Dentro
la canna fumaria
(1ª parte)
Gino
De Simoni
Coordinatore Commissione Termotecnici - Collegio Periti Industriali
- Milano
Spesso
i principali problemi relativi agli impianti domestici a gas
derivano dalle canne fumarie. Quasi mai sono gli apparecchi
a gas od il gas stesso a mettere in pericolo la vita umana:
diversamente i sistemi fumari sono frequentemente causa di incidenti
i controlli e gli eventuali adeguamenti non sono perciò
procrastinabili.
Le
valutazioni che si eseguivano una volta sui sistemi fumari hanno
lasciato il passo ad una serie di verifiche che sono possibili
solo grazie alla diffusione di videocamere miniaturizzate ed
altre "diavolerie" simili che consentono, dopo rnolte
decine d'anni dalla costruzione dei sistemi analizzati, di "vedere"
come sono state costruite il risultato è allarmante.
Questo è il resoconto di molte ispezioni e non vuole
essere nulla più che un "diario di bordo" di
un termotecnico che analizza e trascrive i risultati di ogni
indagine e con, se vogliamo, monotonia, prende atto di uno stato
di fatto che mette a repentaglio l'incolumità di molte
persone.
Solo in breve, ed al termine, si aggiunge un piccolo itinerario
da suggerire a chi, e saranno molti, dovranno intraprendere
la dura (e costosa) strada del risanamento o rifacimento delle
canne fumane.
VIDEOISPEZIONI
O VERIFICHE DI IMPIANTO
Se prima dicevamo che l'uso di microtelecamere ha consentito
di vedere dentro la canna fumaria è da sottolineare come
l'uso di questi strumenti debba forzatamente essere solo un
ausilio per il controllo degli impianti.
La videoispezione, salvo casi di macroscopici difetti, dice,
di per se, poco o nulla se non si rapporta quanto si è
visto alle installazioni interne agli appartamenti.
Commissionare quindi solo una videoispezione è come pretendere
qualcosa di monco, inadatto ed insufficiente a capire l'effettivo
stato dei sistemi fumari.
L'invito è quindi di diffidare di coloro che si offrono,
senza specifiche competenze termotecniche, per eseguire videoispezioni
ed accettano, senza problemi, di non analizzare le installazioni
interne.
DIFETTI
PIÙ COMUNI E LORO INFLUENZA SUI SISTEMI FUMARI
Passiamo ad analizzare:
- i difetti più comunemente riscontrati nella verifica
di canne fumarie e la loro influenza sull'efficienza del sistema
fumario;
- un suggerimento su come eseguire le principaii verifiche e
quindi cosa può fare l'amministratore del condominio,
almeno in prima istanza, per valutare la situazione dei sistemi
fumari;
- cosa occorre fare nel caso in cui si accerti, come spesso
accade, l'inadeguatezza dei complessi camini/canne fumarie.
COME
FUNZIONA UN CAMINO
Per comprendere meglio l'influenza dei difetti che si riscontrano
comunemente e valutare con coscienza il peso che questi hanno
sul sistema fumario occorre, almeno a grandi linee, conoscere
le principali forze in gioco che consentono ad un sistema fumario
di funzionare.
I
parametri principali sono:
-
la differenza tra la temperatura media dei fumi e l'aria esterna;
-
l'altezza della canna fumaria;
-
le dimensioni interne della stessa (rapportate alla portata
in massa dei fumi);
-
le perdite di carico del sistema ovvero gli ostacoli che il
fumo trova nel suo percorso.
Si consideri che il tiraggio diminuisce quando:
-
si abbassa la differenza di temperatura media tra i fumi e
l'aria esterna;
-
diminuisce l'altezza della canna fumaria;
-
diminuisce la sezione a parità di portata di fumi da
smaltire; aumentano le perdite di carico del sistema e quindi
gli ostacoli nel percorso dei fumi.
