17 Aprile 1974- 31 Maggio 1992
Cantiamo al Signore
benediciamo il Suo nome







Ciao, Emer ! Ti ho incontrato solamente da pochi mesi , ma eravamo amici da tanto tempo.....Tra noi Scout , incontrarsi per la prima volta è un riconoscersi e un ritrovarci come se ci fossimo conosciuti da sempre. E' bello salutarci con le tre dita , ricordando l'un l'altro la Promessa che abbiamo fatto " sul nostro onore " e verificare se " con l'aiuto di Dio " stiamo lealmente facendo " del nostro meglio ".... E' per il tuo saluto , è per il tuo sorriso , è per l'esempio della tua fedeltà alla Legge , che ti ringrazio , Emer! Sei di quelli per i quali il " meglio " corrisponde all' " ottimo " e talvolta lo supera : è ciò che la Grazia di Dio ti ha aiutato a realizzare sull'altare del tuo sacrificio quando , a coronamento dei tuoi otto anni di Scoutismo , ti sei consacrato al Signore con i voti religiosi dei " Figli di Dio ". Non avresti potuto far niente di migliore, Emer carissimo , prima di " prendere la Partenza " per tornare alla " Casa del Padre ". Hai concluso la tua Route entrando nella luce del Cerchio immenso che stringe i Beati attorno al Fuoco dell' Eterno Amore. Ricordi come finiva la " Preghiera della sera " che avevo scritto per voi tanti anni fa? " Quante stelle! Quante stelle! Dimmi Tu la mia qual'è? Non ambisco le più belle , basta sia vicino a Te!....Ora l'hai trovata , la tua stella , e ci hai mostrato le coordinate esatte per identificarla nel firmamento e seguirne l'orbita. Con gli altri fratelli che hai raggiunto nella " Casa del Padre ", e ne conosco ormai tanti, intercedi per noi e preparaci un posto, nel Cerchio, vicino a te. Grazie , Emer , amico mio carissimo da sempre!  
 
Don Tarcisio Beltrame Quattrocchi
6 gennaio 1995

 
 



Siamo alla terza edizione di un libretto di testimonianze. Il libretto dice che cosa è stato Emer per chi l'ha conosciuto e chi è Emer per coloro che lo hanno conosciuto solo dopo la morte. Anche per lui vale quello che si è detto: i cristiani non muoiono ; dopo che sono passati nel Regno di Dio hanno una vita più luminosa ed efficace : sono più vivi di prima. 
Nessuno ha mai fatto propaganda , ma spontaneamente anno per anno è cresciuta la sua presenza tra noi. Sentiamo che egli ci è vicino e ci aiuta. Il suo abbandono a Dio nella sofferenza vuole insegnare anche a noi a comprendere come misteriose siano le vie del Signore , ma come , nell'abbandono a Lui , Dio conduce ciascuno alla pace e all'amore.
Ogni anno la famiglia dei fratelli di Emer cresce. Meraviglia anche noi , che pur l'abbiamo conosciuto , questo dilatarsi del suo ricordo , questo crescere dei fratelli nella comunione con lui. Dobbiamo ringraziare Dio perchè ora egli è divenuto un dono di amore per tanti e tanti. 
 
Sac. Divo Barsotti
Fondatore e Superiore
della " Comunità dei figli di Dio "
maggio 1995
 
 
 
 
 
