G.P.L.,
una sigla densa di significati
Marco
Signorelli
Presidente A.P.I.M.
La
larghissima diffusione delle bombole di GPL per uso familiare
e per piccoli e medi insediamenti privati ha permesso di diffondere
i benefici dell'uso dei combustibili gassosi anche a località
non servite dalla distribuzione del metano.
Questa
immediatezza di intervento ha grandemente favorito il benessere
di famiglie ed industrie su tutto il territorio ed i vantaggi
offerti, la semplicità dell'uso e la comodità
conseguente potrebbero ben figurare a paragone con i cambiamenti
sociali da addebitare a telefono e televisione.
A
mio parere esistono comunque aspetti del GPL da approfondire
non per criticarne l'utilizzo, ma per meglio valorizzarne la
qualità. Infatti questo combustibile forse a torto viene
spesso considerato un succedaneo del metano od un prodotto non
perfettamente definito.
La
legge italiana definisce con la sigla GPL il gas di petrolio
liquefatto.
Questo inquadramento è troppo generico e suscettibile
di gravi equivoci da parte di alcuni fornitori.
I
gas liquefatti possono provenire da distillati di petrolio derivati
dalla stabilizzazione dei grezzi dopo condensazione e raffinazione
con miscele di idrocarburi saturi della serie alcani od in alternativa,
dalla lavorazione dei grezzi con distillazione primaria, craking
e reforming catalitico con la produzione di alcheni.
Le
variabili in gioco sono significative per la densità,
il punto di liquefazione ed il potere calorifico, elementi la
cui importanza sarà considerata successivamente.
Nella
produzione di alcani troviamo propano, butano, iso - butano,
n - butano, composti questi ultimi che differiscono nel potere
calorifico e nella temperatura di liquefazione.
Comunemente
oggi si parla di GPL come gas propano liquefatto, grazie alla
normalizzazione della distribuzione voluta dai maggiori distributori
che hanno concordato uno standard sulle forniture di questo
prodotto con due opzioni:
1. utilizzo di le bombole per uso familiare caricate con due
sostanze differenti: propano e butano rispettivamente con il
rapporto del 75% e del 25%;
2. fornitura di propano commerciale costituito da propano all'85%
e da propeni al 10%.
Mentre
il metano, di composizione nota, viene erogato allo stato di
gas, il GPL viene consegnato all'utente sotto forma di liquido
con densità e caratteristiche completamente differenti.
Le unità di misura adottate per il pagamento del consumo
sono litro per GPL e Stm3 per metano.
È interessante considerare il potere calorifico di ciascun
prodotto riportato alla stessa unità di misura: il chilogrammo.
KCal/kg
Metano Propano Butano
CH4 C3H8 C4H10
13.533 11.112 10.944
Tale
comparazione non è arbitraria ma applica la legge di
Avogadro in base alla quale volumi eguali di gas contengono
lo stesso numero di molecole (grammomole).
Il
metano (CH4) ha un peso molare di 16 g.
Il propano (C3 H8) ha un peso molare di 44 g.
Il butano (C4 H10) ha un peso molare di 58 g.
Il
metano ha un valore energetico nettamente superiore agli altri
prodotti.
Aumentando il peso molecolare diminuisce il potere calorifico
e la tensione di vapore, ovvero la facilità del fluido
ad evaporare, obbligando di conseguenza ad integrare il calore
di vaporizzazione con elementi esterni di preriscaldo.
La
tabella allegata riassume le caratteristiche note dei principali
gas in esame:
Combustibile P.C.S. P.C.I. Densità Temp. accen-
kCal/Stm3 kCal/Stm3 Kg/Stm3 sione °C
CH4 Metano 9.020 8.120 0,68 530
C2H6 Etano 15.900 14.540 1,28 530
C3H8 Propano 22.850 21.020 1,89 510
C4 H10 Butano 30.000 27.800 2,54 490
C2H2 Acetilene 13.100 12.670 1,12 310
CO2 1,87
CO 2.860 2.860 1,18
Gasolio
Anche
la temperatura gioca un ruolo ragguardevole variando la densità
in funzione delle condizioni climatiche. Per tale motivo in
fase di erogazione viene applicato come unità di misura
il litro standard a temperatura predefinita indipendentemente
dalla temperatura misurabile all'atto della carica.