Esistono altri parametri che però, per semplicità,
non osserveremo in questa sede.
Ad ogni variazione dei parametri indicati consegue una variazione
di tiraggio e quindi di efficienza del sistema.
L'efficienza del sistema fumario, cioè quello che ricerchiamo,
deve garantire un tiraggio superiore a quelle che sono le perdite
di carico caratteristiche del sistema stesso, dal punto di prelievo
dell'aria comburente fino allo sbocco.
Importante sottolineare che il tiraggio deve essere garantito
in qualsiasi condizione meteorologica e quindi anche in estate
con temperature esterne particolarmente elevate.
Questo fattore sembra di poco significato ma la sola variazione
di temperatura esterna comporta decadimenti di tiraggio di tutta
evidenza con gravi conseguenze soprattutto per gli scaldacqua
che funzionano anche d'estate.
Un esempio: un camino di dieci metri, che abbia dei fumi a temperatura
media di 100°C passa da un tiraggio statico di circa 33
pascal con - 5°C esterni a circa 17 pascal con + 35°C
esterni.
Sebbene tale drastica riduzione non sia matematicamente da riproporsi
su un sistema fumario in esercizio il risultato è evidente:
il tiraggio (quello statico) si dimezza.
LA
TEMPERATURA DEI FUMI
Una delle principali cause che hanno portato alla ribalta
la questione dei sistemi fumari è dovuto al progresso
tecnologico avutosi dopo l'entrata in vigore della Legge 308/82
e più generalmente alle esigenze di risparmio energetico.
Abbiamo visto che uno dei parametri fondamentali per valutare
il sistema fumario è la temperatura media dei fumi.
Ebbene, negli ultimi due decenni, siamo passati ad apparecchi
a gas che hanno temperature dei prodotti della combustione dimezzate
rispetto ai precedenti passando all'incirca dai 200°C agli
attuali 90/120°C.
Questa drastica riduzione, ricercata dai costruttori degli apparecchi
per massimizzare i rendimenti di combustione, ha avuto l'effetto
di ridurre di molto il tiraggio delle canne esistenti con il
risuitato che se precedentemente le canne fumarie, anche se
mai fatte, in qualche modo funzionavano, adesso il tiraggio
residuo non è in grado di superare la somma delle perdite
accidentali delle canne fumarie e quindi non garantisce l'evacuazione
completa dei prodotti della combustione degli apparecchi.
Questo è il primo reale e fondamentale problema che ci
ha portato in questa situazione e che non è modificabile.
Anzi la tendenza sarà quella di vedere le temperature
dei fumi progressivamente abbassarsi sino a quando, anche in
Italia, arriveremo ad installare in modo diffuso caldaie a condensazione
che avranno fumi con temperature di poche decine di gradi assolutamente
non in grado di utilizzare i sistemi fumari di cui trattiamo.
Passiamo ora ai problemi costruttivi che invece si riscontrano
sulle canne fumane.
I dati che andrò ad illustrare non sono riferiti a casi
generici, ma si riferiscono a situazioni dove è stato
segnalato, nel 70% dei controlli, almeno un caso, su tutto il
condominio, di disservizio.
Disservizio dovuto ad apparecchi che non funzionavano per intervento
del termostato fumi, o perché erano stati richiesti controlli
dal'USSL per presunte irregolarità o a seguito di incidenti
già accertati.
Pertanto i dati vanno letti non come situazione generale ma
come fotografia di quanto è stato rilevato in controlli
eseguiti su segnalazione.
Seppure riferiti a condizioni estreme i dati che seguono sono
allarmanti.
Tutti i sistemi controllati erano al servizio, almeno originariamente,
di apparecchi del tipo a camera aperta.
Ci si riferisce per il 90% a canne fumarie collettive e per
il 10% a camini singoli.
La tipologia di costruzione è composta da:
- 79% cemento,
- 7% eternit;
- 14% altri materiali quali cotto, refrattario, ed anche tubi
in plastica.
