Classificazione dell'infezione da HIV nell'adulto

La definizione originale di caso di AIDS, messa a punto nel 1981 dai Centers for Disease Control (CDC) di Atlanta, è stata ripetutamente aggiornata nel 1985 e 1987, ed ulteriormente revisionata nel 1993. L'ultima revisione, quella del 1993, ha portato ad una differenziazione fra Stati Uniti e paesi europei. Infatti, gli americani, oltre ad includere nella definizione di caso di AIDS le patologia opportunistiche, definiscono come caso di AIDS anche tutti i soggetti HIV-positivi con numero di linfociti CD4+ inferiore a 200/mmc, a prescindere dalla presenza di sintomi clinici. Gli europei, al contrario, non hanno introdotto il livello di linfociti CD4+ < 200/mmc nella definizione di caso.

La definizione di caso di AIDS è stata messa a punto esclusivamente a scopo di sorveglianza epidemiologica. Occorre tenere presente che, dal punto di vista clinico, questa definizione è di utilità soltanto relativa.

TABELLA

In questo sistema di classificazione, l'incrocio tra le categorie cliniche e la conta dei CD4 definisce lo stadio della malattia; appare chiaro come le celle che permettono di definire un caso di AIDS cambino a seconda che si considerino i criteri americani o quelli europei. Secondo gli americani, un soggetto si considera affetto da AIDS se presenta una grave patologia opportunistica (Gruppo C) o se comunque risulta avere un numero di CD4+ inferiore a 200/mmc (Gruppo 3), a prescindere dalla presenza di sintomi clinici. Per gli europei, e quindi anche nel nostro paese, l'AIDS (a fini di sorveglianza epidemiologica) è definito (Gruppo C) esclusivamente dalla presenza delle seguenti patologia opportunistiche:

Candidosi dei bronchi, della trachea o polmonare
Candidosi esofagea
Cancro invasivo della cervice
Coccidioidomicosi disseminata o extrapolmonare
Criptococcosi extrapolmonare
Criptosporidiosi cronica
Malattia da citomegalovirus (con esclusione di fegato, milza e linfonodi) Retinite da citomegalovirus
Encefalopatia da HIV
Ulcere croniche (durata > 1 mese) da Herpes Simplex, oppure bronchite, polmonite o esofagite da HSV
Istoplasmosi disseminata o extrapolmonare
Isosporiasi
Sarcoma di Kaposi
Linfoma di Burkitt
Linfoma immunoblastico
Linfoma primitivo cerebrale
Patologia disseminata o extrapolmonare da Mycobacterium avium complex, da M. kansasii, o da altre specie del genere Mycobacterium
Patologia da Mycobacterium tuberculosis, polmonare o extrapolmonare
Polmonite da Pneumocystis carinii
Polmoniti ricorrenti
Leucoencefalopatia multifocale progressiva
Sepsi ricorrenti da Salmonella
Toxoplasmosi cerebrale
Wasting syndrome
Le seguenti patologie opportunistiche minori (che costituivano il cosiddetto "AIDS- related complex" (ARC) nella precedente classificazione) definiscono oggi il Gruppo B della stadiazione dei CDC:

Angiomatosi bacillare
Candidosi orofaringea
Candidosi vulvovaginale persistente (> 1 mese), non rispondente alla terapia
Displasia della cervice uterina o carcinoma in situ
Sintomi generali, come febbre o diarrea che persistono per oltre un mese
Leucoplachia orale
Herpes zoster ricorrente o multidermatomerico
Porpora trombocitopenica idiopatica
Listeriosi
Malattia infiammatoria pelvica
Neuropatia periferica
La scoperta dell'altissimo valore predittivo della carica virale plasmatica (espressa in termini di numero di copie di HIV-RNA per ml di plasma), ha fatto diventare questo parametro il criterio più importante per la definizione dello stato di progressione della malattia nel singolo individuo.



Testo a cura di Stefano Vella
President Elect International AIDS Society
Direttore dei Reparti HIV, Istituto Superiore di Sanità
Nuovo Roversi Edizioni 1998 - Ariete Salute s.r.l.