ferroviarie, gli imbocchi delle gallerie non sono facilmente raggiungibili soprattutto utilizzando i normali mezzi di soccorso.
La soluzione ipotizzata è quella di rendere percorribili le strade di cantiere utilizzate al momento della costruzione delle gallerie.
Tale soluzione permetterebbe lo svolgimento delle operazioni di soccorso in maniera ordinata ed efficace, non essendo altrimenti possibile raggiungere la galleria, nella maggior parte dei casi, se non attraverso la ferrovia con tempi lunghi e scarsa disponibilità di mezzi.
Allo stato tali vie risultano o impraticabili in quanto abbandonate dopo la fine dei lavori, ovvero non raggiungibili per la realizzazione di cancellate ed altri sbarramenti. Sarà quindi necessario eseguire gli interventi occorrenti a raggiungere i requisiti minimi come di seguito descritti. È altresì auspicabile una riorganizzazione del soccorso che permetta di avere in circa 20 minuti dalla segnalazione d'allarme le prime squadre di soccorso sul posto pronte ad operare.

1.1.1 Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'area adiacente all'infrastruttura ferroviaria è in genere delimitata da una recinzione e pertanto risulta inaccessibile. Al fine di consentire l'ingresso alle squadre di soccorso è necessaria un'adeguata apertura in corrispondenza della recinzione. Tale apertura viene definita cancello di accesso.
Collegato adeguatamente con la viabilità ordinaria sarà individuato da un apposito cartello recante la dicitura: "Accesso d'emergenza". Tale cancello ordinariamente sarà mantenuto chiuso e le chiavi dovranno essere consegnate ai due distaccamenti VV.F. limitrofi agli imbocchi ed al Comando Provinciale dei VV.F. competente per territorio, ovvero ad altra struttura organizzata ed affidabile posta nelle vicinanze degli imbocchi medesimi. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 4 m.
b) Strada di accesso. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 4 m con allarghi a 6 m ogni 250 m per permettere l'incrocio dei mezzi di soccorso.
Pendenza inferiore al 16%.
Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.

Le vie di accesso così conformate dovranno sfociare in una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi; le caratteristiche minime di tale piazzale dovranno essere di norma le seguenti:

1.1.2 Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 300 m2.
b) Piano a raso per il posizionamento sui binari del mezzo bimodale d'intervento di cui al successivo punto 1.2.1., nonché per permettere l'eventuale attraversamento dei binari medesimi ai mezzi gommati. Tale piano sarà realizzato secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed avrà lunghezza non inferiore a 20 m.
c) Possibilità di illuminazione. Per gli interventi nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi ausiliari che necessitassero di energia elettrica; l'alimentazione del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche: 220 v e almeno 4 Kw.
Nel caso in cui per problemi legati alla manutenzione i pali non dovessero essere attrezzati con i fari, tali fari potranno essere portati e messi in opera dal personale delle F.S. di primo intervento, pertanto i pali andranno dotati di apposite carrucole e di quant'altro necessario a eseguire in tempi rapidi l'operazione.
d) Rifornimento idrico. Per le necessità di estinzione di eventuali incendi, nel piazzale andrà prevista una vasca di accumulo per l'acqua da almeno 40 m3. Ove ciò per particolari problemi legati al territorio non fosse possibile, dovrà essere assicurata la presenza di una cisterna, anche mobile da almeno 25 m3 da collegarsi all'impianto idrico antincendi della galleria di cui ai punti seguenti con la funzione di polmone per l'impianto. È inoitre da valutare la possibilità di allacciare la riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente sito nelle immediate vicinanze, con ad esempio un pozzetto ed una tubazione fissa cui collegare durante l'intervento le pompe VV.F.
e) Elisoccorso. In ordine alle caratteristiche orografiche del territorio, in sede di estensione del piano di emergenza, sarà necessario individuare una zona idonea all'atterraggio degli elicotteri che sia facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso posizionati nel piazzaie di emergenza. Le dimensioni minime in pianta, secondo quanto previsto dal D.M. (Min. Trasporti) 10 marzo 1988, dovranno essere tali che a seconda dell'aereomobile di cui si prevede l'impiego, sia rispettato il rapporto tra il diametro della piazzola e la distanza massima tra i punti estremi dell'aereomobile con i rotori in moto, che dovrà essere pari ad 1,5. Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione al C.N.VV.F. tali dimensioni sono rispettivamente di:

- Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.66 m

- Velivolo 206: d = 11.90 m x 1,5 = 17.85 m

Comunque per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno seguite le indicazioni di cui al sopracitato D.M. 10 marzo 1988 pubblicato sulia G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988 per le aviosuperfici non segnalate.

1.2 Accessibilità interna
Al problema dell'accessibilità interna sono legate tutte le difficoltà della conduzione dell'intervento in ordine alla visibilità, alla respirabilità, all'evacuazione delle persone, alle comunicazioni, all'illuminazione ecc .... pertanto questa sezione è divisa in più sottosezioni in ordine alle diverse problematiche.

1.2.1 Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale VV.F. In relazione alla necessità di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F. su appositi convogli ferroviari, in quanto le manovre connesse al reperimento dei mezzi ed al caricamento sul convoglio non permettono di realizzare un soccorso efficace in tempi ristretti. A tal fine è prevista l'utilizzazione di un mezzo intermodale strada-ferrovia da affidare in dotazione ai distaccamenti VV.F. più vicini agli imbocchi delle gallerie. Tale mezzo che sarà impiegato anche nel normale soccorso avrà una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo in galleria anche in presenza di fumi o gas tossici. Tra queste è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente. Il C.N.VV.F. provvederà a definire il relativo capitolato tecnico con l'assistenza dei tecnici delle F.S.
b) Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della squadra di primo intervento del personale F.S. saranno utilizzati i carrelli del tipo MM 380 G o simili, di normale dotazione ai tronchi ferroviari. Tali carrelli avranno una dotazione di 10 estintori portatili ed al personale sarà affidato un Kit che comprenderà tra l'altro anche un congruo numero di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione al C.N.VV.F. Questi mezzi potranno se delcaso essere utilizzati per l'evacuazione delle persone coinvolte nell'incidente.
c) Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, autolettighe, ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, elicotteri, etc. (cfr. Piano di Emergenza).

1.2.2 Visibilità interna
Uno scenario incidentale del tipo in esame, fa porre senz'altro l'attenzione sul problema della visibilità ed in particolare a due aspetti ad esso legati: quello dell'evacuazione delle persone che prevede dei percorsi d'esodo illuminati e quello riferito alle necessità dei soccorritori.
a) Illuminazione vie d'esodo. In riferimento a tale problema, considerato che in caso d'incendio il fumo tende a stratificare gradualmente dall'alto verso il basso si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a due metri, diretta sugli stradelli, di norma utilizzati per la manutenzione e tale da determinare un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di calpestio della via di esodo.
Oltre a tale accorgimento i "cameroni" ed i "nicchioni" all'interno dei tunnel avranno una dotazione di lampade portatili utilizzabili in caso d'emergenza, come precisato al punto 1.2.7.
b) Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale secondo punto i mezzi di soccorso di cui al punto precedente avranno una particolare dotazione per fronteggiare tale problema, comprendente sia i dispositivi fissi che avranno particolari caratteristiche e per posizionamento e per intensità, sia una serie di dispositivi portatili.

