Linee
guida per il miglioramento della sicurezza nelle gallerie
ferroviarie
Il
documento qui riportato nasce a seguito dell'istituzione di
un gruppo di lavoro misto, costituito da funzionari tecnici
della Società Ferrovie dello Stato e del Corpo Nazionale
dei Vigili del Fuoco, alfine di predisporre uno strumento
in grado di fornire oggettivi criteri di riferimento nella
gestione delle problematiche relative alla realizzazione ed
all'adeguamento delle gallerie ferroviarie ai criteri generali
di sicurezza e prevenzione incendi, in mancanza di una specifica
norma di riferimento.
Il documento frutto di 18 mesi di lavoro condotti congiuntamente
dai vari incaricati, è in corso di divulgazione presso
le sedi periferiche dei Vigili del Fuoco e delle Ferrovie
nonché delle Prefetture. Tale documento non può
essere considerato un trattato esaustivo delle problematiche
della sicurezza ferroviaria; pur tuttavia può costituire
un utile riferimento per gli addetti al lavori.
PREMESSA
Il presente documento contiene le linee guida per l'individuazione
di idonee misure di sicurezza, da osservarsi in fase progettuale
e gestionale, preliminari alla costruzione di nuove infrastrutture
e per l'adeguamento di quelle esistenti, dirette a salvaguardare
l'incolumità delle persone dai rischi di incidenti
all'interno di gallerie ferroviarie ed in particolare dagli
incendi.
Poiché la realtà delle gallerie ferroviarie
nazionali è quanto mai eterogenea, per tipologia, anno
di realizzazione, anno di progettazione ed anche in relazione
ai diversi problemi di gestione (alta velocità, rete
ordinaria), si è ritenuto opportuno suddividere il
presente elaborato in tre differenti capitoli.
Nell'ambito del I° capitolo sono trattate le gallerie
già realizzate ed in esercizio, nel II° le gallerie
in corso di realizzazione, ma non ancora in esercizio, nel
III° i criteri da adottarsi per le gallerie di futura
realizzazione.
Nei primi due capitoli del presente documento sono state esaminate
con particolare attenzione le gallerie ferroviarie di lunghezza
superiore ai 5000 m della rete nazionale.
L'esame comparato con analoghi lavori ed iniziative di altri
Paesi e l'obiettiva analisi del rischio associato alle gallerie
ferroviarie, hanno indotto il gruppo di lavoro, già
dalla sua prima composizione, ad escludere dallo studio le
infrastrutture aventi lunghezza inferiore ai 5 km.
Per le gallerie di lunghezza superiore a 20 km è opinione
dei componenti del gruppo che vadano effettuati appositi studi
specifici per ciascuna infrastruttura relativamente alle misure
di prevenzione e protezione dai rischi, in particolare dagli
incendi, poiché la particolarità e singolarità
dell'opera, la difficile descrizione dei fenomeni fisici connessi
alla sviluppo di un incendio, i tempi, le modalità
del possibile sviluppo dei fenomeni stessi, le caratteristiche
comportamentali della folla, le condizioni al contorno assai
variabili, la carenza di obiettivi elementi storici di confronto,
sconsigliano di adottare linee standard per tali casi.
Si ritiene più opportuno quindi individuare e definire
il campo di validità di queste linee guida in un ambito
che sia compreso tra gallerie di lunghezza maggiore di 5000
m e gallerie aventi lunghezza inferiore a 20000 m.
Il presente documento non tratta delle stazioni ferroviarie
sotterranee, né entra nel merito del materiale rotabile.
Attesa la necessità di dare una soluzione, la migliore
possibile, al problema, il gruppo di lavoro misto C.N.VV.F./F.S.
appositamente costituito, ha ritenuto di analizzare prioritariamente
la situazione delle gallerie esistenti, per definire quali
possano essere i criteri da utilizzarsi, tenuti in debito
conto i fattori e gli elementi di natura costruttiva e funzionale
strettamente ad esse correlati ed aventi caratteristiche di
invariabilità.
Le sezioni trattate in questo documento riguardano i seguenti
aspetti per quanto attiene le gallerie esistenti e quelle
in corso di realizzazione:
Sezioni
trattate:
1. Accessibilità esterna
2. Accessibilità interna
3. Piani di emergenza e gestione dell'emergenza;
mentre
per le nuove gallerie è stato introdotto un ulteriore
punto nel quale sono stati definiti anche alcuni parametri
progettuali. Tenuto conto dell'incarico assegnato al gruppo
di lavoro, per la massima parte incentrato nella ricerca di
soluzioni compatibili con situazioni esistenti di difficile
approccio in ordine a motivi tecnici ed economici, le modalità
di procedere nello studio sulla sicurezza delle gallerie esistenti
si sono necessariamente sviluppate sui sistemi di protezione
e sulla pianificazione d'emergenza.
Infine avuto riferimento ai contenuti della legislazione vigente,
si ritiene opportuno sottolineare che gli aspetti della prevenzione
primaria connessi alla progettazione e all'esercizio delle
infrastrutture restano di competenza dell'Ente proprietario
o gestore.
IL
RISCHIO NELLE GALLERIE FERROVIARIE
Nel definire il rischio connesso con il traffico ferroviario
ed al fine di comprendere quale sia stata l'impostazione che
ha accompagnato i lavori del gruppo, si rende necessario riportare
alcuni dati.
In mancanza di approfonditi ed esaustivi studi di settore
a livello nazionale ci si è riferiti a quanto pubblicato
e studiato negli altri paesi europei ed extra europei.
Ad esempio da studi statistici condotti nell'ambito del progetto
"EUREKA EU 499 Firetun" ed in accordo con le statistiche
elaborate nel progetto "PROGNOS 1987" dall'ente
ferroviario tedesco si ha, in generale, per la ferrovia, un
caso d'incendio in galleria ogni 10 x 109 km di galleria percorsi,
circa 25 volte inferiore a quella per una galleria stradale.
Le valutazioni condotte hanno chiaramente tenuto in debito
conto tale dato nella valutazione del rischio associato a
questa attività (R = M x F).
Si segnala per inciso che a tale valutazione di carattere
generale andranno poi ricondotte, in sede di estensione dei
piani di emergenza, le valutazioni inerenti le singole realtà
e sulle quali si ritornerà nel capitolo dedicato al
piano di emergenza.
Va precisato inoltre come per le gallerie in esercizio risulti
di fatto impraticabile l'ipotesi di realizzare interventi
strutturali "pesanti", sia per problemi legati alla
smaltimento del traffico nazionale durante il periodo dei
lavori, con la galleria che divenendo un vero e proprio cantiere
dovrebbe essere chiusa, sia per la difficoltà di sanare
delle situazioni strutturali ed infrastrutturali nate con
criteri di progettazione che dovevano fare fronte a necessità
diverse da quelle attuali.
Pertanto, in relazione alle più o meno gravi limitazioni
imposte dalle situazioni esistenti per una significativa azione
di ristrutturazione delle gallerie in esercizio, si è
ritenuto più opportuno individuare gli elementi funzionali
alla salvaguardia delle persone ed al soccorso (prevenzione
e protezione) associati a tali infrastrutture, evidenziando
quali aspetti degli stessi potessero essere migliorati.
Non è infine da trascurare l'utilità di una
corretta informazione degli utenti.
LO
SCENARIO DI RIFERIMENTO
In ordine al problema generale della sicurezza nelle
gallerie ferroviarie, riveste un carattere d'importanza primaria
la definizione dello scenario incidentale cui riferirsi non
solo ai fini dell'estensione del piano di emergenza, ma anche
e soprattutto nella valutazione delle misure di carattere
protettivo e preventivo da mettere in atto che con tale piano
devono essere congrue.
Si fa presente che sono stati esclusi, in quanto non strettamente
connessi all'attività ferroviaria, gli scenari di rischio,
di diversa natura, associabili a cause legate a fenomeni naturali
e/o ad atti terroristici e di sabotaggio.
A tale fine sono stati individuati i seguenti eventi incidentali
che si potrebbero verificare all'interno di una galleria ferroviaria:
a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
Lo scenario di tipo a) salvo che per particolari esigenze
sarà gestito direttamente dalle F.S. in quanto non
sono associabili a tale ipotesi incidentale particolari rischi
per le persone coinvolte. Dall'analisi storica e dallo studio
degli eventi incidentali possibili, le probabilità
di accadimento di un evento del tipo g) risultano di ordine
molto inferiore rispetto a quelle di uno qualsivoglia degli
altri scenari anche se si configura come quello che nel gergo
dell'analisi di rischio viene definito come il "Top event",
vale a dire il massimo evento negativo ipotizzabile. Tale
incidente pur tenuto in debito conto nel corso dei lavori
del gruppo, rappresenta di fatto un evento che associato ad
una frequenza di accadimento molto bassa, non si ritiene debba
essere assunto quale parametro incidentale di riferimento,
sia in considerazione del fatto che si avrebbero comunque
limitate possibilità concrete di positiva gestione
dell'intervento di soccorso in relazione al tipo di evento,
alle caratteristiche costruttive delle gallerie in esame e
all'organizzazione di soccorso a disposizione, sia perchè
lo stesso tenore e le entità degli interventi strutturali
di adeguamento dell'infrastruttura sarebbero incompatibili
sotto il profilo economico e della concreta fattibilità.
L'ulteriore abbattimento del rischio in termini di magnitudo
delle conseguenze, potrebbe infatti essere ottenuto solamente
attraverso una drastica ed improbabile ristrutturazione delle
infrastrutture in esame.
