"CARDIODRAMMA"

 Un solo atto per cinque
 generazioni in T.A.C.

Testi originali: Luciano Caniato, Francesco Franchi.
Con: Sandro Buzzatti, Toni Barpi, Sergio Longobardi, Silvia Busato, Giovanna Cipriani, Alberto Ongarato, Renato Slongo, Ernesta De Conto.
Musica originale dal vivo per strumenti, coro e computer: Paolo Troncon
Musica elettronica: Nicola Buso.
Solisti: Donella Del Monaco, soprano; Luigi Marasca, clarinetto; Walter Vestidello, v.cello; Giuseppe Carrer, chitarra; Riccardo Centazzo - Roberta Guazzini, fisarmoniche.
Coro "Schola S. Rocco" di Vicenza: dir. Francesco Erle.
Scenografie: Simone De Rai, Paola Dallan, Mirko Artuso.
Immagini: Massimo Prevedello, Marco Rebesco.
Assistente alla regia: Enzo Toma.
Regia: Mirko Artuso.
Produzione: Ensemble ’900

durata: 90 minuti
genere: musica, prosa, poesia


Coniugare il divertimento (dal latino "divertere", deviare) con il recupero delle più profonde ragioni dell’io e della collettività, è la sfida che gli autori di questa "opera prima" hanno accettato di buon grado. La sfida di allestire un evento corale di impegno civile che metta in campo gli strumenti propri dell’odierno comunicare e, contemporaneamente, "frughi" nella materia prima fondante il teatro delle origini (la parola, la musica, il coro) per riflettere sulla storia italiana dall’Unità fino ai giorni nostri.
Cardiodramma è un viaggio emozionale, concepito per quadri e rimandi dalla regia di Mirko Artuso, con il rispetto e la discrezione di chi sfoglia un vecchio album di famiglia, che approda, annodandosi o torcendosi nelle vicende di questo nostro ’900, al porto-poesia di un Maestro in grado di indicare una via di fuga verso un futuro meno minaccioso del presente.
Scanditi delle musiche originali di Paolo Troncon, che seguono i quadri scenici con sistematico discorso parallelo o vi si infiltrano per scandagliarne i succhi, gli eventi prendono a muoversi dapprima secondo ritmi propri alla società contadina, poi sempre più accelerati, man mano che si raggiunge l’apice della tragedia. Da qui in avanti entra in scena la poesia, la sola che possa parlare del passato prossimo – e di un "qui" e un’ "ora" – senza sollevare sospetti, perché non muove da una verità, ma la cerca.
Luciano Caniato conficca i suoi versi sulla parete ripida degli sconvolgimenti che hanno portato al postmoderno e alla signoria delle macchine pensanti, rivelando le striature profonde e le faglie, talvolta, che si aprono nella personalità degli individui, in un’epoca in cui tecnologia, scienza, economia, applicate in modo dissennato, tentano di impossessarsi anche della politica, relegando la "persona" al ruolo di comparsa.
E così il "popolo" sembra trasformarsi in "gente", sottoposto a dosi sempre più massicce di anestetico e il cuore pulsante di un paese splendido e tragico, come un treno deragliante, accusa sempre più forti gli strappi e i sussulti di un paesaggio passato troppo rapidamente dalle cento soste nei villaggi della terra, a quella del villaggio globale.


Mirko Artuso
Inizia la sua attività professionale nel 1981 presso l’ass. cult. "Studio ’900" di Treviso diretta da Marco Paolini, con la quale collabora all’organizzazione di rassegne teatrali e corsi di formazione per insegnanti e allievi attori. Successivamente inizia una lunga collaborazione con la compagnia "Laboratorio Teatro Settimo" di Torino diretta da G. Vacis. Prende parte alle maggiori produzioni della compagnia: Libera Nos (1989); La storia di Giulietta e Romeo (1992) premio UBU ; Trilogia della Villeggiatura, (1994) premio IDI e Biglietto d’Oro. Nel frattempo collabora con le compagnie "TAG Teatro" di Venezia negli spettacoli Arlecchino servitore di due padroni e Il Falso Magnifico per la regia di C. Boso e con "Teatro Kismet" di Bari nello spettacolo Vangelio - Progetto-Teatro & Handicap per la regia di E. Toma.
È stato direttore artistico dello "Stabilimento Teatrale" con il quale ha messo in scena Greco cerca Greca vincitore del concorso "Vetrine ’95" promosso dall’ETI. È stato tra gli interpreti del film I Piccoli, Maestri, di D. Luchetti . Attualmente è impegnato nel progetto "Teatro & Handicap" in varie realtà del territorio nazionale in collaborazione con "BEL Teatro" (PD) e ass. cult. "Dimensione Cultura" (TV).
Collabora con "Moby Dick - Teatri della Riviera" per La storia di Nane di R. Pascutto.

Sandro Buzzatti
Conseguita a Belluno la maturità classica, si trasferisce a Firenze dove si dedica allo studio della teoria e tecnica della comunicazione orale, propria del mondo popolare, conseguendo la laurea presso la Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze, assistito da Roberto Leydi. Sperimenta forme di teatro e musica popolare al seguito di Dario Fo (Milano, Palazzina Liberty) e Giovanna Marini (Nuovo Canzoniere Italiano). Attore professionista dal 1974, entra in "Nuova Scena" di Bologna dove partecipa a la "Ballata dello spettro" di Vittorio Franceschi. Dopo aver fondato a Milano il Teatro Officina, incontra a Venezia il regista Carlo Boso con cui collabora fianco a fianco approfondendo la ricerca sulla Commedia dell’Arte. Assume la direzione del TAG Teatro di Venezia fino al 1990. È un memorabile Capitan Finimondo ne "Il Trionfo di Arlecchino" e "Scaramuccia" al Carnevale di Venezia 1995. Fondatore del Bel.Teatro, promuove, progetta ed organizza dal 1991, a Belluno, il festival "Non c’è niente da ridere". Dal 1995, con il "Calderon" di PP. Pasolini, inizia una feconda collaborazione con Mirko Artuso. Nel 1997 per la cooperativa Moby Dick-Teatri della Riviera mette in scena "La storia de Nane", con la regia di Mirko Artuso, un poemetto di Romano Pascutto che ha riscosso importanti consensi nella stampa nazionale.

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