 
Nella vita contano più i fatti che le parole.
Quando gli apostoli devono scegliere un nuovo dodicesimo compagno , dopo il tradimento di Giuda , non vanno a cercare uno di chiara dottrina e che sappia bene parlare , ma uno che sia stato con loro fin dall'inizio e che sia testimone della resurrezione di Gesù ( cfr. At 1,21-22 ). Così è : ciò che importa è che l'apostolo ci parli di un incontro , di un evento , di un fatto , non di un'idea o di un sistema di verità concettuali.
Di fatto , il mondo ha bisogno di testimoni. E' questa la vita e l'esperienza dei santi : essi ci testimoniano nella loro vita una Presenza che va al di là della loro stessa vita : le opere , anche le più grandi , da loro compiute , divengono dei semplici "segni" di una Presenza che trascende infinitamente qualsiasi opera : la presenza del Dio vivente e tutto santo nel cuore dell'uomo.
Allo stesso modo di ieri , possiamo sperare oggi in un rinnovamento del mondo soltanto dai santi , da coloro che senza mezzi termini e senza paure si lasciano possedere dal Cristo risorto e Lo lasciano vivere in loro , abbandonati completamente alla Sua azione.
Ciò è facile a dirsi , ma difficile a viversi. Difficile? No , impossibile. E' la Grazia divina soltanto che compie quest'opera nell'uomo , al quale spetta semplicemente ( ma è un " semplicemente " che costa tutta la nostra fede ) il consenso , l'abbandono. Quasi fossero foglie portate dal vento , " quelli che sono portati dallo Spirito Santo - dice S. Paolo -costoro sono figli di Dio " ( Rm 8, 14 ).
Ed ecco Emer. Un giovane , un ragazzo , nella cui vita l'intimo , segreto e progressivo dialogo col Signore appare sempre più evidente. " Egli deve crescere ed io diminuire " , diceva S. Giovanni Battista. Così è stato nella vita di Emer ; così è stato clamorosamente , nella sua morte. 
Nella vita di Emer si avverte ad un certo punto - direi nell'ultimo anno - una svolta : il Signore Gesù diviene per lui il riferimento , il Dio per cui vivere. Cresce l'abbandono alla Sua azione , cresce la preghiera , cresce il desiderio di Dio , e la vita necessariamente cambia : egli vuole perseguire il bene con più fermezza e decisione , vuole comunicare la sua fede ai fratelli , agli amici , non solo con le parole , ma con un comportamento che diviene sempre più irreprensibile. Il rapporto segreto , interiore , tra Emer e Gesù diviene sempre più puro , autentico , decisivo. " Egli inizia a far penitenza " , testimonia un documento che ho qui tra le mani , scritto da chi lo seguiva nell'aspirantato , e risalente a diversi mesi prima che si manifestasse l'incurabile male. Che penitenza? La faceva per sè o per gli altri? Nessuno lo ha mai saputo ; questo è un segreto che Emer ha portato con sè.  

