Oggi io, Emer..

Nomadelfia Emer guarda dall’alto gli amici
Veglia di preghiera
Sac.Giuseppe Giacomelli
dicembre 94

Fondatore della Comunità dei piccoli fratelli
di S.Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo


 
 
 

Oggi io , Emer....
intendo donarmi e consacrarmi
totalmente e per sempre
a servizio e lode del Verbo di Dio ,
incarnato per nostro amore....
 
P: Nel nome del Padre...
Lodiamo il Signore

T: Egli compie meraviglie in mezzo a noi
P: Benediciamo il Signore
T: Egli è misericordioso e fedele
P: Cantiamo al Signore nostro Dio
T: il suo nome è Santo e la sua bontà è senza limiti.
 
CANTO

P: Circa un anno fa Don Serafino ci ha aiutati a vedere i tanti punti in comune che ci sono tra la vita di Emer e quella della serva di Dio Benedetta Bianchi Porro. Ecco io vorrei iniziarecon una frase di Benedetta Bianchi Porro " il dolore ci butta tra le braccia di Dio ".
Allora queta sera voglio ringraziare con voi Emer per il suo dolore , per la sua via dolorosa , perchè ci butta davvero tra le braccia di Dio.
Grazie Emer!

CANTO

L: Emer nasce a Carpi il 17 Aprile 1974 da Gabriele e Gabriella Mezzanotte. Il suo nome è quello del nonno , in greco vuole dire giorno. Ed Emer veniva sulla terra per illuminare gli uomini , per farci conoscere la verità , quella che i nostri occhi non riescono a vedere.
A 9 anni entra negli scout e vi rimarrà fino alla fine. A 17 anni qualcosa succede nella vita di Emer che comincia a cambiare , sempre egli è stato amabile , sincero , sempre sapeva donarsi , ma in questo periodo diventa più riflessivo , si avvicina di èiù alla preghiera anche dopo l'esperienza fatta nella " Comunità dei Figli di Dio ". Entra così nell'aspirantato della comunità aprendosi sempre più al mistero di Dio.
La preghiera e la penitenza cominciano ad inquietarlo e ad affascinarlo. Emer è ormai cambiato.
nell'agosto del '91 ha un incidente , fa un volo sull'asfalto di quasi 20 metri , riportando al termine una grave ferita al piede ed escoriazioni varie. Sta 10 giorni in ospedale , comincia così a conoscere bene il dolore e a riflettere sul dono della vita e della salute.
Al dott. Giglioli , amico di famiglia , Emer dice un giorno per telefono " Quello che fa Dio lo sa solo Lui. Io comunque lo sento vicino , anche dopo l'incidente , non mi ha abbandonato , ...mi fido di Lui ".
Sempre per telefono , a Don Serafino , che gli assicura la preghiera della Comunità e la richiesta a Dio della guarigione e gli manifesta il desiderio di vederlo presto in Comunità , risponde " Se il Signore vuole ".

CANTO

Salmo 84
T: Quanto sono amabili le tue dimore ,
Signore degli eserciti!
L'anima mia languisce
e brama gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente.
Anche il passero trova la casa ,
la rondine il nido ,
dove porre i suoi piccoli ,
presso i tuoi altari ,
Signore degli eserciti , mio re e mio Dio.
Beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in te la forza
e decide nel suo cuore il santo viaggio.

Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente , anche la prima pioggia
l'ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore ,
finchè compare davanti a Dio in Sion.


Signore , Dio degli eserciti , ascolta la mia preghiera ,
porgi l'orecchio , Dio di Giacobbe.
Vedi , Dio , nostro scudo ,
guarda il volto del tuo consacrato.
Per me un giorno nei tuoi atri
è più che mille altrove ,
stare sulla soglia della casa del mio Dio
è meglio che abitare nelle tende degli empi.

Poichè sole e scudo è il Signore Dio;
Il Signore concede grazia e gloria ,
non rifiuta il bene
a chi cammina con rettitudine.
Signore degli eserciti ,
beato l'uomo che in te confida.


