chi siamo
     la rivista
     la rivista: numero in corso
     la rivista: numeri precedenti
     la redazione
     le tariffe pubblicitarie
     per abbonarsi alla rivista
     i libri
     i convegni
     informazione tecnica
     collaboratori tecnici
     la normativa
     varie
     contattaci
     ritorna alla home page

La nuova norma UNI 10779: reti di idranti

Renato Orlandini
Edilclima s.r.l.

La norma UNI 10779, del settembre 1998, specifica i requisiti minimi da soddisfare nella progettazione, installazione ed esercizio degli impianti idrici antincendio permanentemente in pressione, destinati all'alimentazione di idranti e/o naspi antincendio, con lo scopo di fornire acqua in quantità adeguata per combattere l'incendio di maggiore entità ragionevolmente prevedibile. Vengono nel seguito elencate le caratteristiche sostanziali previste dalla nuova normativa.

1. COMPOSIZIONE DEGLI IMPIANTI
Le reti comprendono i seguenti componenti principali:
o alimentazione idrica;
o rete di tubazioni fisse, permanentemente in pressione, ad uso esclusivo antincendio, preferibilmente chiusa ad anello;
o valvole di intercettazione;
o idranti e/o naspi.

2. REQUISITI DELLE ALIMENTAZIONI
Le alimentazioni idriche devono essere in grado di garantire la portata e la pressione richiesta dall'impianto ed i tempi di intervento previsti; la realizzazione dell'alimentazione deve essere conforme alla UNI 9490, che prevede le seguenti tipologie:
o collegamento fisso a tronco di acquedotto;
o vasca o serbatoio fissi a gravità in posizione elevata (o riserva inesauribile);
o pompa fissa ad avviamento automatico collegata a vasca o serbatoio (o riserva inesauribile);
o serbatoio fisso a pressione.

3. COMPONENTI DEGLI IMPIANTI
La pressione nominale dei componenti non deve essere inferiore alla pressione di esercizio e comunque non inferiore a 12 bar.
Per installazioni fuori terra, sono ammesse solo tubazioni metalliche di resistenza almeno equivalente alla UNI 8863 serie leggera (se filettate) oppure alla UNI 6363 serie b (se non vi è asportazione di materiale).
Per le installazioni interrate, sono invece ammesse tubazioni metalliche o non metalliche, purché di idonee caratteristiche di resistenza meccanica ed alla corrosione.
Gli idranti a colonna soprassuolo, devono essere conformi alla UNI 9485 e corredati da tubazione flessibile di lunghezza normalizzata conforme alla UNI 9487, completa di raccordi e lancia di erogazione.
La dotazione deve essere contenuta in apposita cassetta ed in prossimità dell'idrante.
Gli idranti sottosuolo, devono essere conformi alla UNI 9486 e corredati da tubazione flessibile di lunghezza normalizzata conforme alla UNI 9487, completa di raccordi e lancia di erogazione.
La dotazione deve essere contenuta in apposita cassetta ubicata in prossimità dell'idrante.
La posizione degli idranti deve essere adeguatamente indicata e devono porsi in atto misure per evitare che ne sia ostacolato l'utilizzo.
Gli idranti a muro devono essere conformi alla UNI EN 671-2.
Essi sono costituiti da una valvola di intercettazione con attacco unificato, corredati da tubazione flessibile di lunghezza normalizzata conforme alla UNI 9487, completa di raccordi e lancia di erogazione permanentemente collegati e contenuti in apposita cassetta.
I naspi devono essere conformi alla UNI EN 671-1.
Essi sono costituiti da una bobina mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida di lunghezza normalizzata conforme alla UNI 9488 permanentemente collegata alla rete di alimentazione e completa di lancia di erogazione munita di valvola di regolazione del getto.
L'attacco di mandata dell'autopompa è l'apparecchiatura per l'immissione di acqua nella rete di idranti in condizioni di emergenza.
Essa è costituita almeno da una o più bocche di immissione con diametro non inferiore a DN 70 (attacco a vite a girello UNI 808-75), valvola generale di intercettazione, valvola di non ritorno, valvola di sicurezza tarata a 12 bar, cartello di segnalazione.

