Dentro
la canna fumaria
(2ª parte)
Gino
De Simoni
Coordinatore Commissione Termotecnici - Collegio Periti Industriali
- Milano
Pubblichiamo
in questo numero la seconda parte (la prima parte è stata
pubblicata sul numero di settembre) dell'articolo di Gino De
Simoni inerente i principali problemi relativi agli impianti
domestici a gas derivanti, spesso, dalle canne fumarie. Quasi
mai sono gli apparecchi a gas od il gas stesso a mettere in
pericolo la vita umana: diversamente i sistemi fumari sono frequentemente
causa di incidenti.
I controlli e gli eventuali adeguamenti non sono perciò
procrastinabili.
LE
PERDITE DI TIRAGGIO LOCALIZZATE
La situazione si riassume così:
- 18% di marcati spostamenti laterali delle canne fumarie;
- 23% di presenza di corpi estranei; i "corpi estranei"
rilevati sono delle più svariate tipologie quali: pezzi
di legno, cartone, nidi di uccelli, cavi elettrici o di antenne,
reti di protezione dagli uccelli cadute dentro le canne, pezzi
di canali da fumo caduti all'interno dei condotti, stracci,
carta e, ciliegina sulla torta, una scarpa;
- 7% di elementi di canna shunt installati alla rovescia con
il primario sul secondario e viceversa con notevole ostruzione
al deflusso dei fumi;
- 2% di solette che interrompevano le canne fumarie;
- 1% dove gli elementi di canna shunt erano installati senza
l'inserimento dei deviatori creando così due canne separate
(un primario non utilizzato ed secondario unico e continuo con
tutti gli allacci inseriti nei secondari). Il risultato era
che sei apparecchi scaricavano direttamente in un condotto unico
di 10 cm. x 10 cm;
- 9% di canne costruite con elementi misti e cioè con
porzioni in cemento, tubi di grès, tubi in plastica,
eternit, ecc. con cambi di sezione e strozzature.
Tutte queste situazioni costituiscono ostruzioni al passaggio
dei fumi che danneggiano, a volte irreparabilmente, l'efficienza
del sistema fumario.
Quanto trovato all'interno delle canne fumarie ci fa capire
che le verifiche a campione, ovvero il controllo di una canna
fumaria su un intero condominio, non possono portare alla luce
grossi problemi localizzati.
In tutte queste situazioni non esiste altra possibilità
che rimuovere le accidentalità di percorso delle canne
fumarie intervenendo il più delle volte dall'interno
degli appartamenti con ovvio disappunto degli utenti interessati.
USO
PROMISCUO DELLE CANNE FUMARIE
Nei controlli è stato verificato:
- il 21% con uso promiscuo delle canne fumarie collettive alle
quali risultavano collegati, oltre agli scaldacqua o alle caldaie
(indifferentemente di tipo "B" e "C"), aspiratori
da cucina, scarichi di cappe cucina naturali, stufe a Kerosene,
ecc.
Questa situazione comporta gravissimi pericoli immediati per
tutti gli utenti della canna fumaria e, si badi bene, non solo
di chi ha usato la canna in modo anomalo.
Occorre immediatamente far staccare tutte le cappe cucina che
scaricano nelle canne fumarie ad uso scaldacqua o caldaie, così
come qualsiasi apparecchio che abbia sistemi di scarico forzati.
La immissione di scarichi in pressione all'interno di canne
fumarie dedicata ad apparecchi di tipo "B" è
come già detto, pericoloso e purtroppo molto frequente.
Proprio a fronte di queste situazioni è indispensabile,
per garantire i condomini, ottenere la possibilità di
controllare tutti, e ribadisco tutti, gli appartamenti.
Un solo appartamento con cappa cucina collegata ad una canna
fumaria collettiva può creare un "tappo" di
pressione nella canna fumaria tale da costituire una occlusione
della stessa con le ovvie conseguenze del caso.
Mentre diventa facile provvedere al distacco delle cappe cucina,
i problemi sorgono quando gli apparecchi allacciati sono caldaie
o scaldacqua a camera stagna ("turbo") o stufe o caldaie
alimentate con combustibili diversi dal gas soprattutto se la
"scoperta" viene fatta nei mesi invernali; in questo
caso ci vorrà tutta l'abilità degli Amministratori
per risolvere il problema.
In ogni caso situazioni di questo genere non possono essere
tollerate.
