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Sac. Divo Barsotti |
"Quale esempio abbiamo avuto" omelia S.Messa Pentecoste 92 Inserto CFD novembre 93
Parlavo poco fa col babbo di Emer dell'esperienza così grande di questo ragazzo morto a 18 anni , che non si è lamentato mai , nonostante la sua terribile malattia. Già da mesi era ormai cieco e soffriva come non si può nemmeno immaginare. Non si è lamentato mai! La mamma ricorda sempre quello che egli disse prima di entrare in sala operatoria: " Gesù! Gesù! "; ma lo ha detto con una grande dolcezza. Emer ha vissuto l'amore , ha donato tutta la sua vita. Era giovane; poteva avere davanti a sè una carriera l'amore di una sposa. La vita gli poteva offrire qualunque cosa. Si è donato a Dio senza chiedere nulla; si è donato a Dio senza porre un limite al suo dono. E Dio ha voluto questo dono e ha permesso che morisse e morisse con questi sentimenti , in questo dono di sè. Quale grande esempio per noi! La vita di ciascuno di noi deve essere preparazione alla morte. La morte non dobbiamo vederla come uno spauracchio , come un qualche cosa che rompe , che finisce. E' invece la vita che si apre , perchè la vita è l'amore; e se la morte è per te il dono supremo di te stesso al Signore e ai fratelli , allora nella morte realizzi la vita eterna , realizzi la vita stessa di Dio. Ma il Signore lo sa bene che noi siamo così poveri , da non poter pretendere di vivere , come ha vissuto lui a 18 anni , il dono supremo di sè. Ebbene miei cari fratelli , intanto cerchiamo almeno di imparare ad amarci davvero.
Quando penso alla Comunità , soprattutto a quelli della vita comune , rimango sempre più stupefatto: come caratteri totalmente diversi , con preparazione culturale diversa , possano vivere insieme una vita di comprensione , di servizio , sempre disponibili a tutto. Qui io vedo il Signore. La rivelazione di Dio è l'amore che noi ci portiamo. Non c'è rivelazione più grande che noi possiamo dare agli uomini di quella dell'amore onde noi amiamo i fratelli. Non dico di amare Dio , perchè parlare di amore di Dio sono parole; Dio di per sè è inaccessibile. Io non so fino a che punto tu vivi davvero il dono di te stesso , se ami Dio. Puoi amarlo , intendiamoci; ma io non lo so , tu non mi dai questa testimonianza. Ma se ami i fratelli , questa testimonianza me la dai , perchè l'amore dei fratelli ti strappa a te stesso ed esige da te questo dono di amore. E' per questo che la comunità cristiana è il miracolo permanente di una rivelazione divina. Questo ogni congragazione o movimento religioso dovrebbe esserlo, questo deve essere la Comunità dei Figli di Dio: un amore senza limiti , un amore umile e casto , che tutto ci chiede , ma che ci dona anche ogni cosa. Ci dona di fatto che lo Spirito Santo viva in noi; e non è questo il dono supremo che Dio ci può fare? Questo dunque ci insegna la Pentecoste. Iniziando la Messa vi ho detto chr il mistero della Pentecoste non è passato , ma è sempre presente. Proprio in questo momento dobbiamo vivere questa effusione dello Spirito in noi. Prima della consacrazione eucaristica si stendono le mani sopra le oblata e si implora che vi discenda sopra lo Spirito Santo. Ma che cosa sono le oblata miei cari fratelli? Sono il pane e il vino , ma in quanto rappresentano noi. Stendendo le mani sopra le oblata , io stendo perciò le mani sopra di voi e imploro che che sopra di voi discenda lo Spirito Santo , perchè sappiate amare e amiate ogni giorno sempre più perfettamente , di un amore sempre più puro e più vero. Vivete con me questo atto; la consacrazione del pane e del vino è come la rinnovazione della vostra consacrazione a Dio , per la quale Dio deve prendere possesso di voi ed effondere sopra di voi lo Spirito Santo , che dovrà insegnarvi ad amare sempre meglio. Che il Signore ci doni questa grazia.
U.S.F.P.V.
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