- Aosta 2 aprile 2004 -
Presentazione del libro di Rita Vittori "Famiglia
e Intercultura" , un'occasione di incontro e riflessione
comune per famiglie, mediatori, insegnanti e tutti coloro interessati
alle tematiche dell'educazione interculturale.
- St.
Vincent 5-6 settembre 2001 -
Partecipazione
al convegno I.R.R.S.A.E. " Lo sviluppo della professionalità
docente tra ricerca e formazione / esperienze e riflessioni"
Una
serata d’incontro con le famiglie
La
serata sarà occasione d’incontro tra le famiglie locali, quelle che
hanno vissuto l’esperienza dell’immigrazione e
Rita
Vittori autrice del libro
Famiglia
e Intercultura
Verrà
data voce alla narrazione de
-
Le famiglie
-
I mediatori
-
Gli
insegnanti
e a tutti coloro che sono interessati
all’argomento
Al termine della serata verrà offerto un buffet con specialità
preparate dalle famiglie
Cral
Cogne – Aosta
2
Aprile 2004
h.
18.30
Per
ulteriori informazioni:
¨
Josette
Favre: 0165 230546
¨
Fulvia Dematteis: 3471053848
La
sfida è di raggiungere una maggiore consapevolezza dell’importanza
della famiglia nel formare personalità in grado di confrontarsi con
culture diverse, senza coltivare il senso di superiorità tipico di
alcuni ambienti culturali che vedono nel dominio l’unica modalità
possibile di rapporto con le persone immigrate.
M.
Rita Vittori, laureata in
filosofia, insegna nella scuola elementare e svolge attività di
formazione per insegnanti sulle tematiche dell’educazione
interculturale. Da anni scrive sulla rivista “CEM Mondialità” e
coordina i laboratori di ricerca ai Convegni CEM. Ha collaborato alla
pubblicazione di “L’ascolto e il conflitto” per La Meridiana e
“Per una pedagogia narrativa”, edito dalla EMI.
CONVEGNO
I.R.R.S.A.E. 2001
5-6 SETTEMBRE
2001
LO SVILUPPO
DELLA PROFESSIONALITÀ DOCENTE TRA RICERCA E FORMAZIONE
ESPERIENZE E
RIFLESSIONI
Un gruppo d’insegnanti
in-forma-azione
Chi siamo
Ci piace pensare la ricerca e la formazione che il
G.V.E.N. ha intrapreso come un viaggio, un viaggio che spazia dall’educazione,
ai paesi, agli incontri umani, alle esperienze diverse di tipo lavorativo, sia a
livello individuale, sia collettivo, che ci ha trasformati, interrogati…
trasformati, interrogati ancora.
Molti di noi provengono da esperienze diverse e si sono
messi in cammino per conto proprio incontrando lungo la strada occasioni
significative e pregnanti: P.E.D.R.A., G.F.E.N., M.C.E. … Indubbiamente ognuno
di noi era già in ricerca, mosso da un bisogno di scoprire un modo di vivere la
scuola più rispondente ad un personale sistema di valori che, ad un certo
punto, ci ha accomunati per proseguire il viaggio assieme.
Così nasce, nel 1999, il Groupe Valdôtain d’Education
Nouvelle grazie all’importante incoraggiamento di Alain Dalongeville, Odette
Bassis e Michel Huber, membri del G.F.E.N..
Concretamente il gruppo fa ricerca applicata, organizza
stages ed incontri in cui affronta i temi legati ai percorsi didattici inerenti
alla pedagogia della costruzione del sapere.
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Cosa
presenteremo
Al Convegno I.R.R.S.A.E. 2001 presenteremo alcune delle
esperienze personali che hanno concorso alla formazione professionale dei soci
del gruppo e hanno permesso la sua crescita attorno ad alcuni temi della ricerca
didattico-pedagogica.
Proporremo inoltre una situazione-problema sul
risorgimento italiano, estrapolandola da un più ampio percorso di ricerca
storico-didattica.
