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I contenuti professionali e la certificazione professionale volontaria
dei Responsabili e degli Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione

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Ing. Giancarlo Bianchi
V. Presidente Onorario AIAS

1. Quadro di riferimento
I contenuti professionali dei Responsabili e degli addetti ai servizi di prevenzione e protezione vanno inquadrati e sono strettamente correlati alle indicazioni europee ed italiane inerenti ai Sistemi aziendali di gestione per la sicurezza e la salute e per brevità segnalo solo alcuni documenti e riferimenti normativi ritenuti molto interessanti sotto il profilo professionale in campo europeo ed italiano.
Una schematica individuazione dell'evoluzione della definizione delle figure professionali è riportata nell'allegato n.1.

Il primo è il documento "Principi di prevenzione", emanato nel 1967 dalla Commissione generale della sicurezza sul lavoro nell'industria siderurgica della Comunità Economica Carbone e Acciaio (CECA), che riporta dieci principi molto significativi ed ancora attuali per effettuare un'efficace azione di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in campo aziendale.

In particolare il punto n. 4 prevede: per tutte le azioni di sicurezza sul lavoro è essenziale che la direzione dell'impresa ed i vari reparti di quest'ultima possano avvalersi dei consigli di un Servizio specializzato di sicurezza posto direttamente alle dipendenze della direzione, senza che ciò esoneri gli stessi reparti dai propri obblighi fondamentali al riguardo.

Bisogna però arrivare fino al 12 giugno del 1989 tramite la direttiva quadro della Comunità Economica Europea 89/391/EEC "concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro" per avere formalizzato, tramite l'art. 7, l'istituzione di "Servizi di prevenzione e protezione" e in particolare " …..il datore di lavoro designa uno o più lavoratori per occuparsi delle attività di protezione e delle attività di prevenzione dei rischi professionali nell'impresa e/o nello stabilimento" ed inoltre …."In ogni caso: i lavoratori designati devono possedere le capacità necessarie e disporre dei mezzi richiesti" …" le persone o servizi esterni consultati devono possedere attitudini necessarie e disporre dei mezzi personali professionali richiesti…"

Il D.Lgs. 626 del 19 settembre 1994, grazie al ruolo fondamentale svolto dal Ministero del lavoro e della Previdenza sociale durante la fase di recepimento, che introduce nell'ordinamento giuridico italiano, otto direttive europee tra cui la direttiva quadro 89/391/EEC delinea l'obbligo per il Datore di lavoro di istituire un Sistema di gestione per la sicurezza e la salute e dedica l'art. 8 al "Servizio di Prevenzione e Protezione" e l'art.9 ai "Compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione".

Il comma 2 dell'art. 8 recita " Il Datore di lavoro designa all'interno dell'azienda, ovvero dell'unità produttiva, una o più persone da lui dipendenti per l'espletamento dei compiti di cui all'art.9, tra cui il Responsabile del Servizio in possesso di attitudini e capacità adeguate, previa consultazione del Rappresentante per la sicurezza".

L'AIAS, fondata nel 1975, ha cercato di fornire un contributo, fin dal 1977, su tale materia basandosi sulle esperienze dei propri iscritti e delle Associazioni europee similari tramite le risoluzioni delle proprie assemblee e i documenti di riferimento AIAS.
Tra i suddetti riferimenti il documento "la professionalità della sicurezza in campo aziendale" del dicembre 1983, è particolarmente interessante perché identifica i contenuti del "Servizio di prevenzione", i settori d'attività (prevenzione infortuni e sicurezza impianti, igiene del lavoro, medicina del lavoro, prevenzione e controllo rischi, ecologia e sicurezza del prodotto), i ruoli e i compiti principali delle figure professionali coinvolte che venivano identificate in due categorie: i Coordinatori delle attività di prevenzione e i Tecnici ed Esperti di sicurezza (Specialisti).

