Autore: Vincenzo
Cordiano
Divisione di Medicina Generale, O.C. Valdagno (VI)
Ultimo aggiornamento: 07/08/2001 20.19.01
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L'esame emocromocitometrico o emocromo è utilizzato per la valutazione
del numero delle cellule nel sangue. Si effettua su un campione di sangue prelevato
mediante puntura di una vena, generalmente del braccio. Il sangue è quindi immesso in una
provetta contenente una sostanza anticoagulante (per impedirne la coagulazione che lo
renderebbe inservibile per questo esame) e conservato a temperatura ambiente fino al
momento dell'effettuazione dell'esame.
Oggi si usano macchine, chiamate contatori elettronici, che permettono di analizzare un
campione in poche decine di secondi e forniscono anche numerosi indici utili per stabilire
se esistono anomalie a carico delle cellule del sangue.
Prima di approfondire il significato delle sigle e dei termini (molto spesso in inglese)
del referto fornito dal laboratorio, che a molti possono sembrare astrusi, è necessario
fare delle premesse.
Primo, l'unità di misura per il numero delle cellule del sangue può essere il microlitro
(mL), cioè un milionesimo di litro, oppure il litro (L). Se per esempio nel campione di
sangue ci sono 5.000 globuli bianchi si vedrà sul referto, accanto alla sigla per i
globuli bianchi: 5 x 103/mL oppure 5 x 109/L, che è la stessa
cosa.
Secondo, accanto ai numeri che indicano i valori riscontrati nel campione esaminato,
vengono spesso riportati i valori di riferimento o i valori considerati
normali. Questi possono essere diversi da laboratorio a laboratorio (specie se
usano strumenti differenti) e possono variano con l'età, l'esercizio fisico ed altri
fattori.
Infine, prenderemo in considerazione solo i parametri più importanti
dell'emocromo. Gli
strumenti in commercio sono numerosi ed ognuno di essi può dare un referto che contiene
sigle e parametri differenti da quello ottenuto con un altro strumento.
WBC. È la sigla per le parole inglesi White Blood Cells, cioè Globuli Bianchi (GB). Indica il numero di GB per mL o L di sangue. I GB sono chiamati anche leucociti. Una diminuzione del loro numero si definisce leucopenia, mentre il termine leucocitosi indica un aumento dei GB.
RBC. Sigla per le parole Red Blood Cells o Globuli Rossi (GR) in italiano. È il numero di GR per mL o L di sangue. L'anemia è una diminuzione dei GR (ma in alcune anemie, come le talassemie, il numero dei globuli rossi può essere aumentato), mentre un loro aumento è indicato dal termine poliglobulia o eritrocitosi. Un altro termine per GR è emazie.
Hb. Sigla per Hemoglobin o emoglobina in italiano. Esprime la quantità (espressa in grammi) di Hb presente in un L di sangue. A volte si usa il decilitro (dL) come unità di misura. Dire che il campione esaminato contiene 15 grammi di Hb per dL o 150 grammi per L è la stessa cosa.
Ht. Sigla per Hematocrit o ematocrito in italiano. Esprime la percentuale del volume del sangue che è occupato dai GR. Un Ht del 45% o 0,45 indica che il 45% del volume totale del sangue è occupato dai GR; il restante 55% è costituito dal plasma. Il valore dell'ematocrito segue di pari passo quello dei GR, per cui esso è diminuito nelle anemie ed aumentato nelle poliglobulie.
MCV, Mean Corpuscular Volume, o Volume Corpuscolare Medio. Indica il volume medio dei globuli rossi. I GR normali sono, per quanto riguarda il volume, normocitici. Se il volume diminuisce, come nelle talassemie o nell'anemia da carenza di ferro, i GR sono definiti microcitici; se aumenta (p.e. nelle anemie da carenza di vitamina B12) si avrà una macrocitosi delle emazie.
MCH, Mean Corpuscolar Hemoglobin. Indica la quantità media di emoglobina in ogni globulo rosso.
MCHC, Mean corpuscolar Hemoglobin Concentration o Concentrazione Emoglobinica Corpuscolare Media. Indica la concentrazione media di emoglobina all'interno del singolo globulo rosso.
PLTS, Platelets o Piastrine. Indica il numero di piastrine presenti nel campione esaminato. Piastrinopenia o trombocitopenia è la diminuzione delle piastrine; piastrinosi o trombocitosi indica un loro aumento.