1.2.3 Vie di esodo
Si premette che le strutture esistenti risultano in larga parte prive sia di tunnel paralleli per l'evacuazione delle persone eventualmente coinvolte in un incidente in galleria, sia di vie di fuga intermedie ed alternative ai due imbocchi della galleria.
Non si hanno a disposizione studi approfonditi e definitivi sul movimento della folla nelle condizioni di rischio ipotizzate. Pertanto vista l'impossibilità di ovviare a tale problema con interventi mirati ed affidabili di ristrutturazione dell'intera rete ferroviaria come indicato in premessa, il gruppo ha individuato delle misure minime come di seguito descritte privilegiando il mantenimento di condizioni di esodo vincolate che meglio possono essere gestite dal personale F.S. sul posto e dai sistemi di informazione da rendere disponibili.
a) Vie di esodo. Saranno utilizzati gli stradelli già esistenti per la manutenzione. Da un'indagine condotta risulta che attualmente tali vie non sono adeguatamente attrezzate e manutenute. Ferma restando la larghezza che mediamente risulta di 50 cm e che difficilmente può essere modificata in quanto andrebbe di fatto variata la geometria della galleria stessa, andranno previste opere di manutenzione atte a rendere agibile il percorso, eliminando eventuali ingombri, riassestando ove necessario il camminamento, realizzandolo ove mancante. Il camminamento dovrà essere realizzato di norma in calcestruzzo gettato in opera ovvero utilizzando lastre prefabbricate e dovrà essere reso antiscivolo.
b) Cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione delle persone, andranno messi in opera, di norma almeno ogni 100 m, una serie di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente che indichino la distanza ed il verso delle uscite più prossime, l'ubicazione degli impianti telefonici e degli attacchi idrici. In corrispondenza delle nicchie e dei nicchioni saranno altresì posizionati cartelli che indichino la presenza dell'attrezzatura di soccorso a disposizione.

1.2.4 Comunicazioni ordinarie e di emergenza
Questo aspetto è sicuramente fondamentale e prevede due settori distinti ma entrambi di primaria importanza. Il primo è quello legato all'informazione dei viaggiatori. È fuori discussione che una corretta informazione consente uno svolgimento delle operazioni il più ordinato possibile ed in relazione ai differenti tipi di incidente permette di suggerire delle indicazioni comportamentali volte a ridurre il panico e a minimizzare gli effetti negativi ad esso associati. Il secondo aspetto è quello legato alle necessità delle operazioni di soccorso.
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si premette che di norma è presente sui più importanti treni un sistema di diffusione sonora che viene utilizzato dal personale F.S. a bordo per dare le comunicazioni necessarie. Tuttavia, attesa l'importanza di questo settore anche ai fini della gestione dell'emergenza si ritiene necessario dotare le gallerie di un efficace impianto interno di diffusione sonora che sarà utilizzato in caso di necessità dal personale delle F.S. ovvero anche dalle squadre di soccorso.
b) Sistemi di comunicazione di servizio. Nelle piazzole all'esterno delle gallerie dovrà essere prevista una postazione telefonica collegata con la stazione più vicina. All'interno delle gallerie sono presenti ed ove non lo fossero andranno previsti dei telefoni F.S. di norma ogni 500 m, comunicanti con le stazioni limitrofe. È già stato previsto dalle F.S. un piano per dotare le gallerie ferroviarie nazionali di un dispositivo che consentirà la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari che saranno resi disponibili in numero di 2 ad ogni Comando VV.F. nella cui giurisdizione ricadono gallerie di lunghezza maggiore di 5000 m, al fine di assicurare le comunicazioni fra il gruppo d'intervento F.S, e quello dei VV.F.

1.2.5 Evacuazione dei fumi
a) Evacuatori di fumo. In ordine a tale problema ed ai sopralluoghi effettuati nelle gallerie in esame, risulta che allo stato solo alcune delle gallerie sono dotate di camini di aerazione e che peraltro, alcuni di tali camini risultano ostruiti. Sulla base dei risultati di studi condotti a livello internazionale (Memorial Tunnel di Baltimora negli U.S.A., Progetto Eureka Fire-tun in Europa), non appare percorribile l'ipotesi di una ventilazione longitudinale dei tunnel, in quanto i parametri in gioco sono molteplici e di difficile governabilità. In molti casi l'effetto di una ventilazione di questo tipo è risultato non solo inefficace ma addirittura controproducente creando un effetto di ricircolo definito "backlayering". Si è ritenuto sulla base delle valutazioni condotte di non prevedere la predisposizione di apparecchi di ventilazione forzata all'interno delle gallerie, sia per la scarsa efficacia di tali apprestamenti e soprattutto per l'impossibilità ad operare legata alle caratteristiche geometriche delle gallerie esistenti. L'utilizzo dei camini esistenti per contro non fornisce adeguate garanzie per l'evacuazione dei fumi, risultando di fatto pochi e non dimensionati allo scopo. Esiste in subordine un problema legato all'ordine pubblico. Queste vie infatti potrebbero essere utilizzate per attentati di tipo terroristico con impiego, come purtroppo dimostrato dagli avvenimenti in Giappone e Francia di gas nervini e/o altre sostanze tossiche.

1.2.6 Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi VV.F.

1.2.7 Attrezzature nelle "nicchie e nei nicchioni"
a) Nicchie. Nelle gallerie sono presenti di norma ogni 30 metri c.a. delle nicchie previste per il ricovero degli addetti alla manutenzione. In tali nicchie saranno posizionate in un apposito armadietto n. 50 mascherine del tipo usa e getta in confezione sigillata ed impermeabile. Saranno esclusi da tale predisposizione i primi 500 m delle gallerie prossimi agli imbocchi.
b) Nicchioni e cameroni. Di norma sono presenti dei "nicchioni" e in alcune gallerie anche dei cameroni per il ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali saranno utilizzati per posizionarvi, ove possibile, i seguenti dispositivi: n° 1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese interbloccate CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi dotata di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45, un divisore ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa e getta in confezione sigillata ed impermeabile; n° 1 armadio contenente tre lampade da 1000 W con treppiede e due bobine da 200 m di cavo elettrico del tipo non propagante la fiamma.

1.3. Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, così come definita nel presente documento, le Autorità locali competenti dovranno approntare congiuntamente un piano di emergenza sulla scorta degli scenari di rischio ipotizzati che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche formulate nel presente documento. Nella predisposizione del piano di emergenza si colloca al centro dell'attenzione il rischio di riferimento la cui entità può essere quantificata sia attraverso i criteri dell'analisi storica sia mediante complesse valutazioni teoriche. Il gruppo di lavoro ha ritenuto focalizzare l'attenzione degli addetti ai lavori sui seguenti scenari di rischio:

a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

In linea generale il piano dovrà possedere i seguenti requisiti:

1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione del piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e dei nominativi dei responsabili di settore.

In definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza si costruisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza individuato sulla scorta degli elementi costruttivi e del tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:

a) le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.

Il piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo. Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile anche su supporto informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno avere una cadenza almeno semestrale per il primo triennio ed annuale successivamente.