I
DEBORDI INTERNI
I sistemi fumari verificati presentano:
- 68% con significativi debordi di materiaie di giunzione
che restringevano le dimensioni interne dei condotti;
- 32% con debordi assenti o scarsamente significativi agli
effetti del funzionamento dei sistemi.
Gli sbordamenti interni sono dovuti al materiale di giunzione
posato in eccesso tra gli elementi che compongono la canna fumaria
che non è stato adeguatamente eliminato durante la fase
di costruzione del manufatto.
Gli sbordamenti costituiscono ostacolo al deflusso ordina to
dei fumi creando strozzature e turbolenzee quindi diminuiscono
il tiraggio.
L'incidenza sull'efficienza del sistema fumario dipende sostanzialmente
dalla consistenza dei debordi; in particolare questi sono decisamente
deleteri quando sono presenti nei condotti secondari delle canne
collettive in quanto riducono la sezione di passaggio in modo
spesso determinante.
Per capire l'importanza si noti che, ad esempio, su un condotto
secondario quadrato di 10 cm. x 10 cm. un eccesso di malta di
1 centimetro sul bordo, apparentemente innocuo, riduce la sezione
del condotto stesso del 36% da 100 cmq. (10 x 10) a 64 cmq.
(8 x 8). Il che vuole dire che senza debordi si passerebbe da
64 cmq. a 100 cmq. con aumento della sezione utile del 56%.
Prendiamo ora in esame un condotto primario di 24 cm. x 12 cm.
Eliminando il centimetro di sbordamento si passa da 22 x 10
(cmq. 220) a 24 x 12 (cmq. 288) con un aumento (recupero) di
sezione del 31 %.
Come si vede anche il semplice intervento di eliminazione degli
sbordamenti interni nel caso preso a campione comporta l'immediato
recupero di sezione dei condotti in ragione del 56% sui secondari
e del 31 % sui primari: in sostanza è come se avessimo
allargato la canna fumaria.
Da non sottovalutare che un altro consistente recupero, sebbene
di non semplice valutazione numerica, ci è dato dal fatto
che non si creano più turbolenze in corrispondenza dei
"gradini" formati dai debordi; anche tale aspetto
contribuisce al miglioramento del funzionamento del sistema.
LE
DIMENSIONI INTERNE DELLE CANNE FUMARIE
I condotti dei sistemi analizzati hanno presentato le più
diverse sezioni, forme e dimensioni; fra tutte queste, analizzate
secondo la nuova norma UNI 10640 che dovrebbe fornire i valori
minimi di dimensionamento, abbiamo riscontrato:
- il dimensionamento corretto nel 4% dei sistemi;
- l'errato dimensionamento dei sistemi nel 96% dei casi.
Il dimensionamento è stato definito ovviamente irregolare
anche quando uno solo dei condotti (primario o secondario) risultava
sottodimensionato.
In considerazione di quanto sopra dovremmo avere la quasi totalità
dei sistemi fumari non funzionanti; questa valutazione deve
però tenere conto anche di due aspetti importanti; e
cioè, in primo luogo, che le modalità di calcolo
secondo UNI 10640 prevedono l'utilizzo di ampi margini di sicurezza
e, secondariamente, che la norma prevede la verifica anche con
tutti gli apparecchi in funzione, cosa che, nella realtà,
di rado accade.
In ogni caso, come ovvio, le dimensioni non sono modificabili.
LA
RUGOSITÀ DI PARETE
Il 79% delle canne fumane analizzate sono realizzate in
cemento; questo materiale presenta una marcata rugosità
interna.
La rugosità costituisce un concreto ostacolo al deflusso
dei fumi come nel caso dei debordi.
Anche in questo caso però è possibile, creando
un film protettivo interno, "lisciare" le pareti della
canna fumaria garantendo, in termini di tiraggio, un consistente
recupero.
|