LA REPUBBLICA - 4.6.99

"In quei mangimi
cose stupefacenti"

Parla Enrico Moriconi, veterinario pubblico

ROMA (a. cian.) - "Facciamo il possibile, ma non si può fronteggiare un problema del genere solo con i controlli: 30 mila all' anno sui bovini sono tanti se confrontati con gli altri Paesi, pochi rispetto a tutte le sofisticazioni possibili". Enrico Moriconi è uno dei 5 mila veterinari pubblici. Lavora a Pinerolo, ha scritto un libro sulla sua esperienza e non ama i giri di parole.
"Facciamo indagini mirate, cerchiamo soprattutto la presenza di ormoni", racconta. "Ma è una rincorsa infinita: basta cambiare un elemento della molecola che vogliamo trovare per vanificare la ricerca. È lo stesso meccanismo perverso che scatta per i controlli antidoping: le formule chimiche vengono mutate in continuazione e così siamo costretti a muoverci al buio".
Eppure il sistema di controlli veterinari italiano è considerato il migliore.
"È vero. Ma non può essere il centro delle politiche del settore: bisognerebbe puntare sulla prevenzione, su una produzione di altissima qualità in cui tutti i passaggi della catena di lavorazione vengono certificati. Noi controlliamo 8 polli su un milione di polli macellati, sette bovini su mille. E il controllo non è un check up completo perché le analisi costano e richiedono tempo: puntiamo a un bersaglio limitato, gli ormoni o alcune malattie infettive. Se lo troviamo blocchiamo tutto, altrimenti l'animale passa".
Oggi uno dei problemi principali riguarda il mangime. Il caso mucca pazza ha dato un'idea di quello che succede quando si costringono gli erbivori a diventare cannibali, a mangiare i loro simili ridotti in farina.
"Diciamo che quello è uno dei problemi. In Italia mangiamo 80 chili di carne l'anno, quasi tre volte più di quello che è considerato sufficiente. E paghiamo i maiali da macello 2 mila lire al chilo, meno di quello che costa il pane in un negozio. È chiaro che in un sistema produttivo di questo tipo la corsa al ribasso delle spese è feroce".
Il caso del pollo alla diossina pare sia nato dall'uso di un additivo ricco di diossina. È vero che nel mangime finiscono anche olii esausti e fanghi industriali?
"Certo non sono nell'elenco dei prodotti ammessi, che pure consente a un bovino di assumere legalmente in due anni cinque chili di sostanze chimiche di sintesi, dagli antibiotici agli ossidanti, dai coloranti agli appetizzanti. Comunque casi del genere vengono denunciati. Così come altre pratiche che lasciano stupefatti".
Ad esempio?
"È stato teorizzato un sistema per essiccare e riciclare le feci. Quelle di pollo vengono date ai bovini, quelle dei bovini ai suini, quelle dei suini ai pesci. Non si sa se qualcuno abbia effettivamente messo in pratica questo circuito. Nel romanzo Carne, di Ruth Ozeki, ambientato in America, si suppone di sì".

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