II° CAPITOLO
"GALLERIE IN CORSO DI ESECUZIONE"

PREMESSA
Il presente documento che rappresenta il secondo capitolo delle linee guida, contiene delle indicazioni per l'individuazione di idonee misure di sicurezza, dirette a salvaguardare l'incolumità delle persone dai rischi di incidenti all'interno di gallerie ferroviarie ed in particolare dagli incendi relativamente alle gallerie, di nuova costruzione, già realizzate ovvero in corso di realizzazione, ma non ancora in esercizio. Appare evidente come rispetto alle gallerie già in esercizio, ed a quelle di futura realizzazione, le gallerie già realizzate ma non in esercizio, rappresentino una realtà intermedia nei confronti del problema "sicurezza".
Questa considerazione nasce dal fatto che se da un lato tali infrastrutture presentano le stesse problematiche delle gailerie trattate nell'ambito del primo capitolo per quanto attiene le possibilità di interventi massicci di revisione strutturale delle geometrie della galleria, dall'altro è possibile prevedere tutta una serie di interventi sulle infrastrutture senza avere ricadute negative sullo svolgimento del traffico nazionale.

Analogamente a quanto realizzato nella prima parte del documento, le sezioni trattate riguardano i seguenti aspetti:
1. Accessibilità esterna
2. Accessibilità interna
3. Piani di emergenza e gestione dell'emergenza.

LO SCENARIO DI RIFERIMENTO
Per quanto attiene la definizione dello scenario di riferimento vale quanto già indicato nel capitolo precedente e che per comodità di lettura si riporta di seguito.

a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria,
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

2.1. Accessibilità esterna
L'obiettivo rimane quella già individuato nel primo capitolo e cioè: di realizzare le condizioni che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere con tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle attrezzature.
La soluzione ipotizzata rimane quella di rendere percorribili le strade di cantiere utilizzate al momento della costruzione delle gallerie, tale soluzione permetterebbe lo svolgimento delle operazioni di soccorso in maniera ordinata ed efficace, non essendo altrimenti possibile raggiungere la galleria, nella maggior parte dei casi, se non attraverso la ferrovia con tempi lunghi e scarsa disponibilità di mezzi.
Allo stato tali vie risultano praticabili in quanto utilizzate nel corso dei lavori. Sarà comunque necessario procedere a dei controlli per verificare le caratteristiche di fruibilità minime. È altresì auspicabiie una riorganizzazione del soccorso che permetta di avere in circa 20 minuti dalla segnalazione d'allarme le prime squadre di soccorso sul posto pronte ad operare.
I requisiti minimi che queste vie di accesso dovranno di norma possedere sono i seguenti:

2.1.1 Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'area adiacente all'infrastruttura ferroviaria è in genere delimitata da una recinzione e pertanto risulta inaccessibile. Al fine di consentire l'ingresso alle squadre di soccorso è necessaria un'adeguata apertura in corrispondenza della recinzione. Tale apertura viene definita cancello di accesso. Collegato adeguatamente con la viabilità ordinaria sarà individuato da un apposito cartello recante la dicitura: "Accesso di emergenza". Tale cancello ordinariamente sarà mantenuto chiuso e le chiavi dovranno essere consegnate ai due distaccamenti VV.F. limitrofi agli imbocchi ed al Comando Provinciale dei VV.F. competente per territorio, ovvero ad altra struttura organizzata ed affidabile posta nelle vicinanze degli imbocchi medesimi. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 4 m.
b) Strada di accesso. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 4 m con allarghi a 6 m ogni 250 m per permettere l'incrocio dei mezzi di soccorso.
Pendenza inferiore al 16%.
Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.
c) Accessi primari e secondari. In ordine alla problematica dell'accesso all'interno della galleria e compatibilmente con le realtà orografiche e di viabilità locali, si ritiene di individuare in corrispondenza degli imbocchi delle gallerie gli accessi primari per le operazioni di soccorso. Le finestre intermedie di cui al punto 2.2.3.2, ove presenti, saranno di norma utilizzate quali accessi secondari.

Le vie di accesso così conformate dovranno sfociare in una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi; le caratteristiche minime di tale piazzale dovranno essere di norma le seguenti:

2.1.2 Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 300 m2.
b) Piano a raso per il posizionamento del mezzo bimodale sul binario, nonché per permettere l'eventuale attraversamento dei binari medesimi ai mezzi gommati. Tale piano sarà realizzato secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed avrà lunghezza non inferiore a 20 m.
c) Possibilità di illuminazione. Per gli interventi nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi ausiliari che necessitassero di energia elettrica, l'alimentazione del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche: 220 v e almeno 4 Kw. Nel caso in cui per problemi legati alla manutenzione i pali non dovessero essere attrezzati con i fari, tali fari potranno essere portati e messi in opera dal personale delle F.S. di primo intervento, pertanto i pali andranno dotati di apposite carrucole e di quant'altro necessario a eseguire in tempi rapidi l'operazione.
d) Rifornimento idrico. Per le necessità di estinzione di eventuali incendi andrà prevista una vasca di accumulo per l'acqua da almeno 40 m3 (polmone). Laddove possibile il serbatoio andrà realizzato sopraelevato. È inoltre da valutare la possibilità di allacciare la riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente sito nelle immediate vicinanze, con ad esempio un pozzetto ed una tubazione fissa cui collegare durante l'intervento le pompe VV.F.

2.1.3 Elisoccorso
In ordine alle caratteristiche orografiche del territorio sarà necessario individuare, in prossimità di almeno uno degli ingressi principali, una zona idonea all'atterraggio degli elicotteri ed ivi realizzare una piazzola di atterraggio, contrassegnata dalla lettera H, che sia facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso posizionati nel piazzale di emergenza. Le dimensioni minime in pianta, secondo quanto previsto dal D.M. (Min. Trasporti) 10 marzo 1988, dovranno essere tali che a seconda dell'aereomobile di cui si prevede l'impiego, sia rispettato il rapporto tra il diametro della piazzola e la distanza massima tra i punti estremi dell'aereomobile con i rotori in moto, che dovrà essere pari ad 1,5. Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione al C.N.VV.F. tali dimensioni sono rispettivamente di:
- Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.65 m
- Velivolo 206: d = 11 .90 m x 1.5 = 17.85 m
Comunque per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno seguite le indicazioni di cui al sopracitato D.M.10 marzo 1988 pubblicato sulla G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988 per le aviosuperfici non segnalate.

2.1.4 Area di triage
È auspicabile l'individuazione in corrispondenza di almeno uno degli imbocchi principali di un'area di emergenza sanitaria avente una superficie complessiva non inferiore a 500 m2 sulla quale allestire una zona di primo soccorso e di smistamento dei feriti.

2.2 Accessibilità interna
Al problema dell'accessibilità interna sono legate tutte le difficoltà della conduzione dell'intervento in ordine alla visibilità, alla respirabilità, all'evacuazione delle persone, alle comunicazioni, all'illuminazione ecc.... pertanto questa sezione è divisa in più sottosezioni in ordine alle diverse problematiche.

