L'infezione da HIV nel bambino

L'infezione da HIV-1 in età pediatrica è, nella grande maggioranza dei casi, trasmessa dalla madre durante la gravidanza o al momento del parto, e si differenzia sensibilmente da quella dell'adulto, in quanto si sviluppa in un organismo in cui il sistema immunitario è ancora in fase di maturazione. In effetti, storia clinica, virologica ed immunologica hanno nel bambino, caratteristiche distinte. Nonostante che nel bambino, l'esordio dei sintomi possa essere estremamente precoce (mediana: 5 mesi) diversi studi prospettici hanno dimostrato che solamente una parte (circa il 20%) di bambini ha una progressione rapida verso l'AIDS nei primi due anni di vita. Successivamente l'incidenza dell'AIDS è del 4.5% annuo per una sopravvivenza stimata a 8 anni superiore al 50%.

I criteri classificativi suggeriti dai Centers for Dísease Control and Preventíon (CDC) per la classificazione delle manifestazioni cliniche dell'HIV-1 nel bambino sono riportati nella Tabella

La valutazione del numero di linfociti CD4+ deve tenere conto dell'età del bambino. Nei primi anni di vita, i valori assoluti dei linfociti CD4+ sono più alti di quelli dell'adulto, e risultano estremamente variabili nel bambino sano ed ancor più in quello con infezione da HIV-1. Nei primi 12 mesi è possibile che si sviluppino gravi infezioni opportunistiche anche con valori di linfociti molto elevati. Si ritiene pertanto importante tenere conto del valore percentuale dei linfociti CD4+, essendo questo un parametro più stabile, oppure utilizzare le curve dei percentili costruite sui dati raccolti nei bambini senza infezione da HIV (cfr. Tabella).

Valori elevati della carica virale plasmatica si associano, anche nel bambino, ad un maggior rischio di progressione della malattia. Rispetto al bambino più grande ed all'adulto, nei primi 2 anni di vita i valori sono mediamente più elevati. La dinamica dell'infezione nei primi mesi di vita è sovrapponibile a quella di una infezione primaria. Livelli di HIV-1 RNA assenti o molto bassi alla nascita aumentano nei primi 3-6 mesi di vita fino a raggiungere valori >6 log10 /ml; i valori declinano poi lentamente. Valori di HIV-1 RNA >5 log10 /ml entro i primi 30 mesi di vita e >4.3 log10 /ml dopo i 30 mesi sono significativamente associati ad un maggior rischio di progressione clinica. Oscillazioni sensibili della carica virale possono verificarsi a distanza di pochi giorni od anche nel corso della stessa giornata (media: 0.5 log10 /ml); questa variabilità è ancora più evidente nel primo anno di vita. L'interpretazione della carica virale a fini terapeutici deve essere quindi sempre effettuata nel contesto di altri indici clinici e immunologici.

Le manifestazioni cliniche dell'AIDS nel bambino, possono differire da quelle osservate nell'adulto. Pur sempre caratterizzata dall'emergenza delle più comuni infezioni opportunistiche, la sintomatologia può essere dominata dai disturbi dell'accrescimento psico-fisico, dalla ricorrenza di infezioni "minori" e di otiti medie, da sindromi diarroiche, dal coinvolgimento neurologico e dall'encefalopatia, dall'ingrossamento delle ghiandole parotidi, dalla linfo-spieno- epatomegalia, dalle cardiomiopatie, da affezioni della pelle e da alcune sindromi caratteristiche quali la polmonite linfocitaria interstiziale (Lymphocytic Interstitial Pneumonia, LIP).



Testo a cura di Stefano Vella
President Elect International AIDS Society
Direttore dei Reparti HIV, Istituto Superiore di Sanità
Nuovo Roversi Edizioni 1998 - Ariete Salute s.r.l.