Il documento associativo terminava con l'auspicio: "Data l'importanza umana, sociale ed economica delle attività di prevenzione è auspicabile giungere ad un formale riconoscimento dei requisiti occorrenti allo svolgimento dell'attività professionale nel campo della prevenzione nei diversi contesti operativi e soprattutto nell'interesse dei lavoratori e delle aziende".

Estremamente interessante è l'inchiesta svolta dalla Commissione Europea, pubblicata nel marzo del 1997, tramite l'utilizzo dell'Istituto "Arbejdstilsynet - Danish Working Environment Service (WES)" - su "Multidisciplinary Services in Occupational Health and Safety in the European Union a status review of the implimentation of article 7 of the Framework Directive 391/89 in the EU member states, with special emphasis on multidisciplinary services" che ha avuto i seguenti due obiettivi:
1. Fornire una visione sulla situazione applicativa inerente l'art.7 della direttiva quadro 89/391/EEC negli stati membri dell'Unione europea con particolare attenzione ai Servizi multidisciplinari esistenti;
2. Esprimere raccomandazioni e proposte inerenti sviluppi futuri dei Servizi multidisciplinari.

Il documento si conclude con 16 raccomandazioni e 13 proposte riguardanti il miglioramento del funzionamento di un servizio aziendale multidisciplinare di prevenzione e in particolare propone di discutere ed individuare a livello europeo strategie, programmi armonizzati e certificati di formazione dei professionisti appartenenti ai suddetti servizi. (vedi allegato n.2)

Lo studio europeo afferma che all'interno dell'Unione europea, per quanto riguarda le strategie e i contenuti per la formazione dei professionisti appartenenti a detti servizi, vi è ancora una grande differenza e solo alcune modalità di formazione sono state rese obbligatorie. In sette paesi è possibile accedere alla certificazione e solo in due paesi è stata resa obbligatoria. La certificazione è stata attuata sia per quanto riguarda le figure professionali sia per quanto inerente parte dei Servizi o gli interi Servizi.

Ritengo quindi che a livello italiano sia utile, anche sotto lo stimolo dell'Unione europea, arrivare a definire le capacità e le attitudini del Responsabile e degli Addetti al Servizio di Prevenzione e protezione.

2. Situazione attuale
2.1 Unione Europea e campo internazionale
L'Unione europea è in procinto di definire le linee guida inerenti i "Sistemi di gestione aziendali della sicurezza" e in campo internazionale sono usciti gli standard OHSAS 18001:1999 inerenti "Occupational Health and Safety Management Systems - Guidelines" e le OHSAS 18002:2000 inerenti "Occupational Health and Safety Management Systems - Specification" che hanno definito i Sistemi di gestione aziendali per la sicurezza e la salute che possono costituire utili punti di riferimento per inquadrare, insieme al D.Lgs.626/94 e successive integrazioni, anche le capacità e le attitudini dei Responsabili e degli Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione.

2.2 Italia
2.2.1 Coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano
Molto interessanti sono anche le "Linee guida per l'applicazione del D.Lgs.626/94, seconda edizione del 6/10/1998, emesse dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano con la collaborazione dell'ISPESL e dell'Istituto Superiore di Sanità che nei documenti n.3 inerente "La formazione dei soggetti della prevenzione secondo il D.LGS.626/94 - Criteri ed orientamenti" e nel documento n.8 relativo al "Servizio di Prevenzione e Protezione" sono ricchi d'elementi per la definizione dei contenuti professionali dei Responsabili e degli Addetti ai Servizi di prevenzione e Protezione.