2.2.1 Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale VV.F. In relazione alla necessità di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F. su appositi convogli ferroviari, in quanto le manovre connesse al reperimento dei mezzi ed al caricamento sul convoglio non permettono di realizzare un soccorso efficace in tempi ristretti. A tal fine è prevista l'utilizzazione di un mezzo intermodale strada-ferrovia da affidare in dotazione ai distaccamenti VV.F. più vicini agli accessi primari delle gallerie. Tale mezzo che sarà impiegato anche nel normale soccorso avrà una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo in galleria anche in presenza di fumi o gas tossici.
Tra queste è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente.

b) Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della squadra di primo intervento del personale F.S. saranno utilizzati i carrelli del tipo MM 380 G o simili, in normale dotazione ai tronchi ferroviari. Tali carrelli avranno una dotazione di 10 estintori ed al personale sarà affidato un Kit che comprenderà tra l'altro anche un congruo numero di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione al C.N.VV.F. Questi mezzi potranno se del caso essere utilizzati per l'evacuazione delle persone coinvolte nell'incidente.

c) Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, autolettighe, ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, eiicotteri, etc. (cfr. Piano di Emergenza).

2.2.2 Visibilità interna
Uno scenario incidentale del tipo in esame, fa porre senz'altro l'attenzione sul problema della visibilità ed in particolare a due aspetti ad esso legati: quello dell'evacuazione delle persone che prevede dei percorsi d'esodo illuminati e quello riferito alle necessità dei soccorritori.

a) Illuminazione vie d'esodo. In riferimento a tale problema, considerato che in caso d'incendio il fumo tende a stratificare gradualmente dall'alto verso il basso si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a due metri, diretta sui camminamenti utilizzati anche per la manutenzione (vedi paragrafo 2.2.3.1.a) e tale da determinare un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di calpestio della via di esodo. Il medesimo tipo di illuminazione andrà previsto per i percorsi pedonali delle finestre. Oltre a tale accorgimento i "cameroni" ed i "nicchioni" all'interno dei tunnel avranno una dotazione di lampade portatili utilizzabili in caso d'emergenza (vedi paragrafo 2.2.7.b).

b) Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale secondo punto i mezzi di soccorso di cui al punto precedente avranno una particolare dotazione per fronteggiare tale problema, comprendente sia i dispositivi fissi che avranno particolari caratteristiche e per posizionamento e per intensità, sia una serie di dispositivi portatili.

2.2.3 Vie di esodo
In relazione alla problematica dell'evacuazione delle persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno della galleria, si è ritenuto opportuno dividere le gallerie in due categorie: quelle che analogamente alle gallerie già trattate nel corso del primo capitolo risultano prive di vie di fuga intermedie ed alternative ai due imbocchi della galleria e quelle nelle quali sono presenti, in quanto utilizzati durante le operazioni di scavo uno o più tunnel intermedi denominati, utilizzando la terminologia ferroviaria, "finestre". Premesso che tutte le gallerie esaminate risultano prive di tunnel paralleli che potrebbero essere utilizzati per l'evacuazione delle persone, vista l'impossibilità ad ovviare a tale problema con interventi mirati di ristrutturazione dell'intera rete ferroviaria come specificato in premessa, il gruppo ha individuato delle misure minime come appresso descritte privilegiando il mantenimento di condizioni di esodo vincolate che meglio possono essere gestite dal personale F.S. sul posto e dai sistemi di informazione da rendere disponibili.

2.2.3.1 Gallerie senza accessi intermedi.
Per tali gallerie valgono di massima le misure adottate per le gallerie esistenti:

a) Vie di esodo. Saranno utilizzati gli stradelli già previsti per la manutenzione. Ferma restando la larghezza che mediamente risulta di 50 cm che difficilmente può essere modificata in quanto andrebbe di fatto variata la geometria della galleria stessa, andranno previste opere di manutenzione atte a mantenere agibile il percorso. Il camminamento dovrebbe di norma essere realizzato in calcestruzzo gettato in opera ovvero utilizzando lastre prefabbricate e dovrà essere reso antiscivolo.

b) Cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione delle persone, andranno messi in opera, ogni 100 m, una serie di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente che indichino la distanza e la direzione per raggiungere l'uscita più vicina, l'ubicazione degli impianti telefonici e degli attacchi idrici. In corrispondenza delle nicchie e dei nicchioni saranno altresì posizionati cartelli che indichino la presenza dell'attrezzatura di soccorso a disposizione.

2.2.3.2 Gallerie dotate di accessi intermedi.
Per tali gailerie valgono, oltre alle misure già descritte nel paragrafo precedente, queste ulteriori disposizioni che riguardano le finestre:

a) Finestre di accesso/esodo. Trattasi di vere e proprie gallerie laterali utilizzate durante le operazioni di scavo per la realizzazione delle gallerie ferroviarie. Tali tunnels risultano di dimensioni adeguate alle necessità del soccorso (larghezza media 6 m altezza media in chiave 5.5 m), pertanto si ritiene debbano essere attrezzati in modo tale da potere essere utilizzati sia quale via di esodo per le persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno della galleria sia quali vie di accesso per le squadre di soccorso, fermo restando che di norma gli accessi primari saranno individuati in corrispondenza degli imbocchi della galleria. Per rendere possibile l'esodo delle persone, tali percorsi andranno mantenuti sicuri e fruibili anche in ordine alla eventuale presenza di fumi. All'interno della galleria ferroviaria andranno pertanto previste in ordine alle necessità individuate le seguenti predisposizioni:
b) cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione delle persone, andranno posizionati all'interno della galleria dei cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente, o altri dispositivi analoghi, con riportanti la scritta in italiano e inglese "uscita di emergenza, emergency exit";

c) percorso pedonale. Dovendo utilizzare le finestre con la doppia finalità dell'esodo per le persone e dell'accesso per le squadre e per i relativi mezzi di soccorso, sarà necessario dividere i percorsi carrabili da quelli pedonali a mezzo di una protezione. Il percorso pedonale avrà una larghezza netta di 120 cm e dovrà essere chiaramente indicato ed individuabile, il resto della sezione di norma sarà utilizzato per il percorso carrabile. Il percorso pedonale andrà illuminato, si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a due metri, diretta sul camminamento e tale da determinare un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di calpestio. Tale sistema di illuminazione deve essere attivabile da almeno due interruttori posti rispettivamente in adiacenza agli ingressi della finestra che devono essere facilmente individuabili a mezzo di cartelli di tipo luminescente o altri dispositivi analoghi;

d) camera di manovra. Al fine di rendere possibile l'impiego dei mezzi di soccorso all'interno delle finestre, oltre alla delimitazione del percorso carrabile (larghezza circa 4,5 m) andrà previsto l'adeguamento della camera di manovra ove fosse già stata realizzata in fase di costruzione della finestra stessa. Le dimensioni di tale camera, posta in adiacenza allo sbocco della finestra sulla galleria, dovranno essere non inferiori a 11 m x 11 m. Ove tale camera non fosse stata approntata in sede di scavo della finestra e ne risultasse quindi difficile e/o inapplicabile la realizzazione, andranno previste in sede di estensione del piano di sicurezza misure idonee all'utilizzo delle finestre quali vie di accesso per le squadre di soccorso che tengano in considerazione tale aspetto (difficoltà di manovra per i mezzi, specie per quelli di maggiore ingombro la cui inversione di marcia risulterebbe di fatto impossibile);

e) protezione degli accessi. Al fine di evitare l'ingresso in galleria di persone non autorizzate si ritiene che gli accessi alle finestre vengano protetti da sistemi di chiusura apribili dall'interno, a mezzo di maniglioni del tipo antipanico o da sistemi equivalenti per facilitare l'esodo delle persone e dall'esterno per mezzo di apposite chiavi che saranno messe a disposizione delle autorità competenti per le operazioni di soccorso e al personale F.S. addetto alla manutenzione.

