Divo Barsotti

ritiro di Pentecoste giugno 92
Commemorazione della morte di Emer
meditazione pomeridiana
Inserto CFD 1993


 
 
 

Nel dono dello Spirito che il Signore ci ha fatto la morte è stata sconfitta , perchè noi siamo divenuti partecipi della resurrezione insieme con i santi. Fino alla Pentecoste Dio era estraneo all'uomo. Anche dopo che si era incarnato , vi era Gesù e vi era Pietro , vi era Gesù e vi era Giovanni. Non soltanto erano distinti , ma in qualche misura erano anche divisi. Nel dono dello Spirito invece il Cristo si è fatto intimo all'uomo , è divenuto uno con noi , Lui che è la vita. Che cosa possiamo chiedere al Cristo risorto oggi , se non questo : non più di incontrarlo per la strada come i discepoli di Emmaus , non più di vederlo come un ortolano nell'orto , non più di riconoscerlo sulle sponde del lago. Egli non è più da noi separato , perchè si è fatto intimo a noi. Intima a noi e per sempre è la vita. Noi dobbiamo realizzare nella nostra fede che la vera realtà rimane invisibile; non solo la realtà di Dio , ma anche la realtà dell'uomo; non solo la realtà del mondo divino , ma anche la realtà di questo mondo , perchè una volta che egli è risorto , si è reso invisibile. Ma non per questo è meno vivo; anzi ora soltanto è donatore di vita , come ci insegna l'apostolo Paolo: con la Resurrezione egli è divenuto Spirito vivificante , lo Spirito che dona la vita. Non siamo noi che diamo la vita; sono coloro che sono passati nel regno di Dio che ci danno la vita insieme col Cristo.
Io chiedo , soprattutto a quelli della Comunità , di realizzare nella fede questa immensa comunione di amore per la quale l'uomo non soltanto non è mai solo , ma vive insieme con gli angeli e i santi , è concittadino del cielo. Sono loro che debbono accoglierci , non siamo noi che diamo una vita ai nostri morti. Secondo Montale i morti vivono finchè si ricordano. No! non è vero; siamo noi che moriamo , se non li ricordiamo , se cioè si interrompe quella comunione di amore che proprio con la morte è divenuta più intima e grande. Dobbiamo vivere al di là della nube.
Chi veramente crede , ho scritto una volta , vive al di là della morte; vive cioè nella realtà immutabile di una presenza che è la presenza dell'amore; vive una comunione di amore che non sarà mai interrotta , che non conoscerà più fine e che in noi , crescendo la fede , diverrà sempre più perfetta come lo è in loro. Allora avremo modo di sperimentare sempre più , sia pure di una esperienza spirituale , che essi sono con noi e noi siamo con loro; e che noi e loro viviamo un'unica vita , la vita del Cristo. E' questo che ci insegna proprio la Pentecoste.
Dicevo stamani che se il Cristo non ci avesse donato il suo Spirito , la sua resurrezione avrebbe riguardato lui solo; noi potevamo contemplare questo grande mistero , compiacendoci con lui che anche nella sua umanità era stato glorificato , ma noi saremmo rimasti sempre nella nostra povertà , soli nella nostra impotenza , soli in un tempo che scorre e che , come acqua , ci passa attraverso le dita senza che noi possiamo trattenerlo , perchè la vita ci sfugge. Ricordiamoci che la morte comincia col giorno della nostra nascita , perchè già in quel giorno , vivendo in un tempo che scorre, la vita già se ne va , giorno per giorno. E' invece nel Cristo che la vita è immutabile e ferma; ed è dunque nel dono dello Spirito Santo che, vivendo nel Cristo e il Cristo in noi , la nostra vita è immortale.
Vi chiedo , miei cari fratelli , di vivere in questo mistero della Pentecoste la certezza e , vorrei dire di più, l'esperienza di questa presenza. Presenza del Cristo; ma il Cristo non è più soltanto Gesù di Nazaret; il Cristo sono tutti gli uomini che egli ha assunto nell'unità del suo corpo per donare a tutti la sua medesima vita , la sua medesima gloria.
Viviamo in comunione con tutti gli angeli! Viviamo in comunione con tutti i santi! Viviamo soprattutto in comunione col Cristo! La nostra vera vita è Lui. Saremmo stolti se pensassimo che la nostra vita si identifica e si esprime in questa nostra esperienza umana , che ci lega ai luoghi e al tempo. Come potremmo dire di essere in possesso di noi stessi , dal momento che il mio io di ieri mi è già sfuggito? Io non posso rivivere più quello che ho vissuto ieri, e come posso pensare di vivere oggi , se il mio amore abbraccia tutti e mi ritrovo invece chiuso in un piccolo angolo della terra? E non posso vivere nemmeno , non dico la presenza vera , ma nemmeno la presenza fisica di contiguità con coloro che amo?
Ma il Cristo no, e con Lui nemmeno Emer: egli è là dove ama. Non c'è più il limite del tempo nel quale lui lentamente si protende , perdendo però tutto quello che lui ha dietro di sè. Egli vive e la sua vita è la presenza pura della gioia , la presenza pura dell'amore , perchè in Cristo egli vive l'amore.
