Autore: Vincenzo
Cordiano
Divisione di Medicina Generale, O.C. Valdagno (VI)
Ultimo aggiornamento: 13/09/2002 17.28.55
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Piastrinopenia lieve
Piastrinopenia moderata
Piastrinopenia grave
Raramente le piastrinopenie nei pazienti tumorali sono associate a gravi sindromi, i
cui sintomi possono essere scatenati dai farmaci o dalla presenza del tumore:
la sindrome di Moschowitz o la coagulazione intravascolare
disseminata.
Terapia delle piastrinopenie da antineoplastici
Quando necessaria una terapia specifica, il cardine del trattamento
rimangono le trasfusioni di piastrine ottenute da donatori sani e compatibili. Le sacche
di piastrine da trasfondere possono essere ottenute ognuna da un gruppo di donatori (5-6)
o da un singolo donatore. Queste ultime sono da preferire in quanto espongono il ricevente
ad
un minore rischio di complicanze, soprattutto infettive. Infatti, malgrado tutti i
donatori siano controllati e sulle sacche donate vengano eseguiti tutti i tests di
laboratorio previsti dalla legge, non si ha mai la sicurezza assoluta che il donatore non
abbia una infezione latente o magari sconosciuta, per la quale non esistono tests
diagnostici.
Le piastrine da singolo donatore, ottenute mediante aferesi, hanno anche un rischio minore
di immunizzare il ricevente che, se non perfettamente compatibile può sviluppare
anticorpi anti piastrine, specie se sottoposto a trasfusioni ripetute, con perdita di
efficacia delle trasfusioni stesse.
La speranza per il futuro è nell'entrata in commercio della trombopoietina, una specie di
ormone che stimola le cellule staminali del midollo a trasformarsi in megacariociti e
quindi in piastrine. Altre citochine, che in vitro o negli animali hanno dimostrato di
avere azioni simili alla trombopoietina, non hanno finora confermato le aspettative in
numerosi studi clinici condotti in tutto il mondo.
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