Nella malattia finale , che lo strappa da questa terra a soli 18 anni , la parola cede il passo alla pura testimonianza , che si fa sempre più silenziosa , ferma , serena. Emer muore in uno stato di completo abbandono al Padre. E' un " fiat " che lascia tutti stupefatti perchè , pur avendo mantenuto l'uso della parola e la perfetta lucidità di mente fino all'ultimo respiro , negli ultimi tre mesi di vita - mesi di prove e di sofferenze che non sappiamo dire - mai una sola parola di sgomento o di ribellione esce dalla sua bocca. Di più : non una parola di lamentela , non il minimo accenno di sconforto : tutto " andava bene ", come egli stesso disse a me personalmente pochi giorni prima di morire. Cieco , con il tumore che gli aveva devastato la faccia , egli stava sereno e tranquillo ; sembrava , come riportano le molteplici testimonianze , un agnello innocente portato al macello.  
Ma c'è qualcosa di più , nel mistero di questa morte , che ci lascia stupiti , un qualcosa che interviene nel bel mezzo della sua malattia , e che potremmo definire una vera e propria " svolta ". Al manifestarsi del male si nota un certo smarrimento - pur senza mai perdere serenità e autocontrollo - nel vivere la prova incombente.
Emer amava la vita , e forse gli sembrava impossibile dover lasciare la famiglia , gli amici e tutti i suoi affetti così presto ; di qui la volontà e la tenacia di continuare la scuola pur tra atroci mal di testa e senza più capelli , di continuare a studiare fino al limite della resistenza. Più tardi , invece , durante la degenza all'ospedale , la situazione si evolve in modo nuovo , inatteso. Già fin da prima dell'intervento chirurgico del giovedì santo egli pare fidarsi molto più di Dio che degli uomini ; dice dolcemente due volte il nome di Gesù e poi si affida alle mani del chirurgo ; ma è da dopo l'operazione che si avverte in lui un netto cambiamento. Sempre più vive in un mondo suo , come sospeso , ritirato , come raccolto nel suo intimo , e sempre sereno ,senza lamenti , senza scosse. Sembra anzi che desideri anche il silenzio attorno. Non vuole che gli si legga il giornale : non gli interessa più ; risponde meno alle domande , addirittura ritira anche dolcemente la mano a chi gliela vuole accarezzare. Attorno a lui si crea come un'atmosfera di silenzio , che colpisce coloro che vanno a trovarlo. Sempre più attorno al suo letto , chi va a visitarlo si ferma raccolto , in preghiera. La sensazione è che tra lui e il Signore vi sia un mutuo patto , dal quale gli altri sono tenuti fuori.
E prega. Non è assente , intontito , spento. Non vede , ma sente tutto ; reagisce agli stimoli e , a dispetto della sua condizione , prega. Le sue labbra ogni tanto bisbigliano....desidera ricevere la S. Comunione , recita la preghiera delle anime piccole e semplici , il rosario.
Che cosa gli avrà comunicato o fatto intendere il Signore? Non sappiamo , ma sembra proprio che l'ora del " fiat " sia scoccata. " Nessuno mi toglie la vita , sono io che liberamente la dono ", disse Gesù all'avvicinarsi della sua ora. Nel mondo interiore di Emer , dal quale ormai trapelava pochissimo , si è ripetuto ad un certo momento questa frase? Il Signore gli fa intendere che lo chiamerà presto a sè , ed Emer dà liberamente il suo assenso? Se la risposta a queste due domande è affermativa , come fa intendere il suo non ordinario atteggiamento esteriore , allora si passa immediatamente da uno stato di " prova subita " a uno di " consenziente dono di sè ". Di fatto , da quel momento in poi sembra proprio che egli viva solo l'attesa del momento ultimo. Attesa nient'affatto drammatica , ma nella pace. Tutti pregano con forza per la sua guarigione , ma lui appare lontano , quasi distaccato , come se dicesse : " Non sono più mio....e il mio posto non è più qui ".
Emer si era consacrato a Dio il 24 Aprile , sul letto d'ospedale , e già da qualche tempo gli era familiare la preghiera di Charles de Foucauld : " Padre mio , mi abbandono a te , fa di me quel che ti piace...Sono pronto a tutto , accetto tutto purchè la tua volontà si compia in me. Rimetto la mia anima nelle tue mani , te la do , mio Dio , con tutto l'amore del mio cuore , perchè è un bisogno d'amore per me donarmi , mettermi nelle tue mani con un'infinita fiducia , perchè tu sei il Padre mio. " Aveva soltanto la vita da donare. E l'ha fatto. Ecco dove sta la grandezza di Emer.
E' morto il mese dopo , sempre in silenzio , senza più un sussulto , come se , dopo il dono di sè , ci avesse voluto dire , reclinando il capo : tutto è compiuto.
 
L'epilogo della vita di Emer è un ciclo pasquale che dura 80 giorni precisi : i 40 della Quaresima prima , i 40 del tempo pasquale poi , terminando esattamente il giorno dell'Ascensione. Il male gli viene diagnosticato il mercoledì delle Ceneri , inizio della Quaresima , l'operazione avviene il giovedì Santo , compie 18 anni il venerdì Santo , passa da questa vita a quella eterna il giorno dell'Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Il 31 Maggio 1992 , domenica , nella Chiesa si celebra solennemente l'ascesa del Cristo al Padre , a Bologna , dove Emer si trova , la sacra immagine della B. Vergine di San Luca sale al colle della Guardia...E' tutta un'Ascensione. Anche Emer in quel giorno e in quell'ora conclude il suo ciclo pasquale. Anzi no : lo inizia , nel giorno che conosce il mattino ma non la sera.
 