L: Terminata la convalescenza al piede , Emer avverte un dolore alla testa. Siamo all'inizio del 1992 , l'ultimo anno della vita terrena di Emer. Si pensa ad una sinusita ma visto che le medicine non fanno effetto si provvede ad una visita più accurata.
Il 15 febbraio Emer esegue una Tac che evidenzia una formazione solida a carattere infiltrante che occupa completamente la fossa nasale sinistra , infiltrando il seno mascellare , e si estende attraverso il setto alla fossa nasale destra. La neoformazione penetra nell'orbita sinistra comprimendo il globo oculare , che lievemente protende dall'orbita , con una lacrimazione continua. Emer esegue l'esame con calma , l'idea di una malattia così grave non lo tocca.
Il 19 dello stesso mese , esegue la RMN che conferma e precisa meglio l'estensione della neoplasia.
Il 24 febbraio viene ricoverato a Parma per la prima volta.
Stupisce il suo comportamento mentre il radiologo incannula l'arteria all'inguine: resta immobile , non una parola o un lamento.
Prima della dimissione dall'ospedale viene comunicata al padre la notizia terrificante: si tratta di un tumore ad alta malignità; è una forma rara , estremamente aggressiva , che non perdona.
Emer intuisce qualcosa , ma rimane sereno , senza turbarsi.
Si decide di portarlo a Milano. I giorni di Milano sono pesanti per Emer: il dolore alla testa è continuo , il vomito è presente spesso. Tornato a casa un giorno mentre è sdraiato sul letto stupisce i suoi genitori che parlano con tono preoccupato della loro situazione , con questa frase: " Guardate che io vi sto pagando tutti ". I genitori ammutoliscono , Emer china la testa sulla spalla per riposare.

CANTO


emer è il primo scout di schiena
Ricordati,Signore,di Davide
di tutte le sue prove
















L: I viaggi a Milano sono molto stancanti , a fine marzo fa due cicli di chemioterapia molto pesanti , ha forti dolori all'addome , forte nausea , grande prostrazione. Nonostante questo egli vuole continuare ad andare a scuola. Ci va accompagnato in macchina dai genitori e se può torna a casa a piedi. Sa sopportare e affrontare con forza la situazione.
In seguito alla chemioterapia Emer perde i capelli , è certo per lui un dispiacere , ma sa dominarsi. Il suo quadro esteriore è al momento il seguente: l'occhio sinistro sporge dall'orbita per via del tumore , l'occhio destro è cieco , è completamente senza capelli e molto debole. Eppure continua ad andare a scuola , col suo berretto a visiera lunga. A scuola certo non si nasconde , affronta ognuno a viso aperto e con tutta la serenità di cui è capace. Un insegnante telefona a casa Mezzanotte e dice " Emer ci dà una lezione di vita ".
9 aprile. Fa la RMN cerebrale di controllo: il tumore si è esteso , è penetrato nel cervello , raggiunge lo sfenoide e il chiasma dei nervi ottici. Eppure al mattino , poche ore prima , ha fatto bene il compito in classe di greco...
La risonanza provoca un forte contraccolpo: è il crollo improvviso. Emer si mette a letto e vi rimane immobile , non mangia , beve pochissimo , vomita e ha mal di testa. Con un grande sforzo poi finalmente si alza , va in bagno , con forti conati di vomito , ma cade a terra per l'eccessivo sforzo. I genitori accorrono , lo sollevano e lo riportano a letto.
Mentre viene sdraiato dice al padre: " Papà , ma io guarirò? " Il papà lo abbraccia forte: " ma certo , sono quelle medicine che ti fanno questo effetto , non avere paura! " Emer non dice niente e rimane a letto per quattro giorni.
14 Aprile , martedì santo , viene ricoverato a Parma.
Alla sera chiede al papà di accompagnarlo in bagno. Mentre viene accompagnato a piccoli passi , Emer comunica al padre a bassa voce : " Papà , non ci vedo più ". Dopo , a letto crolla sfinito , non ce la fa più come confessa egli stesso.