2.2.4. Comunicazioni ordinarie e di emergenza
Questo aspetto è sicuramente fondamentale e prevede due settori distinti ma entrambi di primaria importanza. Il primo è quello legato all'informazione dei viaggiatori. È fuori discussione che una corretta informazione consente uno svolgimento delle operazioni il più ordinato possibile ed in relazione ai differenti tipi di incidente permette di suggerire delle indicazioni comportamentali volte a ridurre il panico e a minimizzare gli effetti negativi ad esso associati. Il secondo aspetto è quello legato alle necessità delle operazioni di soccorso.
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si premette che nell'ordinarietà, è presente sui più importanti treni un sistema di diffusione sonora utilizzato dal personale F.S. viaggiante per dare le comunicazioni necessarie.
Attesa, tuttavia, l'importanza strategica di questo settore anche ai fini della gestione dell'emergenza si ritiene necessario dotare le gallerie di un efficace impianto interno di diffusione sonora che sarà utilizzato in caso di necessità dal personale delle F.S ovvero anche delle squadre di soccorso.

b) Sistemi di comunicazioni di servizio. Nelle piazzole all'esterno delle gallerie dovrà essere prevista una postazione telefonica F.S. collegata con la stazione più vicina. È già stato previsto dalle F.S. un piano per dotare le gallerie ferroviarie nazionali di un dispositivo che consente la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari che saranno resi disponibili in numero di due ad ogni Comando Provinciale VV.F. nella cui giurisdizione ricadono gallerie di lunghezza maggiore di 5000 m al fine di assicurare le comunicazioni tra il gruppo di intervento F.S. e quello VV.F.

2.2.5 Evacuazione dei fumi
Evacuatori di fumo. Sulla base dei risultati di studi condotti a livello internazionale (Memorial Tunnel di Baltimora negli U.S.A, Progetto Eureka Fire-tun in Europa) non appare percorribile l'ipotesi di una ventilazione longitudinale dei tunnel, in quanto i parametri in gioco sono molteplici e di difficile governabilità. In molti casi l'effetto di una ventilazione di questo tipo è risultato non solo inefficace ma addirittura controproducente creando un effetto di ricircolo definito "backlayering". Si è ritenuto sulla base delle valutazioni condotte di non prevedere la predisposizione di apparecchi di ventilazione forzata all'interno delle gallerie, sia per la scarsa efficacia di tali apprestamenti e soprattuto per l'impossibilità ad operare legata alle caratteristiche geometriche delle gallerie esistenti. Andranno altresì previste delle misure per mantenere libere dai fumi, laddove presenti, le finestre di esodo.

2.2.6 Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi VV.F.

2.2.7 Attrezzature nelle "nicchie" e nei "nicchioni"
a) Nicchie. Nelle gallerie sono presenti di norma, ogni 30 metri c.a. delle nicchie previste per il ricovero degli addetti alla manutenzione. In tali nicchie saranno posizionate in un apposito armadietto n. 50 mascherine del tipo usa e getta in confezione sigillata ed impermeabile. Qualora le nicchie non fossero presenti o non fossero in numero adeguato, andrà individuata una posizione alternativa per l'installazione degli armadietti. Saranno esclusi da tale predisposizione i primi 500 m delle gallerie prossimi agli imbocchi.

b) Nicchioni e cameroni. Di norma sono presenti dei "nicchioni" e in alcune gallerie anche dei "cameroni" per il ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali saranno utilizzati per posizionarvi, ove possibile, i seguenti dispositivi: n° 1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese interbloccate CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi dotata di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45, un divisore ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa e getta in confezione sigillata ed impermeabile; n° 1 armadio contenente tre lampade da 1000 W con treppiede e due bobine da 200 m di cavo elettrico del tipo non propagante la fiamma.

2.3 Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, così come definita nel presente documento, le Autorità locali competenti dovranno approntare congiuntamente un piano di emergenza sulla scorta degli scenari di rischio ipotizzati che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche formulate nel presente documento.
Nella predisposizione del piano di emergenza si colloca al centro dell'attenzione il rischio di riferimento la cui entità può essere quantificata sia attraverso i criteri dell'analisi storica sia mediante complessi calcoli iterativi.
Il gruppo di lavoro ha ritenuto focalizzare l'attenzione degli addetti ai lavori sui seguenti scenari di rischio:

a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragiiamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

In linea generale il piano dovra possedere i seguenti requisiti:

1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione dei piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza.
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e dei nominativi dei responsabili di settore.

In definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza si costituisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza individuato sulla scorta degli elementi costruttivi e del tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:

a) le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.

Il piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo. Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile anche su supporto informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno avere una cadenza almeno semestrale per il primo triennio ed annuale successivamente.

 

III° CAPITOLO
"GALLERIE DI NUOVA COSTRUZIONE"

PREMESSA
Oggetto della presente parte delle linee guida sono le misure di prevenzione e protezione da porre in atto nella realizzazione delle gallerie ferroviarie di nuova costruzione, i cui progetti esecutivi non siano stati approvati alla data di pubblicazione di questo documento, al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone dai rischi di incidenti all'interno di gallerie ferroviarie ed in particolare dagli incendi.
Le sezioni trattate in questo capitolo si riferiscono alle problematiche già trattate nelle parti precedenti del presente documento e da queste traggono spunto analizzando anche gli aspetti progettuali per l'individuazione di soluzioni più mirate e congrue al problema della sicurezza in assenza di vincoli costruttivi come accade per le infrastrutture già realizzate. Si illustrano nel seguito:
1. Criteri di progettazione
2. Caratteristiche accessibilità esterna
3. Caratteristiche accessibilità interna
4. Piani di evacuazione e gestione dell'emergenza.

LO SCENARIO DI RIFERIMENTO
Per quanto attiene la definizione dello scenario di riferimento vale quanto già indicato nei capitoli precedenti e che per comodità di lettura si riporta di seguito.

a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

LINEE GUIDA
Le indicazioni contenute in questa parte delle linee guida si applicano alle opere civili e agli impianti fissi delle gallerie ferroviarie, come meglio descritto in seguito e la cui lunghezza sia compresa tra 5 km e 20 km secondo i criteri già stabiliti in premessa. Le linee in questione non riguardano: le stazioni, fuori o sotto terra, le linee fuori terra, tutti gli impianti che non ricadono all'interno della galleria salvo quanto specificato nei punti di cui al paragrafo 3.2.