Il rischio che si verifichi un incidente come indicato al
punto g), comunque trova mitigazione, per quanto attiene le
linee esistenti, assumendo i provvedimenti tarati sugli altri
tipi di rischio ed al contempo adottando delle misure di tipo
gestionale sulla composizione dei convogli adibiti al trasporto
delle merci pericolose, nonché agendo sulla formazione
e sull'informazione che dovrà essere garantita a tutto
il personale interessato alle eventuali fasi di emergenza.
LINEE
GUIDA
L'obbiettivo è quello di fornire un quadro complessivo
di criteri atti a ridurre, in caso d'incidente, le conseguenze
del rischio sugli utenti, mettendo a disposizione uno strumento
flessibile utilizzabile in tutte le situazioni di cui in premessa.
I°
CAPITOLO
"GALLERIE ESISTENTI"
1.1
Accessibilità esterna
L'obbiettivo è quello di realizzare le condizioni
che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere con
tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile
gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi
adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle
attrezzature.
Nell'ipotesi di un incidente di qualsivoglia natura, il successo
è legato essenzialmente a due fattori: il tempo d'intervento
e l'efficacia del soccorso nella sua accezione più
generale.
Da un esame condotto congiuntamente dal personale delle F.S.
e del C.N.VV.F., è stato riscontrato che per un consistente
numero di infrastrutture ferroviarie, gli imbocchi delle gallerie
non sono facilmente raggiungibili soprattutto utilizzando
i normali mezzi di soccorso.
La soluzione ipotizzata è quella di rendere percorribili
le strade di cantiere utilizzate al momento della costruzione
delle gallerie.
Tale soluzione permetterebbe lo svolgimento delle operazioni
di soccorso in maniera ordinata ed efficace, non essendo altrimenti
possibile raggiungere la galleria, nella maggior parte dei
casi, se non attraverso la ferrovia con tempi lunghi e scarsa
disponibilità di mezzi.
Allo stato tali vie risultano o impraticabili in quanto abbandonate
dopo la fine dei lavori, ovvero non raggiungibili per la realizzazione
di cancellate ed altri sbarramenti. Sarà quindi necessario
eseguire gli interventi occorrenti a raggiungere i requisiti
minimi come di seguito descritti. È altresì
auspicabile una riorganizzazione del soccorso che permetta
di avere in circa 20 minuti dalla segnalazione d'allarme le
prime squadre di soccorso sul posto pronte ad operare.
1.1.1
Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'area adiacente all'infrastruttura
ferroviaria è in genere delimitata da una recinzione
e pertanto risulta inaccessibile. Al fine di consentire l'ingresso
alle squadre di soccorso è necessaria un'adeguata apertura
in corrispondenza della recinzione. Tale apertura viene definita
cancello di accesso.
Collegato adeguatamente con la viabilità ordinaria
sarà individuato da un apposito cartello recante la
dicitura: "Accesso d'emergenza". Tale cancello ordinariamente
sarà mantenuto chiuso e le chiavi dovranno essere consegnate
ai due distaccamenti VV.F. limitrofi agli imbocchi ed al Comando
Provinciale dei VV.F. competente per territorio, ovvero ad
altra struttura organizzata ed affidabile posta nelle vicinanze
degli imbocchi medesimi. Dovrà avere una larghezza
non inferiore a 4 m.
b) Strada di accesso. Dovrà avere una larghezza
non inferiore a 4 m con allarghi a 6 m ogni 250 m per permettere
l'incrocio dei mezzi di soccorso.
Pendenza inferiore al 16%.
Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.
Le
vie di accesso così conformate dovranno sfociare in
una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi;
le caratteristiche minime di tale piazzale dovranno essere
di norma le seguenti:
1.1.2
Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 300 m2.
b) Piano a raso per il posizionamento sui binari del
mezzo bimodale d'intervento di cui al successivo punto 1.2.1.,
nonché per permettere l'eventuale attraversamento dei
binari medesimi ai mezzi gommati. Tale piano sarà realizzato
secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed avrà
lunghezza non inferiore a 20 m.
c) Possibilità di illuminazione. Per gli interventi
nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento
di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto
stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi
ausiliari che necessitassero di energia elettrica; l'alimentazione
del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche:
220 v e almeno 4 Kw.
Nel caso in cui per problemi legati alla manutenzione i pali
non dovessero essere attrezzati con i fari, tali fari potranno
essere portati e messi in opera dal personale delle F.S. di
primo intervento, pertanto i pali andranno dotati di apposite
carrucole e di quant'altro necessario a eseguire in tempi
rapidi l'operazione.
d) Rifornimento idrico. Per le necessità di
estinzione di eventuali incendi, nel piazzale andrà
prevista una vasca di accumulo per l'acqua da almeno 40 m3.
Ove ciò per particolari problemi legati al territorio
non fosse possibile, dovrà essere assicurata la presenza
di una cisterna, anche mobile da almeno 25 m3 da collegarsi
all'impianto idrico antincendi della galleria di cui ai punti
seguenti con la funzione di polmone per l'impianto. È
inoitre da valutare la possibilità di allacciare la
riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente
sito nelle immediate vicinanze, con ad esempio un pozzetto
ed una tubazione fissa cui collegare durante l'intervento
le pompe VV.F.
e) Elisoccorso. In ordine alle caratteristiche orografiche
del territorio, in sede di estensione del piano di emergenza,
sarà necessario individuare una zona idonea all'atterraggio
degli elicotteri che sia facilmente raggiungibile dai mezzi
di soccorso posizionati nel piazzaie di emergenza. Le dimensioni
minime in pianta, secondo quanto previsto dal D.M. (Min. Trasporti)
10 marzo 1988, dovranno essere tali che a seconda dell'aereomobile
di cui si prevede l'impiego, sia rispettato il rapporto tra
il diametro della piazzola e la distanza massima tra i punti
estremi dell'aereomobile con i rotori in moto, che dovrà
essere pari ad 1,5. Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione
al C.N.VV.F. tali dimensioni sono rispettivamente di:
-
Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.66 m
-
Velivolo 206: d = 11.90 m x 1,5 = 17.85 m
Comunque
per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno seguite
le indicazioni di cui al sopracitato D.M. 10 marzo 1988 pubblicato
sulia G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988 per le aviosuperfici
non segnalate.
1.2
Accessibilità interna
Al problema dell'accessibilità interna sono legate
tutte le difficoltà della conduzione dell'intervento
in ordine alla visibilità, alla respirabilità,
all'evacuazione delle persone, alle comunicazioni, all'illuminazione
ecc .... pertanto questa sezione è divisa in più
sottosezioni in ordine alle diverse problematiche.
1.2.1
Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale VV.F. In relazione alla necessità
di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento
è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F.
su appositi convogli ferroviari, in quanto le manovre connesse
al reperimento dei mezzi ed al caricamento sul convoglio non
permettono di realizzare un soccorso efficace in tempi ristretti.
A tal fine è prevista l'utilizzazione di un mezzo intermodale
strada-ferrovia da affidare in dotazione ai distaccamenti
VV.F. più vicini agli imbocchi delle gallerie. Tale
mezzo che sarà impiegato anche nel normale soccorso
avrà una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo
in galleria anche in presenza di fumi o gas tossici. Tra queste
è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso
per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente. Il
C.N.VV.F. provvederà a definire il relativo capitolato
tecnico con l'assistenza dei tecnici delle F.S.
b) Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della
squadra di primo intervento del personale F.S. saranno utilizzati
i carrelli del tipo MM 380 G o simili, di normale dotazione
ai tronchi ferroviari. Tali carrelli avranno una dotazione
di 10 estintori portatili ed al personale sarà affidato
un Kit che comprenderà tra l'altro anche un congruo
numero di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione
al C.N.VV.F. Questi mezzi potranno se delcaso essere utilizzati
per l'evacuazione delle persone coinvolte nell'incidente.
c) Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento
dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità
individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle
differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento
al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi
necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, autolettighe,
ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, elicotteri, etc. (cfr.
Piano di Emergenza).
1.2.2
Visibilità interna
Uno scenario incidentale del tipo in esame, fa porre
senz'altro l'attenzione sul problema della visibilità
ed in particolare a due aspetti ad esso legati: quello dell'evacuazione
delle persone che prevede dei percorsi d'esodo illuminati
e quello riferito alle necessità dei soccorritori.
a) Illuminazione vie d'esodo. In riferimento a tale
problema, considerato che in caso d'incendio il fumo tende
a stratificare gradualmente dall'alto verso il basso si ritiene
opportuno realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza
non superiore a due metri, diretta sugli stradelli, di norma
utilizzati per la manutenzione e tale da determinare un illuminamento
di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di calpestio della via
di esodo.
Oltre a tale accorgimento i "cameroni" ed i "nicchioni"
all'interno dei tunnel avranno una dotazione di lampade portatili
utilizzabili in caso d'emergenza, come precisato al punto
1.2.7.
b) Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale
secondo punto i mezzi di soccorso di cui al punto precedente
avranno una particolare dotazione per fronteggiare tale problema,
comprendente sia i dispositivi fissi che avranno particolari
caratteristiche e per posizionamento e per intensità,
sia una serie di dispositivi portatili.
1.2.3
Vie di esodo
Si premette che le strutture esistenti risultano in larga
parte prive sia di tunnel paralleli per l'evacuazione delle
persone eventualmente coinvolte in un incidente in galleria,
sia di vie di fuga intermedie ed alternative ai due imbocchi
della galleria.
Non si hanno a disposizione studi approfonditi e definitivi
sul movimento della folla nelle condizioni di rischio ipotizzate.