Salmo 132
T:Ricordati , Signore , di Davide ,
di tutte le sue prove ,
quando giurò al Signore ,
al Potente di Giacobbe fece voto:
" Non entrerò sotto il tetto della mia casa ,
non mi stenderò sul mio giaciglio ,
non concederò sonno ai miei occhi
nè riposo alle mie palpebre ,
finchè non trovi una sede per il Signore ,
una dimora per il potente di giacobbe ".

Ecco , abbiamo saputo che era in E'frata ,
l'abbiamo trovata nei campi di làar.
Entriamo nella sua dimora ,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.


Alzati , Signore , verso il luogo del tuo riposo ,
tu e l'arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia ,
i tuoi fedeli cantino di gioia.
Per amore di Davide tuo servo
non respingere il volto del tuo consacrato.

Il Signore ha giurato a Davide
e non ritratterà la sua parola:
" Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!


Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò ad essi ,
anche i loro figli per sempre
sederanno sul tuo trono "

Il Signore ha scelto Sion ,
l'ha voluta per sua dimora:
" Questo è il mio riposo per sempre;
qui abiterò , perchè l'ho desiderato.


Benedirò tutti i suoi raccolti ,
sazierò di pane i suoi poveri.
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti ,
esulteranno di gioia i suoi fedeli.

Là farò germogliare la potenza di Davide ,
preparerò una lampada al mio consacrato.
Coprirò di vergogna i suoi nemici ,
ma su di lui splenderà la corona ".


emer, a sinistra, con i fratelli
Ora lascia, o Signore,
che il tuo servo vada in pace
















L: 15 Aprile. Emer è totalmente cieco. Ha ormai la flebo 24 ore su 24, con la mano sinistra fa cenno al papà di sedere accanto a lui. Gli sussurra: " Papà mi hanno detto che mi aprono la testa " " Emer in questo devi essere assolutamente tranquillo, la tecnica chirurgica è perfetta e tu non sentirai alcun male. " Emer non dice più niente, ma resta appoggiato al papà ancora un poco poi, stanco, chiede di aiutarlo a sdraiarsi.
16 Aprile, giovedì santo. Di notte Emer, assistito dalla mamma, chiede di essere accompagnato in bagno. Al ritorno si sdraia sul letto e pronuncia con dolcezza indicibile " Gesù, Gesù ". Chi lo ascolta ha l'impressione dell'abbandono totale.
Alle 8,05 lo vengono a prendere per portarlo in sala operatoria. Uscirà verso le ore 16 mentre la mamma Gabriella dalle 2,30 si trova al pronto soccorso dello stesso ospedale per una colica.
17 Aprile Emer si è pian piano ripreso, desidera consacrarsi lì nell'ospedale di Parma, per una donazione totale di sè stesso a Dio.
Dopo aver ottenuto dagli infermieri il permesso di rimanere soli per un'ora, Don Serafino celebra la S. Messa. Prima di ricevere la S: Comunione a voce alta esprime la sua donazione: "Oggi io, Emer, alla presenza di Dio Padre Onnipotente, della Beata Vergine Maria e di tutti i santi, alla presenza di voi, padre, e di voi fratelli, intendo donarmi e consacrarmi totalmente e per sempre a servizio e lode del Verbo di Dio incarnato per nostro amore, nella Comunità dei figli di Dio ".