4. CRITERI DI INSTALLAZIONE
Essi riguardano:
o la scelta del percorso delle tubazioni,
o la chiusura ad anello (non obbligatoria ma consigliata);
o l'installazione di valvole di intercettazione in posizioni opportune;
o la possibilità di drenaggio;
o la protezione meccanica delle tubazioni fuori terra;
o la protezione dal gelo;
o la protezione contro i movimenti tellurici per installazioni in zone sismiche;
o l'alloggiamento delle tubazioni fuori terra;
o l'attraversamento di strutture verticali e orizzontali;
o le modalità di interramento;
o la protezione contro la corrosione;
o la scelta, il posizionamento ed il dimensionamento dei sostegni;
o il collegamento all'alimentazione;
o il posizionamento, la distribuzione e la sorveglianza delle valvole di intercettazione.
La rete deve essere dotata di almeno un attacco di mandata dell'autopompa VV.F.
L'attacco deve essere: accessibile alle autopompe in modo agevole e sicuro, anche durante l'incendio; protetto da urti e danni meccanici e dal gelo; ancorato al suolo o ai fabbricati.
Gli idranti e/o i naspi devono essere posizionati in modo che ogni parte dell'attività sia raggiungibile con il getto d'acqua di almeno un idrante e/o naspo (in alcuni casi è richiesto il getto di almeno 2 idranti).
Gli idranti soprassuolo o sottosuolo, devono essere installati all'esterno del fabbricato ad una distanza reciproca non superiore a 60 m e a distanza dal fabbricato compresa fra 5 e 10 m.
Gli idranti a muro o i naspi, devono essere installati all'interno dei fabbricati, considerando ogni compartimento in modo indipendente.
Ogni apparecchio dovrà proteggere non più di 1000 mq ed ogni punto dell'area protetta dovrà distare al massimo 20 m dall'idrante.
Essi devono essere installati in prossimità delle vie di fuga o delle uscite di emergenza, ma in posizione tale da non ostacolare l'esodo.
Nel caso di installazione in prossimità di aperture di comunicazione tra due compartimenti differenti o con filtri a prova di fumo vanno installati due idranti o naspi sui due lati della parete.

5. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI
Sono individuati tre livelli di rischio in base al contenuto ed alla probabilità di sviluppo dell'incendio; per ciascun livello di rischio sono indicate le portate, le pressioni, le contemporaneità e le durate di erogazione minime richieste (tab. A).


Area di livello 1 per condizioni di rischio ordinarie
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 2 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar 2 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna non richiesta non richiesta
Durata 30 min 30 min
Portata 14,4 m3/h 28,8 m3/h
Riserva 7,2 m3 14,4 m3

Area di livello 1 per condizioni di rischio ridotto
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 4 naspi da 36 l/min a 2 bar 4 naspi da 36 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna non richiesta non richiesta
Durata 30 min 30 min
Portata 8,64 m3/h 17,3 m3/h
Riserva 4,32 m3 8,7 m3

Area di livello 2 per condizioni di rischio ordinarie
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 3 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar 3 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar
Durata 60 min 60 min
Portata 72 m3/h 72 m3/h
Riserva 72 m3 72 m3

Area di livello 2 per condizioni di rischio ridotto
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 4 naspi da 60 l/min a 2 bar 4 naspi da 60 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar
Durata 60 min 60 min
Portata 72 m3/h 72 m3/h
Riserva 72 m3 72 m3

Area di livello 3 in assenza di impianto automatico di spegnimento
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 4 idranti o naspi da 120 l/min a\ 2 bar 4 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna 6 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar 6 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar
Durata 120 min 120 min
Portata 108 m3/h 108 m3/h
Riserva 216 m3 216 m3

Area di livello 3 in presenza di impianto automatico di spegnimento
Presenza di 1 montante al massimo Presenza di 2 o più montanti
Protezione interna 4 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar 4 idranti o naspi da 120 l/min a 2 bar, per l'alimentazione di almeno 2 montanti
Protezione esterna 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar 4 idranti DN 70 da 300 l/min a 4 bar
Durata 90 min 90 min
Portata 72 m3/h + impianto automatico 72 m3/h + impianto automatico
Riserva 108 m3 + impianto automatico (*) 108 m3 + impianto automatico (*)