Miei cari fratelli , tutto questo non è proprio soltanto di coloro che sono passati al di là. Se la morte comincia con il nostro nascere , già noi in questo progresso nel tempo dobbiamo cercare di vivere in questo mondo divino , che essi ci hanno aperto. Quale grande grazia ci fanno coloro che amiamo e sono già passati nel regno di Dio: hanno lasciato la porta socchiusa per noi. Fintanto che noi non abbiamo qualcuno che amiamo al di là noi si vive quasi prigionieri di questo mondo , ci sentiamo totalmente qui. Ma quando uno che amiamo varca quella soglia , porta con sè qualche cosa di noi; e noi tutti , vivendo con lui , già partecipiamo di questa presenza pura , che è la vita di Dio , che è la vita dei santi. Io vi raccomando una cosa , miei cari fratelli : Emer non ci perde nulla se voi lo dimenticate , ma voi perdete tutto , se dimenticate i vostri morti. La carità è eterna , ci insegna la S.Scrittura e il magistero della chiesa; ma la carità , l'amore , per noi uomini che viviamo nel tempo , si esprime anche nel ricordo. Non dimenticate coloro che avete amato , perchè non sono lontano da voi! Voi sareste infedeli , credendo di amarli , mentre non li amate più. Li avete perduti due volte , se li dimenticate. Essi devono essere vivi sempre nella vostra esperienza umana. Ed è il vivere questa comunione sempre più viva con loro che renderà più facile e , direi , quasi naturale anche il passaggio totale che avverrà un giorno per tutti noi.
Miei cari fratelli , è un giorno grande questo che abbiamo passato insieme; e lo abbiamo passato anche ricordando Emer. Noi sappiamo che cosa è la memoria sul piano liturgico: il memoriale non è il ricordo di un avvenimento passato , non è il ricordo di qualche cosa che non è più; il ricordo fa presente l'evento. " Fate questo in memoria di me " , dicevo durante la messa. Durante la messa io ero ai piedi del Calvario , io ero con la Vergine e contemplavo Gesù. Io mi sentivo veramente uno con Lui e Lui era uno con me. Non c'era più la casa delle suore che ci ospitano , ma c'era il ragno di Dio. Non c'erano più degli uomini viventi nel corpo , ma c'erano gli angeli e i santi , c'era Emer , perchè là dove è il Cristo , ora è anche lui. Oggi noi possiamo separarci dal Cristo; con la morte non ci potremo separare mai più. Se il Cristo si fa presente , si fanno presenti con Lui tutti coloro che con Lui sono un solo corpo. Potete voi separare un membro del vostro corpo senza che questo membro muoia? Così non si può separare più da Gesù nessun santo , nessuno che sia morto nel bacio del Signore.
Se dunque crediamo che il mistero eucaristico fa presente il Cristo , dobbiamo credere che fa presente anche tutti gli angeli e i santi , ma in modo particolare tutti coloro che amiamo e che ci amano. Perchè è vero che dobbiamo amare tutti; ma questo amore è troppo generico per essere vivo , per essere sperimentato. Perchè il nostro amore sia vivo bisigna che concretamente noi abbiamo un rapporto reale con coloro che amiamo. Emer certamente era presente stamani; più presente di voi , perchè è presente della presenza stessa del Cristo. Se volete dunque ritrovare Emer , conoscete la via.
La morte di Emer è una vocazione per tutti , perchè certamente egli ha portato qualche cosa di noi al di là della porta; e noi dobbiamo cercare di sentire che siamo con lui. Questa è la vera vita; una vita che non termina più , una vita che è amore perfetto. Fintanto che viviamo quaggiù , anche se ci si ama , possono nascere sempre fra noi incomprensioni e difficoltà , ma dopo non più , perchè tutto è aperto , tutto è nella luce e tutto è amore.
E' lo Spirito Santo che realizza questa comunione di amore con tutti coloro che noi amiamo. Come il Padre e il Figlio sono uno , così noi dobbiamo sentirci una sola cosa con tutti; e realizzare questa unità. Realizzarla in senso inglese , cioè dobbiamo sentire anche sperimentalmente anche psicologicamente , che la nostra solitudine è vinta , che veramente la nostra vita è l'amore. Ecco perchè i santi amano la solitudine e il silenzio , perchè nella solitudine vivono questa immensa comunione. Tante volte sono le persone che ci circondano che ci fanno vivere come in un deserto , perchè sentiamo che sono separate da noi. Non c'è peggior deserto della città: si cammina insieme per le strade e non ci si conosce , nè si sa nulla l'uno dell'altro; ognuno va per suo conto , con i suoi problemi , senza che nulla sia comune. Ma uniti a Cristo , tutto è comune fra noi. Anche questa mattina Egli ti ha dato il suo corpo , il suo sangue , la sua anima e la sua divinità. Ma tu non sei uno soltanto col Cristo; nella misura che sei uno con lui , anche i santi sono con te , anche Emer è con te.
Io mi ricordo poco di Emer. E' stato qui un giorno e mezzo e dopo non l'ho più veduto. Ora sento però che egli è con me , anche se non l'ho potuto seguire e non sono potuto andare a trovarlo quando era malato. E sento che io vivrò veramente , se sperimenterò questa sua presenza. Se non vivessi questo , sono io che sono morto , non lui.
