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In
cattività (teoricamente
possibile
in acquaterrari non riscaldati con una zona emersa pari ad un terzo
di quella sommersa) è vietato.
Chi possiede un bacino all'aperto, può tuttavia mettersi
in contatto con le stazioni del Corpo
Forestale, con le Associazioni protezionistiche o con
le locali Amministrazioni Provinciali: vengono a volte organizzate
campagne per la riproduzione in semi-libertà (senz'altro
possibile in un ampia vasca da giardino) come supporto a popolazioni
naturali, minacciate dalla crescente antropizzazione dell'ambiente.
Nel caso si avesse la possibilità di costruire un laghetto
vero e proprio, in giardino , questo lo si può realizzare
in cemento, con appositi teli in Pvc o interrando contenitori già
preformati in vetroresina o plastica.
In ogni caso occorre prevedere, durante la costruzione, una riva
dolce per consentire agli animali di uscire dall'acqua senza problemi
e recintare per intero il laghetto (compresa una zona asciutta ben
delimitata) per evitare possibili ed anzi probabili fughe.
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In
un laghetto all'aperto la riproduzione delle Emys non è difficile
!!!
E' assolutamente doveroso offrire, all'interno del recinto, zone
ben soleggiate e zone ombreggiate, per permettere alle testuggini
di compiere la termoregolazione.
Se il recinto fosse troppo soleggiato, senza ripari ombrosi, le
tartarughe rischierebbero di morire.
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I
bagni di sole
Tutti gli animali a "sangue freddo", e le tartarughe
non fanno eccezzione, abbisognano dell'azione dei raggi solari.
La luce solare è di grande importanza per la salute fisica
e psicologica di questi rettili. Il sole asciuga la corazza e
l'epidermide dell'animale e riduce sensibilmente le possibilità
di attacchi parassitari e di infezioni micotiche; aiuta inoltre
la cicatrizzazione delle piccole ferite, facilita la fissazione
del calcio, aumenta la vitalità dell'animale attivandone
l'appetito e le funzioni metaboliche, quindi l'accrescimento.
Le uova deposte da tartarughe che possono godere dei benefici
effetti della luce solare durante una buona porzione della giornata
risultano più grosse e più numerose. Per la sua
dotazione di calore come per la sua carica di raggi ultravioletti
il Sole è quindi un elemento prezioso nella vita delle
tartarughe.
Gli animali allevati in questi stagni all'aperto, sono soggetti
a predazione da parte di ratti, gatti e, se viviamo in campagna
o nelle periferie urbane, anche donnole e volpi. Grossi esemplari
in verità non corrono eccessivi rischi, ma i giovani si.
E' buona norma di conseguenza fare in modo che la rete esterna
sia integra e, nel caso di stagni e paludari esterni, sarà
opportuno coprirli con una rete anche superiormente. Durante la
costruzione sarà bene prevedere qualche angolo con tettoia
o qualche rifugio che gli animali potranno liberamente utilizzare.
L'eterotermia
e il Letargo
Le
tartarughe appartengono alla Classe dei Rettili , sono cioè
degli animali eterotermi, definiti volgarmente e impropriamente
"a sangue freddo", il che vuol dire che a differenza
dei mammiferi e degli uccelli non possiedono una determinata temperatura
corporea ma che, come i pesci, adeguano la propria temperatura
a quella ambientale. Conseguentemente questi animali sono vivaci
quando la temperatura è dolce e diventano torpidi quando
la temperatura si abbassa, ed è per tale motivo che la
loro attività è per lo più limitata alle
ore diurne mentre la notte per essi è destinata al riposo.Quando
poi la temperatura scende fortemente, come si verifica nelle stagioni
autunnali-invernali, le tartarughe palustri (che a differenza
di quelle marine sono pienamente soggette alle escursioni termometriche)
per sopravvivere devono cadere in letargo, rallentando enormemente
le facoltà vitali (il che consente loro un dispendio minimo
di energie) tornando attive allorquando le condizioni climatiche
ridiventano favorevoli. Il letargo invernale o ibernazione ha
luogo con l'approsimarsi dell'autunno e da esso i rettili si risvegliano
la primavera successiva, ma nelle regioni dal clima molto mite
è però di durata molto ridotta, limitato al periodo
di massimo freddo. Per affrontare questo periodo di quasi totale
sospensione delle attività fisiologiche le tartarughe,
sia d'estate che d'inverno, si scavano un cunicolo sotterraneo
in cui restano sino a quando le mutate condizioni climatiche non
le inducono al risveglio.
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