INTERVENTO AL CONVEGNO "OLTRE MUCCA PAZZA",
ROMA 30 MAGGIO 1997

Considerazioni sul tema "la mucca pazza "

Una delle prime considerazioni potrebbe riguardare l’atteggiamento dei "Comunicatori" ufficiali, tutti a rincorrersi nel tranquillizzare la popolazione italiana come, per ben dieci anni, erano stati rassicurati quelli inglesi salvo poi dover compiere un voltafaccia di 180 gradi per dover ammettere che la malattia poteva essere pericolosa anche per l’uomo! Subito dopo si è affermato che non bisognava prestare fede alle voci incontrollate e senza fondamento, forse dimentichi che l’annuncio del possibile pericolo per l’uomo era stato dato dal Ministro Inglese della Sanità, che sicuramente non è un attivista al soldo di qualche lobby di produttori di polli o suini e neppure un esagitato komeinista dell’ambiente!

Può essere interessante sapere che a giugno 1995 si svolgevano Conferenze internazionali per spiegare che il pericolo poteva definirsi cessato, eppure dovevano essersi già presentati i problemi per la popolazione umana .

La realtà è, come sempre in biologia, molto più sfuggevole di quello che si desidererebbe e mal si adatta a forzature semplificatrici. In Italia è pertanto ragionevole , ma solo ragionevole , dire che non dovrebbe esserci grande pericolo perché la carne che consumiamo proviene da animali da carne e non da latte che sono quelli a cui è stata somministrata la farina incriminata . Però è pur bene ricordare che in Italia si importa il 40 % circa della carne che si consuma e che data la situazione commerciale è sempre possibile che carne inglese venga rinazionalizzata come francese....molto più pregiata commercialmente . I controlli , tanto amati in questo momento, non sempre sarebbero in grado di scoprire quello che può essere successo in altre nazioni.

Non sappiamo inoltre quanta farina inglese sia arrivata da noi e non sappiamo neppure quanta carne di bestie da latte ( e quindi potenzialmente pericolosa ) sia finita in quelle preparazioni che si chiamano hamburger o hod dog.

Al di là di questo la malattia ci pone di fronte ad alcune riflessioni, in quanto, se la malattia è stata trasportata dall’uomo dagli ovini ai bovini, cibando questi ultimi di farine di pecore morte di Scrapie ed abbassando i livelli di trattamento per esigenze di risparmio industriale è proprio questa scelta dell’uomo di produrre sempre di più utilizzando tutti i metodi chimici leciti o meno per forzare la quantità dei prodotti che genera percoli difficilmente valutabili nel tempo immediato e che diventano gravissimi nel corso del tempo.

Agricoltura e zootecnia hanno sposato l’equazione Produzione = espansione = ricchezza creando un sistema che punta tutto sulla quantità e sulla crescita esponenziale della produzione e dei consumi, esattamente come in tutte le attività economiche dei paesi occidentalizzati o del primo mondo. Poco importa che questo sistema abbia portato a di consumi di carne a livelli eccessivi in quanto 1 miliardo di persone consuma circa 90 Kg di carne e cioè quasi tre volte il fabbisogno ammesso dai testi medici, negando di conseguenza le proteine della carne a due terzi delle popolazione mondiale che difatti non ne ha a disposizione a sufficienza. E questo quando nel ‘95 la produzione mondiale sarebbe stata in grado di assicurare ad ogni cittadino del pianeta una razione di carne di 33 Kg all’anno , cioè quasi la sufficienza ( e oltre questa se si sommano le proteine animali di latte uova e formaggi). Questo sistema ha quindi creato dei crapuloni che razzolano i cerali di tutto il mondo per manterenbe quel miliardo e 300 milioni di ruminanti che devono soddisfsare la quota di carne bovina, poichè i cereali che questi bovini consumano sfamerebbero ben 9 miliardi di individui !

Eppure siamo talmente contagiati da questa fame di carne che appena si è manifestato il problema dell’Encefalopatia tutti si sono precipitati a comperare la carne.... naturalmente non di bovino ma tutta quella che si poteva di suino, pollo, pesci per paura di correre il rischio di doverne mangiare meno!

Alle contraddizioni di consumatori e degli informatori ufficiali si sono aggiunte quelle dei produttori , in quanto non si era ancora spenta l’eco suscitata dalla potenziale pericolosità per l‘uomo che subito si sono sentite forti e chiare le voci che invocavano aiuto alla produzione e alla commercializzazione : invece di riflettere sulla lezione e consumare meno carne e di migliore qualità , come sarebbe possibile, invece quindi di importarne meno ( ci costa 10.000 miliardi l’anno comperare all’estero quella che non ci basta ) invece di inquinare meno ( abbiamo 6 milioni di bovini e 6,3 milioni di suini in pianura padana che contribuiscono ad inquinare il nostro Po, equivalenti ad un popolazione aggiuntiva di 120 milioni di persone ) si vorrebbe produrre di più carne italiana, ignorando il problema dell’enorme aumento dell’inquinamento ambientale.

Insomma la malattia è nata dall’aver tascurato le norme sanitarie e dalle conseguenze derivanti dall’evoluzione della zootecnia che ha posto come principio basilare quello della continua crescita produttiva eppure di fronte al disastro non si riflette sulle cause e i possibili rimedi bensì si propone la semplice ripetizione del modello già fallito, ovvero produrre sempre e comunque di più.

Per tutti questi motivi gli ambientalisti e gli animalisti vogliono lanciare una proposta : invece di consumare di più e di sostenere la produzione consumiamo e mangiamo meno carne, di migliore qualità, anche a costo di pagarla leggermente di più , purché garantita , e usiamo eventuali contributi per la riconversione biologica degli allevamenti e dell’agricoltura.

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