LA
SCELTA DEL LIEVITO SELEZIONATO
Le caratteristiche specifice
del ceppo di lievito selezionato che conduce la fermentazione alcolica nel mosto
ha una importanza fondamentale nella determiniazione della qualità del
vino. I diversi ceppi di lievito agiscono con metabolismi differenti, producendo
o degradando in modo diverso molte delle sostanze che caratterizzano la composizione
del mosto. Inoltre dai caratteri genetici del lievito dipende in gran parte
anche l'intensità della tipicità varietale del vino.
Relazione
tra il vitigno, il lievito e l'aroma
Il mosto costituisce un
insieme di sostanze di origine biologica, le quali vengono liberate durante
la spremitura del acino (protoplasma e pareti cellulari della polpa del acino).
Nella composizione del mosto si riassumono le caratteristiche varietali della
vite, accompagnate dall'influenza delle condizioni climatiche ed agronomiche
alle quali è soggetta la pianta. Durante la fermentazione si uniscono
le caratteristiche del mosto a quelle varietali del ceppo di lievito, il quale
agisce come produttore di nuove sostanze e convertitore di precursori aromatici
già presenti. E' già stato sperimentalmente dimostrato, che da
una base di mosto fermentata con diversi ceppi di lievito si ottiene vini diversi
all'assaggio. D'altra parte un ceppo di lievito utilizzato su diverse basi di
mosto produce vini ben distinti. Evidentemente le stesse sostanze presenti in
un mosto non sono utilizzate allo stesso modo dai diversi ceppi di lievito,
e il contenuto dei mosti dei vitigni diversi ha una diversa composizione quantitativa
e qualitativa dei precursori aromatici.
Il
lievito è il motore della fermentazione
Il mosto ottenuto da diversi
vitigni di uve di Vitis Vinifera ha profumi ed aromi pressochè indistinguibili
all'analisi sensoriale olfattiva. Ciò nonostante dopo la fermentazione
ciascun vino sviluppa un profumo caratteristico del vitigno, che distingue l'uno
dall'altro, anche se non sempre sulla base di note olfattive ben definite. Il
responsabile di questa trasformazione organlettica è il lievito, che
agisce come:
- produttore di nuove sostanze
aromatiche, metabolizzando glucosio-fruttosio, ammonio, acido malico ed eventuali
aminoacidi.
- convertitore di precursori
aromatici, già preesistenti nel mosto, tipici del vitigno.
La prima azione è
strettamente correlata alle caratteristiche genetiche del lievito, ovvero dalla
capacità di metabolizzare i zuccheri e l'ammonio, mentre la seconda funzione
è influenzata dalla presenza qualitativa e quantitativa di precursori
aromatici presenti nel mosto, quindi dalle caratteristiche genetiche e fisiologiche
del vitigno, anche se bisogna tenere in considerazione, che determinati precursori
aromatici non possono essere convertiti, se il lievito non possiede gli enzimi
necessari, o se in qualche modo vengono inibiti.
Criteri
di selezione del lievito
I criteri di selezione del
lievito si basano sul carattere tecnologico e qualitativo del ceppo.
Caratteri tecnologici
I caratteri tecnologici
si riferiscono alla competitività e alla modalità del sviluppo,
ovvero la capacità di condurre fermentazioni complete, inibendo ogni
altra forma microbica contaminante presente nel mosto. I caratteri tecnologici
comprendono:
- Il vigore fermentativo
è la capacità di dare origine a fermentazioni rapide a temperature
medie.
- Resistenza all'anidride
solforosa è la capacità di mantenere inalterato il vigore
fermentativo anche in presenza di anidride solforosa nelle quantità
di norma aggiunte ai mosti d'uva.
- Potere fermentativo
è collegato alla tolleranza all'alcol etilico. Esprime la quantità
massima di alcol che il ceppo può formare. Generalmente i lieviti selezionati
hanno il potere fermentativo superiore a 14 % vol., anche se alcuni raggiungono
18 % vol. di alcol.
