
La classificazione clinica dei linfomi non Hodgkin -
Informazioni per pazienti

Autore:
Vincenzo Cordiano
Divisione di Medicina Generale, O.C. Valdagno (VI)
Ultimo aggiornamento: 13/09/2002 17.28.50

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Anche se è possibile
riconoscere numerosi tipi di linfomi in base alle loro caratteristiche istologiche,
immunologiche e biologiche, non significa che necessariamente ognuno di esso abbia un
andamento clinico ed una risposta alla terapia notevolmente differente dall'altro. Gli
studi effettuati su numerose casistiche hanno infatti permesso di dimostrare che è
possibile raggruppare tutti i linfomi non Hodgkin in 3-4 categorie di malignità o
aggressività clinica crescente.
Il concetto di malignità clinica è sostanzialmente diverso da quello di malignità
istologica, in quanto anche un tumore che istologicamente sembra "tranquillo"
può invece avere un andamento clinico aggressivo o non rispondere alla terapia, oppure
colpire organi particolarmente delicati, provocando così molti più danni e sintomi di un
tumore istologicamente più maligno ma localizzato o che risponde bene alla terapia.
Parlando di malignità clinica dei linfomi non Hodgkin bisogna mettere subito in risalto
un aspetto, apparentemente paradossale, che è la diversa risposta alla terapia di questi
tumori. Infatti i linfomi istologicamente a basso grado di malignità sono generalmente
considerati inguaribili con le attuali terapie a disposizione, ma possono permettere anche
numerosi anni di vita, con sintomi a volte assenti. I linfomi di maggiore malignità
istologica rispondono invece bene alla terapia, e possono essere curati definitivamente
almeno nella metà dei casi.
I numerosi sottotipi di linfomi identificati dalla classificazione REAL possono così
essere raggruppati:
- Linfomi indolenti o a basso grado
di malignità (sopravvivenza di anni anche nei pazienti non trattati)
- Linfomi dei linfociti B: leucemia
linfatica cronica/linfoma a piccoli linfociti; linfoma
linfoplasmocitoide; linfomi delle
cellule centrofollicolari, follicolare (a piccole cellule, misto); linfomi della zona
marginale; hairy cell leukemia; plasmocitoma/mieloma;
- Linfomi dei linfociti T: leucemia dei
grandi linfociti granulati; linfoma/leucemia T dell'adulto (smoldering); micosi
fungoide/sindrome di Sézary
- Linfomi con malignità o
aggressività moderata (sopravvivenza di mesi in pazienti non trattati)
- Linfomi dei linfociti B: leucemia prolinfocitica; linfomi mantellari; linfomi delle cellule
centrofollicolari, follicolare a
grandi cellule
- Linfomi dei linfociti T: leucemia
linfatica cronica; leucemia prolinfocitica; linfoma leucemia T dell'adulto (cronica);
linfoma angiocentrico; linfoma angioimmunoblastico
- Linfomi aggressivi
- Linfomi dei linfociti B: Linfomi a
grandi cellule B
- Linfomi dei linfociti T: Linfomi dei
linfociti T periferici non specificati; linfoma T intestinale; linfoma a grandi cellule
anaplastico
- Linfomi notevolmente aggressivi (sopravvivenza
di settimane se non trattati):
- Linfomi dei linfociti B:
linfoma/leucemia dei precursori B; linfoma di Burkitt; linfoma B ad alto grado, tipo
Burkitt
- Linfomi dei linfociti T:
linfoma/leucemia dei precursori T; linfoma/leucemia T dell'adulto (acuta)
Alcuni autori suddividono i linfomi
non Hodgkin in sole 2 categorie (indolenti e aggressivi), altri in 3 (a basso grado di
malignità, a malignità intermedia, ad alto grado di malignità).
La suddivisione dei linfomi non Hodgkin in diverse categorie di aggressività ha lo scopo
fondamentale, da un lato, di evitare la somministrazione di terapie potenzialmente dannose
a pazienti che non ne trarrebbero benefici sicuri e, dall'altro, di somministrare
quantità insufficiente di terapia a pazienti il cui linfoma è potenzialmente guaribile
definitivamente con uno dei moderni protocolli di chemioterapia e/o con la radioterapia.
Caratteristiche cliniche generali
dei linfomi non Hodgkin per categoria di malignità
- Linfomi indolenti o a basso grado
di malignità/aggressività. I linfomi compresi in questo gruppo generalmente hanno un
decorso lento, con pochi sintomi. Si presentano generalmente in pazienti di età superiore
ai 60 anni, sono rari sotto i 30 anni e praticamente sconosciuti nei bambini e negli
adolescenti. Sono in genere disseminati al momento della diagnosi, cioè in stadio III o
IV, ma consentono al paziente di condurre una vita normale o quasi, anche per molti anni e
senza ricevere terapia alcuna. Il disturbo principale può essere rappresentato dai
linfonodi ingrossati, ma non è raro osservare una fluttuazione spontanea (senza terapia)
delle masse tumorali, anche fino alla scomparsa completa. Questa è in genere transitoria
ma può durare mesi o qualche anno. Se sottoposti a trattamento, rispondono bene
alle terapie convenzionali ma quasi mai si ottiene una remissione completa; anche nei casi
in cui questa è ottenuta, il linfoma recidiva
quasi inevitabilmente, anche a distanza di molti anni. In una certa percentuale di casi si
verifica la trasformazione in un tipo di linfoma più aggressivo. Nessuna forma di terapia
si è dimostrata finora in grado di eradicare completamente la malattia e di aumentare in
modo significativo la sopravvivenza dei pazienti trattati rispetto a quelli non trattati.
Considerate le caratteristiche dei linfomi a basso grado di malignità, non stupisce la
riluttanza di molti esperti nel trattare questi linfomi fin dall'inizio e di riservare la
terapia solo in caso di progressione della malattia, specialmente nei pazienti anziani.
- Linfomi ad alto grado di
malignità/aggressività. I linfomi di questo gruppo si presentano più frequentemente di
quelli al punto 1 in stadio localizzato (I o II) ed in pazienti più giovani,
provocano in genere sintomi più gravi e necessitano di terapia aggressiva fin
dall'inizio. Rispondono bene alle terapie e circa il 50% dei pazienti può essere guarito
definitivamente.
- Linfomi a malignità intermedia. Hanno
un andamento intermedio rispetto ai due gruppi precedenti.




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