FESSURAZIONI,
BUCHI E ROTTURE
- 47% i casi dove sono state osservate crepe e fessurazioni
di notevole entità, buchi fatti in sede di modifica degli
alloggi, ricostruzioni con restrizione delle canne per ampliare
i locali, passaggi di cavi elettrici, evidenti e frequenti i
tasselli dei pensili di cucina, canne fumarie completamente
aperte alla base, ecc.
In tutti questi casi abbiamo un sensibile decadimento del tiraggio
dovuto da un lato all'ingresso di aria dai fori che abbassa
la temperatura dei fumi con una conseguente diminuzione di efficienza
del sistema di notevole entità e dall'altro a causa dell'aumento
della portata da smaltire da parte della canna fumaria stessa
(fumi e aria parassita).
L'intervento fattibile è il risanamento dall'interno;
ovviamente l'operazione non è proponibile dove le canne
fumarie sono collassate per tratti eccessivamente lunghi.
La presenza di rotture consistenti, oltre ai problemi connessi
sopra evidenziati, ha come diretta conseguenza un immediato
allargamento di sezione seguito da un restringimento quando
la canna torna di sezione normale che rallenta la velocità
dei fumi stessi creando così una sorta di ulteriore "tappo".
L'intervento di ripristino pertanto elimina i due problemi.
CANNE
FUMARIE INSTALLATE IN MODO ERRATO
- 14% di condotti secondari in comunicazione diretta con
i condotti primari;
- 38% di setti deviatori installati in posizione sbagliata ed
in modo tale che la porzione di condotto secondario risulta
essere poche decine di centimetri, trasformando cosi una canna
shunt, in sostanza, in un condotto unico con tutti gli innesti
nel condotto primario.
Ad errori di installazione di questo genere è difficile
porre rimedio.
Occorre notare che la bozza di norma di verifica e risanamento
delle canne fumarie non richiede particolari controlli su questi
aspetti per cui apparentemente non si vieta il mantenimento
in esercizio di una canna siffatta se tutti gli altri parametri
rispondono alle caratteristiche prestazionali richieste.
In questi casi occorre però porre una attenzione speciale
perché non esiste praticamente nulla che possa evitare,
in caso di mal funzionamento, il "travaso" dei fumi
da un piano all'altro.
Una eventuale perizia su un sistema così costruito deve
essere eseguita con estrema cautela, accertando e valutando
tutte le possibili condizioni di funzionamento in considerazione
di tutti i fattori esterni di disturbo al sistema stesso.
Personalmente ne sconsiglio qualsiasi ipotesi di riutilizzo.
L'ULTIMO
ED IL PENULTIMO PIANO
- 59% dei condotti dell'ultimo piano dotati di altezza
insufficiente;
- 27% in cui l'ultimo tratto di canna fumaria, per la porzione
che collega l'ultimo piano al comignolo, risulta costruito in
mattoni senza elementi di canna fumaria e di sezione generalmente
maggiore.
Abbiamo visto come due degli elementi fondamentali per il tiraggio
sono la temperatura dei fumi e l'altezza del camino.
Queste situazioni comportano:
- un abbassamento di temperatura notevole dovuto al fatto che
l'ultimo tratto è spesso all'esterno;
- un ulteriore abbassamento della temperatura fumi dovuto all'ingresso
di aria parassita nella zona costituita a mattoni che è
spesso piena di buchi;
- una diminuzione, o meglio inesistenza di tiraggio, dovuta
all'irrisoria altezza.
Situazioni di semplice soluzione per l'ultimo piano in quanto
si tratta di rifare i tratti di canna fumaria correnti nel sottotetto
ed innalzare la canna fumaria stessa.
Situazioni di difficile soluzione per il penultimo piano in
quanto la porzione di canna fumaria soprastante è di
pochi metri mentre le perdite di carico del sistema sono esattamente
le stesse dei piani sottostanti ad eccezione di quelle dovute
al tratto di condotto primario che risulta più corto
ma che di per se ha perdite di carico poco influenti.
In tal caso i rimedi plausibili sono: l'eliminazione dei debordi
interni, l'eventuale vetrificazione, l'innalzamento della quota
di sbocco.
Ciò nonostante, a volte, tali accorgimenti non sono sufficienti
a garantire il raggiungimento dell'efficienza del sistema in
quanto il tiraggio risulta inferiore alle perdite di carico
del sistema stesso.