Canto

L: Più tardi don Serafino chiede ad Emer se riesce a pregare ed Emer risponde " Rosario " e poi " Sì, sento Gesù vicino " e alla domanda cosa dico a don Divo, al padre? Risponde: " Digli che va tutto bene! "
Dopo alcuni giorni, Emer ritorna a casa, peggiora di giorno in giorno. Un pomeriggio la mamma desidera cambiare le lenzuola del letto di Emer, ma egli non ce la fa ad alzarsi, tanto è spossato. Avvilita, più che risentita, la mamma si volta verso il crocifisso e mormora: " Ma allora, neanche in questo mi lasci fare?" Detto questo si gira e ...Emer è lì, incredibilmente in piedi davanti a lei! Aveva sentito e immediatamente, avendo raccolto ogni forza, si era sollevato e alzato, come per difendere Gesù dalle parole della madre.
Una sera torna fuori il dolore alla testa. Emer urla dal male. Subito gli viene praticata una endovenosa. Emer:" Papà, non andare via, resta qui ". Il dolore non va via, gli viene ripetuta l'iniezione. Emer difatti si calma. Cominciano allora a pregare insieme perchè il dolore scompaia, e da quella sera il dolore si placa. Il 12 maggio Emer viene ricoverato a Bologna per la cobalto-terapia.
C'è una piccola ripresa, torna a mangiare ma sempre pappe semiliquide. Il tumore comunque non perdona, va avanti inesorabilmente. Il volto di Emer ha perso i suoi contorni: una guancia è il doppio dell'altra, ha un rigonfiamento sulla fronte. Le parole si fanno sempre più rade: ha la bocca devastata dagli ammassi tumorali e non può quasi più parlare.
Il 22 maggio comincia il fenomeno che assimilerà Emer ad un agnello innocente: la sanguinazione. Emer comincia a sanguinare dal naso, dalla bocca, dagli occhi. Viene continuamente ripulito, fasciato, tamponato ma nulla blocca l'emorragia.
Emer non fa una piega. Si ha l'impressione che non sia più una cosa che lo riguardi; si lascia fare fare tutto senza protestare. Solo una volta ha un piccolo scatto: quando tenta di togliersi da solo un tampone nel naso che gli dà fastidio. Marilena, che lo assiste, gli ferma il braccio, ma Emer chiede di lasciarlo fare. " No Emer, lo faccio per evitare che sanguini". E lui con voce bassa e dolce: " Scusa ".
31 Maggio- domenica - solennità dell'Ascensione: il Signore, terminata la sua missione, ritorna al Padre; Emer muore sulla terra dissanguato.
L'immagine che ricorre nella mente di coloro che lo assistono è quella del Signore crocifisso, che nella sua agonia sulla croce dona tutto il suo sangue. Vengono riempite due ceste intere di garze e tamponi, verso le ore 11 il dissanguamento si arresta. Emer è tranquillo, alle 11,30 le sue ultime parole " Ho sete ", come Gesù sulla croce.
Gli viene dato da bere, si alza appena, aiutato, e crolla sfinito.
Il Cristo, dopo avere chiesto da bere e aver accostato le labbra alla spugna imbevuta d'aceto, reclina il capo e, sull'espressione " tutto è compiuto ", muore sulla croce. Anche Emer reclina il capo e rimane immobile. La sua mano è nella mano della mamma. Sfigurato, sfinito, si consegna definitivamente a chi ormai è alle porte.
Rimane così, fermo, per un paio d'ore con un respiro lieve ma molto regolare, con il capo leggermente reclinato verso la mamma. Senza nessun preavviso particolare, ad un tratto emette un respiro un pò più prolungato, o forse un pò più profondo, senza muoversi. E' il suo ultimo respiro.
Serenamente, dolcemente, come in quieto abbandono, Emer muore, alle ore 14,25.
In quel medesimo istante a Casa S. Sergio, i monaci della Comunità dei Figli di Dio di cui Emer ormai fa parte, stanno cantando l'antifona dei Salmi dell'Ora nona: " Ascendo al Padre mio e Padre vostro ".

Canto

P: Grazie Emer, non ti abbiamo voluto fare un elogio funebre poichè non ne hai bisogn e per te non c'è stato funerale,
Tu sei passato dalla nostra condizione mortale alla realtà celeste e noi ti abbiamo conosciuto così come adesso tu sei , per sempre vivo, vero, grande, eterno. Grazie perchè ci sei e non ci fai sentire soli. Con te vogliamo tutti insieme cantare al Signore e benedire il Suo nome con le sue stesse parole.br>
CANTO: Padre nostro
P: Il Signore sia con voi
T: E con il tuo Spirito
P: Vi benedica Dio onnipotente...
CANTO

" Noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perchè il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'Arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore. "
( 1 Ts 4, 15-18 )