3.1. Criteri di progettazione
3.1.1 Tipologie costruttive
In generale le tipologie realizzative che si prevedono per le gallerie ed in ordine alle quali andranno modificandosi i dispositivi di prevenzione/protezione sono le seguenti:

a) galleria monotubo e semplice binario;
b) galleria monotubo a doppio binario;
c) galleria monotubo a doppio binario con tunnel di servizio;
d) galleria bitubo a singolo binario;
e) galleria bitubo e singolo binario e tunnel di servizio centrale (modello Eurotunnel).

In linea del tutto generale si indicano i seguenti requisiti costruttivi che saranno mutuabili in relazione alla tipologia di cui al punto 3.1.1.

3.1.2 Strutture e materiali
La struttura delle gallerie deve avere resistenza al fuoco non inferiore a 120'.
I materiali impiegati al suo interno devono essere di classe 0 di reazione al fuoco.

3.1.3 Vie di esodo
In relazione alla problematica dell'evacuazione delle persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno della galleria, si è ritenuto prevedere per le gallerie due tipologie esecutive per le vie di esodo:
a) Per quelle gallerie nelle quali non è previsto un tunnel di servizio ad esse parallelo progettato per l'esodo delle persone, andranno realizzati dei percorsi protetti che portano direttamente all'esterno. Questa soluzione, già adottata per alcune delle gallerie in corso di realizzazione, prevede l'utilizzo di finestre intermedie (soluzione adattabile ai casi a e b).
b) Per quelle gallerie che sono dotate di un tunnel di servizio parallelo al proprio asse, predisposto per l'evacuazione delle persone, e per quelle bitubo, andranno previsti gli opportuni collegamenti che devono garantire la tenuta al fumo ed alle fiamme in modo da rendere sicure e fruibili le vie di fuga. (soluzione per i casi c, d ed e).
Sarà cura della Soc. F.S. e compiutamente del progettista individuare quale delle due soluzioni meglio si adatti alle specifiche esigenze del sito ove andrà realizzata la galleria. Sarà possibile individuare delle soluzioni miste che prevedano l'utilizzo di finestre e tunnel di servizio.

3.1.3.1 Percorso di emergenza
In tutte le gallerie, indipendentemente dalla tipologia esecutiva, devono essere realizzate banchine di servizio, una per ogni lato nelle gallerie a doppio binario, utilizzabili anche come percorsi di emergenza per l'evacuazione delle persone.
Le banchine devono avere, di norma larghezza minima pari a 85 cm.
a) La massima distanza percorribile in banchina per raggiungere un luogo sicuro, o un accesso a percorso protetto non dovrà essere di norma superiore a 2000 m. In alternativa andranno studiate delle soluzioni che garantiscano criteri di sicurezza equivalenti.

3.1.4 Segnaletica di emergenza
Andranno messi in opera, secondo le modalità e le specifiche previste al punto 3.3.3, una serie di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminiscente, per fornire le necessarie indicazioni in caso di emergenza. Il materiale costituente dovrà essere di classe 0 di reazione al fuoco.

3.1.5 Comunicazioni
In caso di necessità deve essere possibile dare le necessarie disposizioni al pubblico tramite opportuni impianti, come meglio specificato al punto 3.3.5.
Tali sistemi di comunicazione devono garantire l'efficacia di funzionamento nel tempo e pertanto andranno adeguatamente controllati e manutenuti.

3.1.6 Evacuazione dei fumi
Andranno adottati degli accorgimenti tecnici che permettano di mantenere libere dai fumi, in caso di incendio le vie di esodo. Per quanto attiene la galleria ferroviaria, in relazione agli sviluppi delle conoscenze e della tecnologia, andranno studiate opportune misure.

3.1.7 Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi VV.F.

3.1.8 Fonti di energia per gli impianti elettrici di emergenza
Ogni impianto di emergenza che richieda alimentazione elettrica, deve essere connesso alla normale rete di distribuzione di energia e ad una fonte di energia di emergenza che può essere costituita da:
a) batteria di accumulatori dotati di ricarica automatica e di inverter; la relativa autonomia non deve essere inferiore a due ore, se il sistema non è accoppiato a gruppo elettrogeno;
b) gruppo elettrogeno con avviamento automatico.
Le batterie ed i gruppi elettrogeni devono essere installati in locali ubicati in zone non soggette a rischi di incendio ed adeguatamente ventilati. Le eventuali pareti confinanti con le gallerie devono essere realizzate con strutture resistenti al fuoco almeno R 120'.
Se l'impianto oggetto dell'emergenza ha notevole estensione si può provvedere all'alimentazione elettrica di emergenza attraverso due fonti alimentate da stazioni della rete di alimentazione non facenti parte dello stesso sistema primario a condizione che:

- le due fonti di alimentazione siano fisicamente lontane e in condizioni tali che l'evento che dà luogo all'emergenza non possa coinvolgerle contemporaneamente;
- da una sola di esse sia possibile alimentare l'intero impianto.

3.1.9 Impianti di illuminazione di sicurezza
Nelle gallerie, oltre all'impianto di illuminazione ordinaria, deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza, che consenta un livello di illuminazione di 5 lux a 100 cm dal piano di calpestio. Gli impianti devono avere circuiti elettrici indipendenti dai restanti. I cavi devono essere racchiusi in tubazioni a se stanti adeguatamente protetti dall'acqua e dal calore, oppure in manufatti resistenti all'incendio. Il collegamento degli apparecchi utilizzatori, limitatamente al percorso tra gli apparecchi stessi ed i tratti protetti, come sopra precisato, può essere realizzato con cavi di sicurezza in guaine esenati da alogeni e resistenti al fuoco (CEI 20-32), qualora non siano anch'essi protetti come il resto della rete. Le linee destinate agli impianti di emergenza devono essere realizzate con cavi resistenti al fuoco (CEI 20-36).

3.1.10 "Nicchioni" e "cameroni" di servizio
Sono di norma previsti per esigenze di tipo ferroviario, dei "nicchioni" o dei "cameroni" per il ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali potranno essere utilizzati per posizionarvi i seguenti dispositivi: n° 1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese interbioccate CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi dotata di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45, un divisore ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa e getta in confezione sigillata ed impermeabile; n° 1 armadio contenente tre lampade da 1000 W con treppiede e due bobine da 200 m di cavo elettrico del tipo non propagante la fiamma (CEI 20-36). Qualora il posizionamento non fosse possibile all'interno di tali iocali, andranno studiate da parte del progettista e del gestore della rete delle soluzioni alternative che consentano di posizionare il sopraelencato materiale.

3.2. Accessibilità esterna
3.2.1 Premessa
L'obiettivo rimane quello già individuato nella prima parte di questo documento, e cioè: di realizzare le condizioni che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere con tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle attrezzature.
Andranno pertanto previsti dei percorsi di accesso per i mezzi di soccorso che permettano di raggiungere i piazzali di emergenza all'uopo predisposti. Tale soluzione dovrebbe permettere lo svolgimento delle operazioni di soccorso in maniera ordinata ed efficace.
È altresì auspicabile una organizzazione del soccorso che permetta di avere in circa 20 minuti dalla segnalazione d'allarme le prime squadre di soccorso sul posto pronte ad operare.