Ecco miei cari fratelli , quello che mi ha detto la recita del mattutino della resurrezione. La resurrezione è precisamente questo. Noi vediamo sempre la resurrezione con le apparizioni del risorto. Adagio! Le apparizioni del risorto sono un contentino dato agli apostoli che non credevano più. Per tornare a credere avevano bisogno di questa esperienza sensibile; avevano bisogno di questa esperienza sensibile; avevano bisigno di vederlo , di ascoltarlo. Anche noi , con la nostra poca fede , desidereremmo di toccarlo , di vederlo; ma la vera resurrezione avviene quando lui , anche nel suo corpo , diviene invisibile. Ora egli è qui: " Là dove due o tre sono riuniti nel mio nome , io sono in mezzo a loro " ( Mt18,20 ) ha detto Gesù. Lo vediamo? No; ma non possiamo dubitare della sua presenza. Possiamo sperimentare questa presenza? sì; mediante una fede sempre più viva possiamo vivere questa presenza del Cristo e vivere insieme quella dei nostri cari; di coloro che credevamo di avere perduto e che invece li abbiamo ottenuti per sempre da Dio.
E' questo che credeva S.Caterina da Siena. La santa aveva una sorella di nome Bonaventura , madre di molti figli , più di dieci. Venne la peste , quella di cui si parla nel Decamerone , peste che infierì anche a Siena. Questi figli della sorella Bonaventura , uno dopo l'altro morirono; e Caterina prendendoli in braccio esclamava " O Signore , come ti ringrazio! Ora finalmente li possiedo per sempre , perchè sono nelle tue mani e so che non li perderò mai più ". E' una cosa grande questa. Quando noi assistiamo uno che muore nel bacio del Signore , sappiamo che vive per sempre e vive una vita beata. Il problema è per quelli che rimangono , perchè siamo noi che viviamo ancora che possiamo perdere il Cristo. Noi si crede di vivere , ma se la morte ci trova nel peccato , ci separa per sempre da tutti.
Io debbo dire al papà e alla mamma di Emer: ora il vostro figlio è con voi per sempre. Egli vi aspetta ed è lui che vi otterrà la grazia di poter morire come lui nel bacio del Signore.
Oh viviamo questa comunione di amore con coloro che abbiamo amato! Non li abbiamo perduti! Questo dobbiamo chiedere a Dio. Credo che sia proprio questo il dono della Pentecoste , perchè è per il dono dello Spirito Santo che il Cristo diviene intimo all'uomo. Non cercare più , diceva in una sua predica il P. Lacordaire rivolgendosi a S. Maria Maddalena , non cercare più Gesù nell'orto; Gesù è nel tuo cuore. " Christum habitare per fidem in cordibus vestris " ( Ef 3,17 ). In noi egli è presente. Siamo noi che dobbiamo entrare in lui , siamo noi che dobbiamo cercare di realizzare questa presenza del Signore. E noi invece siamo sempre fuori di noi stessi , alienati. Si cerca fuori e si perde. Cercarlo vuol dire credere che egli sia al di là, ma se è al di là , non è Dio , perchè Dio è l'immenso. Non solo per la sua immensità egli è la presenza , ma soprattutto per il suo amore. Già in quanto creatore , egli è intimo alle creature più di quanto queste non siano intime a se stesse; ma tanto più egli è presente in quanto è l'amore. Cercare Dio al di fuori di noi stessi è perderlo. E anche cercare coloro che vivono in Dio è in qualche modo allontanarci da loro. Il Cristo sarà sempre con noi , perchè è in noi; e con noi sarà sempre anche Emer , che da oggi in avanti sarà il protettore dei nostri giovani. Vogliamo che i nostri giovani imparino da lui come si vive e come si muore; vogliamo che i nostri giovani imparino da lui con quale dolcezza possiamo accettare tutto dalla mano di Dio , perchè è la mano di colui che ci ama e ci ama infinitamente. Più di chiunque , perchè prima ancora che fossimo , egli ci ha voluto. E ci ha voluto per sè per renderci beati della sua medesima vita.
Niei cari fratelli , questo mi sembrava di dovervi dire stasera. Molti di voi non hanno conosciuto Emer , ma anche io l'ho conosciuto appena. L'ho seguito però e ho pregato molto per lui in questo tempo. Forse la nostra preghiera è stata esaudita in un modo ancora più alto di quello che noi pensavamo. Sì , egli rimarrà per sempre vicino a noi; e noi chiediamo a Emer che anche noi siamo con lui , che possiamo vivere con lui , per partecipare già in questa vita della gioia , della luce che in lui si è fatta perfetta. Chiediamo dunque al Signore la grazia che nel dono dello Spirito Santo noi possiamo vivere sempre più questa immensa comunione di amore; prima di tutto con il Cristo che , come si è detto , non è più soltanto Gesù di Nazaret. Il Cristo sono tutti coloro che sono un solo corpo vivente con lui.
La nostra comunione di amore è con tutti i santi , con tutti gli angeli; è soprattutto con coloro che Dio ci ha fatto già amare qui sulla terra , perchè il nostro amore per loro e il loro amore per noi divenga eterno in Cristo Signore.

