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da "IL QUOTIDIANO" di giovedì 14 settembre 2000
Cani "zittiti" col laser? Una guerra di carte bollate
La denuncia è da shock. A circa 200 cani sarebbero state bruciate le corde vocali.
Facevano troppo rumore e disturbavano i vicini. Rimbalzata sui giornali nazionali,
la notizia ha messo a soqquadro il mondo del volontariato che si occupa dei randagi
e che forse - a vedere il lungo elenco di denunce e querele - col volontariato vero e
proprio ha ben poco da spartire.
Sul banco degli accusati questa volta è Giorgio Ferramosca, veterinario, titolare di un
canile-rifugio a Noha (Galatina). L'ente protezione animali lo accusa - ma è tutto da
dimostrare - di aver effettuato, sugli ospiti del canile, dalla scorsa primavera ad oggi,
degli interventi di elettrocoagulazione delle corde vocali per rendere i cani afoni e
impedire loro di abbaiare. L'Enpa è stata la prima a presentare denuncia nei confronti
di Ferramosca e delle persone che sarebbero state coinvolte in questa operazione.
Stamattina un gruppo di 10 associazioni presenterà un esposto alla magistratura con
la stessa accusa. Dietro queste denunce, una storia di ordinanze, perizie, autorizzazioni, petizioni, e - mormora qualcuno - anche interessi oscuri.
Tutto inizia dalla protesta degli abitanti delle case situate vicino al canile, in
località "turchino" a Noha. Nell'ottobre del '99 si costituisce un comitato di "tutela
dell'ambiente" che presenta al comune di Galatina una petizione in cui si lamenta il
continuo rumore provocato dall'abbaiare dei cani e gli odori nauseabondi provenienti
dal seppellimento delle carcasse. A dicembre viene effettuata una prima perizia fonica
per verificare il livello di inquinamento acustico provocato dall'abbaiare dei cani
dalla quale non risulta nessuna violazione dei limiti di legge. Ma, a gennaio, una
seconda perizia dimostra il contrario. Ne consegue un'ordinanza del sindaco con la
quale si ordina a Ferramosca di trasferire i cani entro 90 giorni in altre strutture o
"di eseguire gli interventi necessari ed adeguati per rendere conforme alla normativa
vigente le emissioni sonore".
Ferramosca ricorre al Tar contro l'ordinanza e il trasferimento dei cani viene bloccato. A maggio un'ulteriore perizia fonica non rivela rumori "nocivi" e, di conseguenza il 10 maggio 2000 il sindaco revoca l'ordinanza anche perchè Ferramosca dichiara di aver eseguito gli interventi "strutturali e gestionali" necessari a ridurre l'inquinamento acustico. Su richiesta del presidente del comitato di Noha, il dirigente del dipartimento dei lavori pubblici di Galatina, il 23 maggio dichiara che nel canile sono state effettuate solo modifiche gestionali ma nessun tipo di lavoro per abbattere i valori fonometrici. Come mai allora i controlli dimostrano che i cani non fanno rumore? Risale al 27 luglio l'ultima perizia fonica. Questa volta i valori acustici superano i limiti legali. E , secondo l'accusa, proprio a seguito di questa perizia, per evitare un'ulteriore ordinanza di chiusura, il Ferramosca avrebbe eseguito in settembre un intervento di cauterizzazione delle corde vocali su alcuni cani.
Questi i fatti e le supposizioni, ma possibile che si arrivi a tanto? Quale business si
nasconde dietro la gestione dei canili? Giorgio Ferramosca nega ogni cosa. "Non ho mai
fatto nulla contro gli animali, io amo i miei cani e li custodisco in maniera dignitosa
e decorosa", dice. E per avvalorare la sua tesi ha già presentato denuncia contro
l'Enpa.
Alessandra Greco
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