MPV, Mean platelet Volume o Volume Piastrinico Medio. Indica il volume medio delle piastrine.
Reticolociti. Sono così chiamati i G.R. più giovani, appena sfornati dal midollo.
Conosciuta anche come conteggio differenziale dei leucociti, permette di
valutare la percentuale di ognuno dei cinque tipi di GB (neutrofili, eosinofili, basofili,
linfociti, monociti). Può essere effettuata automaticamente dai contatori elettronici,
oppure mediante l'osservazione al microscopio ottico di una goccia di sangue strisciata su
un vetrino. Questo viene colorato con appositi coloranti contenenti sostanze chimiche che
reagiscono con i costituenti delle cellule del sangue, impartendo loro una colorazione
diversa, permettendo così di riconoscere i vari tipi cellulari. L'osservazione al
microscopio presenta, rispetto alla formula generata dai contatori elettronici, il
vantaggio di poter osservare direttamente le cellule ematiche e di valutare l'eventuale
presenza di cellule anomale.
Conoscendo il numero totale di GB (ottenuto con l'emocromo) e la percentuale relativa di
ognuno dei cinque tipi leucociti è possibile conoscere il numero assoluto di questi
ultimi nel sangue. Basta moltiplicare la percentuale del tipo di leucocita considerato per
il numero totale di GB e dividere per 100. Es. Se il numero di globuli bianchi totali è
10.000/mL ed i neutrofili sono il 50%, il numero assoluto di neutrofili è 5.000/mL cioè
(10.000 x 50)/100. Per valutare se c'è un aumento (o una diminuzione) reale di un tipo
leucocitario è importante considerare non tanto la percentuale relativa, bensì il valore
assoluto calcolato con la formula di cui sopra.
Anisocitosi. Termine di origine greca che significa
notevole variazione delle dimensioni dei globuli rossi o delle piastrine. Queste cellule,
anche in condizioni normali, non hanno mai tutte le stesse identiche dimensioni. Nel corso
delle anemie, o dopo trasfusione di sangue, si possono vedere al microscopio queste
variazioni e, se di entità importante sono segnalate in genere con una scala numerica(1+,
2+ ecc.)
I globuli rossi hanno normalmente una forma di disco con un'are centrale pallida. Il resto
del disco è occupato dall'emoglobina, che impartisce agli eritrociti la caratteristica
colorazione. Se le dimensioni dei GR diminuiscono o aumentano avremo una microcitosi o una
macrocitosi delle emazie, rispettivamente. Lo stesso può accadere per le piastrine.
In alcune anemie può aumentare la zona centrale pallida (perché diminuisce
l'emoglobina all'interno dei globuli rossi) e i globuli rossi diventano poco colorati,
cioè ipocromici; in altri tipi di anemie essa può anche scomparire e gli eritrociti
appaiono ipercromici, più colorati del normale.
Poichilocitosi. Variazione della forma del contorno dei G.R. I globuli
rossi possono assumere una forma a falce o drepanociti (anemia falciforme); di cellula a
bersaglio o codocita (talassemie ed altre anemie); sferica o sferociti (sferocitosi
ereditaria); di ellissi (ellissicitosi o ovalocitosi ereditaria); di frammenti globulari o
schizociti e via dicendo.
Aggregati piastrinici. Indica la presenza di ammassi piastrine che
appaiono riunite assieme, invece di essere separate, come di norma. In genere è un
artefatto di laboratorio e non ha nessun significato clinico.
Globuli rossi. I GR contengono emoglobina, una proteina che trasporta ossigeno e l' anidride carbonica, un gas che si forma nei tessuti come prodotto terminale del metabolismo cellulare. Nei polmoni avviene lo scambio fra l'ossigeno (contenuto nell'aria inspirata) che penetra nei GR e si sostituisce all'anidride carbonica che si era legata all'emoglobina nel sangue venoso: l'anidride carbonica è così eliminata nell'aria espirata, impedendone l'accumulo nel sangue. I GR si formano nel midollo emopoietico a partire da cellule immature chiamate eritroblasti. Per la loro maturazione sono necessarie numerose sostanze, principalmente ferro, vitamina B12 e acido folico, in mancanza delle quali si ha una diminuita produzione di GR e quindi un'anemia.
Globuli bianchi. I diversi tipi di globuli bianchi hanno funzioni abbastanza diverse:
Piastrine. Sono essenziali per una normale coagulazione del sangue, in collaborazione con i fattori della coagulazione.
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