Attraverso la simulazione di un immaginario Congresso,
vengono poste sul tappeto e dibattute alcune delle principali correnti di
pensiero che determinarono le strategie operative messe in atto per raggiungere
il duplice obiettivo dell’indipendenza e dell’unità dell’Italia : guerre,
battaglie, alleanze diplomatiche, spedizioni insurrezionali.
I partecipanti divisi in 3 gruppi di lavoro leggono i
documenti che illustrano tali correnti di pensiero (Cavour, Mazzini, Cattaneo, i
contadini) e ne assumono il punto di vista da sostenere durante il
"Congresso" dove si decide come unificare l’Italia.
Al gioco di ruolo segue un momento di approfondimento con
i partecipanti sugli aspetti didattico-pedagogici della situazione problema.
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La
situazione-problema
"L’instruction est obligatoire mais l’apprentissage
ne se décrète pas " (Philippe Meirieu,
Sorbonne avril 2000 5e Biennale de l’Education)
Questa citazione mette in evidenza la necessità di
inventare degli strumenti didattici creativi che risveglino la curiosità,
stimolino il gusto dell’apprendere e permettano di dare un senso ai contenuti.
La situazione-problema è uno di questi strumenti ed è
quello su cui noi abbiamo focalizzato la nostra ricerca.
L’apprendimento della storia che utilizza la narrazione
dei fatti, si basa su una trasmissione dei contenuti trasferiti dal manuale all’alunno,
con la mediazione dell’insegnante. Tali contenuti gli sono presentati come
delle evidenze che egli ha il compito di recepire, ricordare e ripetere,
insomma"studiare", senza possibilità di formarsi un altro punto di
vista o di interrogarsi rispetto ai problemi. L’insegnamento come trasmissione
del sapere rispecchia una concezione dell’apprendimento secondo la quale la
comprensione è un processo lineare, senza "va e vieni" tra il
comprendere, il non comprendere e un nuovo comprendere. Questa concezione nega
tutte le ricerche costruttive o ignora che la costruzione è un fenomeno
complesso fatto di distruzioni parziali e di ricostruzioni.
La situazione-problema prende origine da differenti teorie
nate dal costruttivismo, da un sistema di valori ereditati dall’"Education
nouvelle" e dall’umanesimo in maniera generale. Essa fonda la sua forza
sulla complessità e mette in gioco i molti saperi della persona con le sue
implicazioni affettive ed emozionali. Inoltre riconosce all’alunno uno statuto
di autonomia nella costruzione del proprio sapere.
Se pensiamo che la storia contribuisca a formare lo
spirito critico e dunque il futuro cittadino, la situazione-problema risponde a
questa esigenza perché attua una pratica pedagogica che consiste nel confronto
delle conoscenze e non nella giustapposizione delle stesse.
La situazione-problema parte dall’emergenza delle
rappresentazioni dell’alunno rispetto ad un contenuto storico che vengono poi
messe a confronto con i documenti forniti durante il percorso didattico,
affinché egli possa giungere ad un’elaborazione superiore .
Ogni situazione-problema è legata ad un compito: mettere
l’alunno in ricerca superando degli ostacoli che generano un conflitto
cognitivo; quest’ultimo si trasforma in conflitto socio-cognitivo nel momento
d’interazione col gruppo dei pari con i quali è chiamato a condividere il
compito.
La situazione-problema in storia, diversamente dalla
narrazione, che tende alla linearità ed alla semplificazione, fa emergere la
complessità di una data situazione storica mostrandone gli attori, i punti di
vista e le problematiche. Il gioco di ruolo permette all’alunno di calarsi, in
modo creativo e personale, nel passato per coglierne le sfaccettature , metterle
a confronto e superarle in modo dialettico.
Perché una situazione problema sia efficace, è
necessario che gli alunni osino formulare le loro rappresentazioni iniziali .
Ciò presuppone un clima di classe dove l’errore non è disonorante, ma è
utile per far progredire la conoscenza.… " Apprendre c’est
transformer ses représentations, c’est accepter de modifier son opinion
après échange d’arguments, c’est se sculpter soi-même, c’est faire
preuve de souplesse intellectuelle et non de rigidité… "
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