Propano Butano Metano
commerciale commerciale
Temp. Liquido kg/l Vapore Liquido kg/l Vapore Gas m3
-30 0,58 2,25
-20 0,56 2,15
-10 0,54 2,1
0 0,53 2 0,6 2,5 0,68
10 0,51 1,8 0,59 2,5
20 0,50 1,7 0,58 2,4
30 0,48 1,6 0,57 2,3
Con
questa tabella possiamo riscontrare la maggior densità
del butano del 26% rispetto al propano, valore che convalida
il diverso potere calorifico.
A
questo punto l'utilizzatore potrebbe domandarsi costa stia usando,
che potere calorifico abbia la miscela di gas acquistata e quanto
costi questo prodotto.
Supponendo
di acquistare il GPL od il metano a 1000 lire unità di
volume litro /m3
Propano Butano Metano
Costo a litro 1000 1000 -
Costo a kg 2000 1724 1470
Costo a m3 3258 4378 1000
In
base alla densità ed al peso da cui deriva il potere
calorifico, elemento fondamentale per la valutazione del costo
economico, si possono trarre le seguenti considerazioni:
Propano Butano Metano
Travaso. Vendita Vapore Vendita
liquido a°C a kg Stm3 a kg Stm3 Stm3
0 1886 1639
10 1941 1695
20 2000 3258 1724 4378 1360
30 2083 1760
40 2127 1801
Per produrre 100.000 kCal/h occorreranno di conseguenza:
KCal/Kg
Gas utilizzato Metano Propano Butano
CH4 C3H8 C4H10
13.533 11.112 10.944
7,3 Kg 8,9 9,1
10,6 m3 17,8 litri 15,7 litro
Costo da
addebitare Lire 10.600 17.800 15.688
Tale
indicazione ha ora bisogno di essere approfondita.
La
miscela comporta la presenza contemporanea di almeno due prodotti
con due densità differenti e con due differenti punti
di condensazione. Il butano avendo una densità maggiore,
ha un costo inferiore rispetto al propano. Di conseguenza se
la presenza di butano non è ben dichiarata, il venditore
ha un guadagno aggiuntivo.
Prodotti
con maggior densità o legami doppi di carbonio, (alcheni)
hanno calore specifico ancora più ridotto e quindi minor
valore economico.
Tale
situazione collegata alla temperatura di liquefazione, viene
compensata a spese dell'utente con l'inserimento di un vaporizzatore
che facilita il cambiamento di stato da liquido a vapore anche
del prodotto più denso. Oltre ad aver acquistato un prodotto
di minor pregio bisogna anche maggiorare i costi con il consumo
di energia elettrica.
Un sistema elettrico di preriscaldo per 5000 lt. di serbatoio
nella zona di Milano ha raggiunto a consuntivo una maggiorazione
di costo di almeno 45 - 60 lire a litro erogato.
(8 -10% del prezzo di vendita).
Le
nostre ipotesi di lavoro sono sino ad ora basate sulla contemporanea
presenza della miscela nel bruciatore. In effetti noi richiediamo
al combustibile un cambiamento di stato che deve avvenire a
parità di temperatura e volume solo variando la pressione
esistente.
Se nel serbatoio abbiamo 10 bar, il solo propano è in
grado di evaporare mentre il butano deve attendere la discesa
della pressione per poter uscire dal serbatoio in fase vapore.
Questo fenomeno estendibile anche agli altri prodotti esistenti
nel GPL, permette di affermare che nella fase di combustione
di GPL si presentano differenti condizioni di esercizio.
Diagramma
tensione assoluta
Temperatura Propano Butano
-20 2,5 bar
-10 3,5 bar
0 4,8 bar
10 6,5 bar 1,8 bar
20 8,5 bar 2,2 bar
30 11 bar 3 bar
Il
nostro bruciatore, che non ragiona in termini commerciali ma
solo di volume di prodotto immesso, e la nostra caldaia che
per rendere ha bisogno di calorie, si trova di conseguenza alimentata
da due combustibili differenti, con una ulteriore differenza,
l'indice di Wobbe (la quantità di gas combustibile defluente
da un ugello qualora la sua pressione rimanga costante, è
inversamente proporzionale alla radice della densità
relativa).
Nei
nostri casi riporto i valori desunti da Schuster - Gaswarm
Metano Propano Butano
Densità in 0,62 1,56 2,09
rapporto all'aria
Indice di Wobbe 12780 19460 22140
Possiamo
rilevare che tra propano e butano esiste una differenza di oltre
il 10%.