U.S.F.P.V.


emer con zeta e zinky
La mia comunione coi fratelli morti
meditazione del mattino
Inserto CFD novembre 93

Ritiro di Pentecoste
7 giugno 92


...Penso in questo momento al nostro caro fratello , a Emer , spirato da pochi giorni. Noi viviamo in comunione con lui! Per il fatto che non lo vediamo più , per il fatto che non possiamo più ascoltare la sua voce , nulla ci è tolto. La comunione con i santi , la comunione con i morti , la possiamo vivere anche ora , indipendentemente dalla nostra esperienza sensibile. Essi non soltanto sono presenti , ma lo sono come ora non siamo presenti fra noi. Io non sono presente a voi e voi non siete presenti a me; io non sono presente nemmeno a me stesso!, perchè nel momento che vivo non posso realizzare tutte le possibilità dell'essere mio. La presenza è un termine che non si dovrebbe usare , perchè la presenza implica l'eternità e l'immanenza. E questa presenza che implica l'eternità e l'immanenza è propria dei santi , è propria di coloro che vivono in Dio. Io vivo in Dio e perciò vivo anche una comunione con i santi e con i morti. Non celebriamo la festa dei santi? Per è più vicino S.Agostino di quanto non lo siano gli uomini che camminano per le strade di Firenze , perchè questi mi rimangono estranei , mentre S.Agostino no. Io vivo la sua vita; egli vive già in comunione con me , si dona a me. Quello che è vero per i santi , è vero anche per tutti coloro che abbiano amato e che amiamo , anche se ora non li vediamo più , anche se ora non possiamo più toccarli , non possiamo più avere una esperienza sensibile con loro. Essi sono la presenza insieme con Dio che è la presenza; e se noi viviamo in questa presenza viviamo già la vita eterna , come dice S.Giovanni nel suo vangelo e nella sua Prima Lettera; viviamo cioè una vita che trascende il tempo. Il tempo passa , ma io sono. Come diceva Gesù di se stesso: " Io sono "; anche io sono. In lui. E' la presenza pura di un amore indicibile , di un amore eterno , di un amore infinito , che mi colma , che mi riempe di sè , che dona a tutta la mia vita un respiro nuovo. Fintanto che viviamo quaggiù , non avremo mai una esperienza piena e diretta di questa realtà , ma dobbiamo credere a questa realtà; e dobbiamo credere che questa realtà è la vera realtà. Non questo mondo che passa: " Praeterit figura huius mundi " - " Se ne va ". Che cosa sarà di questo mondo fra 500.000 anni? Tutto passa , ma noi rimaniamo , perchè Dio è in noi.
Ecco come noi dobbiamo vivere la nostra comunione con questo nostro fratello , l'ultimo che è entrato nella pace di Dio , l'ultimo che ora vive nella piena luce della divina presenza. Ma anche noi ci siamo entrati; furtivamente , ma ci siamo se viviamo di fede , perchè continui la nostra comunione con lui. La nostra vita è la vita di Dio , è l'eternità.