Pertanto vista l'impossibilità di ovviare a tale problema
con interventi mirati ed affidabili di ristrutturazione dell'intera
rete ferroviaria come indicato in premessa, il gruppo ha individuato
delle misure minime come di seguito descritte privilegiando
il mantenimento di condizioni di esodo vincolate che meglio
possono essere gestite dal personale F.S. sul posto e dai
sistemi di informazione da rendere disponibili.
a) Vie di esodo. Saranno utilizzati gli stradelli già
esistenti per la manutenzione. Da un'indagine condotta risulta
che attualmente tali vie non sono adeguatamente attrezzate
e manutenute. Ferma restando la larghezza che mediamente risulta
di 50 cm e che difficilmente può essere modificata
in quanto andrebbe di fatto variata la geometria della galleria
stessa, andranno previste opere di manutenzione atte a rendere
agibile il percorso, eliminando eventuali ingombri, riassestando
ove necessario il camminamento, realizzandolo ove mancante.
Il camminamento dovrà essere realizzato di norma in
calcestruzzo gettato in opera ovvero utilizzando lastre prefabbricate
e dovrà essere reso antiscivolo.
b) Cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione
delle persone, andranno messi in opera, di norma almeno ogni
100 m, una serie di cartelli indicatori di tipo riflettente
o luminescente che indichino la distanza ed il verso delle
uscite più prossime, l'ubicazione degli impianti telefonici
e degli attacchi idrici. In corrispondenza delle nicchie e
dei nicchioni saranno altresì posizionati cartelli
che indichino la presenza dell'attrezzatura di soccorso a
disposizione.
1.2.4
Comunicazioni ordinarie e di emergenza
Questo aspetto è sicuramente fondamentale e prevede
due settori distinti ma entrambi di primaria importanza. Il
primo è quello legato all'informazione dei viaggiatori.
È fuori discussione che una corretta informazione consente
uno svolgimento delle operazioni il più ordinato possibile
ed in relazione ai differenti tipi di incidente permette di
suggerire delle indicazioni comportamentali volte a ridurre
il panico e a minimizzare gli effetti negativi ad esso associati.
Il secondo aspetto è quello legato alle necessità
delle operazioni di soccorso.
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si premette
che di norma è presente sui più importanti treni
un sistema di diffusione sonora che viene utilizzato dal personale
F.S. a bordo per dare le comunicazioni necessarie. Tuttavia,
attesa l'importanza di questo settore anche ai fini della
gestione dell'emergenza si ritiene necessario dotare le gallerie
di un efficace impianto interno di diffusione sonora che sarà
utilizzato in caso di necessità dal personale delle
F.S. ovvero anche dalle squadre di soccorso.
b) Sistemi di comunicazione di servizio. Nelle piazzole
all'esterno delle gallerie dovrà essere prevista una
postazione telefonica collegata con la stazione più
vicina. All'interno delle gallerie sono presenti ed ove non
lo fossero andranno previsti dei telefoni F.S. di norma ogni
500 m, comunicanti con le stazioni limitrofe. È già
stato previsto dalle F.S. un piano per dotare le gallerie
ferroviarie nazionali di un dispositivo che consentirà
la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari che saranno
resi disponibili in numero di 2 ad ogni Comando VV.F. nella
cui giurisdizione ricadono gallerie di lunghezza maggiore
di 5000 m, al fine di assicurare le comunicazioni fra il gruppo
d'intervento F.S, e quello dei VV.F.
1.2.5
Evacuazione dei fumi
a) Evacuatori di fumo. In ordine a tale problema
ed ai sopralluoghi effettuati nelle gallerie in esame, risulta
che allo stato solo alcune delle gallerie sono dotate di camini
di aerazione e che peraltro, alcuni di tali camini risultano
ostruiti. Sulla base dei risultati di studi condotti a livello
internazionale (Memorial Tunnel di Baltimora negli U.S.A.,
Progetto Eureka Fire-tun in Europa), non appare percorribile
l'ipotesi di una ventilazione longitudinale dei tunnel, in
quanto i parametri in gioco sono molteplici e di difficile
governabilità. In molti casi l'effetto di una ventilazione
di questo tipo è risultato non solo inefficace ma addirittura
controproducente creando un effetto di ricircolo definito
"backlayering". Si è ritenuto sulla base
delle valutazioni condotte di non prevedere la predisposizione
di apparecchi di ventilazione forzata all'interno delle gallerie,
sia per la scarsa efficacia di tali apprestamenti e soprattutto
per l'impossibilità ad operare legata alle caratteristiche
geometriche delle gallerie esistenti. L'utilizzo dei camini
esistenti per contro non fornisce adeguate garanzie per l'evacuazione
dei fumi, risultando di fatto pochi e non dimensionati allo
scopo. Esiste in subordine un problema legato all'ordine pubblico.
Queste vie infatti potrebbero essere utilizzate per attentati
di tipo terroristico con impiego, come purtroppo dimostrato
dagli avvenimenti in Giappone e Francia di gas nervini e/o
altre sostanze tossiche.
1.2.6
Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata
all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio
ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi
compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune
valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno
delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale
rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate
alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di
norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto
dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione
idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min
ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma
l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi
VV.F.
1.2.7
Attrezzature nelle "nicchie e nei nicchioni"
a) Nicchie. Nelle gallerie sono presenti di norma
ogni 30 metri c.a. delle nicchie previste per il ricovero
degli addetti alla manutenzione. In tali nicchie saranno posizionate
in un apposito armadietto n. 50 mascherine del tipo usa e
getta in confezione sigillata ed impermeabile. Saranno esclusi
da tale predisposizione i primi 500 m delle gallerie prossimi
agli imbocchi.
b) Nicchioni e cameroni. Di norma sono presenti dei
"nicchioni" e in alcune gallerie anche dei cameroni
per il ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali saranno
utilizzati per posizionarvi, ove possibile, i seguenti dispositivi:
n° 1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese
interbloccate CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi
dotata di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45,
un divisore ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa
e getta in confezione sigillata ed impermeabile; n° 1
armadio contenente tre lampade da 1000 W con treppiede e due
bobine da 200 m di cavo elettrico del tipo non propagante
la fiamma.
1.3.
Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, così
come definita nel presente documento, le Autorità locali
competenti dovranno approntare congiuntamente un piano di
emergenza sulla scorta degli scenari di rischio ipotizzati
che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche formulate
nel presente documento. Nella predisposizione del piano di
emergenza si colloca al centro dell'attenzione il rischio
di riferimento la cui entità può essere quantificata
sia attraverso i criteri dell'analisi storica sia mediante
complesse valutazioni teoriche. Il gruppo di lavoro ha ritenuto
focalizzare l'attenzione degli addetti ai lavori sui seguenti
scenari di rischio:
a)
Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
In
linea generale il piano dovrà possedere i seguenti
requisiti:
1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione
alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione del piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e
dei nominativi dei responsabili di settore.
In
definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio
associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza
si costruisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza
individuato sulla scorta degli elementi costruttivi e del
tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con
le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del
rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:
a)
le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.
Il piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo.
Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve
essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche
attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del
piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli
attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile
anche su supporto informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto
pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno
avere una cadenza almeno semestrale per il primo triennio
ed annuale successivamente.
II°
CAPITOLO
"GALLERIE IN CORSO DI ESECUZIONE"
PREMESSA
Il presente documento che rappresenta il secondo capitolo
delle linee guida, contiene delle indicazioni per l'individuazione
di idonee misure di sicurezza, dirette a salvaguardare l'incolumità
delle persone dai rischi di incidenti all'interno di gallerie
ferroviarie ed in particolare dagli incendi relativamente
alle gallerie, di nuova costruzione, già realizzate
ovvero in corso di realizzazione, ma non ancora in esercizio.
Appare evidente come rispetto alle gallerie già in
esercizio, ed a quelle di futura realizzazione, le gallerie
già realizzate ma non in esercizio, rappresentino una
realtà intermedia nei confronti del problema "sicurezza".
Questa considerazione nasce dal fatto che se da un lato tali
infrastrutture presentano le stesse problematiche delle gailerie
trattate nell'ambito del primo capitolo per quanto attiene
le possibilità di interventi massicci di revisione
strutturale delle geometrie della galleria, dall'altro è
possibile prevedere tutta una serie di interventi sulle infrastrutture
senza avere ricadute negative sullo svolgimento del traffico
nazionale.
Analogamente
a quanto realizzato nella prima parte del documento, le sezioni
trattate riguardano i seguenti aspetti:
1. Accessibilità esterna
2. Accessibilità interna
3. Piani di emergenza e gestione dell'emergenza.
LO
SCENARIO DI RIFERIMENTO
Per quanto attiene la definizione dello scenario di riferimento
vale quanto già indicato nel capitolo precedente e
che per comodità di lettura si riporta di seguito.
a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria,
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
2.1.
Accessibilità esterna
L'obiettivo rimane quella già individuato nel
primo capitolo e cioè: di realizzare le condizioni
che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere con
tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile
gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi
adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle
attrezzature.
La soluzione ipotizzata rimane quella di rendere percorribili
le strade di cantiere utilizzate al momento della costruzione
delle gallerie, tale soluzione permetterebbe lo svolgimento
delle operazioni di soccorso in maniera ordinata ed efficace,
non essendo altrimenti possibile raggiungere la galleria,
nella maggior parte dei casi, se non attraverso la ferrovia
con tempi lunghi e scarsa disponibilità di mezzi.
Allo stato tali vie risultano praticabili in quanto utilizzate
nel corso dei lavori. Sarà comunque necessario procedere
a dei controlli per verificare le caratteristiche di fruibilità
minime. È altresì auspicabiie una riorganizzazione
del soccorso che permetta di avere in circa 20 minuti dalla
segnalazione d'allarme le prime squadre di soccorso sul posto
pronte ad operare.
