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NOTIZIARIO

 

Apertura delle celebrazioni del 7° centenario della Contea di Modica

 

     Il 29 marzo 1996 sono state aperte solennemente, nel duomo di S. Giorgio in Modica, le celebrazioni per il 7° centenario dal conferimento della Contea di Modica a Federico III Chiaramonte.

     Tale investitura non segna - com’è noto - l’inizio (più antico) di vita della Contea, ma costituisce una data storica precisa circa l’assetto politico-amministrativo della Sicilia sud-orientale.

     Fra i saluti ai Convenuti, espressi dalle Autorità civili e religiose, nazionali, regionali e locali, pubblichiamo quello del Vescovo della Diocesi di Noto, di cui Modica fa parte.

     S. E. Mons. Salvatore Nicolosi fa sinteticamente riferimento in particolare all’antica, complessa e rilevante presenza del Cristianesimo in questo territorio.

 

 

 

Saluto di S.E. Mons. S. Nicolosi, vescovo di Noto

 

     Il Vescovo della Diocesi di Noto, a nome di tutta la Chiesa locale, esprime la sentita partecipazione ai festeggiamenti per una significativa celebrazione storica e alle giornate di studio guidate da illustri Studiosi.

     La storia di Modica e di tutto questo civilissimo territorio, che costituì la più fiorente Contea della Sicilia per molti secoli, merita sempre più di essere riscoperta nelle molteplici articolazioni del vivere comune dei Suoi abitanti lungo i secoli.

     In tali vicende storiche la Chiesa ha avuto un ruolo intenso, molteplice e complesso fin dai primi secoli della evangelizzazione. Un’umile tradizione orale ci ha anzi trasmesso il riferimento a due martiri dei primi secoli di Cristianesimo (Fanzio e Deodata, di cui proprio in questo tempio, che riepiloga la storia di questa Città e Contea, campeggia una grande tela): Essi testimoniarono col sangue la propria fede in Cristo, fecondando questa Terra. Ma sono alcune epigrafi e le numerose chiese rupestri, oltre a vestigia di romitori e conventi sparse dentro costoni rocciosi, a documentare, umilmente ma intensamente, l’antica presenza cristiana in questo amplissimo territorio.

     L’annunzio del Vangelo ha animato in modo crescente la popolazione tutta: Esso ne ha sostenuto ogni giorno le fatiche, ne ha vivificato la speranza, ha sollecitato l’emergere di opere di bene, incisive e numerose, secondo le esigenza dei tempi. L’arte, motivata dalla fede una forte e serena visione del Dio di Gesù Cristo, ha trovato espressioni molteplici e altissime, che finiscono per caratterizzare nobilmente il panorama stesso della Città e di tutti i Comuni di questa Contea.

     La vita di Modica e della Contea, che ad Essa faceva capo, si intreccia intensamente - in ogni sua fibra - con quella della Chiesa, nel bene e, purtroppo, in qualche cupa circostanza, nel male: pensiamo in particolare alla strage di Ebrei nel 1474. E tuttavia, mentre i Cristiani riconoscono il proprio peccato e i limiti nell’alzare la voce profetica chiediamo agli Storici di volere pure analizzare l’intreccio di fattori sociali e pseudoreligiosi, nonché influssi esterni al ‘sentire’, civile e pacifico, degli abitanti di questo angolo sud-orientale della Sicilia.

     Chiediamo decisamente di volere attendere, non soltanto alle lunghe controversie fra le stesse Comunità ecclesiali della Città, ma anche al contributo intensissimo dei cristiani di Modica nel ‘servizio’ costante:

     - all’assistenza ospedaliera, promossa ad opera di un Ordine ospitaliero fin dal secolo XIV, e poi proseguita con l’istituzione del secondo Ospedale, il Maggiore, nel 1774, sempre ad opera di cristiani;

     - agli ‘Studia’ dei grandi Ordini religiosi, qui operanti da secoli, aperti anche a laici, fino al prestigioso Collegio dei Gesuiti, idoneo a conferire gradi accademici, e sul cui solco sono sorti nel secolo scorso, i vigorosi Istituti scolastici medi superiori attuali;

     - pensiamo pure all’opera dei Francescani, in particolare dei PP. Cappuccini, il cui convento, oltre ad essere fornito di una qualificata biblioteca, fu centro d’irradiazione della loro riforma in tutto il territorio sud-orientale della Sicilia. Di tale ruolo resta testimonianza non soltanto il possente edificio conventuale ma pure il permanere della consuetudine di tenere a Modica il loro Capitolo provinciale;

     - pensiamo al benefico quotidiano lavorìo di bene svolto per secoli dalle varie Congregazioni religiose femminili nella premurosa assistenza agli anziani, in orfanotrofi e scuole (fra cui, nell’‘800, la prima per ragazze), oltre all’orante presenza per secoli delle Benedettine, nel cuore dell’abitato, prima, e, successivamente, come vigile sentinella, sull’alto della Città;

     - e, poi, tutta l’attività di educazione della gioventù nelle parrocchie, presso i Gesuiti, presso i Salesiani - con ben 4 case, fra le prime della loro congregazione sorte in Italia - ;

     - in questo nostro secolo, infine, la Chiesa di Modica ha dimostrato di essere prontamente attenta ai segni dei tempi, certamente anche a seguito della plurisecolare cultura ed esperienza dei Cristiani di Modica, tenendo vivo l’atteggiamento profetico e individuando creativamente rinnovate modalità di ‘servizio’ all’uomo.

