CROCIFISSO IN SALA MENSA.
Sorridi impaurito oggi. Sarai come me dopodomani. Io sarò già altrove.
 
TERRA.
Detesto la terra, la terra in cui sono nato. La stessa terra che mi tiene legato, in cui sono disegnati i confini di ciò che ci è concesso. Ai margini non mi ci hanno messo mi ci sono rifugiato, contando i giorni, aspettando febbrilmente il disastro, invocato da me refrattario.
 
COTIDIE MORI (morire ogni giorno).
Partorito da un ventre crudele o indifferente. Ogni minuto passato. Vissuto significa morto. Nasco e poi muoio, quanto ho vissuto? Nulla che dura più di un istante. Illusioni e rimpianti che guardano un tempo, passato o futuro, che non mi appartiene. Ma non mi nascondo, no, non cerco consolazioni: con gli occhi per terra non guardo più indietro. Non guardo più indietro. Muoio ogni giorno.
 
IL MODO, IL MOTIVO, IL FINE.
"Lottare sempre a testa bassa può nascondere la tragica incapacità di alzare la testa per considerare il modo migliore per combattere". Il motivo per cui si sceglie di combattere. Il fine per cui si combatte.
 
L’UNA O L’ALTRA.
E' di fronte a me. Troppo. Vedo le vene ingrossate, strette. Ed è come se il sangue a pulsare fosse il mio. Questa volta il mio cinismo non servirà. E' nel suo atto che la mia saliva si blocca, insieme al pensiero che per un caso quel ragazzo non sono io. Insieme al pensiero che per qualcosa quel ragazzo non sono io. Non sono io.
 
UOMO QUALUNQUE.
Compra il conforto al supermercato, annegati negli altri; perdi te stesso con il tuo dolore. Nemmeno ti poni il problema di cosa accade dentro di te, perso in edonistica esteriorità. Nega te stesso per non doverti cogliere come diverso.
 
DUE GRAMMI DI RIVOLUZIONE.
La farsa continua, la rivoluzione è morta nella bocca colma di retorica di chi la vuole sproloquio, vanteria, non fatto. E' solo un’altra parte, la tua, nell’insopportabile teatro sociale. Sei ciò contro cui pensavi di lottare, sei diventato ciò che vogliono. Hai perso, abbiamo tutti perso.
 
OGNI MIO GESTO.
La sua voce si rincorreva. Io, immobile, nel centro: "Non è così che stanotte dormirai". Perchè quello che avevamo davanti allora non sarebbe più stato se non un segno scavato nella coscienza, una presenza ineludibile. Ho sezionato ogni mio gesto, ho pesato ogni mia parola, ma le differenze mi allontanavano dal ricordo di chi fossi. Mi dissi: "Notte, fa' che diventi notte anch'io". A nulla è servita la mia nuova lucidità. Le sue risa erano più forti delle mie. Minuto dopo minuto, una nuova alba svaniva.

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