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Amedeo Minghi Un'opera lirica.
Semplicemente la volontà di un'artista di entrare nel nuovo millennio
affermando toni e sonorità di una musica che lo consacri alla storia.
Piacevole ascolto di note melodiche e suono romantico: ancora Amedeo
Minghi. Questa volta "Anita". E gli ingredienti che fanno di questo album
una lirica in note ci sono tutti. Archi soprattutto, ma anche sprazzi di
note suonate da flauto e poi il coro. A rendere l'ultima fatica del poeta
romantico della musica italiana unica è il mirabile intreccio artistico.
Una sorta di migrazione continua di strumenti espressivi tra musica
classica e leggera, dove il motivo conduttore sono le emozioni
sentimentali che si fanno poesia. Eccolo l'ultimo ingrediente di opera
lirica: il leitmotiv. Idee tematiche che ricompaiono. Motivo
stilisticamente determinato, ritornante nel corso di un'opera musicale e
che ne determina la fisionomia. Stesso gruppo di note, una sorta di
ritornello di sola musica, che muta ma non cambia e che introduce i
quattro brani portanti di "Anita": "Così sei tu", "Distratta poesia", "Una
idea", "Anita". Il brano che più colpisce già al primo impatto é "Una
idea", introdotto da tre minuti di sola musica d'archi e tastiera
elettronica dalle sonorità classiche. Poi d'un tratto è di nuovo musica
leggera e parte il pezzo. Testo altissimo il cui messaggio è
sintetizzabile in "Vivere è credere in un'idea", aggiungerei liberamente
"quella che spinge un artista a creare". L'atmosfera del cd, che si snoda
tra note suonate anche, seppur in minima parte, da chitarre elettriche e
acustiche, e tra testi scritti da Minghi in collaborazione con Audino e
Borgia, è quello di un miraggio di donna vestita di veli nella fisicità e
spiritualità. La musica e le parole ne registrano i movimenti e le
emozioni così come evocate in un uomo. Forse per questo la scelta nel
titolo, così come l'ambientazione teatrale del tour promozionale, di una
donna che viene dal passato come uno spirito avvolto nella nebbia. Ottimo
il missaggio e la trascrizione per archi e cori. Magistrale l'esecuzione
musicale dell'orchestra e del coro de "I ricordi del cuore" diretta dal
maestro Zannini Quirini, che ha curato anche la programmazione dei
sequencers, oltre che gli arrangiamenti in coppia col cantautore.
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