I requisiti minimi che queste vie di accesso dovranno di norma
possedere sono i seguenti:
2.1.1
Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'area adiacente all'infrastruttura
ferroviaria è in genere delimitata da una recinzione
e pertanto risulta inaccessibile. Al fine di consentire l'ingresso
alle squadre di soccorso è necessaria un'adeguata apertura
in corrispondenza della recinzione. Tale apertura viene definita
cancello di accesso. Collegato adeguatamente con la viabilità
ordinaria sarà individuato da un apposito cartello
recante la dicitura: "Accesso di emergenza". Tale
cancello ordinariamente sarà mantenuto chiuso e le
chiavi dovranno essere consegnate ai due distaccamenti VV.F.
limitrofi agli imbocchi ed al Comando Provinciale dei VV.F.
competente per territorio, ovvero ad altra struttura organizzata
ed affidabile posta nelle vicinanze degli imbocchi medesimi.
Dovrà avere una larghezza non inferiore a 4 m.
b) Strada di accesso. Dovrà avere una larghezza
non inferiore a 4 m con allarghi a 6 m ogni 250 m per permettere
l'incrocio dei mezzi di soccorso.
Pendenza inferiore al 16%.
Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.
c) Accessi primari e secondari. In ordine alla problematica
dell'accesso all'interno della galleria e compatibilmente
con le realtà orografiche e di viabilità locali,
si ritiene di individuare in corrispondenza degli imbocchi
delle gallerie gli accessi primari per le operazioni di soccorso.
Le finestre intermedie di cui al punto 2.2.3.2, ove presenti,
saranno di norma utilizzate quali accessi secondari.
Le
vie di accesso così conformate dovranno sfociare in
una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi;
le caratteristiche minime di tale piazzale dovranno essere
di norma le seguenti:
2.1.2
Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 300 m2.
b) Piano a raso per il posizionamento del mezzo bimodale
sul binario, nonché per permettere l'eventuale attraversamento
dei binari medesimi ai mezzi gommati. Tale piano sarà
realizzato secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed
avrà lunghezza non inferiore a 20 m.
c) Possibilità di illuminazione. Per gli interventi
nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento
di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto
stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi
ausiliari che necessitassero di energia elettrica, l'alimentazione
del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche:
220 v e almeno 4 Kw. Nel caso in cui per problemi legati alla
manutenzione i pali non dovessero essere attrezzati con i
fari, tali fari potranno essere portati e messi in opera dal
personale delle F.S. di primo intervento, pertanto i pali
andranno dotati di apposite carrucole e di quant'altro necessario
a eseguire in tempi rapidi l'operazione.
d) Rifornimento idrico. Per le necessità di
estinzione di eventuali incendi andrà prevista una
vasca di accumulo per l'acqua da almeno 40 m3 (polmone). Laddove
possibile il serbatoio andrà realizzato sopraelevato.
È inoltre da valutare la possibilità di allacciare
la riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente
sito nelle immediate vicinanze, con ad esempio un pozzetto
ed una tubazione fissa cui collegare durante l'intervento
le pompe VV.F.
2.1.3
Elisoccorso
In ordine alle caratteristiche orografiche del territorio
sarà necessario individuare, in prossimità di
almeno uno degli ingressi principali, una zona idonea all'atterraggio
degli elicotteri ed ivi realizzare una piazzola di atterraggio,
contrassegnata dalla lettera H, che sia facilmente raggiungibile
dai mezzi di soccorso posizionati nel piazzale di emergenza.
Le dimensioni minime in pianta, secondo quanto previsto dal
D.M. (Min. Trasporti) 10 marzo 1988, dovranno essere tali
che a seconda dell'aereomobile di cui si prevede l'impiego,
sia rispettato il rapporto tra il diametro della piazzola
e la distanza massima tra i punti estremi dell'aereomobile
con i rotori in moto, che dovrà essere pari ad 1,5.
Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione al C.N.VV.F.
tali dimensioni sono rispettivamente di:
- Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.65 m
- Velivolo 206: d = 11 .90 m x 1.5 = 17.85 m
Comunque per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno
seguite le indicazioni di cui al sopracitato D.M.10 marzo
1988 pubblicato sulla G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988
per le aviosuperfici non segnalate.
2.1.4
Area di triage
È auspicabile l'individuazione in corrispondenza
di almeno uno degli imbocchi principali di un'area di emergenza
sanitaria avente una superficie complessiva non inferiore
a 500 m2 sulla quale allestire una zona di primo soccorso
e di smistamento dei feriti.
2.2
Accessibilità interna
Al problema dell'accessibilità interna sono legate
tutte le difficoltà della conduzione dell'intervento
in ordine alla visibilità, alla respirabilità,
all'evacuazione delle persone, alle comunicazioni, all'illuminazione
ecc.... pertanto questa sezione è divisa in più
sottosezioni in ordine alle diverse problematiche.
2.2.1
Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale VV.F. In relazione alla necessità
di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento
è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F.
su appositi convogli ferroviari, in quanto le manovre connesse
al reperimento dei mezzi ed al caricamento sul convoglio non
permettono di realizzare un soccorso efficace in tempi ristretti.
A tal fine è prevista l'utilizzazione di un mezzo intermodale
strada-ferrovia da affidare in dotazione ai distaccamenti
VV.F. più vicini agli accessi primari delle gallerie.
Tale mezzo che sarà impiegato anche nel normale soccorso
avrà una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo
in galleria anche in presenza di fumi o gas tossici.
Tra queste è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso
per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente.
b)
Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della squadra
di primo intervento del personale F.S. saranno utilizzati
i carrelli del tipo MM 380 G o simili, in normale dotazione
ai tronchi ferroviari. Tali carrelli avranno una dotazione
di 10 estintori ed al personale sarà affidato un Kit
che comprenderà tra l'altro anche un congruo numero
di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione al C.N.VV.F.
Questi mezzi potranno se del caso essere utilizzati per l'evacuazione
delle persone coinvolte nell'incidente.
c)
Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento
dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità
individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle
differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento
al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi
necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, autolettighe,
ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, eiicotteri, etc. (cfr.
Piano di Emergenza).
2.2.2
Visibilità interna
Uno scenario incidentale del tipo in esame, fa porre
senz'altro l'attenzione sul problema della visibilità
ed in particolare a due aspetti ad esso legati: quello dell'evacuazione
delle persone che prevede dei percorsi d'esodo illuminati
e quello riferito alle necessità dei soccorritori.
a)
Illuminazione vie d'esodo. In riferimento a tale problema,
considerato che in caso d'incendio il fumo tende a stratificare
gradualmente dall'alto verso il basso si ritiene opportuno
realizzare una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non
superiore a due metri, diretta sui camminamenti utilizzati
anche per la manutenzione (vedi paragrafo 2.2.3.1.a) e tale
da determinare un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza
dal piano di calpestio della via di esodo. Il medesimo tipo
di illuminazione andrà previsto per i percorsi pedonali
delle finestre. Oltre a tale accorgimento i "cameroni"
ed i "nicchioni" all'interno dei tunnel avranno
una dotazione di lampade portatili utilizzabili in caso d'emergenza
(vedi paragrafo 2.2.7.b).
b)
Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale secondo
punto i mezzi di soccorso di cui al punto precedente avranno
una particolare dotazione per fronteggiare tale problema,
comprendente sia i dispositivi fissi che avranno particolari
caratteristiche e per posizionamento e per intensità,
sia una serie di dispositivi portatili.
2.2.3
Vie di esodo
In relazione alla problematica dell'evacuazione delle
persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno
della galleria, si è ritenuto opportuno dividere le
gallerie in due categorie: quelle che analogamente alle gallerie
già trattate nel corso del primo capitolo risultano
prive di vie di fuga intermedie ed alternative ai due imbocchi
della galleria e quelle nelle quali sono presenti, in quanto
utilizzati durante le operazioni di scavo uno o più
tunnel intermedi denominati, utilizzando la terminologia ferroviaria,
"finestre". Premesso che tutte le gallerie esaminate
risultano prive di tunnel paralleli che potrebbero essere
utilizzati per l'evacuazione delle persone, vista l'impossibilità
ad ovviare a tale problema con interventi mirati di ristrutturazione
dell'intera rete ferroviaria come specificato in premessa,
il gruppo ha individuato delle misure minime come appresso
descritte privilegiando il mantenimento di condizioni di esodo
vincolate che meglio possono essere gestite dal personale
F.S. sul posto e dai sistemi di informazione da rendere disponibili.
2.2.3.1
Gallerie senza accessi intermedi.
Per tali gallerie valgono di massima le misure adottate
per le gallerie esistenti:
a)
Vie di esodo. Saranno utilizzati gli stradelli già
previsti per la manutenzione. Ferma restando la larghezza
che mediamente risulta di 50 cm che difficilmente può
essere modificata in quanto andrebbe di fatto variata la geometria
della galleria stessa, andranno previste opere di manutenzione
atte a mantenere agibile il percorso. Il camminamento dovrebbe
di norma essere realizzato in calcestruzzo gettato in opera
ovvero utilizzando lastre prefabbricate e dovrà essere
reso antiscivolo.
b)
Cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione
delle persone, andranno messi in opera, ogni 100 m, una serie
di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente
che indichino la distanza e la direzione per raggiungere l'uscita
più vicina, l'ubicazione degli impianti telefonici
e degli attacchi idrici. In corrispondenza delle nicchie e
dei nicchioni saranno altresì posizionati cartelli
che indichino la presenza dell'attrezzatura di soccorso a
disposizione.
2.2.3.2
Gallerie dotate di accessi intermedi.