Coincidenze? E' il " calendario liturgico " di Emer.
 
Noi della Comunità lo abbiamo eletto come patrono dei giovani , e siamo certi che egli ha preso sul serio questo suo incarico. Gli chiediamo che ci aiuti nel cammino della vita , perchè ci ottenga il suo stesso abbandono al Padre , ci indichi la strada , ci insegni ad alzare il capo verso Dio e sceglierlo , perchè Egli solo , il Signore Cristo Gesù , è e rimarrà sempre la sola via , la sola verità e la sola vita.
La strada verso Dio è aperta e tracciata nei nostri cuori. Emer ci aiuta a percorrerla , se lo vogliamo.
P. Claudel disse che le grandi verità si comunicano soltanto nel silenzio. Così è per Emer. Nell'ultimo suo grande silenzio Emer ci ha comunicato il segreto della vita.
A noi il seguirlo.
 
Don Serafino M. Tognetti
della " Comunità dei figli di Dio "
Maggio 1993
( n.d.r. alla data della stesura - aprile 2002 - Don Serafino è il superiore della comunità monastica , succeduto al Padre fondatore Don Divo Barsotti )
 
 
 
 
Carissimi, cordialissimi amici ,
leggendo in questi giorni le vicende di Emer , ho percorso in molte pagine la storia ancora attuale di Benedetta. Il vangelo di questa terza dominica di Pasqua ci ricordava che il buon pastore dà la vita per le sue pecore. Io credo che vi sia un' affinità profonda tra le storie di Benedetta , Emer e molti altri esempi di santità anonima che rendono presente al nostro tempo l'unico sacrificio di Gesù. Egli , " offrendosi liberamente " , dice la liturgia....E ancora " umiliò se stesso fino alla morte " , perchè potessimo avere la pienezza della vita. Una pienazza che - pur essendo già presente - noi conosciamo ancora in enigma.
Noi abbiamo avuto la fortuna di stare ( molte volte indegnamente ) vicino a loro : sono essi veri testimoni della resurrezione , anche per come continuano ad aiutarci nella nostra vita.
Perchè questi nostri figli ci insegnino a credere e testimoniare la paternità di Dio a chi ancora vive nelle tenebre mentre ci è annunciata una grande gioia , per questo vi sento vicini a me nella preghiera.
vi abbraccio.
 
Elsa Bianchi Porro
Milano , 28.4.1994

 
 
 

Cari genitori di Emer ,
ho finito di leggere ora il libro di Emer. Non sapevo di che si trattasse. Mi era stato detto nei giorni scorsi , fuggevolmente , che è un libro interessante , ma l'incalzare degli impegni non mi aveva consentito di dedicarmi ad esso prima d'ora. L'avventura spirituale di Emer è intessuta di una grande luce. Si avverte l'azione meravigliosa della Grazia e si resta in adorazione. Voi potete cantare un alleluia senza fine. Quando Emer è entrato nei Cieli ha sentito " le sante trombe suonare " perchè egli ha detto il suo sì e si è consegnato , paziente , alla morte.
Dalla sua consacrazione scaturiranno fiumi di grazia. Lodate il Signore! Ora la vostra creatura contempla il volto di Dio , nella pienezza dell'essere. " I santi sono una perenne rivelazione di Dio " ha scritto Benedetta Bianchi Porro.
Grazie a voi , grazie a te , Emer ; per l'eloquente liturgia della tua vita , grazie a Dio per questa folgorante rivelazione.
In comunione con Benedetta continuo a restarvi accanto.
 
Anna Cappelli,
Responsabile nazionale dell'Associazione
" Amici di Benedetta "
Forlì, 26.2.1994




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