3.2.2 Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'accesso alle aree attrezzate all'esterno della galleria, collegato adeguatamente con la viabilità ordinaria, avverrà mediante un'apertura sulla recinzione ferroviaria. Tale apertura è definita cancello di accesso e sarà individuata da un apposito cartello recante la dicitura: "Accesso di emergenza". Questo cancello ordinariamente sarà mantenuto chiuso e le chiavi dovranno essere consegnate ai due distaccamenti VV.F. limitrofi agli imbocchi ed al Comando Provinciale dei VV.F. competente per territorio, ovvero ad altra struttura organizzata ed affidabile posta nelle vicinanze degli imbocchi medesimi. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 6 m.

b) Strada di accesso. È il percorso che collega il cancello d'accesso agli imbocchi della galleria. Dovrà avere una larghezza non inferiore a 6 m per consentire il transito dei mezzi di soccorso nei due sensi.

c) Pendenza inferiore al 16%.

d) Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.
Le vie di accesso così conformate dovranno sfociare in una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi; le caratteristiche di tale piazzale dovrebbero essere le seguenti:

3.2.3 Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 500 m2.

b) Piano a raso per il posizionamento del mezzo bimodale sul binario, nonché per permettere l'eventuale attraversamento dei binari ai mezzi gommati. Tale piano sarà realizzato secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed avrà lunghezza non inferiore a 20 m.

c) Possibilità di illuminazione. Per gli interventi nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi ausiliari che necessitassero di energia elettrica, l'alimentazione del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche: 220 v e almeno 4 Kw. Nel caso in cui per problemi legati alla manutenzione i pali non dovessero essere attrezzati con i fari, tali fari potranno essere portati e messi in opera dal personale delle F.S. di primo intervento; pertanto i pali andranno dotati di apposite carrucole e di quant'altro necessario a condurre in tempi rapidi l'operazione.

d) Rifornimento idrico. Per le necessità della lotta antincendi nel piazzale andrebbe prevista una vasca di accumulo per l'acqua (polmone) da almeno 40 m3 di capacità. Il serbatoio dovrebbe essere realizzato sopraelevato. È inoltre da valutare la possibilità di allacciare la riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente sito nelle immediate vicinanze, mediante un pozzetto ed una tubazione fissa cui collegare durante l'intervento le pompe VV.F.

3.2.4 Elisoccorso
In ordine alle caratteristiche orografiche del territorio appare necessario individuare, in prossimità degli ingressi principali, una zona idonea all'atterraggio degli elicotteri ove realizzare una piazzola di atterraggio, contrassegnata dalla lettera H, facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso posizionati nel piazzale di emergenza. Le dimensioni minime in pianta, secondo quanto previsto dal D.M. (Min. Trasporti) 10 marzo 1988, dovranno essere tali che a seconda dell'aereomobile di cui si prevede l'impiego, sia rispettato il rapporto tra il diametro della piazzola e la distanza massima tra i punti estremi dell'aereomobile con i rotori in moto, che dovrà essere pari ad 1,5. Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione al C.N.VV,F. tali dimensioni sono rispettivamente di:
- Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.65 m
- Velivolo 206: d = 11.90 m x 1.5 = 17.85 m
Comunque per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno seguite le indicazioni di cui al sopracitato D.M.10 marzo 1988 pubblicato sulla G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988 per le aviosuperfici non segnalate.

3.2.5 Area di triage
È auspicabile la realizzazione in corrispondenza degli imbocchi principali di un'area di emergenza sanitaria avente una superficie complessiva non inferiore a 500 m2 sulla quale allestire una zona di primo soccorso e di smistamento dei feriti.

3.3 Accessibilità interna
3.3.1 Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale W.F. In relazione alla necessità di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F. su appositi convogli ferroviari, in quanto le caratteristiche degli automezzi stessi in relazione ai probabili scenari incidentali, nonché le manovre connesse al reperimento dei mezzi ed al caricamento sul convoglio non permettono di realizzare un soccorso efficace in tempi ristretti. A tal fine è prevista la utilizzazione di un mezzo intermodale strada-ferrovia da affidare in dotazione ai distaccamenti VV.F. più vicini agli accessi primari delle gallerie. Tale mezzo che sarà impiegato anche nel normale soccorso avrà una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo in galleria anche in presenza di fumi o gas tossici. Tra queste è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente.

b) Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della squadra di primo intervento del personale F.S. potrebbero essere utilizzati i carrelli del tipo MM 380 G o simili, in normale dotazione ai tronchi ferroviari. Tali carrelli dovrebbero avere una dotazione di 10 estintori ed al personale sarebbe affidato un Kit che comprenderà tra l'altro anche un congruo numero di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione al C.N.VV.F. Questi mezzi potranno se del caso essere utilizzati per l'evacuazione delle persone coinvolte nell'incidente.

c) Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, Autolettighe, ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, elicotteri, mezzi ferroviari etc. (cfr. Piano di Emergenza).

3.3.2 Visibilità interna
Oltre a quanto previsto al punto 3.1.9 andranno considerate le seguenti necessità:
a) Illuminazione vie d'esodo. Considerato che in caso d'incendio il fumo tende a stratificare gradualmente dall'alto verso il basso si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a due metri, ad illuminare i percorsi di esodo. Il medesimo tipo di illuminazione andrebbe previsto per i percorsi pedonali delle finestre o dei tunnel di esodo. Oltre a tale accorgimento i "cameroni" ed i "nicchioni" all'interno della galleria avrebbero una dotazione di lampade portatili utilizzabili in caso d'emergenza come descritto al punto 3. 1.10.

b) Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale secondo punto oltre a quanto previsto al punto 3.1.9 per la galleria, i mezzi di soccorso di cui al punto 3.3.1 dovrebbero avere una particolare dotazione per fronteggiare tale problema, comprendente sia i dispositivi fissi che risulterebbero dotati di particolari caratteristiche e per posizionamento e per intensità, sia una serie di dispositivi portatili.

3.3.3 Cartelli segnalatori.
Al fine di agevolare l'evacuazione delle persone, andrebbe prevista la messa in opera, almeno ogni 100 m, di una serie di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente che indichino la distanza ed il verso delle uscite più prossime, l'ubicazione degli impianti telefonici e degli attacchi idrici. In corrispondenza delle nicchie e dei nicchioni verrebbero altresì posizionati cartelli che indichino la presenza dell'attrezzatura di soccorso a disposizione.
In corrispondenza delle uscite di emergenza andrebbero posizionati dei cartelli indicatori di tipo luminescente e/o luminoso al fine di individuare chiaramente l'accesso e recanti la dicitura in italiano e inglese: "uscita di emergenza, emergency exit";

3.3.4 Vie di esodo
Oltre a quanto previsto al punto 3.1.3 dovrebbero essere previste le seguenti predisposizioni:

3.3.4.1 Gallerie dotate di finestre
a) Finestre di accesso/esodo. Trattasi di vere e proprie gallerie laterali che sfociano all'esterno. Poiché si ritiene dovrebbero essere utilizzate sia quale via di esodo per le persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno della galleria sia quali vie di accesso per le squadre di soccorso, tali gallerie dovranno risultare di dimensioni adeguate alle necessità del soccorso ed avere pertanto larghezza media non inferiore a 6 m ed altezza media in chiave non inferiore a 5 m. Per rendere possibile l'esodo delle persone, tali percorsi andranno mantenuti sicuri e fruibili anche in ordine alla eventuale presenza di fumi all'interno della galleria ferroviaria.