2.2.2 Disegno di legge Smuraglia su alcune figure professionali della sicurezza del lavoro
La Commissione Lavoro del Senato, presieduta dal Senatore Carlo Smuraglia, ha elaborato nel 1999, il disegno di legge n.4068 del 1° giugno 1999 inerente "La disciplina d'alcune figure professionali della sicurezza del lavoro". Esso deriva dalle necessità scaturite dall'indagine conoscitiva sull'igiene e la sicurezza sul lavoro, svolta congiuntamente dalla 11 Commissione lavoro, previdenza sociale del Senato e dalla XI Commissione lavoro pubblico e privato della Camera nel corso del 1997. In essa è emersa con estrema chiarezza l'esigenza di puntare, per attuare una prevenzione efficace, sulla qualità delle attività e sulla formazione dei soggetti destinati ad occuparsi professionalmente della sicurezza e dell'igiene del lavoro.
In particolare vengono indicati definizioni, funzioni, requisiti, certificazione e disposizioni transitorie del Responsabile del Servizio Prevenzione, del Consulente per la Sicurezza, dell'Ergonomo, del Tecnico della Prevenzione nei Luoghi di lavoro (ASL), precisazioni inerenti il Medico Competente (Albo regionale, Formazione e aggiornamento professionale, disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria) e contenuti dei corsi di formazione per gli specialisti in prevenzione infortuni, igiene del lavoro, sicurezza degli impianti e prevenzione incendi.
Particolarmente interessante è il titolo 1 - Responsabile del Servizio di Prevenzione che precisa che esso " è la persona designata dal Datore di lavoro, ai sensi degli art. 2 e 8 del Decreto legislativo 19 settembre 1994, n.626, e successive modificazioni, per coordinare e sovrintendere il Servizio di prevenzione e protezione nell'ambito di un sistema di sicurezza aziendale Il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere in possesso di titoli di studio, conoscenze e capacità adeguati di carattere tecnico, gestionale, organizzativo e in materie di tecniche della comunicazione ….".
Nell'introduzione del disegno di legge il Senatore Smuraglia cita "Il debito, (di suggerimenti e d'indicazioni preziose) è particolarmente consistente nei Confronti della Consulta Interassociativa per la Prevenzione (CIIP) che, raccogliendo ben quattordici associazioni d'operatori nel campo della prevenzione e della sicurezza, ha potuto sintetizzare le esperienze ed i contributi dei più diversi settori, conducendoli ad unità. Predisponendo un primo quadro organico di alcune figure professionali della sicurezza, organizzando poi dei gruppi di lavoro che hanno via via arricchito e approfondito le indicazioni originarie. Buona parte di questo lavoro è confluita nel disegno di legge, anche a seguito di confronti che spesso si sono realizzati con esponenti della CIIP e di alcune delle Associazioni aggregate."
Il 24 maggio 2000 tale disegno di legge, dopo esser stato rivisto tramite audizioni e approfondimenti svolti anche con le parti Sociali, Enti ed Associazioni del settore, è stato inviato per la discussione in aula del Senato.
Il Governo, tramite il progetto "Carta 2000", si è impegnato a portare avanti tale disegno di legge.

Ritengo i contenuti del suddetto disegno legge essenziali per la definizione e il futuro sviluppo dei contenuti professionali dei Responsabili e degli Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione.

2.2.3 Attività della CIIP
La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione, è stata promossa dal Prof. Antonio Grieco dell'Università degli Studi di Milano - Dipartimento di Medicina del Lavoro Clinica del lavoro L. Devoto di Milano ed è stata fondata nel 1990 con la partecipazione di sette Associazioni, dopo l'elaborazione di una proposta da parte di un "Gruppo di progetto" di cui l'AIAS, tramite il sottoscritto, ha svolto un ruolo costruttivo ed importante.
La CIIP ha fornito interessanti contributi tecnici-scientifici alle istituzioni ed in particolare al Ministero del Lavoro, che ha svolto il ruolo fondamentale, e alla Commissione del lavoro e della Previdenza sociale del Senato (Presieduta dal Senatore Smuraglia) durante l'iter di recepimento della Direttiva quadro europea 89/391/CEE "concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro" divenuta poi il D.Lgs.626/94.

