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Oratorio del SS. Sacramento

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     L'Oratorio della Compagnia del SS. Sacramento fu edificato accanto alla Chiesa Madre nel XVI secolo, allo scopo di diffondere il culto dell'Eucaristica nello spirito della Controriforma ed in contrapposizione alla rivolta luterana.
  
     E' finemente decorato al suo interno, da stucchi settecenteschi della scuola del Serpotta che richiamano quelli degli oratori palermitani di S.Cita e di San Lorenzo.  

 
     Dalla Piazza Duomo si accede all'Oratorio da due piccole porte, scolpite in noce, attraverso un vestibolo dove è collocata la "lavagna della Madonna del Monserrato" (fine del XV secolo), e si giunge nell'ambiente interno, a pianta rettangolare, insieme di rara grazia ed eleganza. 
  
     Alle pareti, ricoperte da preziose decorazioni in stucco, sono disposte otto statue allegoriche: (a sinistra) la Fede, la Carità, la Fortezza, la Prudenza, (a destra) La Speranza, la Giustizia, La Grazia e la Chiesa.

 

      In alto si aprono sei finestre riccamente ornate da putti, festoni, cesti di frutta, sotto le quali sporgono delle mensole con piccole rappresentazioni in finissimi stucchi aventi come tema  l'Eucaristia : (a sinistra) i "miracoli di Bolsena" e "di Torino" l'apparizione dell'Eucaristia a S.Pasquale; (a destra) "Il sacrificio di Isacco" "il Santissimo adorato da una belva", "la mula che si inginocchia al passaggio dell'Eucaristia".
 
     Sui due mascheroni posti agli angoli della prima finestra a destra, è visibile un serpentello, "sirpuzza" in dialetto siciliano, simbolo con cui Giacomo Serpotta firmava i suoi lavori.  
 

     Nella volta è un grande affresco raffigurante "Il Trionfo dell'Eucaristia" di Giuseppe Velasco, inserito in una elaborata cornice di stucchi insieme ad altri affreschi (re e profeti dell'Antico Testamento, le Sibille, i quattro Evangelisti).

     Sopra l'altare, adornato di marmi pregiati, si trova una grande tela cinquecentesca "l'ultima Cena" e nel coretto due tele "Elia che riceve il pane dagli angeli" e "la moltiplicazione dei pani" e quattro piccoli affreschi attribuiti a Guglielmo Borremans.