 

*  *  *

 

     La Chiesa ha la consapevolezza di avere amato, rispettato ed onorato la Comunità umana qui residente e le Sue antichissime istituzioni: i Vescovi di Siracusa cominciavano da Modica le loro visite pastorali, consapevoli che questa Sede era la prima per storia e prestigio dopo quella siracusana. Io stesso ho voluto iniziare la mia visita pastorale della Diocesi, nel 1983, da questo duomo di S. Giorgio; qui, dopo la dolorosa recente catastrofe della nostra chiesa cattedrale, desidero effettuare la chiusura del Sinodo diocesano e celebrare il momento culminante del convenire della Comunità cristiana della Diocesi, il prossimo Giovedì Santo.

 

     Pellegrini nel mondo e nella storia, coperti inevitabilmente di polvere e di peccato, abbiamo cercato di animare di spirito evangelico costumi ed istituzioni di questa nobile ed antichissima Città e Contea, riconoscendo il suo retaggio storico - che attraverso queste giornate di studio verrà sempre meglio messo in luce - per essere trasmesso alle giovani generazioni, cui resta il compito di portare avanti il progresso civile e l’annunzio cristiano.

     La Chiesa oggi conferma tale atteggiamento. Essa auspica che, nonostante attuali diversi assetti amministrativi, le antichissime Istituzioni di Modica, frutto di una plurisecolare elaborazione e operosità - i suoi antichi Tribunali, le sue Istituzioni scolastiche e culturali, le sue plurisecolari strutture di ospitalità sanitaria - siano fermamente rispettate, anzi valorizzate e potenziate.

     La Chiesa, infatti, mentre annunzia un Messaggio di salvezza che trascende il tempo e la storia, ricorda a sé stessa ed a tutti che ogni ‘cultura’ va ‘salvata’ in ciò che di più nobile, bello, buono gli uomini hanno realizzato con la loro creatività, con il loro impegno, con il loro lavoro.

 

 

 

Presentazione del 1° numero di ‘Archivum Historicum Mothycense’

 

     Finito di stampare nel novembre 1995, il primo numero di questa Rivista è stato presentato pubblicamente il 9 febbraio 1996 nell’aula di scienze del Liceo classico ‘Tommaso Campailla’ di Modica.

     La numerosissima presenza di intervenuti ha dimostrato il vivo interesse per tale ‘quaderno’ annuale di studi storici, che risponde ad una latente, ma sempre avvertita, richiesta di conoscenza ed approfondimento circa la vita dell’area culturale modicana (oltre che di una riappropriazione della propria memoria storica da parte, in particolare, degli abitanti di Modica).

     A ciò si aggiunga l’urgenza, da parte di Docenti, di uno strumento in funzione dell’utilizzo didattico.

     La Rivista è stata accolta con attenzione anche dalla stampa locale con ampi servizi (cfr. ad es. ‘La Sicilia’ del 10.02.96).

     Alla presentazione sono intervenuti, in particolare, alcuni Rappresentanti dell’Ordine di Malta (invitati e accolti dal Cav. S.M.O.M. avv. Giovanni M. Manenti), in considerazione del fatto che il ‘saggio’ di apertura della rivista era costituito da uno studio di Bruno d’Aragona su ‘La Commenda di Modica dell’Ordine Gerosolímitano, di Rodi, di Malta (secc. XIV-XIX)’.

     Gli altri studi, pubblicati nel 1° numero, sono:

     - Elementi topografici sugli ipogei funerari del centro urbano di Modica, di Anna M. Sammito (studiosa di archeologia);

     - Il primo ceto politico repubblicano a Modica (1946), di Giancarlo Poidomani (studioso di storia moderna).

    

     Ai predetti saggi si aggiunge (secondo l’intento di invitare Docenti universitari di quest’area culturale a dare un contributo, secondo i campi di ricerca propri di ciascuno di loro) lo studio di Francesco Milazzo, docente universitario di storia del diritto romano, su ‘Gli appalti pubblici in epoca protorepubblicana’.

     Chiude il numero la recensione di tre pubblicazioni.

     La Rivista (le copie in distribuzione sono pressoché esaurite) si trova presso la Biblioteca Comunale di Modica, nella Sede modicana dell’Archivio di Stato (via Liceo Convitto, 33), presso Biblioteche scolastiche del Distretto Scol. n. 54 di Modica, nella sede del Centro Studi ‘F. Rossitto’ di Ragusa (oltre che in alcune biblioteche di Palermo, Catania e Messina).