Aree di Livello 1, ovvero aree in cui la quantità e la combustibilità dei materiali presenti sono basse e che presentano basso rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti di classe A della UNI 9489:
o attività di lavorazione e deposito di materiali prevalentemente incombustibili;
o attività a basso carico d'incendio;
o edifici destinati a civile abitazione;
o scuole, collegi, accademie e simili;
o servizi aziendali.
Aree di Livello 2, ovvero aree in cui la quantità dei materiali combustibili presenti non è trascurabile e che presentano un moderato rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti di classe B e D0 della UNI 9489:
o attività di lavorazione e deposito di materiali che non presentano accumuli particolari di materiali combustibili e dove è trascurabile la presenza di sostanze infiammabili;
o attività a medio carico d'incendio.
Aree di Livello 3, ovvero aree in cui la quantità dei materiali combustibili presenti è notevole e che presentano un alto rischio d'incendio in termini di probabilità d'innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell'incendio da parte delle squadre di emergenza; tali aree, corrispondono generalmente ai reparti e depositi di classe C e D (escluso D0) della UNI 9489:
o magazzinaggio intensivo;
o aree con presenza di materie plastiche espanse; liquidi infiammabili;
o aree con presenza di lavorazione e deposito di merci ad alto rischio quali cascami, prodotti vernicianti, prodotti elastomerici e simili.

Per la protezione interna, si considerano i seguenti tipi:
o idranti o naspi con diametro DN 45;
o naspi rotanti con diametro DN 25.
In presenza di più colonne montanti, l'impianto deve avere caratteristiche tali da garantire per ogni montante le condizioni idrauliche e di contemporaneità indicate nella tabella seguente, e di assicurare, per tali condizioni, il funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne montanti.
Per la protezione esterna, vengono presi in considerazione gli idranti soprassuolo o sottosuolo: in presenza di protezione esterna le prestazioni non sono richieste in contemporanea con la protezione interna.
Ai fini del dimensionamento, la tabella seguente ne definisce i criteri, per i tre livelli di rischio, differenziando le installazioni in presenza di uno o più montanti, di rischi particolarmente bassi rispetto alla normalità del livello di rischio individuato (tale condizione deve essere adeguatamente documentata in fase di progetto) e in presenza contemporanea di impianto di spegnimento a pioggia per aree di livello 3.

6. CALCOLO IDRAULICO DELLE TUBAZIONI
Il calcolo idraulico della rete di tubazioni consente di dimensionare ogni tratto di tubazione in base alle perdite di carico distribuite e localizzate presenti nel tratto.
L'alimentazione deve assicurare la portata massima e la pressione richieste dall'impianto quale risultano dal calcolo idraulico.
Le perdite di carico per attrito distribuito sono calcolate mediante la formula di Hazen - Williams
p = 6,05 x Q1,85 x 109 / ( C1,85 x D4,87)
dove:
p = perdita di carico unitaria in metri di colonna d'acqua per metro di tubazione;
Q = portata d'acqua in litri al minuto,
D = diametro interno della tubazione in millimetri,
C = costante dipendente dalla natura del tubo e rispettivamente:
o 120 per tubi di acciaio,
o 140 per tubi lisci (rame, acciaio inossidabile),
o 150 per tubi di materiale plastico.
Le perdite di carico localizzate devono essere trasformate in lunghezza equivalente e aggiunte alla lunghezza reale, secondo la tabella B:

Tipo di accessorio DN
25 32 40 50 65 80 100 125 150 200 250 300
lunghezza della tubazione equivalente (m)
Curva 45° 0,3 0,3 0,6 0,6 0,9 0,9 1,2 1,5 2,1 2,7 3,3 3,9
Curva 90° 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,1 3,0 3,6 4,2 5,4 6,6 8,1
Curva 90° a largo raggio 0,6 0,6 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8 2,4 2,7 3,9 4,8 5,4
Ti o raccordo a croce 1,5 1,8 2,4 3,0 3,6 4,5 6,0 7,5 9,0 10,5 15,0 18,0
Saracinesca - - - 0,3 0,3 0,3 0,6 0,6 0,9 1,2 1,5 1,8
Valvola di non ritorno 1,5 2,1 2,7 3,3 4,2 4,8 6,6 8,3 10,4 13,5 16,5 19,5

I valori sono validi per tubi in acciaio.
Per tubi di rame e acciaio inossidabile i valori devono essere moltiplicati per 1,32 ; per i tubi di plastica per 1,51.

La velocità massima nelle tubazioni non dovrebbe essere superiore a 10 m/s.
Sono prescritti i seguenti diametri minimi:

Numero di attacchi Diametro minimo

2 o più attacchi UNI 25 DN 32
2 o più attacchi UNI 45 DN 50
2 o più attacchi UNI 70 DN 80

 



     chi siamo          la rivista          i libri          i convegni          informazione tecnica          collaboratori tecnici          normativa          varie          contattaci          ritorna alla home page
web design