b) Percorso pedonale. Dovendo utilizzare le finestre con la doppia finalità dell'esodo per le persone e dell'accesso per le squadre e per i relativi mezzi di soccorso, sarà necessario dividere i percorsi carrabili da quelli pedonali a mezzo di una protezione. Il percorso pedonale dovrebbe avere una larghezza netta di 120 cm e dovrà essere chiaramente indicato ed individuabile, il resto della sezione sarebbe utilizzato per il percorso carrabile. Il percorso pedonale andrà illuminato, si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a due metri, diretta sul camminamento e tale da determinare un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di calpestio. Tale sistema di illuminazione deve essere attivabile da un interruttore posto in adiacenza all'ingresso alla finestra e deve essere facilmente individuabile a mezzo di cartelli di tipo luminescente o altri dispositivi analoghi.

c) Camera di manovra. Al fine di rendere possibile l'impiego dei mezzi di soccorso all'interno delle finestre, oltre alla delimitazione del percorso carrabile (larghezza circa 4,5 m) andrebbe prevista una camera di manovra. Le dimensioni di tale camera, posta in adiacenza allo sbocco della finestra sulla galleria, dovranno essere non inferiori a 15 m x 15 m.

d) Protezione degli accessi. Al fine di evitare l'ingresso in galleria di persone non autorizzate si ritiene che gli accessi alle finestre vadano protetti da sistemi di chiusura apribili: dall'interno a mezzo di maniglioni del tipo antipanico o da sistemi equivalenti per facilitare l'esodo delle persone e dall'esterno per mezzo di apposite chiavi che saranno messe a disposizione delle autorità competenti per le operazioni di soccorso e al personale F.S. addetto alla manutenzione.

3.3.4.2 Gallerie dotate di tunnel di servizio parallelo o bitubo
Questa soluzione, prevede l'esecuzione di tunnel paralleli tra loro e comunicanti tramite collegamenti attrezzati con dispositivi che permettano l'esodo delle persone evitando il propagarsi di fumi e calore da un tunnel all'altro. Varrebbero per tali tipologie di galleria tutte le disposizioni di cui ai punti: 3.1.2 - 3.1.3.b - 3.1.6 - 3.1.8 - 3.1.9 - 3.3.3.
Resta inteso che tutti i provvedimenti tecnici di natura infrastrutturale e procedurale intesi a raggiungere le volute condizioni di sicurezza debbono tenere conto delle specifiche tipologie costruttive delle gallerie e delle caratteristiche condizioni di esercizio

3.3.5 Comunicazioni ordinarie e di emergenza
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si premette che di norma è presente sui più importanti treni un sistema di diffusione sonora che viene utilizzato dal personale F.S. a bordo per dare le Comunicazioni necessarie. Tuttavia, attesa l'importanza di questo settore anche ai fini della gestione dell'emergenza si ritiene necessario dotare le gallerie di un efficace impianto interno di diffusione sonora che sarà utilizzato in caso di necessità dal personale delle F.S. ovvero anche dalle squadre di soccorso.

b) Sistemi di comunicazione di servizio. Nelle piazzole all'esterno delle gallerie dovrà essere prevista una postazione telefonica collegata con la stazione più vicina. All'interno delle gallerie andranno previsti dei telefoni F.S. di norma ogni 500 m, comunicanti con le stazioni limitrofe. Andrà previsto dalle F.S. un piano per dotare le gallerie ferroviarie nazionali di futura costruzione, come in parte già avviene per le gallerie esistenti, di un dispositivo che consentirà la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari.
Tali telefoni andranno resi disponibili in numero di 2 per ogni Comando VV.F. nella cui giurisdizione ricadono gallerie di lunghezza maggiore di 5000 m, al fine di assicurare le comunicazioni fra il gruppo d'intervento F.S. e quello dei VV. F.

c) Sistema di comunicazioni di emergenza. Le gallerie ed i tunnel di servizio dovrebbero essere dotati di impianti che permettano le comunicazioni via radio delle squadre di soccorso dei VV.F.

3.3.6 Evacuazione dei fumi
Vale quanto disposto al punto 3.1.6.

3.3.7 Impianto idrico antincendi
Vale quanto riportato al punto 3.1.7.

3.4. Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, cosi come definita nel presente documento, le Autorità locali componenti dovranno approntare congiuntamente un piano di emergenza sulla scorta degli scenari di rischio ipotizzati che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche formulate nel presente documento.
Nella predisposizione del piano di emergenza si colloca al centro dell'attenzione il rischio di riferimento la cui entità può essere quantificata sia attraverso i criteri dell'analisi storica sia mediante complessi calcoli iterativi. Il gruppo di lavoro ha ritenuto focalizzare l'attenzione degli addetti ai lavori sui seguenti scenari di rischio:

a) Assistenza ed un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento di uno a più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose con deragliamento di uno o più vagoni.
g) Treno fermo in galleria con assenza di notizie sulle cause del fermo.
h) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio d'incendio.

In linea generale si suggerisce che il piano abbia i seguenti requisiti:

1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione del piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza.
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e dei nominativi dei responsabili di settore.

In definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza si costruisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza individuato sulla scorta degli elementi costitutivi e del tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:

a) le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.

Il piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo. Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile anche come strumento informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno avere una cadenza almeno semestrale.

IV° CAPITOLO
"DEFINIZIONI"

Piano a raso: Consiste in un tratto di sede ferroviaria resa carrabile ai normali mezzi gommati. Le sue dimensioni devono essere tali da consentire agevolmente la manovra del mezzo bimodale sui binari.

Mezzo bimodale: Si tratta di un normale mezzo stradale di intervento del tipo di quelli già in dotazione al C.N.VV.F., Eurofire, opportunamente modificato in modo tale da risultare dotato di un rodiggio ferroviario che all'occorenza ne consenta la movimentazione autonoma su binario.
Tale mezzo dovrà essere attrezzato con una dotazione di bordo che dovrà renderlo efficace sia nel normale servizio che nel caso di intervento in galleria ferroviaria anche in presenza di fumi.

Area di triage: Area destinata al primo soccorso ed allo smistamento delle persone coinvolte in un eventuale incidente. Trattasi di un'area pianeggiante collegata alla viabilità stradale ordinaria, non necessariamente pavimentata. Può essere utilizzata anche per diversi scopi a condizione che risulti sempre sgombra da attrezzature (campo sportivo, area pic-nic, ecc.).
Il "Triage" è una tecnica organizzativa utilizzata in medicina dei disastri, nata per ottimizzare le operazioni di carattere sanitario. Il termine è di derivazione francese e si traduce "scelta".

Accesso primario: In generale per ogni galleria si individueranno almeno due accessi detti "primari" che di norma coincideranno con gli imbocchi, tali accessi tuttavia potrebbero corrispondere anche alle finestre (se esistenti) nel caso in cui l'orografia del territorio o considerazioni di carattere strategico ai fini di un intervento di soccorso consiglino, in sede di estensione del piano di emergenza della galleria, soluzioni alternative.

Accesso secondario: Assumono tale denominazione tutti gli accessi ad una galleria che in sede di piano di emergenza non siano stati classificati quali accessi primari.

 



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