- Fattore "Killer"
è la capacità di formare delle sostanze in grado di inibire
lo sviluppo di ceppi della medesima specie. Il fattore ha comunque una complessità
superiore, infatti si presume che la sua presenza aumenti la competittività
dei ceppi.
- La criotolleranza
è la capacità di mantenere il vigore fermentativo anche a temperature
più basse (6° C).
- Sviluppo a cellule
disperse. Dopo il processo di divisione, le cellule figlie si distaccano
dalla cellula madre, provocando una torbidità uniforme.
- Sviluppo di cellule
a catena. In alcuni ceppi di Saccharomyces cerevisiae le cellule figlie
non si distaccano dalla cellula madre, formando catene cellulari.
- Sviluppo flocculento.
In alcuni ceppi di Saccharomyces cerevisiae le cellule figlie si distaccano
dopo la gemmazione, ma venendo a contatto tra di loro si aggregano formando
fiocchi anche di notevoli dimensioni. I ceppi più flocculenti non provocano
torbidità ed i fiocchi si depositano molto rapidamente.
- Potere schiumogeno.
Alcuni ceppi formano schiume alte e persistneti durante la fermentazione.
Le cellule rimangono aderenti alle bollicine di anidride carbonica, prodotta
durante il metabolismo del lievito. Le bollicine giunte in superficie si fondono
tra di loro formando appunto la schiuma, avente una colorazione grigio-bruna,
dovuta alla presenza delle cellule del lievito. In caso di fermentazione dei
mosti è un carattere negativo, mentre non lo è nel processo
di rifermentazione in autoclave, perchè la schiuma è normale
nel prodotto finito.
- Potere filmogeno.
Alcuni ceppi al termine della fermentazione formano un velo in superficie
e continuano il loro sviluppo in superficie. Questi ceppi, detti anche flor,
conducono durante questa fase un metabolismo ossidativo, consumando l'alcol
etilico.
Caratteri di qualità
Il lievito influisce direttamente
sulla qualità dei vini, componendo o demolendo componenti del mosto.
I principali caratteri di qualità sono:
- La purezza fermentativa è direttamente
collegata con la produzione di acido acetico. Durante la fermentazione alcolica
i lieviti producono sempre delle piccole quantità di acido acetico.
L'entità della produzione è strettamente legata al ceppo.
- Produzione di composti
solforati. I composti solforati sono costituiti da idrogeno solfato e
solfiti, che derivano dalla riduzione dei solfati presenti nel mosto. La produzione
di H2S comprende valori bassisimi. Determinati ceppi
sono del tutto incapaci di produrre l'idrogeno solfato e generalmente hanno
un vigore fermentativo medio, formando invece andiride solforosa e n-propanolo,
dando origine a vini di spiccata qualità.
- Produzione di alcoli
superiori. Durante la fermentazione alcolica i lieviti formano, direttamente
dagli zuccheri o dagli amminoacidi, i cosidetti alcoli superiori, rappresentati
soprattutto dal n-propanolo, dall' isobutanolo e dall'isoamilico. Generalmente
l'elevata capacità di produrre alcoli superiori è strettamente
conessa all'incapacità di produzione di idrogeno solforato.
- Produzione di aldeide
acetica. L'acetaldeide
è un composto secondario della fermentazione, che immobilizza l'anidride
solforosa, limitando il suo potere antisettico. La quantità prodotta
è strettamente correlata al ceppo di lievito.
- Produzione di glicerina.
La glicerina, dopo l'alcol etilico e l'anidride carbonica, è la sostanza
maggiormente prodotta durante la fermentazione. Il livello di produzione si
aggira tra i 4 e i 10 g per litro. La presenza di glicerolo nei vini influenza
i caratteri gustativi.
- Azione sul acido malico.
Alcuni ceppi di lievito metabolizzano l'acido malico presente nel mosto, contribuendo
a risolvere molti problemi conessi agli eccessi dell'acidità dei vini.
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