Sempre seguendo la propria vocazione tecnico-scientifico la CIIP, sotto la Presidenza del Prof. Vito Foà ed il Coordinamento del Prof. Antonio Greco e del Dott. Emilio Volturo ha elaborato, tramite specifici gruppi di lavoro ai quali hanno partecipato rappresentanti di numerose Associazioni operanti nei settori privato e pubblico, documenti di riferimento armonizzati fra le diciassette Associazioni che attualmente fanno parte della CIIP al fine di proporre alle istituzioni contenuti professionali ed iter formativi delle figure professionali identificate dal D.Lgs.626/94 o di quelle non ancora riconosciute per legge, ma già operanti da anni nel settore della prevenzione professionale.
Tali documenti traggono origine dalle migliori esperienze realizzate in Italia e sono in linea anche con quanto già in atto a livello europeo.

2.2.4 -Attività dell'AIAS
Anche l'AIAS, al fine di fornire un contributo al dibattito, ha elaborato nel 1998, documenti di riferimento associativi inerenti ai Sistemi aziendali di Gestione della Sicurezza e i contenuti professionali dei Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione.

L'Associazione ha portato in sede CIIP la propria esperienza e ha contribuito a definire i documenti di riferimento CIIP, sviluppati nel 1999, inerenti ai contenuti professionali del Responsabile del Servizio prevenzione e protezione. Sinteticamente i nuovi contenuti professionali possono essere identificati come conoscenze ed esperienze appartenenti all'area gestionale ed organizzativa, all'area tecnica e all'area della comunicazione.

Il passo successivo dell'Associazione è consistito nell'individuazione di un percorso formativo e di griglie di accesso che diano la possibilità ai Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione che lo desiderino di aderire ad una certificazione volontaria effettuata da un Organismo di Certificazione di figure professionali che sia stato organizzato secondo gli standard europei ed internazionali riportati nelle norme UNI EN ISO 45013.

L'AIAS ha deciso di seguire i suddetti standard, ha elaborato i documenti di riferimento per la definizione dei contenuti professionali dei Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione e ha dato mandato, alla propria società di servizio I.diP. Srl, di istituire un Organismo di Certificazione, AIAS-CERT che fosse in grado di certificare figure professionali che già operino nel campo della prevenzione ed in particolare i Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione.

L'AIAS-Cert ha già elaborato il bando, che approvato dal Comitato di Certificazione, può permettere l'avvio della certificazione professionale, su base volontaria, dei Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione.

Il bando contiene i requisiti per accedere alla certificazione e tiene presente anche i candidati che già possiedono un'elevata esperienza professionale e dei Soci AIAS che, per un periodo transitorio, hanno già effettuato la certificazione AIAS prima fase, per soli titoli.

Inoltre il bando illustra il processo per la certificazione della competenza, i contenuti e le modalità di conduzione dell'esame, il rilascio della certificazione, le materie d'esame, le condizioni per il mantenimento ed il rinnovo della certificazione.

Allegati:
Allegato n.1: Schematica individuazione dell'evoluzione della definizione delle figure professionali
Allegato n.2: Unione europea: Proposte inerenti strategie, programmi armonizzati e certificati di formazione dei professionisti appartenenti ai Servizi multidisciplinari.



Bibliografia di riferimento
Occupational Health Services, 1985 (International Labour Office, Recommendation n.161 e 171);

Declaration on Occupational Health for all, 1994 (World Health Organization);

International Code of Ethics for Occupational Health Professionals 1992.
(International Commission on Occupational Health);

Conclusion from the "Report of the meeting on Multidsciplinary Preventive Services".
(The European Foundation for the improvement of Living and Working Conditions, Dublin 28-29 August 1996);

The identification and assessment of Occupational Health and Safety Strategies in Europe.
(Vol. 1, Editor David R. Walters, European Foundation for the improvement of Living and Working Conditions. Dublin 1996);

Preventive Services in Occupational Health and Safety in the European Union: Alternative Strategies or Missed Opportunities?
(By David R. Walters - South Bank european Papers, n. 4/96, South Bank University - European Institute, U.K. 1996);

Prevention at the workplace, an initial review of how the 1989 Community Framework Directive is being implemented.
(By Laurent Vogel, ETUTB, December 3, Brussels 1994)





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