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Emily Elisabeth Dickinson



E. Dickinson vide la luce nel Massachusetts, ad Amherst nel 1830.
Faceva freddo, era la prima decade di dicembre, quando la neonata aprì gli occhi in quella casa confortevole ed avita, acquistata dal nonno; ad attenderla vi era già un fratellino, W. Austin.
Il papà, stimato avvocato di Amherst e la mamma, donna affettuosa, ma poco avvezza alla poesia, fecero di tutto per non far mancare mai nulla alla famiglia. Ed Emily seppe ricambiare, a modo suo, s'intende, tutte le attenzioni ricevute.

Il senso della famiglia era radicato tra i Dickinson, e più tardi sarà proprio la sorella minore di Emily, Lavinia, a pubblicare la raccolta postuma di versi della grande poetessa americana.

Viaggia poco la giovane E. D., le vie di comunicazione erano assai esili, rispetto ad oggi, tuttavia ebbe occasione di varcare i confini di Amherst.

Fu più volte a Boston dai parenti materni, ma un viaggio la segnò e per tutta la vita. E' quello del 1855. E' allora che insieme a Lavinia, la sorella, di cui abbiamo ora scritto, va a Washington dal padre e poi a Filadelfia. Quì incontra il Reverendo Charles Wadsworth, pastore presbiteriano.

La poetessa si innammora di lui e quest'amore crescerà nel suo cuore, malgrado la lontananza, e metterà radici come una vecchia quercia. Molte sono le poesie di Emily che orbitano intorno a questo amore non realizzato. I due si incontrano solo un paio di volte, ma  platonicamente, tuttavia gli sguardi fugaci che si scambiano, insieme ai discorsi di una certa profondità, sono sufficienti per alimentare il sentimento.

Emily, dunque, non si sposa e conduce la sua esistenza in famiglia e nella casa dove è nata, col verde dentro ed il silenzio del tempo. Ebbe molti dolori, tra cui la malattia della madre, ma il più grande è legato alla morte del suo Charles Wadsworth, avvenuta nel 1882. Ella lo seguì quattro anni più tardi, il 15 maggio del 1886. Anche quel giorno, vestiva di bianco: era il suo colore preferito.

La tematica delle poesie della Dickinson non è tuttavia solo quella amorosa, ma quella legata alla natura, alla morte, alla famiglia. Molte sono le novità stilistiche che emergono dai suoi versi, ma la flessibilità metrica è la più importante: è a vantaggio del contenuto.

Ci piace salutarla con le espressioni di una sua lettera del 1862:
-Sono piccola come un scricciolo, e ho i capelli ribelli come un riccio di castagna, e i miei occhi sono come lo sherry che un ospite ha lasciato in fondo al bicchiere-.