Questo indice serve per tenere sotto controllo i seguenti fattori:
1. assicurarsi che l'altezza del nucleo del cono fiamma resti
invariato al cambiare il tipo di gas di alimentazione;
2. assicurarsi che la fiamma resti stabile;
3. assicurarsi che il rendimento della fiamma rimanga eguale;
4. assicurarsi che la combustione sia completa.
Questa
differenza, per mantenere invariati i requisiti originari dovrebbe
essere compensata da una variazione della pressione di alimentazione.
LE
CARATTERISTICHE DELLA COMBUSTIONE
La combustione dei gas risponde alle seguenti regole:
Combustibile CO2 in % H2O Fumi
prodotti in m3
Metano CH4 1 2 10,52
Propano C3H8 3 4 25,8
Butano C4H10 4 3 33,4
Rispetto
al metano, è di conseguenza presente un quantitativo
doppio di CO2 e H2O nei fumi. Con il butano questi valori sono
ancora ulteriormente ingigantiti.
Il
vapore di acqua ed il CO2 sono gas altamente irraggianti e questa
considerazione obbliga a constatare che in fase di modifica
del combustibile gasolio - metano - GPL, molto raramente viene
ridiscussa la geometria della superficie di scambio della caldaia
stessa, elemento determinante per garantire quello scambio termico
che le caratteristiche chimico fisiche del GPL permetterebbero
di ottenere. La trasmissione di calore per irraggiamento è
una funzione della temperatura elevata alla quarta potenza,
secondo la teoria dell'irraggiamento di Lambert. Non è
quindi sufficiente predisporre la semplice sostituzione di un
ugello, per ottenere una efficienza ottimale di combustione.
La
trasmissione di calore per irraggiamento dovuta alla contemporanea
presenza di ossido di carbonio, acqua e particolato nella combustione
di GPL raggiunge valori del 25% contro il 10% del gas naturale.
Per un raffronto, il fattore irraggiamento dell'olio combustibile
è 35%.
Sarebbe
auspicabile disporre di generatori espressamente realizzati
per questi gas, propano e butano, idonei a sopportare densità
differenti, differenti poteri calorifici, variare le pressioni
di combustione e recuperare il calore radiante prodotto dalla
forte presenza di CO2 ed H20.
In molti casi oggi assistiamo alla semplice sostituzione di
un ugello nel combustore, ed al tentativo di acquisire il GPL
al costo minimo senza verifica dello standard di qualità.
I
volumi in gioco in una caldaia da 100.000 kCal/h erogate diventeranno
rispettivamente di
Produzione di Metano Propano Butano
100.000 kcal/h
Potere calorifico PCI 8.200 PCI 22.340 PCI 29.700
inferiore nm3/h nm3/h nm3/h
Consumo per aria 12,1 x 10,52 4,7 x 25,8 3,3 x 33,4
combustione
Valore aria 27 Stm3/h 121 Stm3/h 112 Stm3/h
al camino
Siamo
anche obbligati a mantenere rapporti di combustione non controllati
stechiometricamente nelle varie fasi poiché dipendenti
dal potere calorifico del gas evaporato. Tarando al valore del
metano avremmo una diluizione di oltre il 10% quando interviene
il butano, l'eccesso di aria aumenta in funzione della diminuzione
del potere calorifico. Il fatto che, peggiorando la qualità
si peggiora la combustione, dovrebbe essere un efficace baluardo
contro soluzioni facili od artigianali.
Un
rilancio della distribuzione del GPL richiederebbe quanto segue:
1. le aziende fornitrici di GPL devono accompagnare la fornitura
con certificazione della miscela consegnata o di periodiche
analisi di controllo effettuate sulla fornitura;
2. le aziende fornitrici devono effettuare il controllo a cadenza
annuale della superficie esterna del recipiente e della funzionalità
degli accessori;
3. le aziende fornitrici devono effettuare la sostituzione almeno
ogni 2 anni della valvola di sicurezza tarata a banco in presenza
ISPESL;
4. i tradizionali bruciatori a metano e le camere di combustione
devono essere riadattati a GPL;
5. l'utente dovrà mantenere il controllo del livello
di liquido del serbatoio munendosi di manometri con i quali
potrà conoscere la fase di butano ed intervenire con
i differenti rapporti stechiometrici di combustione.
6. la presenza di preriscaldatori elettrici richiede la verifica
biennale con modello C delle installazioni elettriche di alimentazione
dei termostati contenute in cassette AD-PE poste sul vaporizzatore
con capacità superiore a 500 kg.
Sarà
sicuramente interessante conoscere proposte innovative per idonei
impianti di combustione civile ed industriale.
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