Per tali gailerie valgono, oltre alle misure già
descritte nel paragrafo precedente, queste ulteriori disposizioni
che riguardano le finestre:
a)
Finestre di accesso/esodo. Trattasi di vere e proprie
gallerie laterali utilizzate durante le operazioni di scavo
per la realizzazione delle gallerie ferroviarie. Tali tunnels
risultano di dimensioni adeguate alle necessità del
soccorso (larghezza media 6 m altezza media in chiave 5.5
m), pertanto si ritiene debbano essere attrezzati in modo
tale da potere essere utilizzati sia quale via di esodo per
le persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno
della galleria sia quali vie di accesso per le squadre di
soccorso, fermo restando che di norma gli accessi primari
saranno individuati in corrispondenza degli imbocchi della
galleria. Per rendere possibile l'esodo delle persone, tali
percorsi andranno mantenuti sicuri e fruibili anche in ordine
alla eventuale presenza di fumi. All'interno della galleria
ferroviaria andranno pertanto previste in ordine alle necessità
individuate le seguenti predisposizioni:
b) cartelli segnalatori. Al fine di agevolare l'evacuazione
delle persone, andranno posizionati all'interno della galleria
dei cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente,
o altri dispositivi analoghi, con riportanti la scritta in
italiano e inglese "uscita di emergenza, emergency exit";
c)
percorso pedonale. Dovendo utilizzare le finestre con
la doppia finalità dell'esodo per le persone e dell'accesso
per le squadre e per i relativi mezzi di soccorso, sarà
necessario dividere i percorsi carrabili da quelli pedonali
a mezzo di una protezione. Il percorso pedonale avrà
una larghezza netta di 120 cm e dovrà essere chiaramente
indicato ed individuabile, il resto della sezione di norma
sarà utilizzato per il percorso carrabile. Il percorso
pedonale andrà illuminato, si ritiene opportuno realizzare
una linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore
a due metri, diretta sul camminamento e tale da determinare
un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di
calpestio. Tale sistema di illuminazione deve essere attivabile
da almeno due interruttori posti rispettivamente in adiacenza
agli ingressi della finestra che devono essere facilmente
individuabili a mezzo di cartelli di tipo luminescente o altri
dispositivi analoghi;
d)
camera di manovra. Al fine di rendere possibile l'impiego
dei mezzi di soccorso all'interno delle finestre, oltre alla
delimitazione del percorso carrabile (larghezza circa 4,5
m) andrà previsto l'adeguamento della camera di manovra
ove fosse già stata realizzata in fase di costruzione
della finestra stessa. Le dimensioni di tale camera, posta
in adiacenza allo sbocco della finestra sulla galleria, dovranno
essere non inferiori a 11 m x 11 m. Ove tale camera non fosse
stata approntata in sede di scavo della finestra e ne risultasse
quindi difficile e/o inapplicabile la realizzazione, andranno
previste in sede di estensione del piano di sicurezza misure
idonee all'utilizzo delle finestre quali vie di accesso per
le squadre di soccorso che tengano in considerazione tale
aspetto (difficoltà di manovra per i mezzi, specie
per quelli di maggiore ingombro la cui inversione di marcia
risulterebbe di fatto impossibile);
e)
protezione degli accessi. Al fine di evitare l'ingresso
in galleria di persone non autorizzate si ritiene che gli
accessi alle finestre vengano protetti da sistemi di chiusura
apribili dall'interno, a mezzo di maniglioni del tipo antipanico
o da sistemi equivalenti per facilitare l'esodo delle persone
e dall'esterno per mezzo di apposite chiavi che saranno messe
a disposizione delle autorità competenti per le operazioni
di soccorso e al personale F.S. addetto alla manutenzione.
2.2.4.
Comunicazioni ordinarie e di emergenza
Questo aspetto è sicuramente fondamentale e prevede
due settori distinti ma entrambi di primaria importanza. Il
primo è quello legato all'informazione dei viaggiatori.
È fuori discussione che una corretta informazione consente
uno svolgimento delle operazioni il più ordinato possibile
ed in relazione ai differenti tipi di incidente permette di
suggerire delle indicazioni comportamentali volte a ridurre
il panico e a minimizzare gli effetti negativi ad esso associati.
Il secondo aspetto è quello legato alle necessità
delle operazioni di soccorso.
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si premette
che nell'ordinarietà, è presente sui più
importanti treni un sistema di diffusione sonora utilizzato
dal personale F.S. viaggiante per dare le comunicazioni necessarie.
Attesa, tuttavia, l'importanza strategica di questo settore
anche ai fini della gestione dell'emergenza si ritiene necessario
dotare le gallerie di un efficace impianto interno di diffusione
sonora che sarà utilizzato in caso di necessità
dal personale delle F.S ovvero anche delle squadre di soccorso.
b)
Sistemi di comunicazioni di servizio. Nelle piazzole all'esterno
delle gallerie dovrà essere prevista una postazione
telefonica F.S. collegata con la stazione più vicina.
È già stato previsto dalle F.S. un piano per
dotare le gallerie ferroviarie nazionali di un dispositivo
che consente la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari
che saranno resi disponibili in numero di due ad ogni Comando
Provinciale VV.F. nella cui giurisdizione ricadono gallerie
di lunghezza maggiore di 5000 m al fine di assicurare le comunicazioni
tra il gruppo di intervento F.S. e quello VV.F.
2.2.5
Evacuazione dei fumi
Evacuatori di fumo. Sulla base dei risultati di
studi condotti a livello internazionale (Memorial Tunnel di
Baltimora negli U.S.A, Progetto Eureka Fire-tun in Europa)
non appare percorribile l'ipotesi di una ventilazione longitudinale
dei tunnel, in quanto i parametri in gioco sono molteplici
e di difficile governabilità. In molti casi l'effetto
di una ventilazione di questo tipo è risultato non
solo inefficace ma addirittura controproducente creando un
effetto di ricircolo definito "backlayering". Si
è ritenuto sulla base delle valutazioni condotte di
non prevedere la predisposizione di apparecchi di ventilazione
forzata all'interno delle gallerie, sia per la scarsa efficacia
di tali apprestamenti e soprattuto per l'impossibilità
ad operare legata alle caratteristiche geometriche delle gallerie
esistenti. Andranno altresì previste delle misure per
mantenere libere dai fumi, laddove presenti, le finestre di
esodo.
2.2.6
Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata
all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio
ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi
compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune
valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno
delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale
rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate
alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di
norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto
dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione
idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min
ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma
l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi
VV.F.
2.2.7
Attrezzature nelle "nicchie" e nei "nicchioni"
a) Nicchie. Nelle gallerie sono presenti di norma,
ogni 30 metri c.a. delle nicchie previste per il ricovero
degli addetti alla manutenzione. In tali nicchie saranno posizionate
in un apposito armadietto n. 50 mascherine del tipo usa e
getta in confezione sigillata ed impermeabile. Qualora le
nicchie non fossero presenti o non fossero in numero adeguato,
andrà individuata una posizione alternativa per l'installazione
degli armadietti. Saranno esclusi da tale predisposizione
i primi 500 m delle gallerie prossimi agli imbocchi.
b)
Nicchioni e cameroni. Di norma sono presenti dei "nicchioni"
e in alcune gallerie anche dei "cameroni" per il
ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali saranno utilizzati
per posizionarvi, ove possibile, i seguenti dispositivi: n°
1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese interbloccate
CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi dotata
di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45, un divisore
ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa e getta in
confezione sigillata ed impermeabile; n° 1 armadio contenente
tre lampade da 1000 W con treppiede e due bobine da 200 m
di cavo elettrico del tipo non propagante la fiamma.
2.3
Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, così
come definita nel presente documento, le Autorità locali
competenti dovranno approntare congiuntamente un piano di
emergenza sulla scorta degli scenari di rischio ipotizzati
che tenga conto delle indicazioni generali e specifiche formulate
nel presente documento.
Nella predisposizione del piano di emergenza si colloca al
centro dell'attenzione il rischio di riferimento la cui entità
può essere quantificata sia attraverso i criteri dell'analisi
storica sia mediante complessi calcoli iterativi.
Il gruppo di lavoro ha ritenuto focalizzare l'attenzione degli
addetti ai lavori sui seguenti scenari di rischio:
a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragiiamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
In
linea generale il piano dovra possedere i seguenti requisiti:
1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione
alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione dei piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza.
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e
dei nominativi dei responsabili di settore.
In
definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio
associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza
si costituisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza
individuato sulla scorta degli elementi costruttivi e del
tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con
le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del
rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:
a)
le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.
Il
piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo.
Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve
essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche
attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del
piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli
attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile
anche su supporto informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto
pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno
avere una cadenza almeno semestrale per il primo triennio
ed annuale successivamente.
III°
CAPITOLO
"GALLERIE DI NUOVA COSTRUZIONE"
PREMESSA
Oggetto della presente parte delle linee guida sono le
misure di prevenzione e protezione da porre in atto nella
realizzazione delle gallerie ferroviarie di nuova costruzione,
i cui progetti esecutivi non siano stati approvati alla data
di pubblicazione di questo documento, al fine di salvaguardare
l'incolumità delle persone dai rischi di incidenti
all'interno di gallerie ferroviarie ed in particolare dagli
incendi.