In questo caso non resta che la costruzione di un diverso sistema
di smaltimento dei prodotti della combustione.
COMIGNOLI
- 73% di comignoli risultano posti in zona di riflusso
e cioè in una zona dove il vento può creare, anche
a canne di per se correttamente installate, sensibili problemi.
Il vento costituisce l'ultimo ostacolo del percorso dei fumi
ed è in grado di costituire l'ennesimo "tappo"
a tutto il sistema; l'occasionalità dei riflussi riscontrati
in giornate ventose non deve assolutamente farci pensare che
sia un problema minore, anzi, essendo tale situazione sporadica
ed occasionale costituisce una situazione anomala, quindi non
controllabile, con aumento di pericolosità.
Come segnalato gli apparecchi di una volta avevano fumi ad alta
temperatura e consentivano a questi di raggiungere notevoli
velocità allo sbocco; tali velocità sono diminuite
con il progressivo abbassarsi della temperatura dei fumi con
il risultato che l'influenza del vento, prima magari vinta proprio
dalla velocità di efflusso in atmosfera, è diventata
sempre più importante.
Altri problemi legati ai comignoli sono la conformazione e la
dimensione degli stessi a volte tali da occludere parzialmente
le canne fumarie allo sbocco.
Si tenga conto che qualsiasi "cappello" installato
su una canna fumaria costituisce una perdita di carico localizzata
e quindi più è mal fatto, tanto maggiore dovrà
essere il tiraggio del camino per poter superare anche questo
ostacolo.
Anche in questi casi la soluzione attuabile è l'installazione
di nuovi comignoli e l'innalzamento della quota di sbocco che,
in via generale, non pone grossi problemi.
Problemi che vengono invece posti quando la quota di sbocco
si trova al piano terrazzo dell'ultimo piano e quindi l'eventuale
innalzamento costituirebbe impedimento o diminuzione della visuale
all'occupante dell'ultimo piano.
In questo caso la questione non è tecnica e vi assicuro
che la lascio volentieri a chi di competenza.
ALL'INTERNO
DEGLI APPARTAMENTI
Passiamo in rapida sintesi all'interno degli appartamenti;
questi i dati:
- 16% di canali da fumo che subiscono restrizioni irregolari;
- 25% di canali da fumo senza minimo tratto verticale sopra
l'apparecchio richiesto dalle norme ma con subito una curva
che rallenta l'efflusso dei prodotti della combustione;
- 12% con lunghezze superiori ai massimi consentiti;
- 8% con numero di curve superiore alla norma creando veri e
propri arzigogoli tra l'apparecchio e l'imbocco del sistema
fumario.
Queste situazioni creano una serie di resistenze localizzate
che sono in grado, da sole, di mettere in crisi un sistema fumario
già ai limiti di funzionamento.
Le operazioni devono essere di ripristino delle condizioni normali
che possono però presentare un serio problema per i condomini
che a volte sono costretti a dover spostare gli apparecchi o
perché posti troppo in alto o perché troppo distanti
dalla canna fumaria con conseguenze anche sugli arredi delle
cucine.
In ogni caso non esiste alternativa.
LE
APERTURE DI VENTILAZIONE
La ventilazione dei locali ha altri tristi primati da segnalare:
- 51% assenza di aperture;
- 48% aperture insufficienti;
- 4% aperture di dimensioni corrette.
Non ci stancheremo mai di ripetere che il camino inizia dalla
presa di ventilazione; l'esperienza dimostra che, a finestre
spalancate i camini, spesso anche se mal fatti, smaltiscono
i prodotti della combustione.
In conclusione i fori vanno fatti subito indipendentemente dalle
varie proroghe, devono essere dimensionati non da muratori ma
da tecnici che dovranno indicare anche la posizione ottimale.
ALTRI
PROBLEMI FREQUENTI
Altri problemi frequenti e dannosi connessi con i sistemi
fumari destinati ad apparecchi di tipo "B" sono:
- gli aspiratori dei bagni ciechi che possono mettere in depressione
i locali;
- i caminetti a legna che produco lo stesso effetto di cui sopra;
- la mancanza di coibentazione specifica delle canne fumarie
che abbassa in modo determinante la temperatura media dei fumi
producendo una diminuzione del tiraggio;
- la mancanza di camera di raccolta al piede dei sistemi fumari
che impedisce l'asporto dei detriti che accumulandosi nel tempo
possono ostruire i condotti;
- eccesso di piani allacciati che comporta un aumento della
rigidità del sistema;
- la mancanza di pulizia, manutenzione e controllo periodico
dei sistemi fumari.
