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"ASSENZE"
parole da Samuel Beckett
con Giuggi Di Paolo
Adattamento per la scena teatrale di
Raffaello Padovan e Giuggi Di Paolo
Joe: Luca Bet
assistenza tecnica: Natalino Bragato
Musica: Paolo Troncon
Regia: Raffaello Padovan
Una voce, una donna.
Una immagine, un uomo.
Eros e Tanathos che si rincorrono in una nuova banda di frequenza.
In sequenza?
Inseguente.
La soglia dellamore della vita per la vita ha lo stesso battente
della morte.
Quale sarà lingresso, quale luscita?
Chi prima, chi dopo?
Una voce, disperatamente rigida, si scontra con il silenzio, con
la morte dellimmagine.
Un gioco di partita doppia nel doppio di Beckett, Samuel Beckett.
Un doppio parallelo. Una doppia ostensione:
Di Joe, o meglio, He Joe/Dis Joe, testo per la TV, non per la
scena teatrale. Per la scena a distanza, nel tempo e nello spazio.
Gioco di sincronie, ma discrasie, anche.
Ma nel gioco delle parti intende materializzare letere
significante, la parola, la voce.
Ciò che è solo immagine è persona. Non più maschera elettronica,
la registrazione, ma cosa di carne: viva.
Una voce, naturalmente senza nome ma naturalmente femminile e
donna; che si scontra con Joe: lui sì ha un nome, telescopicamente
in senso etimologico, nello spazio e nel tempo, videopresente,
sicché è sineddoche dei tanti Joe che stanno, che sono in noi.
Solo un poco più gonfio. Più tronfio. I Joe che stanno in sala.
Che lo guardano. Che si guardano. Come le Voci-Lei.
Ecco quindi un ambiguo gioco che utilizza entrambe le componenti
vocali-linguistiche degli originali beckettiani inglese e francese,
pungoli semantici ed espressivi evocati a rinforzare drammaticamente
la traduzione italiana, nellambivalenza scenica.
E in questa ambivalenza per simmetria, si materializza lontano,
ma non molto, nello spazio anche limmagine.
Non morta, limmagine.
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