Le sezioni trattate in questo capitolo si riferiscono alle
problematiche già trattate nelle parti precedenti del
presente documento e da queste traggono spunto analizzando
anche gli aspetti progettuali per l'individuazione di soluzioni
più mirate e congrue al problema della sicurezza in
assenza di vincoli costruttivi come accade per le infrastrutture
già realizzate. Si illustrano nel seguito:
1. Criteri di progettazione
2. Caratteristiche accessibilità esterna
3. Caratteristiche accessibilità interna
4. Piani di evacuazione e gestione dell'emergenza.
LO
SCENARIO DI RIFERIMENTO
Per quanto attiene la definizione dello scenario di riferimento
vale quanto già indicato nei capitoli precedenti e
che per comodità di lettura si riporta di seguito.
a) Assistenza ad un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno o più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
LINEE
GUIDA
Le indicazioni contenute in questa parte delle linee
guida si applicano alle opere civili e agli impianti fissi
delle gallerie ferroviarie, come meglio descritto in seguito
e la cui lunghezza sia compresa tra 5 km e 20 km secondo i
criteri già stabiliti in premessa. Le linee in questione
non riguardano: le stazioni, fuori o sotto terra, le linee
fuori terra, tutti gli impianti che non ricadono all'interno
della galleria salvo quanto specificato nei punti di cui al
paragrafo 3.2.
3.1.
Criteri di progettazione
3.1.1 Tipologie costruttive
In generale le tipologie realizzative che si prevedono
per le gallerie ed in ordine alle quali andranno modificandosi
i dispositivi di prevenzione/protezione sono le seguenti:
a) galleria monotubo e semplice binario;
b) galleria monotubo a doppio binario;
c) galleria monotubo a doppio binario con tunnel di servizio;
d) galleria bitubo a singolo binario;
e) galleria bitubo e singolo binario e tunnel di servizio
centrale (modello Eurotunnel).
In linea del tutto generale si indicano i seguenti requisiti
costruttivi che saranno mutuabili in relazione alla tipologia
di cui al punto 3.1.1.
3.1.2
Strutture e materiali
La struttura delle gallerie deve avere resistenza al
fuoco non inferiore a 120'.
I materiali impiegati al suo interno devono essere di classe
0 di reazione al fuoco.
3.1.3
Vie di esodo
In relazione alla problematica dell'evacuazione delle
persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno
della galleria, si è ritenuto prevedere per le gallerie
due tipologie esecutive per le vie di esodo:
a) Per quelle gallerie nelle quali non è previsto
un tunnel di servizio ad esse parallelo progettato per l'esodo
delle persone, andranno realizzati dei percorsi protetti che
portano direttamente all'esterno. Questa soluzione, già
adottata per alcune delle gallerie in corso di realizzazione,
prevede l'utilizzo di finestre intermedie (soluzione adattabile
ai casi a e b).
b) Per quelle gallerie che sono dotate di un tunnel
di servizio parallelo al proprio asse, predisposto per l'evacuazione
delle persone, e per quelle bitubo, andranno previsti gli
opportuni collegamenti che devono garantire la tenuta al fumo
ed alle fiamme in modo da rendere sicure e fruibili le vie
di fuga. (soluzione per i casi c, d ed e).
Sarà cura della Soc. F.S. e compiutamente del progettista
individuare quale delle due soluzioni meglio si adatti alle
specifiche esigenze del sito ove andrà realizzata la
galleria. Sarà possibile individuare delle soluzioni
miste che prevedano l'utilizzo di finestre e tunnel di servizio.
3.1.3.1
Percorso di emergenza
In tutte le gallerie, indipendentemente dalla tipologia
esecutiva, devono essere realizzate banchine di servizio,
una per ogni lato nelle gallerie a doppio binario, utilizzabili
anche come percorsi di emergenza per l'evacuazione delle persone.
Le banchine devono avere, di norma larghezza minima pari a
85 cm.
a) La massima distanza percorribile in banchina per raggiungere
un luogo sicuro, o un accesso a percorso protetto non dovrà
essere di norma superiore a 2000 m. In alternativa andranno
studiate delle soluzioni che garantiscano criteri di sicurezza
equivalenti.
3.1.4
Segnaletica di emergenza
Andranno messi in opera, secondo le modalità e
le specifiche previste al punto 3.3.3, una serie di cartelli
indicatori di tipo riflettente o luminiscente, per fornire
le necessarie indicazioni in caso di emergenza. Il materiale
costituente dovrà essere di classe 0 di reazione al
fuoco.
3.1.5
Comunicazioni
In caso di necessità deve essere possibile dare
le necessarie disposizioni al pubblico tramite opportuni impianti,
come meglio specificato al punto 3.3.5.
Tali sistemi di comunicazione devono garantire l'efficacia
di funzionamento nel tempo e pertanto andranno adeguatamente
controllati e manutenuti.
3.1.6
Evacuazione dei fumi
Andranno adottati degli accorgimenti tecnici che permettano
di mantenere libere dai fumi, in caso di incendio le vie di
esodo. Per quanto attiene la galleria ferroviaria, in relazione
agli sviluppi delle conoscenze e della tecnologia, andranno
studiate opportune misure.
3.1.7
Impianto idrico antincendi
La scelta dell'impianto idrico antincendi è correlata
all'esame delle infrastrutture, alle condizioni di esercizio
ed a quelle complessive dell'organizzazione dei servizi, ivi
compresa la pianificazione di emergenza. Fatte le opportune
valutazioni sarà, di norma, realizzato all'interno
delle gallerie un impianto idrico antincendi a secco. Tale
rete prevede l'installazione delle opportune tubazioni collegate
alla riserva idrica nel piazzale e di un attacco UNI 45 di
norma ogni 250 m. Le caratteristiche idrauliche dell'impianto
dovranno essere tali da garantire, alla bocca in posizione
idraulicamente più sfavorevole una portata di 200 l/min
ad una pressione non inferiore a 2 bar al bocchello. Di norma
l'impianto sarà messo in pressione utilizzando i mezzi
VV.F.
3.1.8
Fonti di energia per gli impianti elettrici di emergenza
Ogni impianto di emergenza che richieda alimentazione
elettrica, deve essere connesso alla normale rete di distribuzione
di energia e ad una fonte di energia di emergenza che può
essere costituita da:
a) batteria di accumulatori dotati di ricarica automatica
e di inverter; la relativa autonomia non deve essere inferiore
a due ore, se il sistema non è accoppiato a gruppo
elettrogeno;
b) gruppo elettrogeno con avviamento automatico.
Le batterie ed i gruppi elettrogeni devono essere installati
in locali ubicati in zone non soggette a rischi di incendio
ed adeguatamente ventilati. Le eventuali pareti confinanti
con le gallerie devono essere realizzate con strutture resistenti
al fuoco almeno R 120'.
Se l'impianto oggetto dell'emergenza ha notevole estensione
si può provvedere all'alimentazione elettrica di emergenza
attraverso due fonti alimentate da stazioni della rete di
alimentazione non facenti parte dello stesso sistema primario
a condizione che:
- le due fonti di alimentazione siano fisicamente lontane
e in condizioni tali che l'evento che dà luogo all'emergenza
non possa coinvolgerle contemporaneamente;
- da una sola di esse sia possibile alimentare l'intero impianto.
3.1.9
Impianti di illuminazione di sicurezza
Nelle gallerie, oltre all'impianto di illuminazione ordinaria,
deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza,
che consenta un livello di illuminazione di 5 lux a 100 cm
dal piano di calpestio. Gli impianti devono avere circuiti
elettrici indipendenti dai restanti. I cavi devono essere
racchiusi in tubazioni a se stanti adeguatamente protetti
dall'acqua e dal calore, oppure in manufatti resistenti all'incendio.
Il collegamento degli apparecchi utilizzatori, limitatamente
al percorso tra gli apparecchi stessi ed i tratti protetti,
come sopra precisato, può essere realizzato con cavi
di sicurezza in guaine esenati da alogeni e resistenti al
fuoco (CEI 20-32), qualora non siano anch'essi protetti come
il resto della rete. Le linee destinate agli impianti di emergenza
devono essere realizzate con cavi resistenti al fuoco (CEI
20-36).
3.1.10
"Nicchioni" e "cameroni" di servizio
Sono di norma previsti per esigenze di tipo ferroviario,
dei "nicchioni" o dei "cameroni" per il
ricovero di mezzi e/o attrezzature. Tali locali potranno essere
utilizzati per posizionarvi i seguenti dispositivi: n°
1 quadro elettrico di emergenza dotato di due prese interbioccate
CEE sotto differenziale; n° 1 cassetta antincendi dotata
di ascia, due manichette da 25 m, una lancia UNI 45, un divisore
ed una confezione da 100 mascherine del tipo usa e getta in
confezione sigillata ed impermeabile; n° 1 armadio contenente
tre lampade da 1000 W con treppiede e due bobine da 200 m
di cavo elettrico del tipo non propagante la fiamma (CEI 20-36).
Qualora il posizionamento non fosse possibile all'interno
di tali iocali, andranno studiate da parte del progettista
e del gestore della rete delle soluzioni alternative che consentano
di posizionare il sopraelencato materiale.
3.2.
Accessibilità esterna
3.2.1 Premessa
L'obiettivo rimane quello già individuato nella
prima parte di questo documento, e cioè: di realizzare
le condizioni che permettano alle squadre di soccorso di raggiungere
con tutti i mezzi necessari e nel più breve tempo possibile
gli imbocchi delle gallerie e di potere usufruire di spazi
adeguati ed attrezzati per il posizionamento dei mezzi e delle
attrezzature.
Andranno pertanto previsti dei percorsi di accesso per i mezzi
di soccorso che permettano di raggiungere i piazzali di emergenza
all'uopo predisposti. Tale soluzione dovrebbe permettere lo
svolgimento delle operazioni di soccorso in maniera ordinata
ed efficace.
È altresì auspicabile una organizzazione del
soccorso che permetta di avere in circa 20 minuti dalla segnalazione
d'allarme le prime squadre di soccorso sul posto pronte ad
operare.