UBICAZIONE
DEGLI APPARECCHI
In merito all'ubicazione degli apparecchi questi sono generalmente
installati nelle cucine ma ancora il 6% risultano installati
nei bagni in modo irregolare.
In questi casi l'unica soluzione è spostarli facendo
bene attenzione alle disposizioni dei regolamenti locali perché,
mentre la norma UNI non vieta l'installazione nei bagni di apparecchi
di tipo "C" (Turbo) i regolamenti locali a volte non
lo consentono.
RIGURGITO
DEI FUMI
Un ultimo dato, di valore notevole per la valutazione definitiva
delle problematiche segnalate, è la presenza di rigurgiti
di fumi in ambiente nel 38,8 % degli apparecchi controllati.
Ribadisco, per non fare terrorismo, che i dati diffusi non sono
la fotografia di un censimento eseguito a tappeto ma l'immagine
di casi dove esisteva almeno un minimo dubbio di irregolarità
che purtroppo è stata ampiamente confermata dalle analisi
eseguite.
Nel caso di accertati rigurgiti fumi in ambiente, oltre un limite
temporale minimo di funzionamento necessario per "l'innesco"
del tiraggio del camino, occorre attivarsi immediatamente per
porre in atto tutte le operazioni necessarie onde eliminare
il problema: l'uso di un apparecchio che rigurgita fumi in ambiente
non deve nè può essere tollerato.
I
CONTROLLI
L'estensione dei controlli deve essere scelta con logica.
Tralascio, per ora, le indicazioni fornite dalla bozza di norma
inerente la verifica della funzionalità ed idoneità
dei sistemi fumari, la quale prevede, giustamente, una notevole,
ma purtroppo onerosa, serie di verifiche necessarie per dichiarare
un sistema idoneo e funzionale.
In primo luogo, data la accertata mutua influenza degli apparecchi
collegati alla medesima canna fumaria, i controlli, affinché
abbiano un senso compiuto, dovrebbero estendersi, oltre che
alla canna fumaria, anche agli appartamenti.
Andare in ogni appartamento è cosa difficile per l'oggettiva
difficoltà di trovare a casa tutti gli inquilini di un
palazzo e perché non tutti i Condomini gradiscono questo
tipo di intervento; però, laddove è possibile,
un breve sopralluogo negli appartamenti diventa fondamentale
per una prima corretta valutazione del sistema.
Contemporaneamente necessita provvedere alla verifica interna
della canna fumaria.
Risulta a mio avviso quindi suggeribile dividere i controlli
in due distinte fasi: una prima fase, che mi piace definire
indagine conoscitiva, dove ci si preoccupa principalmente di
verificare lo stato interno delle canne fumarie ed a seguito
della quale si possono trarre le prime valutazioni sulla tipologia
dei materiali, sulle caratteristiche dimensionali, quote di
sbocco e tipologia dei comignoli, presenza di ostruzioni, fori,
rotture, ostruzioni, ecc.
Negli appartamenti, durante la "indagine conoscitiva",
si possono apprezzare in prima istanza la tipologia di apparecchi
allacciati, l'idoneità dei sistemi di ventilazione, i
condotti secondari, i sistemi di scarico dei piani cottura,
la presenza di rigurgiti fumi, ecc.
Al termine della "indagine conoscitiva" si può
avere un quadro già esaustivo in tutti quei casi, e sono
tanti, dove la situazione è così mal messa per
cui non occorre aggiungere altri controlli per definire l'impossibilità
di risanamento dei sistemi esistenti.
L'Amministratore potrà, nel seguito e solo laddove l'indagine
conoscitiva abbia dato risultati accettabili, proseguire in
tutti i restanti e molto più costosi accertamenti atti
a poter dichiarare i sistemi fumari idonei e funzionali eseguendo,
nella eventualità, i necessari risanamenti.
Tale suggerimento è dovuto a queste considerazioni:
- che senso ha eseguire una serie di controlli e verifiche con
tempi e costi elevati, materialmente impegnativi, quando molto
spesso già dai primi esami risulta evidente che la situazione
esistente ragionevolmente sconsiglia qualsiasi ipotesi di risanamento?
