La piastrinopenia da farmaci antineoplastici

Autore: Vincenzo Cordiano 
Divisione di Medicina Generale, O.C. Valdagno (VI) 
Ultimo aggiornamento: 13/09/2002 17.28.55

Per saperne di più..

Consultate il Sito mirror del SIE e il sito Alcmeone

I termini tecnici sono spiegati succintamente nel Glossario dei termini tecnici.  Potete accedervi semplicemente cliccando sulla parola sottolineata; per ritornare a questa pagina basta cliccare sul pulsante Indietro o Back del vostro navigatore, o dal menu rapido che compare dopo aver premuto il tasto destro del mouse

La piastrinopenia è una complicanza molto frequente nei pazienti sottoposti a chemioterapia e/o radioterapia per la cura di malattie neoplastiche. Praticamente tutti i farmaci antineoplastici possono provocare una piastrinopenia; quasi sempre è presente anemia e/o leucopenia, rispettivamente da diminuzione dei globuli rossi e dei globuli bianchi, poiché questi farmaci hanno un efetto soppressivo su tutte le cellule del 
midollo emopoietico
La piastrinopenia da farmaci antineoplastici non compare in tutti i pazienti; generalmente è di entità lieve-moderata e non richiede terapia specifica, ma può essere molto grave, per esempio nei soggetti sottoposti a chemioterapia ad alte dosi e richiedere trasfusioni piastriniche ripetute. La dose dei farmaci somministrati è forse il principale fattore responsabile del calo delle piastrine, ma anche il tipo di associazione farmacologica utilizzata, la via e la durata della somministrazione sono importanti. L'associazione di più farmaci antineoplastici, frequentemente utilizzata nella terapia di queste malattie, può produrre una piastrinopenia più grave di quella osservata con la somministrazione dei singoli farmaci alle stesse dosi. 
La piastrinopenia da farmaci antineoplastici è di solito reversibile e prevedibile, cioè si verifica dopo un intervallo di tempo abbastanza costante a partire dal momento della somministrazione.  
Nei pazienti affetti da malattie tumorali la piastrinopenia può riconoscere altre cause, soprattutto l'invasione del midollo da parte delle cellule neoplastiche. In questi casi la piastrinopenia è preesistente alla chemioterapia, può comportare una riduzione delle dosi di farmaci somministrati a scopo curativo e può persistere anche dopo il completamento del programma terapeutico, specialmente se non si è ottenuta la remissione completa della malattia. 
I pazienti sottoposti a trapianto di midollo possono presentare un calo persistente della conta piastrinica anche per molto tempo dopo il trapianto. Questo non significa sempre persistenza della malattia o rigetto del trapianto, ma può essere un effetto collaterale delle alte dosi di farmaci somministrati. 
Premesso che molto dipende dalla dose e dalla durata di somministrazione, daremo un elenco parziale dei i farmaci che più frequentemente causano piastrinopenia. 

Piastrinopenia lieve

Piastrinopenia moderata

Piastrinopenia grave

Raramente le piastrinopenie nei pazienti tumorali sono associate a gravi sindromi, i cui sintomi possono essere scatenati dai farmaci o dalla presenza del tumore:
la sindrome di Moschowitz o la coagulazione intravascolare disseminata.
Terapia delle piastrinopenie da antineoplastici

Quando necessaria una terapia specifica, il cardine del trattamento rimangono le trasfusioni di piastrine ottenute da donatori sani e compatibili. Le sacche di piastrine da trasfondere possono essere ottenute ognuna da un gruppo di donatori (5-6) o da un singolo donatore. Queste ultime sono da preferire in quanto espongono il ricevente ad
un minore rischio di complicanze, soprattutto infettive. Infatti, malgrado tutti i donatori siano controllati e sulle sacche donate vengano eseguiti tutti i tests di laboratorio previsti dalla legge, non si ha mai la sicurezza assoluta che il donatore non abbia una infezione latente o magari sconosciuta, per la quale non esistono tests diagnostici.
Le piastrine da singolo donatore, ottenute mediante aferesi, hanno anche un rischio minore di immunizzare il ricevente che, se non perfettamente compatibile può sviluppare anticorpi anti piastrine, specie se sottoposto a trasfusioni ripetute, con perdita di efficacia delle trasfusioni stesse.
La speranza per il futuro è nell'entrata in commercio della trombopoietina, una specie di ormone che stimola le cellule staminali del midollo a trasformarsi in megacariociti e quindi in piastrine. Altre citochine, che in vitro o negli animali hanno dimostrato di avere azioni simili alla trombopoietina, non hanno finora confermato le aspettative in numerosi studi clinici condotti in tutto il mondo.

backward.gif (1639 byte)

AVVERTENZE IMPORTANTI     

Le notizie contenute nel S.I.E. hanno solamente scopo divulgativo. In particolare non possono essere considerate sostitutive delle informazioni fornite dal personale sanitario responsabile dei singoli casi. Si declina ogni responsabilità per ogni uso scorretto delle informazioni contenute nel sito, soprattutto se esse sono utilizzate per la diagnosi e terapia di qualsiasi malattia o disturbo. E' sempre consigliabile in questi casi rivolgersi al proprio medico. 
Per altre informazioni potete rivolgervi all' Autore all'indirizzo:    ematologia@yahoo.it