3.2.2
Vie di accesso
a) Cancello di accesso. L'accesso alle aree attrezzate
all'esterno della galleria, collegato adeguatamente con la
viabilità ordinaria, avverrà mediante un'apertura
sulla recinzione ferroviaria. Tale apertura è definita
cancello di accesso e sarà individuata da un apposito
cartello recante la dicitura: "Accesso di emergenza".
Questo cancello ordinariamente sarà mantenuto chiuso
e le chiavi dovranno essere consegnate ai due distaccamenti
VV.F. limitrofi agli imbocchi ed al Comando Provinciale dei
VV.F. competente per territorio, ovvero ad altra struttura
organizzata ed affidabile posta nelle vicinanze degli imbocchi
medesimi. Dovrà avere una larghezza non inferiore a
6 m.
b)
Strada di accesso. È il percorso che collega il
cancello d'accesso agli imbocchi della galleria. Dovrà
avere una larghezza non inferiore a 6 m per consentire il
transito dei mezzi di soccorso nei due sensi.
c)
Pendenza inferiore al 16%.
d)
Raggio di curvatura maggiore o uguale a 11 m.
Le vie di accesso così conformate dovranno sfociare
in una zona attrezzata per il posizionamento dei vari mezzi;
le caratteristiche di tale piazzale dovrebbero essere le seguenti:
3.2.3
Piazzale di emergenza
a) Superficie: non inferiore a 500 m2.
b)
Piano a raso per il posizionamento del mezzo bimodale
sul binario, nonché per permettere l'eventuale attraversamento
dei binari ai mezzi gommati. Tale piano sarà realizzato
secondo le specifiche vigenti presso le F.S. ed avrà
lunghezza non inferiore a 20 m.
c)
Possibilità di illuminazione. Per gli interventi
nelle ore notturne andrà previsto il posizionamento
di uno o più pali dotati o dotabili di fari e di pozzetto
stagno contenente l'interruttore e le prese per altri mezzi
ausiliari che necessitassero di energia elettrica, l'alimentazione
del tipo monofase dovrà avere le seguenti caratteristiche:
220 v e almeno 4 Kw. Nel caso in cui per problemi legati alla
manutenzione i pali non dovessero essere attrezzati con i
fari, tali fari potranno essere portati e messi in opera dal
personale delle F.S. di primo intervento; pertanto i pali
andranno dotati di apposite carrucole e di quant'altro necessario
a condurre in tempi rapidi l'operazione.
d)
Rifornimento idrico. Per le necessità della lotta
antincendi nel piazzale andrebbe prevista una vasca di accumulo
per l'acqua (polmone) da almeno 40 m3 di capacità.
Il serbatoio dovrebbe essere realizzato sopraelevato. È
inoltre da valutare la possibilità di allacciare la
riserva idrica ad un eventuale corso d'acqua a regime permanente
sito nelle immediate vicinanze, mediante un pozzetto ed una
tubazione fissa cui collegare durante l'intervento le pompe
VV.F.
3.2.4
Elisoccorso
In ordine alle caratteristiche orografiche del territorio
appare necessario individuare, in prossimità degli
ingressi principali, una zona idonea all'atterraggio degli
elicotteri ove realizzare una piazzola di atterraggio, contrassegnata
dalla lettera H, facilmente raggiungibile dai mezzi di soccorso
posizionati nel piazzale di emergenza. Le dimensioni minime
in pianta, secondo quanto previsto dal D.M. (Min. Trasporti)
10 marzo 1988, dovranno essere tali che a seconda dell'aereomobile
di cui si prevede l'impiego, sia rispettato il rapporto tra
il diametro della piazzola e la distanza massima tra i punti
estremi dell'aereomobile con i rotori in moto, che dovrà
essere pari ad 1,5. Per gli elicotteri AB 412 e 206 in dotazione
al C.N.VV,F. tali dimensioni sono rispettivamente di:
- Velivolo AB 412: d = 17.10 m x 1,5 = 25.65 m
- Velivolo 206: d = 11.90 m x 1.5 = 17.85 m
Comunque per tutte le disposizioni inerenti le piazzole andranno
seguite le indicazioni di cui al sopracitato D.M.10 marzo
1988 pubblicato sulla G.U. serie generale n° 205 del 1/9/1988
per le aviosuperfici non segnalate.
3.2.5
Area di triage
È auspicabile la realizzazione in corrispondenza
degli imbocchi principali di un'area di emergenza sanitaria
avente una superficie complessiva non inferiore a 500 m2 sulla
quale allestire una zona di primo soccorso e di smistamento
dei feriti.
3.3
Accessibilità interna
3.3.1 Mezzi di soccorso
a) Mezzo intermodale W.F. In relazione alla necessità
di contrarre al massimo i tempi di inizio dell'intervento
è stata scartata l'ipotesi di caricare i mezzi VV.F.
su appositi convogli ferroviari, in quanto le caratteristiche
degli automezzi stessi in relazione ai probabili scenari incidentali,
nonché le manovre connesse al reperimento dei mezzi
ed al caricamento sul convoglio non permettono di realizzare
un soccorso efficace in tempi ristretti. A tal fine è
prevista la utilizzazione di un mezzo intermodale strada-ferrovia
da affidare in dotazione ai distaccamenti VV.F. più
vicini agli accessi primari delle gallerie. Tale mezzo che
sarà impiegato anche nel normale soccorso avrà
una serie di dotazioni che ne permetteranno l'utilizzo in
galleria anche in presenza di fumi o gas tossici. Tra queste
è previsto anche un sistema di guida all'infrarosso
per facilitare l'avvicinamento alla zona dell'incidente.
b)
Mezzo per il personale F.S. Per il trasporto della squadra
di primo intervento del personale F.S. potrebbero essere utilizzati
i carrelli del tipo MM 380 G o simili, in normale dotazione
ai tronchi ferroviari. Tali carrelli dovrebbero avere una
dotazione di 10 estintori ed al personale sarebbe affidato
un Kit che comprenderà tra l'altro anche un congruo
numero di autorespiratori del tipo di quelli in dotazione
al C.N.VV.F. Questi mezzi potranno se del caso essere utilizzati
per l'evacuazione delle persone coinvolte nell'incidente.
c)
Altri mezzi di soccorso. Resta inteso che all'intervento
dei primi due mezzi, farà seguito in base alle necessità
individuate ed al tipo di emergenza, l'invio da parte delle
differenti Amministrazioni competenti e facendo riferimento
al piano di emergenza all'uopo predisposto, di tutti i mezzi
necessari alle operazioni di soccorso: APS, ABP, Autolettighe,
ambulanze, gru auto o ferrotrasportate, elicotteri, mezzi
ferroviari etc. (cfr. Piano di Emergenza).
3.3.2
Visibilità interna
Oltre a quanto previsto al punto 3.1.9 andranno considerate
le seguenti necessità:
a) Illuminazione vie d'esodo. Considerato che in caso
d'incendio il fumo tende a stratificare gradualmente dall'alto
verso il basso si ritiene opportuno realizzare una linea d'illuminazione
posta ad un'altezza non superiore a due metri, ad illuminare
i percorsi di esodo. Il medesimo tipo di illuminazione andrebbe
previsto per i percorsi pedonali delle finestre o dei tunnel
di esodo. Oltre a tale accorgimento i "cameroni"
ed i "nicchioni" all'interno della galleria avrebbero
una dotazione di lampade portatili utilizzabili in caso d'emergenza
come descritto al punto 3. 1.10.
b)
Illuminazione d'emergenza. Per quanto attiene tale secondo
punto oltre a quanto previsto al punto 3.1.9 per la galleria,
i mezzi di soccorso di cui al punto 3.3.1 dovrebbero avere
una particolare dotazione per fronteggiare tale problema,
comprendente sia i dispositivi fissi che risulterebbero dotati
di particolari caratteristiche e per posizionamento e per
intensità, sia una serie di dispositivi portatili.
3.3.3
Cartelli segnalatori.
Al fine di agevolare l'evacuazione delle persone, andrebbe
prevista la messa in opera, almeno ogni 100 m, di una serie
di cartelli indicatori di tipo riflettente o luminescente
che indichino la distanza ed il verso delle uscite più
prossime, l'ubicazione degli impianti telefonici e degli attacchi
idrici. In corrispondenza delle nicchie e dei nicchioni verrebbero
altresì posizionati cartelli che indichino la presenza
dell'attrezzatura di soccorso a disposizione.
