amedeoMinghi

come due soli in cielo

Parecchi mi chiedono se sto amando, con quale intensità, se continuerò ad amare. Sono domande sull'amore. Ma io non do risposte sull'amore. Semmai organizzo una partitura, parole, un canto, che si comportano come l'amore. Altro non si può sapere, per esempio il prima e il dopo, i tempi. Ma i tempi fanno già parte dei numeri di una storia: quanti dove, quanti quando, quanti perchè, quanti silenzi, quanto di bello, quanto di triste... Le complicazioni aritmetiche dell'amore, somme, sottrazioni, divisioni, rari moltiplicazioni belle, più frequenti quelle malinconiche. L'amore, al suo insorgere, è più semplice, non richiede un foglio a quadretti. Cade da solo sul foglio bianco come una macchia di fragola, di ciliegia, di crema. O come una piega, un'orecchia, uno strappo...

Cose semplici, cose ingenue. Perchè l'amore, prima di complicarsi la vita con progetti, intenti, pianificazioni, è un sussulto, uno spasimo, un attimo, un soprassalto instupidito. E va trattato col rispetto della sua semplice franchezza: baci per dire baci e bene per dire il bene che si vuole. Io ho sempre rischiato di dire la verità, quella che una persona intimamente vuole dire all'altra. Per volergliela dire, non per ingannarla. Quelle parole il cui significato è sempre "voglio essere sincero". Ho detto vita quando volevo dire vita. Ho detto ricordi quando volevo veramente dire ricordi. Notte per la notte e giorno per il giorno. Amore mio stava per amore mio. Parlo intimamente, da me a te. Parlo a te, ti ho vista, sai, sotto il sole, e dico sole. Ho visto te e ho sentito me che m'innamoravo. Ecco: questo attimo. Non voglio sapere, non voglio speculare su questo mio sentimento, non voglio progettare un futuro, non voglio mescolare la mia bellissima infatuazione col calcolo delle nostre probabilità e con la ricorrenza statistica delle scenate, grandi e piccole, o gelosie, o mutismi venturi, o pacificazioni stremate. Quale è il tempo di una canzone escluso quello musicale e la sua lunghezza contabile? Quando dura, nel senso di un perdurare, di un insistere nell'animo? Che tempo è? Che tempo fa in una canzone? Questo è il punto.

Per le mie ho scelto l'inafferrabile trascorrere di un appassionamento, di una dedizione alla persona amata negli attimi di un improvviso rivelarsi di questa passione. E passione sta per passione, che è un impegno totale e, come tale, esclude ogni convenienza, ogni opportunismo. Quindi, per quello che mi riguarda, parlo d'amore, sono nell'amore fino al collo per non esserlo in un altro. Mi impegno nella passione amorosa come se fosse, e lo è, passione civile. Non mi attira l'imbroglio, l'intesa equivoca, la manovra, il traffico, la truffa.
E questo alla luce del sole. Ho bisogno di quella luce, di quella chiarezza. Perchè Lei sia lampante per me, perchè lo sia io per Lei e per me stesso, perchè tutto sia chiaro non dubitabile. l'amore può non continuare ma certamente si ripete. Voglio dirlo, innamorato un'altra volta di un'altra ancora, voglio dirle "voglio bene solo a te " e voglio dirle d'averlo già detto con la stessa verità. L'amore è anche gli amori. E non posso ripudiarne nessuno. Tutti sono quell'amore che attualmente mi riporta nel girotondo di tutti gli amori, i quali, a loro volta mi hanno condotto a questo. Da un pò di tempo il cuore è nominato più spesso. Da un pò di tempo qualcuno riesce a dirsi sentimentale. Io lo faccio da anni con testardaggine e convinzione. L'ho detto, il mio proponimento era quello di riuscire a nominare il cuore. E a nominare la mia vita impegnata a riprodurre nella canzone l'incorruttibile franchezza dell'impegno passionale. Anche stavolta ho detto baci per dire baci e dolci per dire dolci, usando gli avverbi degli innamorati: sempre e mai. Perchè è così, posso far finta di ignorarli, posso pensare di sostituirli con altri ma poi ne ho bisogno se voglio essere preciso, se voglio precisamente rendere quel rapporto che l'amore instaura con le parole.
Certe cose vanno dette passando vicino, vicinissimo alle bocche che le dicono. Così come le note e gli intervalli tra loro, quelle insinuazioni di scale che hanno qualcosa di fisiologico, di organico, del respiro, della sospensione, del cedimento tenerissimo.Faccio procedere spesso la melodia per grandi congiunti, di un passo da nota a nota, perchè nulla vada perduto, perchè sia vissuto con testarda volontà ogni intervallo e spesso ci ritorno su, discendendo, per creare immediati frammenti di memoria. Poi come una rilasstezza e un piacere del respiro allargo la frase per un sospirone di quarta, quinta misura. Stavolta le percussioni sono più presenti come una più accentuata consapevolezza del battito, dell'attimo che è la misura base d'essere al mondo.Perchè Viceré? Perchè il viceré si muove appena al di sotto del simbolo regale, è l'ottuso potere burocratico, l'amministratore cieco dell'umanità dei suoi amministrati, l'oscurità pedante, la lungaggine farraginosa, il sopruso di un incarico governativo. In tutti i brani contrappongo la chiarezza all'oscurantismo degli ordinatori della passione. Ho seguito il percorso del sole. Dalla sua nascita orientale. Ho immaginato il paese invisibile dove il sole si leva. Ho ricordato il fil di fumo che spuntava all'orizzonte riempiendo un cuore in attesa. Ecco: questo attimo, questa espansione dell'animo che accogli, senza discriminare, la felicità e le lacrime...........A.M.
discografia
home page

testi