U.S.F.P.V.

 
 


emer a Tenno

Ritiro di Pentecoste
7 giugno 92


...Penso in questo momento al nostro caro fratello , a Emer , spirato da pochi giorni. Noi viviamo in comunione con lui! Per il fatto che non lo vediamo più , per il fatto che non possiamo più ascoltare la sua voce , nulla ci è tolto. La comunione con i santi , la comunione con i morti , la possiamo vivere anche ora , indipendentemente dalla nostra esperienza sensibile. Essi non soltanto sono presenti , ma lo sono come ora non siamo presenti fra noi. Io non sono presente a voi e voi non siete presenti a me; io non sono presente nemmeno a me stesso!, perchè nel momento che vivo non posso realizzare tutte le possibilità dell'essere mio. La presenza è un termine che non si dovrebbe usare , perchè la presenza implica l'eternità e l'immanenza. E questa presenza che implica l'eternità e l'immanenza è propria dei santi , è propria di coloro che vivono in Dio. Io vivo in Dio e perciò vivo anche una comunione con i santi e con i morti. Non celebriamo la festa dei santi? Per è più vicino S.Agostino di quanto non lo siano gli uomini che camminano per le strade di Firenze , perchè questi mi rimangono estranei , mentre S.Agostino no. Io vivo la sua vita; egli vive già in comunione con me , si dona a me. Quello che è vero per i santi , è vero anche per tutti coloro che abbiano amato e che amiamo , anche se ora non li vediamo più , anche se ora non possiamo più toccarli , non possiamo più avere una esperienza sensibile con loro. Essi sono la presenza insieme con Dio che è la presenza; e se noi viviamo in questa presenza viviamo già la vita eterna , come dice S.Giovanni nel suo vangelo e nella sua Prima Lettera; viviamo cioè una vita che trascende il tempo. Il tempo passa , ma io sono. Come diceva Gesù di se stesso: " Io sono "; anche io sono. In lui. E' la presenza pura di un amore indicibile , di un amore eterno , di un amore infinito , che mi colma , che mi riempe di sè , che dona a tutta la mia vita un respiro nuovo. Fintanto che viviamo quaggiù , non avremo mai una esperienza piena e diretta di questa realtà , ma dobbiamo credere a questa realtà; e dobbiamo credere che questa realtà è la vera realtà. Non questo mondo che passa: " Praeterit figura huius mundi " - " Se ne va ". Che cosa sarà di questo mondo fra 500.000 anni? Tutto passa , ma noi rimaniamo , perchè Dio è in noi.
Ecco come noi dobbiamo vivere la nostra comunione con questo nostro fratello , l'ultimo che è entrato nella pace di Dio , l'ultimo che ora vive nella piena luce della divina presenza. Ma anche noi ci siamo entrati; furtivamente , ma ci siamo se viviamo di fede , perchè continui la nostra comunione con lui. La nostra vita è la vita di Dio , è l'eternità.

U.S.F.P.V.