In corrispondenza delle uscite di emergenza andrebbero posizionati
dei cartelli indicatori di tipo luminescente e/o luminoso
al fine di individuare chiaramente l'accesso e recanti la
dicitura in italiano e inglese: "uscita di emergenza,
emergency exit";
3.3.4
Vie di esodo
Oltre a quanto previsto al punto 3.1.3 dovrebbero essere
previste le seguenti predisposizioni:
3.3.4.1
Gallerie dotate di finestre
a) Finestre di accesso/esodo. Trattasi di vere
e proprie gallerie laterali che sfociano all'esterno. Poiché
si ritiene dovrebbero essere utilizzate sia quale via di esodo
per le persone eventualmente coinvolte in un incidente all'interno
della galleria sia quali vie di accesso per le squadre di
soccorso, tali gallerie dovranno risultare di dimensioni adeguate
alle necessità del soccorso ed avere pertanto larghezza
media non inferiore a 6 m ed altezza media in chiave non inferiore
a 5 m. Per rendere possibile l'esodo delle persone, tali percorsi
andranno mantenuti sicuri e fruibili anche in ordine alla
eventuale presenza di fumi all'interno della galleria ferroviaria.
b)
Percorso pedonale. Dovendo utilizzare le finestre con
la doppia finalità dell'esodo per le persone e dell'accesso
per le squadre e per i relativi mezzi di soccorso, sarà
necessario dividere i percorsi carrabili da quelli pedonali
a mezzo di una protezione. Il percorso pedonale dovrebbe avere
una larghezza netta di 120 cm e dovrà essere chiaramente
indicato ed individuabile, il resto della sezione sarebbe
utilizzato per il percorso carrabile. Il percorso pedonale
andrà illuminato, si ritiene opportuno realizzare una
linea d'illuminazione posta ad un'altezza non superiore a
due metri, diretta sul camminamento e tale da determinare
un illuminamento di 5 lux a 100 cm d'altezza dal piano di
calpestio. Tale sistema di illuminazione deve essere attivabile
da un interruttore posto in adiacenza all'ingresso alla finestra
e deve essere facilmente individuabile a mezzo di cartelli
di tipo luminescente o altri dispositivi analoghi.
c)
Camera di manovra. Al fine di rendere possibile l'impiego
dei mezzi di soccorso all'interno delle finestre, oltre alla
delimitazione del percorso carrabile (larghezza circa 4,5
m) andrebbe prevista una camera di manovra. Le dimensioni
di tale camera, posta in adiacenza allo sbocco della finestra
sulla galleria, dovranno essere non inferiori a 15 m x 15
m.
d)
Protezione degli accessi. Al fine di evitare l'ingresso
in galleria di persone non autorizzate si ritiene che gli
accessi alle finestre vadano protetti da sistemi di chiusura
apribili: dall'interno a mezzo di maniglioni del tipo antipanico
o da sistemi equivalenti per facilitare l'esodo delle persone
e dall'esterno per mezzo di apposite chiavi che saranno messe
a disposizione delle autorità competenti per le operazioni
di soccorso e al personale F.S. addetto alla manutenzione.
3.3.4.2
Gallerie dotate di tunnel di servizio parallelo o bitubo
Questa soluzione, prevede l'esecuzione di tunnel paralleli
tra loro e comunicanti tramite collegamenti attrezzati con
dispositivi che permettano l'esodo delle persone evitando
il propagarsi di fumi e calore da un tunnel all'altro. Varrebbero
per tali tipologie di galleria tutte le disposizioni di cui
ai punti: 3.1.2 - 3.1.3.b - 3.1.6 - 3.1.8 - 3.1.9 - 3.3.3.
Resta inteso che tutti i provvedimenti tecnici di natura infrastrutturale
e procedurale intesi a raggiungere le volute condizioni di
sicurezza debbono tenere conto delle specifiche tipologie
costruttive delle gallerie e delle caratteristiche condizioni
di esercizio
3.3.5
Comunicazioni ordinarie e di emergenza
a) Sistemi di informazione dei viaggiatori. Si
premette che di norma è presente sui più importanti
treni un sistema di diffusione sonora che viene utilizzato
dal personale F.S. a bordo per dare le Comunicazioni necessarie.
Tuttavia, attesa l'importanza di questo settore anche ai fini
della gestione dell'emergenza si ritiene necessario dotare
le gallerie di un efficace impianto interno di diffusione
sonora che sarà utilizzato in caso di necessità
dal personale delle F.S. ovvero anche dalle squadre di soccorso.
b)
Sistemi di comunicazione di servizio. Nelle piazzole all'esterno
delle gallerie dovrà essere prevista una postazione
telefonica collegata con la stazione più vicina. All'interno
delle gallerie andranno previsti dei telefoni F.S. di norma
ogni 500 m, comunicanti con le stazioni limitrofe. Andrà
previsto dalle F.S. un piano per dotare le gallerie ferroviarie
nazionali di futura costruzione, come in parte già
avviene per le gallerie esistenti, di un dispositivo che consentirà
la comunicazione a mezzo di telefoni cellulari.
Tali telefoni andranno resi disponibili in numero di 2 per
ogni Comando VV.F. nella cui giurisdizione ricadono gallerie
di lunghezza maggiore di 5000 m, al fine di assicurare le
comunicazioni fra il gruppo d'intervento F.S. e quello dei
VV. F.
c)
Sistema di comunicazioni di emergenza. Le gallerie ed
i tunnel di servizio dovrebbero essere dotati di impianti
che permettano le comunicazioni via radio delle squadre di
soccorso dei VV.F.
3.3.6
Evacuazione dei fumi
Vale quanto disposto al punto 3.1.6.
3.3.7
Impianto idrico antincendi
Vale quanto riportato al punto 3.1.7.
3.4.
Il Piano di Emergenza
Per ciascuna infrastruttura ferroviaria, cosi come definita
nel presente documento, le Autorità locali componenti
dovranno approntare congiuntamente un piano di emergenza sulla
scorta degli scenari di rischio ipotizzati che tenga conto
delle indicazioni generali e specifiche formulate nel presente
documento.
Nella predisposizione del piano di emergenza si colloca al
centro dell'attenzione il rischio di riferimento la cui entità
può essere quantificata sia attraverso i criteri dell'analisi
storica sia mediante complessi calcoli iterativi. Il gruppo
di lavoro ha ritenuto focalizzare l'attenzione degli addetti
ai lavori sui seguenti scenari di rischio:
a) Assistenza ed un convoglio in caso di avaria tecnica all'interno
di una galleria.
b) Incidente ferroviario per un treno merci con deragliamento
di uno a più vagoni.
c) Incidente ferroviario per un treno passeggeri con deragliamento
di uno o più vagoni.
d) Principio di incendio su di un treno merci, con treno fermo
in galleria.
e) Principio di incendio su di un treno passeggeri, con treno
fermo in galleria.
f) Incidente ferroviario per un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose con deragliamento di uno o più
vagoni.
g) Treno fermo in galleria con assenza di notizie sulle cause
del fermo.
h) Incidente coinvolgente un treno merci adibito al trasporto
di merci pericolose ed un treno passeggeri, con principio
d'incendio.
In
linea generale si suggerisce che il piano abbia i seguenti
requisiti:
1) Individuazione chiara e precisa di obbiettivi e finalità.
2) Definizione degli scenari di riferimento anche in relazione
alle realtà locali.
3) Enti e strutture competenti.
4) Risorse disponibili e banche dati.
5) Procedure di attivazione del piano di emergenza.
6) Gestione del piano di emergenza.
7) Comunicazioni ed aggiornamento dei numeri telefonici e
dei nominativi dei responsabili di settore.
In
definitiva, individuati il tipo e l'entità del rischio
associato all'infrastruttura in esame, il piano di emergenza
si costruisce al fine di raggiungere il livello di sicurezza
individuato sulla scorta degli elementi costitutivi e del
tipo di funzionalità di riferimento coerentemente con
le presenti linee guida. I provvedimenti di mitigazione del
rischio saranno ottenuti intervenendo ulteriormente su:
a) le caratteristiche dell'infrastruttura;
b) le condizioni e caratteristiche di utilizzazione;
c) l'adozione di misure di protezione;
d) il miglioramento delle procedure di allarme;
e) ottimizzando le risorse disponibili per il soccorso.
Il piano deve essere completo, flessibile, aggiornato ed operativo.
Il personale responsabile dell'attivazione del piano deve
essere messo in condizione di conoscerlo perfettamente anche
attraverso fasi specifiche di addestramento.
Di rilevante importanza è il richiamo all'interno del
piano di emergenza, dei ruoli e delle competenze dei singoli
attori (Enti, Amministrazioni, ecc.).
È auspicabile che il piano in questione sia reso disponibile
anche come strumento informatico.
Da parte delle Autorità competenti saranno pertanto
pianificate una serie di esercitazioni congiunte che dovranno
avere una cadenza almeno semestrale.
IV°
CAPITOLO
"DEFINIZIONI"
Piano
a raso: Consiste in un tratto di sede ferroviaria resa
carrabile ai normali mezzi gommati. Le sue dimensioni devono
essere tali da consentire agevolmente la manovra del mezzo
bimodale sui binari.
Mezzo
bimodale: Si tratta di un normale mezzo stradale di intervento
del tipo di quelli già in dotazione al C.N.VV.F., Eurofire,
opportunamente modificato in modo tale da risultare dotato
di un rodiggio ferroviario che all'occorenza ne consenta la
movimentazione autonoma su binario.
Tale mezzo dovrà essere attrezzato con una dotazione
di bordo che dovrà renderlo efficace sia nel normale
servizio che nel caso di intervento in galleria ferroviaria
anche in presenza di fumi.
Area
di triage: Area destinata al primo soccorso ed allo smistamento
delle persone coinvolte in un eventuale incidente. Trattasi
di un'area pianeggiante collegata alla viabilità stradale
ordinaria, non necessariamente pavimentata. Può essere
utilizzata anche per diversi scopi a condizione che risulti
sempre sgombra da attrezzature (campo sportivo, area pic-nic,
ecc.).
Il "Triage" è una tecnica organizzativa utilizzata
in medicina dei disastri, nata per ottimizzare le operazioni
di carattere sanitario. Il termine è di derivazione
francese e si traduce "scelta".
Accesso
primario: In generale per ogni galleria si individueranno
almeno due accessi detti "primari" che di norma
coincideranno con gli imbocchi, tali accessi tuttavia potrebbero
corrispondere anche alle finestre (se esistenti) nel caso
in cui l'orografia del territorio o considerazioni di carattere
strategico ai fini di un intervento di soccorso consiglino,
in sede di estensione del piano di emergenza della galleria,
soluzioni alternative.
Accesso
secondario: Assumono tale denominazione tutti gli accessi
ad una galleria che in sede di piano di emergenza non siano
stati classificati quali accessi primari.
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