- conseguentemente, quali costi deve sopportare l'utente per
poi sentirsi dire che, comunque, deve rifare le canne fumarie?
Riepilogando vediamo che si può agire in diversi modi,
eseguire tutte e subito le verifiche necessarie o scindere in
due distinte fasi l'accertamento delle idoneità dei sistemi
fumari al fine di contenere gli accertamenti ed i conseguenti
costi nei casi in cui, già ad un primo impatto, sia evidente
l'inefficienza e l'impossibilità di adeguamento del sistema
in esame.
IL
RIFACIMENTO DELLE CANNE FUMARIE
Accertata l'impossibilità di procedere al risanamento
occorre pensare di realizzare nuove canne fumarie.
In tal caso occorre procedere come segue:
- data la stretta correlazione ed interdipendenza tra gli
apparecchi e le canne fumarie occorre eseguire la mappatura
del condominio rilevando le caratteristiche di tutti gli apparecchi
installati e la loro ubicazione;
- occorre, ai sensi della Legge 46/90, far eseguire la progettazione
dei nuovi sistemi fumari che dovrà essere eseguita
da un professionista; la progettazione deve comprendere anche
le aperture di ventilazione ed i sistemi di espulsione dei
prodotti della combustione dei piani cottura;
- solo a seguito del progetto si potranno chiedere preventivi
che abbiano un senso compiuto;
- il progetto dovrà riguardare anche la parte edile
soprattutto per le installazioni che si realizzeranno all'esterno
dei condomini e quindi in facciata per ottenere il preventivo
consenso dalle autorità comunali;
- in tale sede occorre anche osservare l'eventuale necessità
di adempiere ai disposti del D. Lgs. 494/96 relativo alla
sicurezza dei cantieri mobili;
- una volta esperita la gara d'appalto e scelta la Ditta esecutrice
delle opere si potranno svolgere i lavori.
Prima di procedere all'affidamento delle opere, almeno per le
parti comuni e cioè della canna fumaria, l'Amministratore
deve preventivamente accertare che l'installatore abbia i requisiti
necessari relativi alla Legge 46/90.
Al termine dei lavori l'installatore dovrà rilasciare
la dichiarazione di conformità redatta secondo i modelli
ministeriali e corredata di tutti gli allegati obbligatori che
comprendono il progetto di cui sopra.
In merito alla dichiarazione di conformità occorre sempre
accertare che l'installatore abbia inviato copia della stessa
sia al Comune nel quale esegue i lavori, sia alla Camera di
Commercio dove ha sede la ditta.
In genere, per essere sicuri che questi adempimenti siano assolti,
è meglio attendere a versare il saldo all'Impresa sino
al ricevimento di tutti i documenti che attestino la conformità
dell'opera.
CONCLUSIONI
Abbiamo visto, e vi assicuro che non siamo entrati nei
dettagli, quanti sono i problemi che possono trovarsi in un
sistema fumario e in tutto ciò che vi è collegato.
Di fronte a tale situazione credo che si debbano trarre le seguenti
conclusioni:
1. i problemi legati alle canne fumarie non sono una moda ma
sono oggettivamente aumentati nel tempo. A nulla vale l'affermazione:
"ma come, se è trent'anni che funziona". Trent'anni
fa magari funzionavano anche se male: oggi non funzionano più!;
2. questo dimostra che quasi mai sono gli apparecchi o il metano
ad uccidere o ad intossicare; sono i sistemi fumari che costituiscono
il principale problema degli impianti a gas;
3. la canna fumaria collettiva rappresenta un sistema complesso,
i controlli, la valutazione sull'eventuale risanamento o rifacimento
devono essere affidati a tecnici esperti del settore, pena la
realizzazione di opere che non porteranno gli effetti desiderati;
4. i controlli ed eventuali adeguamenti dei sistemi fumari non
sono procrastinabili; in caso di incidente non esiste alcuna
tutela data dalle proroghe della Legge 46/90;
5. la realizzazione di nuovi sistemi fumari collettivi deve
essere tassativamente progettata in modo preventivo da un professionista;
6. prima di affidare la realizzazione di opere l'Amministratore,
in qualità di committente, deve accertare che l'installatore
abbia i requisiti richiesti dalla Legge 46/90;
7. al termine dei lavori l'Amministratore deve pretendere il
rilascio della dichiarazione di conformità corredata
di tutti gli allegati obbligatori e le attestazioni di invio
delle stesse a chi di competenza.
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